Altre poesie di Bertolt Brecht scritte tra il 1936 – 1941.

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Altre poesie di Bertolt Brecht scritte tra il 1936 – 1941.

Le poesie, scritte da Bertolt Brecht, tra il 1936 e il 1941, hanno molto importanza perché sono quelle coeve all’inizio della seconda guerra mondiale del 1939 –1940. La maggioranza delle poesie sono costituite da epigrammi piacevoli che commentano, per l’appunto, gli avvenimenti personali e politici di questo periodo. La prima breve poesia, che voglio riportare, si trova nel libro Biblioteca della Pleiade. Testo della bella e breve poesia (volume II a pagina 781).

SU UNA PIETRA MILIARE
D’AUTOSTRADA.

Noi, che questa strada abbiamo costruito
viaggeremo su di essa soltanto
in autoblinde e autocarri.

Un’altra breve poesiola. Testo della poesia (volume II, pagina 783).

Alle adunate del regime
seguono come ombre
i “si dice”.
I reggitori tuonano,
il popolo mormora.

Ecco un’altra bella poesia. testo della poesia (volume II, pagina 793).

I giovani siedono curvi sui libri.
A che gli serve studiare?
Non c’è libro che insegni
come avere dell’acqua
quando si pende da un reticolato.

Oppure quest’altro epigramma.

Le ragazzette sotto gli alberi dei villaggi
Si scelgono gli innamorati.
Anche la morte sceglie.

Forse
Neppure gli alberi resteranno in vita.

Anche quest’altra poesia è bella.

Ecco un’altra poesia che riguarda il Fuhrer. Testo della poesia (volume II, pagina 785).

L’imbianchino dice:
quanti più cannoni saranno fusi
tanto più a lungo durerà la pace.

A questa tregua si dovrebbe dire:
quanto più chicchi saranno seminati
tanto meno sarà il raccolto.
Quanto più vitelli saranno macellati
tanto meno ci sarà carne sul mercato.
Quanto più neve si scioglierà sui monti
tanto più aridi saranno i fiumi.

Altre poesie interessanti di questo periodo sono le seguenti.
Il popolo è infallibile. (Volume II, pagine 911-913).
Tempi grami per la lirica. (Volume II, pagina 905).
Sulla Germania. (Volume II, pagina 935).

SULLA GERMANIA

Voi ameni boschi bavaresi, voi città del Meno,
Rhon coperto di abeti, tu ombrosa Foresta Nera,
voi dovete rimanere.
Rossiccio pendio di Turingia, rado cespuglio della Marca e
voi nere città della Ruhr, attraversate da chiatte di ferro,
perché non dovete rimanere?
Anche tu, Berlino dalle molte città,
operosa sotto e sopra l’asfalto, puoi rimanere, e voi
porti anseatici e voi
brulicanti città di Sassonia, rimanete, e voi città della Slesia
coperte di nubi di fumo, rivolte a oriente, restate.
Solo la feccia dei generali e dei Gauleiter
Solo i padroni del vapore e gli agenti di borsa
Solo gli Junker e i governatori devono sparire.
Cielo e terra e vento e l’opera dell’uomo
può rimanere, ma
la feccia degli sfruttatori, questa
non può rimanere.

Io, B. C., a queste poesie, di questo periodo aggiungo un’altra poesia bellissima, che ha per titolo MOLTI PENSANO. Testo della poesia.

Molti pensano che noi ci diamo da fare
nelle faccende più peregrine,
ci affatichiamo in strane imprese
per saggiare le nostre forze o per darne la prova.
Ma in realtà è più nel vero chi ci pensa
intenti semplicemente all’inevitabile:
scegliere la strada più diritta possibile, vincere
gli ostacoli del giorno, evitare i pensieri
che hanno avuto esiti cattivi, e scoprire
quelli propizi, in breve:
aprire la strada alla goccia che si apre
la strada in mezzo alla pietraia.

 

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Modica 28/01/2020                                                                           Prof. Biagio Carrubba

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