
Nel primo anniversario della morte di Andrea Camilleri ripropongo la Poesia, integrata e completa, che l’anno scorso pubblicai in occasione della morte del grande scrittore e giallista siciliano, Andrea Camilleri.
I
Caro Maestro le scrivo per farle sapere
che a distanza di un anno dalla sua dipartita,
qui, sulla Terra, tutto è peggiorato a causa
della pandemia da coronavirus che è in corso
sul pianeta Terra e che ha, già, contagiato più
di 11 milioni di persone e più di 500 mila
vittime in tutto il mondo e che, ogni giorno,
continua a contagiare ancora altre persone,
in un crescendo che sembra non finire mai più.
Con questo passo e con questa velocità,
il virus Covid-19 contagerà, nei prossimi
due decenni, tutta l’umanità che, per questo
motivo, scomparirà dalla faccia della Terra,
la quale, ben presto, diventerà un immenso
cimitero, sinistro, silenzioso e spettrale.
II
Se n’è andato, come un comune mortale,
il grande e immortale scrittore siciliano
Andrea Camilleri, morto il 17 luglio 2019,
il padre di Salvo Montalbano, il sagace e
bravo ed imperterrito commissario di Vigata.
“Montalbano sono! Non rompetemi i cabasisi!”
Ma i romani hanno fatto al grande giallista
il dono e il regalo, più prezioso e più ricercato,
che gli italiani tutti potevamo donargli:
seppellirlo nel cimitero più ambito
e raffinato di tutta l’Italia, nobile ed eccelsa.
Il cimitero Acattolico di Roma.
Il grande romanziere parlava con i vivi,
ma anche con i morti, come è successo
nel teatro greco di Siracusa, dove Camilleri,
Lui, vate e attore cieco, evocò e parlò
con l’anima dell’indovino cieco Tiresia.
La sua tomba, ornata di corone di fiori
contornata da alberi secolari ed ombrosi, e
immersa all’ombra dei cipressi,
giace, ora, tra gli altri sepolcri sacri
di geni, di menti e di uomini illustri,
ammirati, visitati ed invidiati dalla gente
e dai visitatori di tutto il mondo.
III
Io, B C, spero che, un giorno non lontano,
possa fare un viaggio e andare a trovarli,
tutti lì raccolti, contemplarli, visitarli e
ammirarli come fanno tutti i visitatori
del mondo, i quali, con un commosso e religioso
silenzio, passano e leggono il suo nome
sul sepolcro inghirlandato e rifiorito.
Anch’io, B. C., attonito e commosso,
senza uscire dalla città eterna,
nel centro di Roma, al centro del mondo,
con un solo sguardo, abbraccerò l’urna
del preclaro scrittore siculo-romano.
Mi viene da piangere, pensando alla
sublime e lunga vita di Andrea Camilleri.
Egli è sepolto nel cimitero acattolico
di Roma, sotto un manto verde di fiori,
che ha la forma di un tappeto volante.
Io, B. C., immagino e presumo che
il sommo scrittore e giallista sia pronto
a uscir fuori dalla tomba per volare,
su di esso, e sorvolare l’intero pianeta
per la gioia di tutti noi e per la sua felicità.

Modica 18/04/2021 Prof. Biagio Carrubba
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