Un bel componimento poetico “I Limoni” di Eugenio Montale.

Share Button

Un bel componimento poetico di Eugenio Montale
I Limoni.

La poesia “I Limoni” fu scritta tra il 1921 e il 1922 da Montale. “I Limoni” è una poesia simbolica, o meglio è una poesia poli simbolica perché i Limoni del titolo hanno più significati. Infatti, i Limoni simboleggiano innanzitutto la possibilità che ha l’uomo di potersi raccogliere in meditazione per iniziare il viaggio verso il soprannaturale. Gli altri significati dei Limoni sono: la ricerca di scoprire la verità sull’universo e il significato della vita attraverso momenti solitari a contatto con la natura. Ma la natura resta muta e non comunica all’uomo i suoi segreti per cui il tentativo della scoperta ricomincia di nuovo in un nuovo tentativo più conscio e più aperto. L’altra grande novità della poesia riguarda il linguaggio poetico. Esso è aspro ed irto di suoni duri e molto vicino al linguaggio parlato, ma solo apparentemente, perché in effetti il linguaggio della poesia è altamente poetico ed aulico, benché pieno di espressioni linguistiche vicine al parlato comune. La poesia esprime tutto il pessimismo razionale del poeta e si ricollega al celebre canto di Giacomo Leopardi “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. In questo canto il Leopardi chiede alla Luna di dirgli il significato della vita, ma questa rimane silenziosa e muta. Allo stesso modo Montale chiede alla Natura di svelare i suoi segreti, ma essa resta muta e silenziosa, lasciando l’umanità priva di una finalità che rimane nascosta. Ma gli uomini hanno la possibilità di ritentare, in un continuo ed estenuante tentativo di ricerca, fino a carpire i segreti della natura. Forse un domani questo tentativo non sarà vano ma risulterà utile. I limoni rappresentano la forza e il coraggio degli uomini di continuare nella ricerca del significato della vita. I limoni rappresentano anche un momento religioso espresso dal poeta nei versi 34 – 36: “Sono i silenzi in cui si vede/in ogni ombra umana che si allontana/qualche disturbata Divinità”. I limoni sono anche il simbolo della razionalità dell’uomo che pur costretto a vivere in una natura ostile ha a disposizione la mente che “indaga accorda disunisce/nel profumo che dilaga/quando il giorno più languisce” (Versi 31 -33).

I Limoni.

TESTO DELLA POESIA

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
Qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall’azzurro:
più chiaro si ascolta il sussurro
dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest’odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri
la nostra parte di ricchezza
ed è l’odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d’intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l’illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l’azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
La pioggia stanca la terra, di poi; s’affolta
il tedio dell’inverno sulle case,
la luce si fa avara – amara l’anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra gli alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d’oro della solarità.

La parafrasi della poesia.

Ascoltami, i poeti laureati
poetano soltanto piante
dai nomi poco conosciuti: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo i sentieri che portano
nei fossi erbosi dove i ragazzi agguantano
in pozzanghere mezzo seccate
qualche rara anguilla:
amo i sentieri che seguendo i dirupi,
discendono tra i ciuffi delle canne,
e immettono negli orti dei limoni.

È meglio se il vocio rumoroso degli uccelli
finisce nel lontano cielo azzurro:
è meglio se il fruscio dei rami dei limoni
si ascolta più chiaro nell’aria che quasi non si muove,
è meglio se il profumo dei limoni,
che non riesce a staccarsi da terra,
(che non si estingue e sembra permeare di sé la terra)
si percepisce più intenso
e fa sentire nell’anima una dolcezza inquieta.
Qui (tra gli orti) il tormento delle passioni distratte
(dal profumo dei limoni)
si placa per miracolo,
qui la nostra parte di serenità tocca
anche a noi poveri poeti
ed è il profumo dei limoni cioè
(il raccoglimento e la riflessione interiore).

Vedi, talora ci si aspetta di scoprire,
in questi momenti silenziosi in cui
le cose si mostrano dirette e sembrano vicine
a svelare il loro vero segreto,
uno sbaglio di natura,
un equilibrio infranto, una legge non eseguita,
il filo da sbrogliare che finalmente
ci sveli e ci faccia capire la verità sulla vita.
Questi sono i momenti nei quali
lo sguardo fissa attentamente d’intorno,
la mente indaga, collega e analizza
nel mezzo del profumo dei limoni che dilaga
quando il giorno finisce al crepuscolo.
Questi sono i momenti assorti
quando ogni ombra umana che si allontana
sembra una disturbata Divinità.
(l’uomo diventa quasi divino, perché
ha l’illusione di aver raggiunto
la conoscenza ultima delle cose).

Ma l’illusione di scoprire la verità svanisce e
il fluire del tempo ci riporta
nelle città rumorose dove l’azzurro del cielo
si mostra a stento, in alto, tra i cornicioni delle case.
La pioggia si abbatte ripetutamente sulla terra, poi;
il freddo dell’inverno si infittisce sulle case,
la luce del giorno si fa scarsa – l’anima si fa triste.
Quando ad un tratto si mostra a noi,
da un portone malchiuso
tra gli alberi di un cortile,
il colore giallo dei limoni;
e allora la tristezza dell’anima si scioglie,
e allora il suono d’oro del sole
ci fa sentire nel cuore
una canzone di lietezza.

La sintesi della poesia.

La poesia è composta da quattro strofe di lunghezza quasi uguale, per un totale di 49 versi. Essa espone un percorso logico – ideologico e filosofico. Nei primi tre versi il poeta si contrappone alla ideologia e alla poetica dannunziana. Nella prima strofa Montale afferma di amare le strade che conducono nei fossi erbosi, i sentieri che seguono paralleli i ciglioni e le viuzze che conducono tra gli alberi dei limoni. Nella seconda strofa il poeta descrive il silenzio degli orti e l’odore dei limoni, che discende nei cuori dei poeti poveri. In questi luoghi il tumulto delle passioni, per miracolo, si placa e qui la ricchezza dell’odore tocca anche i poeti poveri. Nella terza strofa il poeta descrive i momenti magici del crepuscolo quando il silenzio del luogo è più alto e le cose si scoprono in un confidente abbandono, quasi a svelare la loro realtà più misteriosa. In questa pace solenne della natura il poeta sembra capire e carpire uno sbaglio di natura, oppure il punto morto del mondo, oppure l’anello che non regge, il filo da disbrogliare che finalmente faccia conoscere una qualche verità ontologica. Il poeta guarda attentamente tutto d’intorno, la sua mente indaga, accorda, disunisce in mezzo al profumo dei limoni nel momento incantato del crepuscolo. In questi silenzi stupiti si vede qualche disturbata Divinità dinnanzi a qualche ombra umana che si allontana (alla vista della Divinità). Nella quarta strofa il poeta, con uno stacco brusco e netto, dichiara che l’illusione di raggiungere la verità viene meno e che il fluire del tempo riporta alla realtà delle città rumorose, dove il cielo si vede a stento in alto tra i cornicioni delle case. Il freddo dell’inverno poi si infittisce, la luce del giorno diminuisce e l’anima si fa triste. Allorché un giorno, all’improvviso, da un portone di cortile il giallo dei limoni si mostra a noi, di modo che il tedio dell’anima si sciolga e i suoni della letizia si sentano nel cuore attraverso il giallo della solarità.

Il tema della poesia.

Il tema della poesia è la disillusione, cioè la perdita dell’illusione di poter accedere alla scoperta del segreto delle cose e del significato della vita. Il poeta si rende conto che dopo il momento dell’illusione viene il momento della realtà che distrugge l’illusione. Ma il poeta non conclude la poesia con la vittoria della realtà sulla illusione, perché ad un certo punto i limoni ricompaiono a destare vitalità nell’anima e incoraggiamento al cuore; anzi la poesia termina con un inno alla solarità e quasi capovolge la situazione dando la vittoria all’illusione sulla realtà. Il tema della poesia è dunque la riproposta dell’eterna lotta tra illusione e realtà. Per l’uomo, i limoni rappresentano la volontà di vivere e di ricominciare la lotta e la speranza per sconfiggere il grigiore della vita quotidiana ogni volta che sopraggiunge la realtà. Ma i limoni significano soprattutto la fede e la razionalità dell’uomo contro il mistero della natura e la sua incomprensione. I versi che rinviano a questi due temi sono più di uno; dai versi 22 – 25 troviamo quelli che parlano della fede: “Vedi, in questi silenzi in cui le cose/s’abbandonano e sembrano vicine/a tradire il loro ultimo segreto”. Questi versi fanno pensare al tradimento di Giuda contro Gesù Cristo e “l’ultimo segreto” fa pensare all’ultima cena di Cristo. I versi della razionalità vanno da 26 al 32, e rinviano alla teoria scientifica di Boutroux. In definitiva i limoni simboleggiano, da una parte il momento di raccoglimento e di meditazione (spirituale e razionale) dell’uomo nella lotta contro la natura per scoprirne i segreti, e dall’altra rappresentano il punto debole della natura che dona all’uomo la felicità della scoperta, che prima o poi gli permetterà, attraverso la scienza o la fede, di scoprire il mistero dell’esistenza e uscire vittorioso dalle catene che lo legano a questa terra.

Finale.

Caducità e attualità della poesia.

Io, Biagio Carrubba, penso che gran parte della poesia sia ancora molto attuale, essendo assertiva e dimostrativa, senza tentennamenti o dubbi di sorta. L’argomento dell’eterna lotta tra l’illusione e la realtà, tra la speranza di salvezza e il pessimismo della distruzione della morte è sempre attuale. È ancora attuale anche la lotta tra fede e ragione e concordo anche sul pessimismo razionale o dialettico di Montale. A distanza di molti decenni dalla sua pubblicazione la poesia, e l’intera opera Ossi di seppia, non hanno perso la vibrante e appassionata ricerca intellettuale dello scoprire i segreti della natura e il significato della vita. Ancora oggi è viva più che mai nell’umanità la passione della conoscenza e della ricerca della verità e quindi è sempre viva la tensione conoscitiva dell’uomo, la sua appassionata ricerca intellettuale.

Analisi della forma.
Il genere della poesia.

Il genere della poesia è discorsivo, dimostrativo, filosofico e assertivo. La poesia ha un andamento discorsivo – narrativo. La prima strofa esprime la poetica realistica e quasi dimessa del poeta. La seconda strofa indica i momenti solenni e silenziosi nei quali i poeti ascoltano i suoni della natura che procurano agli uomini una dolcezza inquieta perché sempre cambiante e nascosta. La terza strofa descrive l’abbandono della natura che in certi momenti vorrebbe svelare i suoi segreti; nella stessa strofa il poeta mostra anche il suo desiderio di voler scoprire il mistero della vita e della natura. Il poeta con la sua mente analizza e collega ciò che vede nella speranza di poter afferrare il significato della vita e svelare il mistero della natura; in questi silenzi meditativi Montale vede e quasi avverte nella natura una qualche divinità disturbata dalla presenza umana. La quarta strofa indica il momento della disillusione, che segue quello dell’illusione, quando il tempo delle città riporta gli uomini nella vita grigia e difficile di tutti i giorni, acuita dal freddo dell’inverno. Ma di tanto in tanto l’apertura di un portone malchiuso fa vedere il giallo dei limoni, i quali riportano gli uomini a riavere fede e speranza in una vita più alta e serena. Il colore dei limoni ricorda il giallo oro delle trombe dei raggi del sole.

La metrica della poesia.

La metrica della poesia è formata da versi in prevalenza endecasillabi e settenari a rima libera. La poesia è ricchissima di assonanze e consonanze. Le rime interne e le rime al mezzo sono frequenti.

Le figure retoriche della poesia.

Le figure retoriche della poesia sono tantissime: dai continui enjambement agli ossimori, dall’anastrofe all’anafora, dalla sineddoche alla paronomasia, dallo zeugma alla sinestesia.

Il tono emotivo della poesia.

La poesia presenta comunque, secondo me, un tono emotivo neutro, quasi atono, perché è soprattutto una poesia razionale e quindi non compaiono i sentimenti del poeta. Invece dalla poesia emerge chiaramente la Weltanschauung razionalistica del poeta. Il tono della poesia è quindi dettato solo dalla tensione intellettuale del poeta e dalla sua ansia razionale e pessimistica della vita. Montale non manifesta i suoi sentimenti, né positivi né negativi, né tristi né lieti, ma lancia soltanto il suo messaggio tra il fisico e il metafisico, tra l’agonistico e il rassegnato.

La lexis della poesia.

La lexis della poesia ha un carattere chiaro ed esprime più che altro un pensiero lucido e vivace. È una delle poche poesie di Montale in cui la lexis è chiara e semplice. La sintassi è prevalentemente piana, segue un periodare paratattico, evita il tono aulico e magniloquente di D’Annunzio, sfugge ai toni dimessi della poesia crepuscolare e si presenta invece con un Italiano medio e chiaro, nuovo e aperto a tutti i lettori. Da qui il tu iniziale, il quale è riferito a ogni lettore di qualsiasi estrazione sociale. Il tono colloquiale non esclude una lexis ricercata e raffinata all’interno di un discorso narrativo – poetico.

Il linguaggio poetico della poesia.

Il linguaggio poetico della poesia è chiaro e raffinato. La poesia riesce ad assortire sia termini del linguaggio comune, sia termini della tradizione poetica italiana; presenta anche preziosismi lessicali come “riescono agli erbosi/fossi”, parole di origine latina come “divertite”, verbi rari come “s’affolta”. Il linguaggio poetico è, dunque, alto e ricercato, ma la sua novità è data sicuramente da suoni aspri e duri frammisti a suoni comuni e dolci.

Le espressioni più belle della poesia.

Le espressioni più belle della poesia sono le immagini nuove e singolari che il poeta crea nella terza strofa quando usa una serie di metafore per descrivere il tentativo degli uomini nel cercare “di scoprire uno sbaglio di Natura, /il punto morto del mondo/l’anello che non tiene, /il filo da sbrogliare che finalmente ci metta/nel mezzo di una verità”. Anche il finale della poesia presenta una pregiata sinestesia: “Quando un giorno da un malchiuso portone/tra gli alberi di una corte/ci si mostrano i gialli dei limoni;/e il gelo del cuore si sfa, /e in petto ci scrosciano/le loro canzoni/le trombe d’oro della solarità”.

Aspetti estetici della poesia.

Il carattere estetico della poesia è dovuto soprattutto alla tensione alta e ferma, laica e razionale, sottesa ed espressa del poeta nella poesia. La poesia, del poeta, non presenta né sentimenti vittimistici né atteggiamenti sentimentalistici, ma un atteggiarsi nudo e crudo di fronte alla dura realtà di tutti i giorni. La poesia presenta un taglio e un piglio assertivo, logico e razionale. Il poeta è sicuro dei suoi argomenti e della sua Weltanschauung che non ha tentennamenti di sorta né verso toni magniloquenti né verso toni crepuscolari. La poesia presenta anche un aspetto fideistico implicito, che attenua l’altezzosità della ragione e rende la poesia ieratica e solenne. Un altro aspetto bello della poesia è quello della sua costruzione tramite un sapiente assemblaggio moderno di tanti richiami esterni ed interni: dal crepuscolarismo alla filosofia vitalistica, dagli enjambement alle sinestesie, dalle metafore al linguaggio simbolico.

Commento e mie valutazioni personali sulla poesia.

Trovo questa poesia molto bella e ancora attuale; la sua bellezza è nel linguaggio nuovo e moderno, nelle sue belle immagini originali e singolari. Reputo la poesia molto attuale perché, benché la scienza abbia fatto tante scoperte sulla natura e sull’universo e il desiderio di conoscenza non sia diminuito, anzi è aumentato, allo stesso modo, il bisogno di fede in un Dio che salvi tutta l’umanità dalla distruzione naturale, è cresciuto insieme al senso del mistero che circonda l’uomo e la Natura.

20190413_143542

Modica 26 aprile 2019                                                                                                           Prof. Biagio Carrubba

Share Button

Replica

Puoi usare questi tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>