IL SECONDO COMPONIMENTO POETICO POSTCONTEMPORANEO, POSTCLIMATICO E POSTAPOCALITTICO.

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IL SECONDO COMPONIMENTO POETICO
POSTCONTEMPORANEO,
POSTCLIMATICO E
POSTAPOCALITTICO.

Seconda parte. (2/5)

I

La mestizia, la povertà, la disoccupazione,
la malattia, la resilienza, io, B. C., canto,
evoco, invoco e narro nel tempo che negli
USA governava e imperava D. Trump e
in Italia governava e guidava G. Conte.

Siamo entrati nell’ultima epoca della Terra,
nell’epoca del postcontemporaneo,
nel periodo dei cambiamenti climatici e
nel contemporaneo post apocalittico,
che condurrà la Terra alla sua definitiva fine.

È l’epoca delle ribellioni antirazziali negli
USA, dopo l’assassinio del nero americano Floyd;
è l’epoca dello sviluppo incontrollato
del coronavirus su tutto il pianeta Terra,
che miete vittime in ogni parte del mondo.

Subito dopo verranno i terremoti e i
maremoti che faranno sprofondare
le montagne e i mari al centro della Terra,
che si aprirà in migliaia di crepe
a forma di melagrana spaccata a metà.

Sprofonderanno al centro della Terra
anche gli animali più immondi,
più bestiali e più mostruosi come
le zanzare, i serpenti e i coccodrilli,
residui di un’epoca ferina e feroce.

Sappiamo cosa ci aspetta; lo abbiamo
visto, tante volte, in numerosi film,
catastrofici e apocalittici, sulla fine della Terra.
Non ci saranno né angeli né arcangeli
che suoneranno le trombe della rinascita.

Non ci saranno né angeli né cherubini
che apriranno le porte del cielo eterno
che apriranno le porte della vita eterna.
Ci sarà, soltanto, la spietata e muta morte
che eliminerà ogni uomo dalla Terra.

Già, oggi, la malattia, il dolore, il covid-19,
la pandemia fanno soffrire e morire
milioni di uomini, bambini e fanciulli,
che oppongono al loro triste e mesto
destino una resilienza, inutile e debole.

Prepariamoci, dunque, a vivere al peggio
i prossimi due funesti e conclusivi decenni.
La Terra si ridurrà ad una superfice
senza vita, senza aria, senza luce e
senza acqua con una crosta arida e brulla.

Allora prepariamoci a vivere al meglio
una vita, materiale e atea, basata sul
godimento lussurioso del sano sesso,
perché fra qualche anno il sesso malato
sarà contagiato e quindi sarà proibito e vietato.

Allora godiamoci questi ultimi anni
di vita che ci resta, basata e costruita
sulla solidarietà e sulla socialità umana e
sui nobili sentimenti dell’Amore e dall’Arte,
perché l’Umanità è a rischio estinzione.

Nota finale.

Anche questo secondo componimento poetico ha, per tema, centrale e fondamentale, la pandemia del micidiale e funesto coronavirus, che ha già contagiato più di 7.000.000 di persone in tutto il mondo. Il mio pensiero riguarda la diffusione e la letalità del covid-19 dei due prossimi anni che, secondo me, saranno funesti per tutta l’umanità. Questo componimento riguarda la proiezione e la prospettiva sul prossimo futuro della Terra, che, nei prossimi anni, saranno sempre più catastrofici e apocalittici per tutti. Secondo me, B. C., la poesia postmoderna, e, soprattutto, quella postcontemporanea ha il compito primario, per l’appunto, di mettere allerta e di avvisare tutti gli esseri umani. “Allerta stai, allerta sto”. La poesia deve, inoltre, avvertire i suoi lettori a vivere bene gli ultimi anni della loro vita, difendendosi dalla pandemia contemporanea e dall’apocalisse finale. La poesia, infine, secondo me, ha anche il compito di fare aumentare e rafforzare la consapevolezza sulla letalità del coronavirus che può colpire, contagiare e far morire chiunque, in modo fulmineo e istantaneo, in qualsiasi momento e in qualsiasi parte del mondo.

2

Il punto di partenza del mio componimento poetico si rifà, ovviamente, al famoso e bellissimo incipit del capolavoro assoluto dell’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Il mio incipit vuole essere il controcanto, in realismo e in negativo, del celebre incipit dell’Ariosto. Mentre l’Ariosto canta e narra, in positivo e in fantasia, le avventure e le disavventure dei cavalieri della corte reale di Carlo Magno, io B. C., voglio cantare o narrare le conseguenze, disastrose e funeste, della diffusione del coronavirus, partendo dalle attuali condizioni e prefigurando quelle già prossime venture che si abbatteranno nelle nostre società postcontemporanee. In definitiva, il mio componimento poetico vuole anticipare e prefigurare le conseguenze negative che il covid-19 avrà da oggi fino alla fine dei tempi. Inoltre, io, B. C., penso e reputo che la poesia postcontemporanea, post climatica e post apocalittica, abbia, anche, il compito di fare esprimere il poeta di fronte ai duri e calamitosi tempi di oggi. Infine, io, B. C., penso e reputo che il poeta postcontemporaneo abbia, inoltre, il compito di alleggerire e di lenire le ansie e i timori dei lettori postcontemporanei di oggi di fronte alle conseguenze negative e letali del coronavirus. Io, B. C., penso che il poeta postcontemporaneo debba sapere esprimere e manifestare tutte le sue riflessioni critiche, personali e sociali sulla realtà italiana e mondiale. Il poeta postcontemporaneo può fare tutto ciò esprimendo ed esplicitando tutto il suo mordace e pungente spirito critico, arricchendo la sua poesia postcontemporanea, post climatica e post apocalittica con il suo benevolo e simpatetico Esprit, se gliene è rimasto ancora un po’.

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Modica 12/06/2020                                                                                    Prof. Biagio Carrubba

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