
Poesia per la morte di Andrea Camilleri.
I
Se n’è andato, come un comune mortale,
il grande e immortale scrittore siciliano
Andrea Camilleri, morto il 17 luglio 2019,
il padre di Salvo Montalbano, il sagace e
bravo commissario di Vigata.
“Montalbano sono! Non rompetemi i cabasisi!”
Ma i romani hanno fatto al grande giallista
il dono e il regalo, più prezioso e più ricercato,
che gli italiani tutti potevamo donargli:
seppellirlo nel cimitero più ambito
e raffinato di tutta l’Italia, nobile ed eccelsa.
Il cimitero Acattolico di Roma.
Il grande romanziere parlava con i vivi,
ma anche con i morti, come è successo
nel teatro greco di Siracusa, dove Camilleri,
Lui, vate e attore cieco, evocò e parlò
con l’anima dell’indovino cieco Tiresia.
La sua tomba, ornata di corone di fiori
contornata da alberi secolari, e
immersa all’ombra dei cipressi,
giace, ora, tra gli altri sepolcri sacri
di geni, di menti e di uomini illustri,
ammirati e visitati dalla gente
e dai visitatori di tutto il mondo.
II
Io, B C, spero che, un giorno non lontano,
possa fare un viaggio e andare a trovarli,
tutti lì raccolti, contemplarli, visitarli e
ammirarli come fanno tutti i visitatori
del mondo, commossi e, che con religioso
silenzio, passano e leggono il suo nome
sul sepolcro inghirlandato e rifiorito.
Anch’io, B. C., attonito e commosso,
senza uscire dalla città eterna,
nel centro di Roma, al centro del mondo,
con un solo sguardo, abbraccerò l’urna
del preclaro scrittore siculo-romano.
Modica 14/09/2019 Prof. Biagio Carrubba
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