
Saffo di Lesbo.
Domani, 8 marzo 2019, in occasione della festa della donna, io, Biagio Carrubba, pubblico alcuni frammenti poetici della prima grande poetessa della Grecia classica antica e prima grande poetessa della letteratura della società occidentale. Mi fa piacere pubblicare alcuni suoi frammenti poetici e alcune poesie della poetessa, perché non fu soltanto una poetessa di genere, ma è anche la capostipite della poesia amorosa, politematica, di genere etero e della poesia polisex.
Biografia di Saffo.
Saffo nacque intorno al 640 a.C. a Lesbo, un’isola davanti all’attuale Turchia allora abitata dal popolo dei Lidi. Saffo nacque nella città di Ereso o Mitilene e in gioventù si sposò ed ebbe una figlia di nome Cleide. Diventò la direttrice ed insegnante di una scuola chiamata Tiaso. Si dice che tra il 600 e il 590 a.C. visse per motivi politici, in esilio, in Sicilia e poi rientrò a Mitilene dove morì intorno al 580 a.C. Alcuni dicono che fosse bruttissima mentre Platone diceva che fosse molto bella e anzi la giudicò la decima musa. Una tradizione vuole che Saffo morì gettandosi dalla rupe Leucate per amore del giovane Feone che non ricambiava il suo amore, ma sicuramente questa leggenda è falsa perché Saffo morì sicuramente di vecchiaia, come attesta un suo frammento. Saffo fu la prima grande poetessa greca e la sua fama si espandeva in tutta la Grecia e nel mondo ionico già durante la sua vita.
II
Il Tiaso
Il Tiaso era una scuola superiore di perfezionamento per le giovani donne aristocratiche di Lesbo e della Lidia. La scuola era dedicata alla dea Afrodite e alle Muse, che erano le dee della poesia. Le fanciulle imparavano a danzare, a ricamare, a vestirsi bene ed eleganti, intrecciando le corone di alloro e di altre piante in onore della dea Afrodite e delle Muse. La finalità della scuola era quella di educare e preparare le ragazze alla vita adulta e al matrimonio. Infatti le fanciulle uscivano dalla scuola quando trovavano un marito aristocratico. L’educazione si basava sui valori della civiltà aristocratica: l’amore, la grazia, l’eleganza, il canto, la danza e la raffinatezza. Infatti un bellissimo verso di Saffo proclama: “Io amo la delicatezza”. L’amore omosessuale dentro la scuola era esercitato tra allieve ed allieve e tra allieve ed insegnanti ed era accettato in tutto il mondo della Grecia arcaica.
Saffo ed Alceo
III
Saffo scrisse nove libri di poesia che descrivono la vita, l’attività e gli amori che lei viveva insieme con le alunne e tutti i riti sacri per Afrodite e per le muse. La poesia più famosa di Saffo, che è stata tramandata, in forma scritta, completa ed integra, fino a noi è “Ode ad Afrodite” nella quale Saffo invoca la dea Afrodite ad aiutarla per riconquistare un amore perduto per un’allieva. Nell’ode la dea, parlando in prima persona, scende dal suo trono e dice a Saffo che l’aiuterà ad essere amata da questa allieva anche se lei non corrisponde il suo amore. In questo aiuto sovrannaturale Saffo si rifà al concetto che l’amore debba essere onorato da entrambe le parti. Però, secondo me, Biagio Carrubba, la poesia più bella ed interessante è certamente “La cosa più bella” ovvero “L’amore di Elena”.
Testo della poesia (traduzione di Giulio Guidorizzi)
Dicono che sopra la terra nera
la cosa più bella sia una fila di cavalieri,
o di ospiti, o di navi.
Io dico: quello che s’ama.
Chiunque può capirlo facilmente:
colei che superava di molto
tutti i mortali per bellezza, Elena,
abbandonò lo sposo
il più eccellente degli uomini –
e fuggì a Troia per mare.
Dimenticò la figlia, dimenticò
i cari genitori.
Fu Afrodite a sviarla.
….
Così ora mi torna alla mente
Anattoria lontana.
Oh. preferirei rivedere
il suo amabile passo,
il candore splendente del viso,
piuttosto che i carri dei Lidi
e battaglie di uomini in armi.
Io, Biagio Carrubba, credo che la poesia “L’amore di Elena” di Saffo sia in perfetta sintonia ed in perfetta coerenza con l’ideale di vita e l’insegnamento del Tiaso, la scuola di perfezionamento per le giovani donne della Ionia dove insegnava Saffo. L’inizio della poesia, che ha un andamento a Priamel, che era un modo usuale della poesia greca del VII secolo a.C., ha anche un riferimento omerico e cioè l’elogio di Ulisse a Nausicaa quando la ringrazia di ciò che lei fa per lui.
”Ti diano poi gli dèi tutto ciò che il tuo cuore desidera,
un marito e una casa, concedano la concordia
preziosa, perché non v’è bene migliore o più degno di questo,
quando un uomo e una donna concordi nei loro pensieri
governano la casa; gran dispiacere ai nemici,
gioia agli amici; e ne hanno essi stessi un’ottima fama”.
(Odissea VI – vv. 180 – 185)
Il tema della poesia è certamente l’amore nella sua dimensione umana e terrena, sociale ed erotica, etica e politica. Infatti nella prima strofa Saffo contrappone la guerra e l’amore e lei sceglie l’amore che per lei è preferibile alla guerra e mette in evidenza la dimensione sociale dei due aspetti. Nella seconda strofa Saffo esalta e contrappone da una parte la bellezza infinita e sconfinata di Elena e dall’altra parte la bellezza media delle donne. In questa strofa Saffo contrappone anche la determinazione e la volontà di Elena di abbandonare tutto e tutti pur di soddisfare e realizzare l’amore per la persona che più gli sembrava bella in quel momento. Nella terza strofa Saffo porta l’esempio di Elena come donna che per amore abbandonò la figlia, il marito e i genitori e attraversò il mare per andare fino a Troia. Nella quarta strofa Saffo porta come esempio d’amore sè stessa che amava la sua allieva Anattoria che ormai era andata via dalla scuola. Nella quinta, ed ultima strofa, Saffo mette in rilievo la dolcezza e la profondità dell’amore e il rimpianto che ne scaturisce quando viene a mancare la persona amata. Nel finale della strofa Saffo ribadisce, ancora una volta, la sua scelta dicendo che la cosa più bella tra l’amore e gli eserciti schierati a guerra è l’amore. Nella poesia, alla domanda, sotto intesa, “Cosa è la cosa più bella nella vita?”, Saffo risponde che per alcuni la cosa più bella sono gli eserciti schierati o una flotta di navi mentre per lei la cosa più bella è il desiderio d’amore. Elena, la donna più bella di tutte, per amore lasciò lo sposo e la figlia Ermione e seguì Paride, l’amante, fino a Troia per mare. Anche Saffo ha amato Anattoria ed ora le piacerebbe rivederla: rivedere la sua andatura seducente e la luce dei suoi occhi più che i carri dei lidi e i soldati schierati a battaglia. Nella poesia l’amore è espresso come una forza dirompente che rompe tutto, famiglia e marito, fa perdere la testa e fa attraversare mari pur di realizzarsi. La tesi della poesia è la dimostrazione della contrapposizione tra l’amore e la guerra. Mentre Alceo esaltava la forza delle armi e l’etica guerriera e aveva come modello Ettore ed Achille, che era il modello per eccellenza della forza delle armi, Saffo esaltava Elena che, era il modello per eccellenza della bellezza e dell’amore, che con la sua determinazione, sceglie Paride abbandonando Menelao. La poesia è una ode all’amore che è la cosa più bella che ci sia sulla terra e l’amore è confermato dalla scelta di Saffo di scegliere Elena come esempio eclatante dell’amore.
Infatti i motivi principali di bellezza de “L’amore di Elena” di Saffo sono i seguenti.
1. l’argomento di Elena ripreso dal mito troiano e riproposto come attuale e convincente;
2. presentare Elena come eroina e trasgreditrice della morale omerica e tradizionale;
3. perché Saffo è la prima ed unica poetessa che difende Elena e la porta come esempio di donna coraggiosa e libera per conquistare un nuovo amore e per coltivare l’amore come sentimento più bello e più vero per lei in quel momento.
IV
Dal florilegio di Saffo i miei frammenti poetici preferiti sono: Eros e Saffo, La potenza di Eros, Dolce madre, Bramosia per una ragazza, La mela rossa.
Testo del frammento Eros e Saffo.
Eros ha squassato il mio cuore,
come vento che giù per il monte
si abbatte sulle querce.
In questo frammento poetico Saffo esprime la potenza e la forza di Eros attraverso una similitudine omerica. Infatti Eros è potente come un vento che scende già dal monte e solleva una quercia come se fosse un fuscello.
Testo del frammento La potenza di Eros.
Di nuovo Eros, mi scioglie le membra, mi agita.
Invincibile fiera dolceamara.
In questo frammento Saffo dà una definizione fortissima dell’amore di Eros perché lo definisce come un istinto ed un impeto forte che è fonte di gioia e dolore per gli uomini.
Testo del frammento Dolce madre
Dolce madre, non posso più far correre la spola:
la tenera Afrodite mi imprigiona
per il cuore dell’amore di un giovane.
In questo frammento Saffo esprime l’amore di una giovane donna la quale non riesce più a lavorare la tela, perché è talmente presa dall’amore verso il giovane che si sente svigorita e senza forze tanto da non riuscire più a lavorare.
Testo del frammento Bramosia per una ragazza.
Sei venuta, ti bramavo
hai dato ristoro alla mia anima
bruciando di desiderio.
In questo frammento Saffo descrive la passione dell’amore quando uno dei due giovani amanti manca. Infatti l’amante desidera il suo amato che non c’è e questa mancanza aumenta il desiderio.
Testo del frammento La mela rossa.
Come una dolce mela, rosseggia alta sul ramo
alta sul ramo più alto:
I raccoglitori non l’hanno vista:
Oh sì, l’hanno vista, ma non hanno potuto raggiungerla…
In questo frammento Saffo spiega con la metafora della mela come una fanciulla del Tiaso si sia sposata solo dopo le altre allieve perché era più difficile da raccogliere o perché era più esigente verso il futuro marito da scegliere o perché non era bella come le altre e quindi non era stata scelta tra le prime. Invece secondo Saffo i raccoglitori l’avevano notata ma non erano riusciti a coglierla, se non dopo le altre. Da tutto il florilegio di Saffo io, Biagio Carrubba, traggo la conclusione che tutte le poesie di Saffo profondano ancora bellezza grazie alla loro forma. Infatti, mentre il contenuto ha rilevanza storica, cioè il poeta esprime i contenuti limitatamente alla sua epoca storica, la forma invece attraversa interamente i secoli ed è il veicolo che trasporta e conserva la bellezza della poesia. La bellezza della poesia di Saffo, dunque, nasce dalla scelta delle parole, dalla costruzione sintattica e dalle figure retoriche mentre il contenuto della poesia deriva dall’attività all’interno del Tiaso. La poesia di Saffo è una poesia che esprime, in modo preponderante, la cultura greca del VII secolo ma la sua bellezza resta intatta fino ad oggi. La prova della bellezza di queste poesie è data dal fatto che ancora oggi suscitano in me sensazioni di piacere e di stupore linguistico che derivano soprattutto dalla forma della poesia. Quindi quando forma e contenuto raggiungono la massima armonizzazione tra di loro, la poesia rimane bella in tutti i secoli, nonostante il contenuto sia fermo ai personaggi della civiltà e della storia della Grecia e dell’isola di Lesbo del VII secolo. Nonostante i fatti e i personaggi descritti risalgono al VII secolo a.C., la bellezza estetica e formale dei frammenti di Saffo arriva fino a noi perché la bellezza della poesia non scema mai e si mantiene intatta attraverso i secoli, esprimendo in modo, ancora attuale ed appassionante, i sentimenti di Saffo e le vicende dei protagonisti come Elena di Troia. I versi delle poesie di Saffo ammaliano i sensi ed incantano lo spirito, ancora oggi e ciò che fa distinguere la poesia di Saffo da tutte le altre è certamente la grazia femminile e la delicatezza della poetessa che promana ad ogni verso dei suoi frammenti.
Modica 07 marzo 2019 Prof. Biagio Carrubba.
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