Poesia per il Papa e per il gran caldo.
Il Papa d’oggi dovrebbe essere un uomo felice,
invece non lo è; lo si legge nei suoi occhi
e nel suo viso. Non gli manca niente.
Il vitto e l’alloggio gli sono assicurati
dallo Stato Vaticano.
Parla di aiuto alla povertà, di misericordia
e d’Amore; ma poi è impotente
e inerte nel realizzarli. Ogni mercoledì,
profferisce parole di speranza;
ogni domenica predica e proferisce,
dalla finestra di piazza San Pietro,
la morale del Vangelo, per affrontare
e risolvere i grandi e gravi problemi dell’Italia.
Questi discorsi restano, però, omelie inutili,
innocue e vane perché non risolvono
i gravi e grandi problemi del mondo.
Il suo sguardo lancia, profonde e prodiga
una tristezza profonda ed immediata
perché egli se ne sta relegato e isolato
nel suo appartamento e sa che è guardato,
osservato e giudicato da tutto il mondo.
È ossequiato da tutti ma non è ascoltato da nessuno.
I suoi discorsi sono privi di verità perché
le sue parole non hanno il referente visibile
e non è possibile verificarlo direttamente,
cosicché sono sicuro che Dio non esiste.
È una pura invenzione e illusione della mente
umana che crea idee metafisiche e astratte.
Il Papa parla del Signore, come persona viva
che può salvare tutta l’umanità,
ma Lui, invece, non salva nessuno.
Insomma, io, B. C., penso che il Papa stesso
potrebbe formulare alcune domande:
“Perché tu, Gesù, non ritorni qui da noi;
cosa aspetti a scendere da lassù?
Come lo hai fatto già la prima volta
lo potresti fare anche una seconda volta”.
A queste domande, logiche e naturali,
io, B. C., ritengo che non ci siano risposte.
Da ciò nasce il cruccio e il tormento del Papa.
Un’altra domanda, che io, B. C. suppongo
formulabile dal Papa potrebbe essere questa:
“Perché non fai smettere quest’altra ondata
fortissima e incandescente del gran caldo
che imperversa in tutta Italia?”.
Anche, questa volta, per questa domanda
non c’è alcuna risposta perché io penso che Lui
se ne stia lassù inoperoso, a guardarci e a stupirsi.
Io, B. C., allora penso che soltanto l’Amore,
la poesia e la scienza possano lenire e placare
le sofferenze inutili e inaudite, che saremo
costretti a soffrire in questi ultimi decenni,
prima dell’imminente distruzione della Terra,
dovuta ai gravi devastanti, distruttrici
e funesti cambiamenti climatici di oggi.
Modica 24/08/2019 Prof. Biagio Carrubba
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