PRESENTAZIONE E INTRODUZIONE ALLA POESIA PER TANIA SCHUCHT.

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PRESENTAZIONE E INTRODUZIONE ALLA POESIA
PER TANIA SCHUCHT

Introduzione.

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Domani 8 novembre 2018, ricorre il 92° anniversario (8 novembre 1926) dell’arresto di Antonio Gramsci, da parte della polizia fascista a Roma, nonostante il deputato comunista avesse l’immunità parlamentare. Antonio Gramsci fu condotto e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli dove rimase per parecchi giorni e dopo fu trasferito in diversi carceri fino al processo del 28 maggio 1928, quando il pubblico ministero Michele Isgrò condannò A. Gramsci a 20 anni 4 mesi e 5 giorni di reclusione. Con questa condanna iniziò così l’iter carcerario che portò il grande politico sardo alla sua breve esistenza e alla sua inesorabile morte avvenuta il 27 aprile 1937, a soli 46 anni di età. Tatiana Schucht, dapprima gli fece compagnia per tutti gli anni della detenzione, facendogli molte visite nel carcere di Turi, poi negli ultimi giorni lo assistette continuamente a Roma fino alla morte di A. Gramsci avvenuta per emorragia cerebrale nelle prime ore del 27 aprile 1937. I funerali si svolsero nel pomeriggio dello stesso giorno e le ceneri furono inumate a Verano nei loculi del Comune. Io, Biagio Carrubba, ho l’immenso piacere di ripresentare questo mio componimento poetico (2008) per testimoniare il mio profondo dolore per la morte disumana e ingiusta del grande politico Antonio Gramsci. Inoltre, voglio rendere testimonianza, con questo mio componimento, a tutte le persone che aiutarono e lenirono il dolore e le pene di Gramsci e soprattutto a sua cognata Tatiana Schucht, la quale fu veramente unica e caparbia a lenire le sofferenze di Gramsci in carcere e a salvare le pagine dell’immortale opera di Gramsci che resterà evergreen (sempre verde) e ancora vitale per tutti i nostalgici del comunismo e per tutti gli utopisti di tale ideologia e soprattutto per il grande spirito di umanità e di solidarietà, che ancora oggi emerge ed emana nella sua immortale opera QUADERNI DEL CARCERE, a distanza di 81 anni dalla morte del grande uomo politico e filosofo Antonio Gramsci.

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Testo del componimento poetico
Poesia per Tatiana Schucht.

Volete che chi è stato fino a ieri uno schiavo diventi un uomo? Incominciate a trattarlo, sempre, come un uomo, e il più grande passo in avanti sarà già fatto.
(In Studi “difficili”- da “L’ordine nuovo” del 27 – XII – 1919; Antonio Gramsci). DA SCRITTI POLITICI N. 80, a cura di PAOLO SPRIANO, pag. 84, EDITORI RIUNITI, EDIZ. 1978.

Se io, oggi posso leggere con piacere
i famosi “Quaderni del carcere”
del pensatore marxista Antonio Gramsci
lo devo in gran parte al coraggio, alla sensibilità,
e all’intelligenza di Tania Schucht (1899 – 1943),
di questa donna straordinaria
e al coraggio del suo fraterno amico Piero Sraffa;
entrambi hanno aiutato moltissimo Antonio Gramsci
durante tutto il periodo della sua detenzione nel
carcere di Turi.
Un’altra menzione di merito, va sicuramente al dottore
Gustavo Trombetti, il quale aiutò molto Gramsci
a trasferire i quaderni in un baule.
Gustavo Trombetti racconta che, mentre Gramsci
intratteneva la guardia e gli faceva da schermo,
lui infilò i quaderni in un baule che fu poi spedito
a Tania che abitava a Roma.
Infamia invece va rivolta al Pubblico Ministero
del Tribunale speciale di Roma, che disse:
“Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello
di funzionare”. Ma nonostante la lunga detenzione,
Antonio Gramsci, che aveva il numero di matricola
7047, riuscì a scrivere, in carcere, un totale di 2848
pagine che costituiscono ancora oggi il migliore
trattato teorico di teoria marxista.
Queste altre persone, ma non solo loro, hanno aiutato
ed amato Antonio Gramsci e lo hanno assistito
fino al momento della sua morte.
Grazie a questi intimi amici di Gramsci,
oggi molti milioni di persone amano
Gramsci perché leggono ed apprezzano il suo pensiero
filosofico e la sua vita eroica, ma sfortunata.
Gramsci ha subito il martirio e la ingiustizia dei fascisti;
ma i poeti non dimenticano e io non dimentico!
Anche io ho amato, e amo, Gramsci e in questa
prosa-poetica voglio ricordare tutti coloro che lo hanno
assistito ed aiutato perché comprendo che senza questi
fraterni amici, oggi noi non potremmo leggere i suoi
meravigliosi “Quaderni del carcere”
che costituiscono un bene per tutta l’umanità.
I “Quaderni del carcere” è certamente un’opera difficile
da leggere perché la scrittura è frammentaria e
discontinua e io stesso non riesco a seguirli in tutto
il loro sviluppo e a capire tutte le riflessioni di Gramsci
data la frammentarietà e la disomogeneità
della sua scrittura. Molte pagine sono dispersive
e disarticolate ma, nel complesso, l’opera contiene
molte belle pagine di letteratura, filosofia e politica.
In esse si respira l’aria del martire e del detenuto e
la disperazione che Gramsci descrive molte volte
nelle lettere da lui inviate a tutti i suoi amici e parenti.
Gramsci costituisce sicuramente un grande intellettuale
comunista che ha dato la vita per la rivoluzione.
Se oggi sei milioni di uomini in tutto il mondo possono
leggere i “Quaderni del carcere” di Gramsci lo dobbiamo
alla pervicacia, alla fedeltà e al coraggio di Tania Schucht
che assistette Antonio fino al momento della morte, e che provvide
assiduamente a tutte le necessità (organizzative, giuridiche,
sanitarie) e lo sostenne senza un attimo di cedimento con una
corrispondenza affettuosa. Tania rimase l’unica persona
vicina a Gramsci nel momento della sua agonia romana,
e fu lei, dopo la sua morte a salvare i “Quaderni del carcere”
e a provvedere alla sepoltura delle ceneri di
Gramsci. È certo che senza di lei (e, per altri aspetti,
senza Sraffa) non esisterebbero i “Quaderni del carcere”.

II

Qui stasera, in mezzo ai “Quaderni” di Gramsci e alle poesie
di P.P.Pasolini, mentre ascolto la dolce musica del tema Lara,
impersonata dall’attrice Julia Cristie
– i cui occhi azzurro mare mi sono rimasti indelebili da quando
per la prima volta la vidi nel grande schermo
del cinema di Scicli nel film Il Dottor Zivago del 1964 -,
sento l’odore e il profumo delle belle e significative
riflessioni che ancora fuoriescono dai “Quaderni del carcere”.
Io amo le grandi persone, i grandi uomini, le grandi donne,
i grandi pensatori e tutte le persone che aiutano
le persone normali e comuni, come me.
Io amo i grandi pensatori e filosofi come Gramsci,
che con il loro pensiero, ci aiutano ad uscire dallo stato
di subalternità e di inferiorità in cui ci troviamo e ci aiutano
ad uscire dall’ignoranza e dal buio per farci entrare nel
mondo della luce e della libertà.
Per questo motivo io amo le persone come Tania Schucht e
la sorella Julia (Giulia), moglie di Antonio Gramsci,
che gli diede due figli, Delio e Giuliano, e che lo
sostenne con la sua lunga corrispondenza da Mosca.
Per questo non dimentico mai, in questi momenti, l’opera
indefessa di Tania Schucht, la quale operando in mezzo
a tante difficoltà e sacrifici ha saputo lenire i dolori e
le sofferenze di Antonio Gramsci durante tutto il periodo
carcerario; senza di lei questo periodo sarebbe
stato veramente terribile e massacrante per Gramsci
e lo avrebbe portato a una morte prematura e precoce;
invece, grazie all’aiuto di Tania, Gramsci ha resistito
dal 1926 al 1937 e ha avuto il tempo di scrivere
i famosi e bellissimi “Quaderni del carcere”.
Ecco un lacerto nel quale Gramsci descrive la sua
agonia: “Ci sono due modi di uccidere: uno che si
designa francamente con il verbo uccidere; l’altro
che resta di solito sottinteso dietro questo eufemismo
delicato: “rendere la vita impossibile”. E’ un tipo di
assassinio lento e oscuro compiuto da una moltitudine
di complici invisibili” (dal terzo quaderno).
Io ammiro tanto Tania, perché se oggi l’umanità può
godere della bellezza dei “Quaderni del carcere” lo
deve a lei e per questo motivo lei rimarrà sempre nel
mio cuore e tra le persone che hanno fatto bene all’umanità.

III

Io tra la ragione e la forza ho scelto da sempre, per istinto
e per simpatia, la ragione e così tra Gramsci e Mussolini,
ho scelto inconsciamente e politicamente Gramsci e i
“Quaderni del carcere”.
Ho scelto tutti coloro che hanno lottato e lottano
per la libertà e contro la spietatezza del fascismo.
Non c’è dubbio che Gramsci sia stato il politico
e il martire comunista che più di ogni altro
ha dato la sua vita per tutti noi che aspiriamo alla
grande libertà e con il suo sacrificio si è immolato
per sostenere la causa del proletariato e degli umili.
Non c’è dubbio che Gramsci sia stato uno dei grandi
uomini che ha illuminato l’umanità.
Io amo Antonio Gramsci perché con la sua opera
ha aperto le porte alla verità e alla libertà,
ha sacrificato la sua vita contro la spietatezza e
la violenza fascista e ha lottato contro la dittatura fascista
di ieri come io lotto, in quest’Italia di oggi,
sempre più nera, sempre meno verde e sempre più destrorsa.

 

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Modica, 10 novembre 2018.                                                                            Prof. Biagio Carrubba

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