SINTETICA BIOGRAFIA DI ANTONIO GRAMSCI.
I
1891. Antonio Gramsci nacque ad Ales, oggi in provincia di Oristano, allora in provincia di Cagliari, il 22 gennaio 1891, da Francesco Gramsci e da Giuseppina Marcias, quarto di sette figli: Gennaro, Grazietta, Emma, Antonio, Mario, Teresina e Carlo.
1895. A questo periodo, il bambino Antonino cadde dalle braccia di una donna di servizio e ciò gli procurò la malformazione fisica della colonna vertebrale.
1997. Il padre fu arrestato e messo in prigione per avere commesso una irregolarità amministrativa.
1898. La madre, con i sette figli, andò ad abitare a Ghilarza, dove il fanciullo rimase fino al 1908.
1902. Conseguì la licenza elementare a Ghilarza.
1908. Conseguì la licenza ginnasiale a Santu Lussurgiu e subito dopo si iscrisse al liceo Dèttori di Cagliari.
1911. Conseguì la licenza liceale a Oristano e si iscrisse, subito dopo, all’Università di Lettere a Torino, dove arrivò in autunno.
1912. Frequentò l’Università di Torino fino al 1915, superando molti esami universitari ma non si laureò mai.
1914. Il giovane A. Gramsci partecipò attivamente al dibattito sull’entrata dell’Italia nella prima guerra mondiale, scrivendo l’articolo sulla Neutralità attiva e operante, sul giornale “Il Grido del Popolo”.
1915. Riprende a scrivere articoli sul giornale “Il Grido del Popolo”. Il 10 dicembre entra a far parte della redazione torinese del giornale l’Avanti.
1916. Cominciò a scrivere per il giornale l’Avanti, dove pubblicò una serie di articoli nella rubrica di critica teatrale, denominata “Sotto la Mole”, e tenne, anche, una serie di conferenze nei circoli operai torinesi.
1917. Conobbe molti uomini politici e pubblicò molti articoli letterari e politici, fra cui il numero unico “La città futura” (11 febbraio).
1918. Scrisse l’articolo “Il nostro Marx” sul giornale “Il Grido del Popolo”.
1919. Fondò un nuovo settimanale col titolo “L’Ordine Nuovo”, che nella testata a sinistra portava il motto: “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza”.
1921. Uscì a Torino il primo numero di “Ordine nuovo” quotidiano, nella prima pagina aveva scritto il motto di Lassalle: “Dire la verità è rivoluzionario”. A gennaio, Gramsci partecipò al XVII Congresso del PSI. Gramsci, e la sua delegazione, si staccarono dal Partito Socialista, e, il 21 gennaio, la delegazione comunista fondò il Partito Comunista d’Italia.
1922. A maggio si recò a Mosca, come delegato del Partito Comunista d’Italia. A giugno partecipò alla conferenza dell’Internazionale comunista. A settembre si ricoverò in una clinica di cura, presso Mosca dove conobbe Giulia Schucht, infermiera della clinica.
1923. Sposò Giulia Schucht che diventò sua moglie. A dicembre Gramsci arrivò a Vienna.
1924. A febbraio uscì a Milano il primo numero dell’Unità. “Quotidiano degli operai e dei contadini”. Il primo marzo prepara il primo numero del quindicinale “L’Ordine nuovo. Rassegna di politica e di cultura operaia”. La manchette del giornale portava la seguente dicitura: “L’Ordine nuovo si propone di suscitare nelle masse degli operai e contadini un’avanguardia rivoluzionaria, capace di creare lo Stato dei consigli degli operai e contadini e di fondare le condizioni per l’avvento e la stabilità della società comunista”. Il 6 aprile venne eletto deputato nella circoscrizione del Veneto con 1856 voti di preferenza su 32.383. A maggio rientra in Italia e partecipa alla prima conferenza del Partito Comunista. A giugno si trasferì a Roma. A Mosca, ad agosto, Giulia diede alla luce il primo figlio di Gramsci: “Delio”.
1925. Rientrò a Roma. A febbraio conobbe la sorella di Giulia, Tatiana Schucht. Il 16 maggio pronuncia alla camera dei Deputati un discorso contro il disegno di legge, sulle associazioni segrete, presentata da Benito Mussolini e Alfredo Rocco. Gramsci pubblica il resoconto di questo dibattito scrivendo un articolo sull’Unità del 23 maggio 1925 riportando la discussione tra lui e Mussolini il quale aveva definito Gramsci: “quel sardo gobbo, professore di economia e filosofia, un cervello indubbiamente potente”. E tale fu il cervello di Gramsci, mentre il cervello di Mussolini si rivelò sinistro e selvaggio. Mi piace riportare questa definizione di Mussolini perché mi fa ricordare, con piacere, l’altro grande e stupendo gobbo italiano: Giacomo Leopardi. In autunno Giulia arrivò a Roma e raggiunse Gramsci e insieme: Tatiana, Giulia e Genia si trasferirono in via Trapani.
1926. A gennaio A. Gramsci partecipa al III congresso nazionale del PCd’I. Ad agosto Gramsci trascorse una breve vacanza, con Giulia e il figlio Delio, a Trafòi in Trentino. Subito dopo Giulia rientrò a Mosca, perché incinta, e nell’agosto diede alla luce il secondo figlio chiamato: Giuliano. L’8 novembre, Antonio Gramsci, venne arrestato dalla polizia fascista a Roma e imprigionato nel carcere di Regina Coeli.
1928. Il tribunale speciale lo condannò a 20 anni 4 mesi e 5 giorni. Il giudice Michele Isgrò pronunciò la famosa sentenza: “Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”. Gramsci giunse nel penitenziario di Turi (Bari), il 19 luglio e venne immatricolato con il N. 7047.
1929. L’otto febbraio Gramsci cominciò a scrivere i famosi Quaderni del carcere. In tutto Gramsci scrisse 31 quaderni del carcere: 21 nel carcere di Turi e gli altri 10 tra Formia e Roma. Gramsci, inoltre, scrisse numerose lettere ai suoi familiari della Sardegna, altre a Giulia Schucht, sua moglie a Mosca, ed altre ancora a Tatiana Schucht, sua cognata. Tutte queste lettere furono pubblicate dopo la sua morte con il titolo “Lettere del carcere”.
1930. Gramsci organizzò all’interno del carcere, durante il passeggio, una serie di conversazioni politiche con gli altri detenuti del penitenziario. Ma il cambiamento politico del PCUS e del Pcd’I, spiazzarono Gramsci, che sulla base dei suoi quaderni proponeva la parola d’ordine della Costituente, sostenendo la lotta per la Democrazia, dopo la caduta del Fascismo.
1931. Riceve una visita del fratello Carlo. Continua le conversazioni con i compagni detenuti e ribadisce la necessità di una fase democratica, dopo la caduta del fascismo, per arrivare e realizzare uno Stato socialista. Linea politica che poi fu seguita da Palmiro Togliatti, quando rientrò in Italia nel 1944 e propose la svolta di Salerno.
1932. A maggio ricevette un’altra visita del fratello Carlo. Fece, anche, amicizia con altri detenuti socialisti fra cui Sandro Pertini e G. Trombetti. A dicembre morì a Ghilarza la madre di Gramsci, il quale seppe la notizia molto tempo dopo.
1933. Gramsci, prima venne trasferito in un carcere di Civitavecchia e poi, a dicembre, fu trasferito nella clinica del dottor Cusumano a Formia.
1934. Viene ripresa con forza la campagna per la liberazione di Gramsci. Romain Rolland pubblicò un opuscolo sulla figura di Gramsci. A ottobre fu emesso il decreto che concedeva la libertà condizionale a Gramsci. Due giorni dopo Gramsci, accompagnato dalla cognata Tatiana, uscì per la prima volta dalla clinica dove era ricoverato.
1935. Ad agosto lasciò la clinica Cusumano e venne trasferito nella clinica “Quisisana” di Roma assistito dalla cognata Tatiana e ricevette, di frequente, le visite del fratello Carlo e la visita di Piero Sraffa. A dicembre scrisse una bella lettera alla moglie Giulia: “Io credo che tu faresti una cosa magnifica venendo in Italia, da tutti i punti di vista. Per la tua salute, che forse si ristabilirebbe in modo definitivo e per me, che ho bisogno di sentirti vicina, di riannodare profondamente i vincoli che sempre ci hanno unito ma che da troppi anni sono diventati qualcosa di etereo e di astratto”. 14 dicembre. Antonio.
1936. Gramsci riprese a scrivere alla moglie e al figlio Delio a cui scrisse: “Carissimo Delio, mi sento un po’ stanco e non posso scriverti molto. Tu scrivimi sempre e di tutto ciò che ti interessa nella scuola. Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono tra loro in società e lavorano e lottano e migliorano sé stessi non può non piacerti più di ogni altra cosa. Mai è così? Ti abbraccio, Antonio”.
1937. Terminata il periodo della libertà condizionale, Gramsci riacquistò la piena libertà, ma, ormai, era in fin di vita. Morì, per improvvisa emorragia cerebrale, nelle prime ore del 27 aprile 1937. I funerali di A. Gramsci si svolsero il 28 aprile a Roma e fu inumato nel cimitero del Verano.
1938. Nel settembre le spoglie furono traslate al cimitero acattolico (chiamato attualmente cimitero inglese). Cominciarono da parte moltissimi uomini politici italiani e stranieri, anche, gli omaggi alla memoria di A. Gramsci. Molte istituzioni pubblicarono diversi opuscoli per ricordare l’opera Gramsci fra cui: “Stato operaio”, “L’Unità” e Romain Rolland pubblicò un opuscolo che raccoglieva le testimonianze di Palmiro Togliatti, Carlo Rosselli e tanti altri.
Modica, 08/ 12/ 2018 Prof. Biagio Carrubba
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