La poesia postcontemporanea
e post-climatica N. 3 (2019).
Io, B. C., reputo e giudico che sia venuto il momento, giusto e propizio, di esporre, da parte mia, in prima persona, la mia poetica postcontemporanea e post-climatica, nella speranza che sia adeguata ai tempi, sociali ed economici, di oggi, che sia corrispondente alla cultura, politica, filosofica e scientifica e postcontemporanea del nostro tempo (zeitgeist) e che rappresenti, illustri e interpreti le società postcontemporanee e post-climatiche, dei nostri tempi, in cui viviamo. Io, B. C., avevo già definito le nostre società occidentali e postcapitalistiche come società postcontemporanee perché constatavo e constato che il futuro scientifico e tecnologico, che incombe e impera sul nostro presente, lo trascina verso un futuro che già vive in noi modificando, continuamente, il nostro presente, la nostra cultura, il nostro lavoro e la nostra vita quotidiana, tramite i computer, i tablet, hi phon, Facebook, Instagram con i suoi influenzar, i cellulari, la Tv, i blog, i siti internet e i social network, diventati ormai strumenti di comunicazione e di informazione di uso comune in tutto il mondo. Ora io, B. C., voglio spiegare perché definisco queste società postcontemporanee, anche, come post-climatiche, perché io, insieme al resto del mondo, constato che il clima, regolare e mite di una volta, non esiste più; adesso a quel clima, mite e regolare, è subentrato il clima post-climatico, impazzito e devastante, che imperversa e incombe sul nostro presente, e che trascina la Terra verso un futuro che già si preannuncia distruttivo, devastante e funesto in tutto il mondo. Insomma, io, B. C., definisco il nuovo clima devastante e distruttivo come clima post-climatico perché il clima di oggi, pericoloso e distruttivo, viene dopo quello, tranquillo e costruttivo, che c’era alcuni decenni fa. In definitiva, io, B. C., definisco la mia nuova e aggiornata poetica con la definizione di Poesia postcontemporanea e post-climatica. Infine, io, B. C., reputo che il primo compito della poesia postcontemporanea e post-climatica sia quello di illustrare e di esibire le società postcontemporanee, sia quello di rappresentare e di raffigurare il clima post-climatico; inoltre penso e auspico che i poeti postcontemporanei e post-climatici debbano indicare, anche, i valori politici, climatici, etici e sociali democratici adatti alla nostra epoca storica. Così è sempre stato. Ogni epoca storica ha avuto la sua poesia storica contemporanea e postcontemporanea.
II
Io, B. C., penso e reputo, inoltre, che sia venuto il momento di approntare una nuova poetica adeguata alla società globalizzata, al ritmo crescente della scienza e alle forze politiche mondiali che oggi interagiscono tra di loro e che guidano il mondo. Allora io propongo, a tutti i poeti, una nuova poetica basata soprattutto su argomenti politici interni ed internazionali, sui valori filosofici e sui problemi climatici, che imperano e imperversano, in tutto il mondo. Io, B. C., penso e reputo che i grandi poeti di oggi debbano assumersi la responsabilità di schierarsi pubblicamente e dichiarare i propri valori e idee politiche e debbano indicare quali sono, secondo loro, le vie da percorrere nelle varie controversie politiche nazionali ed internazionali. È venuto, ora, il momento di accantonare la poesia tradizionale che verte sui grandi temi come l’amore o la morte, la natura e gli altri temi generali o poesie occasionali o su fatti personali e sentimentali dei poeti, o quanto meno ridurre i temi personali e sentimentali. Secondo me, oggi, la nuova poesia postcontemporanea e post-climatica deve, soprattutto ed essenzialmente, vertere e convergere sui temi climatici, sui temi della politica italiana ed internazionale, perché l’attuale situazione politica italiana e mondiale richiede che i poeti si esprimano su argomenti politici e climatici e indichino i valori etici, economici, scientifici e tecnologici adatti alla nostra epoca storica e adeguati alle nostre società postcontemporanee e post-climatiche, globalizzate on line e interconnesse tramite la rete web blog.
La poesia postcontemporanea e post-climatica deve fare la sintesi tra idee politiche del poeta e i problemi sociali e politici del mondo e con le conseguenze del clima, impazzito e devastante, che imperversano in tutte le parti della Terra. Il poeta deve sentire questi problemi come suoi e deve impegnarsi a cercarli e a discuterli con gli altri interlocutori, con altri poeti e con i lettori di poesie per trovare soluzioni urgenti adeguate alle nostre società postcontemporanee e post-climatiche. Premesso tutto questo e accettando queste mie considerazioni teoriche e pratiche, io, B. C., penso che la poesia postcontemporanea e post-climatica, debba fare un enorme salto di qualità, rispetto alla poesia moderna e postmoderna, ormai in disuso e datata. Secondo me, i nuovi poeti postcontemporanei e post-climatici devono, soprattutto, parlare, trattare e sviluppare, in prima persona, i temi postcontemporanei, post politici e post-climatici delle società postcontemporanee, post politiche e post-climatiche. Io, B. C., propongo, quindi, infine, alcuni grandi temi sociali, politici e climatici, di cui la poesia postcontemporanea e post-climatica si deve occupare e poetare in questi tempi. I grandi temi, che io propongo per la nuova poesia postcontemporanea e post-climatica, sono i seguenti.
III
I grandi temi della poesia postcontemporanea e post- climatica.
Il primo tema della poesia postcontemporanea e post-climatica riguarda la situazione climatica, devastante e distruttiva, che imperversa e incombe in tutto il mondo. La poesia di oggi deve indicare, ovviamente, come affrontare le conseguenze distruttive e devastanti del clima che si abbattono in ogni parte del mondo e su tutta l’umanità. Essa deve comporre poesie che sappiano descrivere e rappresentare i vari fenomeni climatici: uragani, scioglimento dei ghiacciai, ecc. che si abbattono sulle popolazioni di tutto il mondo.
Il secondo tema vuole stimolare i poeti ad affermare i loro valori politici, senza nascondersi dietro le ideologie politiche e filosofiche di destra o di sinistra. Ogni poeta deve esprimere e manifestare il suo contributo politico e sociale, secondo la sua visione politica e filosofica, contribuendo, così, con la sua poesia, postcontemporanea e post-climatica, da lui composta ed espressa, per manifestare, così il suo pensiero poetico e dare all’Italia una maggioranza politica e sociale stabile coerente e coesa fra tutti i cittadini.
Il terzo tema vuole sostenere e affermare i valori della solidarietà, della fratellanza, dell’uguaglianza, della democrazia e della pace e deve indicare, esibire e difendere i grandi temi della democrazia internazionale, della pace mondiale e lottare contro coloro che favoriscono le guerre nazionali e il terrorismo internazionale.
Il quarto tema esorta i poeti e i lettori di poesie a non avere paura di vivere in una società postcontemporanea e post-climatica globalizzata. I poeti di oggi, secondo me, non devono esprimere e rappresentare la paura, il rammarico e il lamento di sentirsi soli e abbandonati. Anzi, devono comporre poesie non di lamento, né di rincrescimento o di rammarico, ma devono scrivere e redigere poesie in cui si afferma e si accetta la complessità della vita postcontemporanea e post-climatica. Devono esortare i lettori a convivere con queste società complesse e super tecnologiche, senza abbattersi, così come fanno le persone comuni che vivono senza deprimersi e senza lamentarsi giorno per giorno. Quindi anche i poeti postcontemporanei e post-climatici devono saper partire dalla quotidianità e su di essa innalzare tutte le forze per avere un buon rapporto con le altre società postcontemporanee e post-climatiche; i poeti postcontemporanei e post-climatici devono saper cercare di raggiungere, ottenere, procurare e procacciare la felicità che ognuno di noi cerca, ogni minuto del giorno, o quantomeno rafforzare e accrescere il fabbisogno di benessere, mentale e culturale, che ognuno di noi ha bisogno ogni giorno. Infine, le poesie postcontemporanee e post-climatiche devono contribuire a diminuire gli affanni di tutti i giorni. Inoltre i poeti di oggi devono invitare la gente a vivere il meglio possibile, perché come diceva il grande poeta Orazio “I poeti vogliono o essere utili o divertire”. Ebbene io, B. C., auspico che i grandi poeti di oggi devono, per prima cosa, essere utili e, nello stesso tempo, devono saper divertire e devono creare, ovviamente, belle e buone poesie postcontemporanee e post-climatiche. Infine i poeti di oggi devono ridurre le composizioni di poesie sentimentali, moderne e postmoderne, perché ormai sono datate e non corrispondenti alle attuali condizioni sociali postcontemporanee e post-climatiche.
Il quinto tema incita i poeti ad avere fiducia nella scienza. Mentre, fino a oggi, i poeti moderni e postmoderni affermavano che la poesia non doveva avere fiducia nella scienza e nella tecnologia, perché la scienza non riusciva a captare, ad illustrare e ad esprimere i sentimenti interiori; invece i poeti postcontemporanei di oggi devono partire dai risultati della stessa scienza, facendo uso, secondo me, delle sue scoperte, e incoraggiare e portare avanti le soluzioni che essa prospetta e propone per risolvere tutti i grandi mali che opprimono l’umanità a cominciare dai problemi del clima, distruttivo e devastante post-climatico di oggi. In questo modo la poesia postcontemporanea si deve prendere il compito di far capire il mondo in cui viviamo e di orientarci in questo mondo multimediale tutto basato su percorsi telematici e informatici. Bisogna rendersi conto che il mondo moderno e postmoderno, con i suoi ritmi lenti, è finito; e, invece, viviamo nel postcontemporaneo e nel post-climatico in cui tutto è veloce, informatizzato, multimediale e quindi pure i poeti devono adeguarsi a poetare presentandoci, descrivendo e rappresentando questo mondo complesso e tecnologico senza rimpiangere il mondo moderno e le società postmoderne.
Il sesto tema istiga i poeti che non devono, comunque, sminuire o disprezzare la religione, perché essa è molto importante nella vita di ognuno. Infatti la religione è, secondo me, quell’attività umana che introduce il neonato alla vita che dà il benvenuto al bambino nella società umana; poi la religione profonde e infonde fiducia e fede ad ogni credente, durante la sua vita e, infine, impartisce, anche, l’estrema unzione ai moribondi o a chi ha perso la vita da poco, per aprirgli, illusoriamente, le porte del Paradiso. Tutte queste cose sono importanti nella vita di un uomo, dato che ogni uomo attraversa fasi di crisi e di debolezza, e molte volte la fede aiuta a superare le situazioni critiche. Le religioni, inoltre, fanno parte della civiltà e hanno un valore psicologico molto importante nella vita di tutti i giorni. Infatti io, B. C., reputo e sono convinto che non c’è contraddizione tra sperare e avere fiducia nella scienza e nella politica, e credere, anche, nella religione, perché la politica aiuta a vivere e far convivere tutti i cittadini di buona volontà, la religione aiuta a morire; mentre la scienza aiuta a superare e a guarire dalle malattie e aiuta ad allontanare, a rimandare, a vincere e a sconfiggere la morte e così allungare la vita e viverla secondo il nostro piacere e il godimento. Inoltre, secondo me, solo la scienza può salvarci dalla morte e ciò non lo può fare la Religione cristiana, anche se predica la resurrezione dei morti.
Il settimo tema spiega quali sono, secondo me, i contenuti, la forma, le caratteristiche, positive e benefiche, e la bellezza della poesia postcontemporanea e post-climatica. Io, B. C., spero che le poesie postcontemporanee e post-climatiche abbiano le seguenti caratteristiche. Per quanto riguarda i componenti dei contenuti, 1) i temi e contenuti devono riguardare il clima devastante e distruttivo di oggi. 2) Gli argomenti devono essere nuovi e sorprendenti. 3) Le tesi devono essere intelligenti e argute. 4) Il messaggio deve essere personale e risolutivo. 5) La rappresentazione deve essere sintetica e concreta. 6) La conclusione deve essere personale ed originale. Per quanto riguarda le componenti della forma, 1) il genere deve essere neorealistico e descrittivo. 2) La metrica deve avere versi sciolti e liberi. 3) Il linguaggio poetico deve essere raffinato e adeguato all’argomento. 4) La lexis deve essere chiara, forbita e ornata. 5) La forma deve essere strabiliante e stupefacente. 6) Lo stile deve essere ricercato, pieno di verve e di esprit. Secondo me, tutti questi elementi devono configurare una forma nuova e sorprendente delle poesie e creare un’aura magica e personale, affinché questi elementi e componenti generino una poesia postcontemporanea e post-climatica, bella, nuova, brillante e affascinante, personale e originale.
L’ottavo tema deve sollecitare i poeti a schierarsi con i vari partiti e sostenere le tesi che, di volta in volta, quel partito sostiene ed esprime, senza scontrarsi contro le idee degli avversari e senza avere timore di uscire dal proprio nascondiglio politico e sociale. La poesia postcontemporanea e post-climatica di oggi deve scoprire gli inganni del potere e gli imbrogli dei governanti e denunciarli senza timore di essere perseguitati dai potenti.
Il nono tema non esclude, ovviamente, che i poeti di oggi non parlino dei loro momenti personali e intimi e sentimentali. Ma i poeti postcontemporanei non si devono fermare e soffermarsi a questi temi romantici, personalistici, spiccioli ed occasionali perché quest’ultimi temi non compongono, né esibiscono la grande poesia postcontemporanea e post-climatica di oggi. I grandi poeti di oggi, invece, devono esprimere e poetare le grandi soluzioni che riguardano la pace, devono riaffermare la democrazia in tutte le sue forme e portare il loro contributo alla soluzione dei problemi climatici postcontemporanei e post-climatici. A tutti questi problemi climatici, ormai irreversibili e irrisolvibili, si deve aggiungere anche il problema dell’acqua che ormai sta diventando un problema incombente e irrisolvibile in tutti i continenti della Terra.
Il decimo tema è, sicuramente, il problema dell’acqua che, ormai, scarseggia e si sta esaurendo in tutto il pianeta con gravi e grandi conseguenze negative e distruttive per la stessa esistenza dell’umanità. Quando fra qualche decennio, l’acqua potabile e pulita comincerà a scarseggiare e ad esaurirsi completamente in tutto il mondo, allora l’umanità intera avrà solo pochi anni di sopravvivenza. In questi ultimi ed estremi anni, la gente scenderà sulle strade per cercare un po’ d’acqua per dissetarsi, per cuocere e per mangiare ma non troverà niente. Troverà soltanto miseria e disperazione, siccità e malattie che contribuiranno alla disidratazione mondiale e terrestre. La gente morirà di sete e i vari popoli entreranno in guerra fra di loro fino alla distruzione totale dell’umanità. La guerra fra i vari popoli è già iniziata in questi giorni perché già è iniziato il commercio e la vendita dell’acqua pulita e fresca cercata e pescata nei mari del nord. Infatti già ci sono pescatori e navi specializzate che cercano, afferrano gli iceberg dai quali, sciogliendo il ghiaccio, traggono acqua fresca e pulita e la vendono a peso d’oro soltanto ai ricchi e ai super ricchi che se la possono comprare con i loro soldi. Io, B. C., penso che questo fenomeno della pesca dell’acqua diventerà sempre più comune, più pericoloso e discriminatorio fra la gente comune che morirà di sete in breve tempo e i super ricchi che avranno qualche mese in più di vita. Secondo me, si sta avvicinando, così, l’avvertimento e la profezia, che qualche anno fa, preannunciò Mario Luzi nel suo ultimo libro di prosa, quando scrisse: “Su un muro ho letto uno slogan, diceva così: – ai poveri i cibi transgenici, ai ricchi i cibi biologici -. C’è una verità inoppugnabile in queste parole.” (Dal libro Mario Luzi. Le nuove paure. Passigli editori, 2003. Pag. 93). I super ricchi, forse, potranno sopravvivere alla distruzione totale del mondo se avranno il tempo di trasferirsi su un altro pianeta dove sarà possibile creare nuove condizioni di vita. Mentre il pianeta Terra diventerà, in pochi anni, un immenso deserto grigio-nero dovuto alla cenere degli incendi, l’umanità si autodistruggerà da sé stessa, prima diventando pazza per la mancanza di acqua e di cibo e poi morirà miseramente abbandonata a sé stessa, come si è visto già molte volte nel film di fantascienza e apocalittici. Il pianeta Terra diventerà desolato e silenzioso com’era all’inizio della sua comparsa nel sistema solare. Inoltre, io, B. C., auspico che i poeti di oggi devono raffigurare, rappresentare le condizioni climatiche di oggi e preannunciare quelle di domani per fortificare nei lettori una maggiore coscienza dei gravi pericoli che viviamo e per dare una speranza di salvezza a tutti, religiosi, credenti e atei. Infine, io, B. C., auspico che i poeti postcontemporanei e post-climatici illustrino e raffigurino le loro idee politiche ed ecologiche tenendo fermo la propria ideologia politica e filosofica, senza avere paura e timore dei politici di turno. Insomma il poeta postcontemporaneo post-climatico deve saper illustrare e rappresentare una immagine viva, vivida, dinamica e piena di vivezza, colta dal suo punto di vista statico e personale delle società postcontemporanee.
IV
Io, B. C., mi rendo conto che la poesia postcontemporanea e post-climatica è una poesia seria, complicata, ostica, difficile e complessa perché rappresenta, illustra, raffigura e interpreta le società postcontemporanee e post-climatiche che sono società difficili, ostiche, complicate e complesse. Inoltre, io, B. C., penso e suppongo che la poesia postcontemporanea e post-climatica non può essere altro che così: seria e difficile perché rispecchia le condizioni naturali e sociali di oggi; e perché condensa e riassume lo zeitgeist delle attuali società postcontemporanee e post-climatiche di oggi, che sono difficili da gestire e da governare. Quindi, io, B. C., reputo e giudico che a tali società postcontemporanee e post-climatiche debba corrispondere la poesia postcontemporanea e post-climatica. Aggiungo, infine, che deve essere il poeta postcontemporaneo e post-climatico, di oggi, a riuscire a dare un tocco lieve, soave e leggero a queste poesie per farle diventare più leggibili, gradevoli e divertenti. Ecco, secondo me, qual è la grande differenza che c’è fra i grandi e geniali poeti che sanno osservare, descrivere e rappresentare ciò che succede in tutto il mondo con un tocco di grazia, di magia, di verve e di allegria e i piccoli e meticolosi poeti tradizionali, moderni e postmoderni, che invece guardano soltanto al loro particolare e ai loro sentimentalismi. I piccoli poeti, o poetucoli, non sanno parlare altro se non di sé stessi e dei loro sentimenti. Io, B. C., penso e suppongo che quest’ultima poesia sia superata e datata, mentre abbiamo bisogno della nuova poesia postcontemporanea e post-climatica, composta e creata soltanto dai grandi poeti, geniali e personali, di oggi che sanno guardare, oltre il loro sguardo e la loro vista, e sanno rappresentare, illustrare, raffigurare e interpretare tutto ciò che li circonda e che succede in tutto il mondo, e devono anticipare le pericolose e distruttive condizioni climatiche del prossimo futuro, che già incombe, imperversa e impera oggi in ogni località del pianeta Terra. Io, B. C., non ho il senso dell’humor né il senso del comico, ma possiedo il senso dell’esprit, il senso del fantastico e del meraviglioso ed ho la capacità di raffigurare la realtà esterna tramite la proprietà poetica delle parole e con le espressioni estetiche e riflessive anticipatrici della poesia.
V
Dopo la grande poesia simbolista francese della seconda metà dell’ottocento, dopo la grande poesia decadentistica pascoliana, dopo la grande poesia panica di D’annunzio, dopo la grande poesia crepuscolare di Guido Gozzano, Sergio Corazzini e Marino Moretti, dopo la grande poesia futurista di Marinetti, dopo la grande poesia espressionistica di Camillo Sbarbaro, dopo la grande poesia religiosa di Clemente Rebora, dopo la grande poesia degli immortali Ungaretti e Montale, dopo la grande poesia ermetica di M. Luzi, S. Quasimodo e A. Gatto, dopo la prima produzione poetica neorealistica di Cesare Pavese; dopo la seconda produzione poetica neorealistica di Elio Filippo Accrocca e di Elio Pagliarani, e dopo la grande poesia neo-sperimentalista di Edoardo Sanguineti e di Nanni Balestrini e di P. P. Pasolini; e dopo la grande poesia del riflusso degli anni ’80 di Milo De Angelis, Dario Bellezza e di tanti altri; e dopo la grande poesia intimistica e pluralistica degli anni ’90, di Valerio Magrelli, di Alda Merini, di Gianni D’Elia; e dopo al poesia postmoderna di Mario Luzi e di tanti altri, degli anni ’90 e dell’inizio del XXI secolo; e dopo la poesia multimediale da me propugnata, prodotta e creata, e dopo la poesia postcontemporanea; adesso, in questo secondo decennio del XXI secolo, siamo entrati, direttamente, parossisticamente e inesorabilmente, nella poesia postcontemporanea e post-climatica, da me propugnata, prodotta e creata.
Modica 24/08/2019 Prof. Biagio Carrubba
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