
Una selezione, fra le poesie più belle, delle opere postmoderne
di Mario Luzi.
I
Introduzione.
L’opera poetica Al fuoco della controversia (1978) rappresenta, interpreta ed esprime il punto di vista del poeta M. Luzi sugli anni di piombo che si scatenarono in Italia dal 1975 al 1985. Questo decennio fu caratterizzato dagli assassinii delle Brigate rosse e dei Brigatisti neri. Anche il poeta M. Luzi fu preso e impressionato dagli omicidi continui degli estremisti brigatisti. Infatti il titolo dell’opera “Al fuoco della controversia” si riferisce e spiega il fatto che l’Italia era al centro del fuoco fra gli estremisti di destra e di sinistra che uccisero in quel decennio centinaia di uomini intellettuali e politici innocenti e perbene come lo era il più famoso fra i politici e cioè Aldo Moro che fu catturato e ucciso tra il marzo e il maggio 1978. Luzi si addolorò tantissimo per l’Italia di quel decennio e per l’assassinio di Moro ed ebbe tanta paura perché credette che la democrazia italiana non riuscisse a sostenere e arginare il fuoco, eversivo, tremendo e feroce dei brigatisti.
Dall’opera poetica AL FUOCO DELLA CONTROVERSIA, pubblicata nel 1977, io, Biagio Carrubba, ho scelto le seguenti poesie.
Testo della prima poesia.
Poscritto
A Granata, nel gulag siberiano, a Ostia –
una riprova superflua, una preordinata testimonianza
oppure sulla lunga controversia
un irrefutabile sigillo? – si chiude
lei depositaria inferma
di misura e di arte
mentre escono il poeta e l’assassino
l’uno e l’altro dalla metafora
e s’avviano al sanguinoso appuntamento
ciascuno certo di sé, ciascuno nella sua parte.
Da Mario Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editori. Pag. 413.
Testo della seconda poesia.
A che pagina della storia
A che pagina della storia, a che limite della sofferenza –
mi chiedo bruscamente, mi chiedo
di quel suo “ancora un poco
e di nuovo mi vedrete” detto mite, detto terribilmente
e lui forse è là fermo nel nòcciolo dei tempi,
là nel suo esercito di poveri
acquartierato nel protervo campo
in variabili uniformi: uno e incalcolabile
come il numero delle cellule. Delle cellule e delle rondini.
Da Mario Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editori. Pag. 472.
Testo della terza poesia.
Muore ignominiosamente la repubblica.
Muore ignominiosamente la repubblica.
Ignominiosamente la spiano
i suoi molti bastardi nei suoi ultimi tormenti.
Arrotano ignominiosamente il becco i corvi nella stanza accanto.
Ignominiosamente si azzuffano i suoi orfani,
si sbranano ignominiosamente tra di loro i suoi sciacalli.
Tutto accade ignominiosamente, tutto
meno la morte medesima – cerco di farmi intendere
dinanzi a non so che tribunale
di che sognata equità. E udienza è tolta.
Da M. Luzi, Tutte le poesie. Garzanti Editore. Gli elefanti. Pag. 475.
Ecco il testo dell’ultima poesia dell’opera.
Atelier di Venturino (pag. 495)
L’esserci, il primo
L’esserci, il primo
e più nudo dei misteri – gli chiedo
delirando il come,
gli chiedo il perché. Si sposta
verso il profilo
della sua incarnazione lui, scompare
sotto flutti d’oscurità.
Umilmente
se no,
all’altro capo dello stesso enigma
lui nel bulbo del sonno
si prepara, lui sente
già alta sulle dune
la stella puntata sulla sua natività. E stupisce,
stupisce di questo –
Pensieri
che ho avvertito, vibranti
nell’aria, svegli
tra la pietra intatta
e quella già formata. O atelier.
Da Mario Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editori. Pag. 497.
II
Dall’opera poetica PER IL BATTESIMO DEI NOSTRI FRAMMENTI, pubblicata nel 1985, io, Biagio Carrubba, ho scelto le seguenti poesie.
Testo della poesia.
Il pianto sentito piangere
Il pianto sentito piangere
nella camera contigua
di notte
nello strampalato albergo
poi dovunque
dovunque
nel buio danubiano
e nel finimondo di colori
di ogni possibile orizzonte
dilagando
oltre tutti i divisori
delle epoche
delle lingue
sentito bene sentito forte
nel suo forte rintocco di eptacordio
e rimesso nel fodero di nebbia
del sonno
e della non coscienza
riposto nel buio nascondiglio
del sapere non voluto sapere
fino a quando? –
Da Mario Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editori. Pag. 515.
Testo della seconda poesia.
Possono? –
Possono –
sì possono
darsi, ci sono
tempi di grande felicità –
stupisce
occupata a riesumarli…
oppure a immaginarli? non sa
questo, ignora la differenza
lei memoria – memoria di che?
d’altra memoria soltanto?
Da M. Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editore. Pag. 543.
Testo della terza poesia.
Madre, madre mia
Madre, madre mia
l’essere molto amati
non medica la solitudine,
la affina
anzi, la escrucia in un limìo
d’inanità e di rimorso –
Posso,
si, averlo udito
perdutamente
parlare così il discorso…
E intanto
taceva il suo contrario
in ogni lingua
ma io lo ricordavo,
per me era presente:
“Amare,
questo sì ti parifica al mondo,
ti guarisce con dolore,
ti convoglia nello stellato fiume
e sono
dove tu sei, si battono
creato ed increato,
allora, in un trepidare unici.
Allora, in quel punto”. Lo ricordavo.
Da M. Luzi Tutte le poesie. Garzanti Editore. Pag. 585.
Finale.
Io, Biagio Carrubba, reputo che queste due opere postmoderne sono molto importanti nella produzione di M. Luzi perché il poeta dopo la paura del brigatismo rosso e nero abbandona completamente la poesia neorealistica e si avvia decisamente alla poesia postmoderna.
Modica 14/ 12/ 2018 Prof. Biagio Carrubba
Commenti recenti