LA POESIA POSTCONTEMPORANEA CLIMATICA N. 1 (2019).

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LA POESIA POSTCONTEMPORANEA
CLIMATICA N. 1 (2019).

I

Introduzione e presentazione della poesia postcontemporanea.

La composizione poetica è stata, fin dalla cultura greca – latina, una produzione estetica e creativa riservata, soltanto, a pochi poeti e poetesse e a pochi letterati e filosofi della parola e della retorica, umanisti, poeti e detentori del potere culturale in genere. Dal medioevo ad oggi, anche se lo spazio e il tempo per la poesia aumentò notevolmente nelle società europee, la poesia rimase sempre una attività estetica soltanto per pochi studiosi privilegiati e per pochi privilegiati appassionati delle lettere che erano i veri e propri amanti della poesia, delle arti e della filosofia. Oggi-giorno, i poeti sono diventati numerosissimi ma rimangono soltanto degli aspiranti poeti (come me); i veri poeti sono, soltanto, pochissimi fortunati compositori perché, in parte nascono già poeti, con il loro talento innato, ed in parte perché lo diventano con le loro letture e con la conoscenza delle nozioni letterarie e poetiche, apprese e studiate nei libri scolastici. Anche oggi nell’attuale società postcontemporanea, la poesia ha riservato un posto, elitario e riservato, agli appassionati e agli studiosi di poesia; mentre i giovani i oggi sono più affascinati dal mondo dei computer, della telematica, dell’informatica e dai social network, e quindi, dedicano poco spazio alla poesia cartacea. Io, B. C., penso che, oggi-giorno, due ore alla settimana, se fossero dedicate alla lettura delle poesie, non sarebbero, sicuramente, tempo sprecato perché la poesia cartacea, ancora oggi, mantiene tutto il suo fascino estetico e la sua bellezza lessicale; in quanto riesce a parlare al cuore di tutti con il suo linguaggio speciale, perché fa nascere emozioni profonde, perché desta sentimenti estatici gaudiosi e perché suscita pensieri nuovi, positivi e leggiadri. La poesia, insieme a tutte le altre attività creative dello spirito, che producono bellezza, soddisfa il bisogno estetico interiore di ognuno di noi perché fa leva sulla bellezza del linguaggio estetico e sulla reciproca empatia tra poeta e lettori. Secondo me, B. C., la poesia, oltre ad avere la funzione estetica, deve, anche, esercitare lo scopo di lanciare messaggi sociali e politici denunciando tutte le ingiustizie dell’attuale società globalizzata e postcontemporanea. Io, B. C., penso che, effettivamente, oggi la poesia debba valorizzare e vertere sull’aspetto sociale del suo messaggio; che debba insistere a pungolare la classe politica affinché lo Stato riesca ad aiutare i più poveri e le classi più deboli. Quindi, la poesia postcontemporanea attuale, sostenuta dalla tecnologia informatica, con la quale ha creato la poesia multimediale e on line, deve esibire, esporre, manifestare e sostenere un messaggio utile e valido, in primis, nell’attuale società italiana, e poi, allargando lo sguardo deve rappresentare e interpretare tutto il mondo globalizzato. In particolare il poeta postcontemporaneo, come me, che vive in Italia, deve soprattutto rivolgersi ai politici democratici e di sinistra affinché essi, con la loro azione di governo, aiutino le classi più povere e meno abbienti che sono purtroppo in aumento. Questa tesi dell’impegno dell’intellettuale e dei poeti a schierarsi e a scrivere, in prima persona, a favore delle classi più povere, è la famosa tesi, ormai divenuta classica, lanciata da Jean Paul Sartre, nel 1947, sull’impegno (engagement) dell’intellettuale a difendere i diritti dei più deboli e a non essere o a diventare i cani di guardia della borghesia e della società capitalistica tout court. Oggi, a distanza di 72 anni, io, B. C., mi rendo conto che la situazione mondiale dell’umanità è completamente cambiata rispetto ad allora: viviamo nel postcontemporaneo e non nel post-moderno e viviamo in una società super globalizzata e informatizzata a tutti i livelli. Quindi non si può riproporre, in modo passivo, la vecchia figura di intellettuale postmoderno, ma io, B. C., propongo una nuova figura di poeta e di intellettuale che chiamo poeta post-postcontemporaneo e non più post-moderno. La società post-moderna, secondo me, si è conclusa nel 2010; dopo di essa è iniziata la società postcontemporanea. Il poeta postcontemporaneo ha, e dovrà avere, il dovere politico e il senso etico di schierarsi sempre a favore delle classi più deboli. Oggi nelle società postcontemporanee europee e in tutto il mondo occidentale non esistono le grandi ideologie politiche e filosofiche ma tutte le società postcontemporanee sono interconnesse tra di loro, anche se lontane e indipendenti, in una interazione costante e continua per mezzo dei mass media, internet e dei social net work, che, in tempo reale, fanno arrivare e circolare le notizie in ogni parte del mondo, distinguendo e tenendo separate, sempre, le notizie economiche e le informazioni politiche da tutte le altre informazioni e notizie di genere diverso. Anche il mondo del lavoro è, ormai, spezzettato, frantumato in una miriade di centri economici mondiali, comunque collegati tra di loro in una economia globalizzata. In questo mondo globalizzato, variegato, multiforme non esiste più una super potenza, un centro propulsore, politico ed economico, che guida il resto del mondo; ma vi è soprattutto la scienza, a sua volta, diversificata e localizzata in diverse aree del mondo, che spinge e produce il progresso scientifico e tecnologico mondiale. Mi rendo conto, che in questo mondo globalizzato, il poeta postcontemporaneo non ha più una luce, un obiettivo politico e filosofico che lo guidino e che lo facciano schierare a favore di una classe sociale, perché anche lui non ha le idee chiare e vive quindi indeciso tra le varie informazioni e culture mondiali. Di fronte all’incertezza e alla frammentarietà del mondo attuale, il poeta postcontemporaneo non sa scegliere bene la propria strada politica e quindi non sa da che parte stare nel mondo variegato delle classi sociali. Io, B. C., penso che il poeta postcontemporaneo debba comunque sapere scegliere da che parte stare; penso che i suoi obiettivi debbano essere, ovviamente, i valori della democrazia, della solidarietà e della libertà in modo da difendere gli obiettivi etici che ne conseguono. Io, B. C., penso e suppongo che un vero poeta democratico postcontemporaneo debba provare ad uscire dall’anonimato; a non avere paura a schierarsi politicamente e a non essere vile con i potenti, a vivere, in prima linea, la lotta per la difesa dei suoi obiettivi e dei suoi ideali. Deve, quantomeno, “pestare le dita ai potenti” (avversari), come scrisse Flaubert nel 1846, e allo stesso tempo, stimolare tutti i propri rappresentanti politici ad intervenire a favore delle classi più povere e a realizzare, quanto più possibile, la democrazia nel proprio paese. In definitiva il poeta postcontemporaneo, pubblicamente, deve avere il coraggio dei suoi scritti e delle sue poesie e guardare quindi alla tradizione culturale di sinistra che lo spinge a difendere le fasce più deboli: i precari, i disoccupati, i lavoratori, i pensionati, i malati e tutte quelle persone, che subiscono in un modo o nell’altro, ingiustizie e diseguaglianze da una società capitalistica dove non riescono ad integrarsi in una economia a loro ostile. In sostanza, il poeta postcontemporaneo deve diventare coraggioso, fiero di sé stesso, farsi vedere, dare voce soprattutto al mondo degli umili, degli anonimi, dei malati, farsi portavoce di una lotta per la conquista dei diritti di queste categorie. Il poeta postcontemporaneo non deve ridursi, solamente, a dare voce al proprio Io interiore, al proprio tormento e al proprio lamento perché se fa ciò si riduce ad essere un poeta lamentoso, post romantico, ma che non sa incidere sul piano reale e sociale delle nostre società postcontemporanee. Se il poeta postcontemporaneo rimane solo un poeta della forma, che scrive soltanto messaggi estetici, che non incide assolutamente sulla società civile, rimane, praticamente, un intellettuale opaco e un poeta passivo che vive nell’ombra, che si dispera e che non riesce a fare altro che giocare con le “parole”, in un gioco sterile e ininfluente per gli altri. Praticamente rimane quindi un poeta passivo e inascoltato che non ha voce in capitolo nelle attuali società postcontemporanee complesse e super tecnologiche. Infine, io, B. C., faccio un appello a tutti i poeti di sinistra e postcontemporanei, affinché scrivano anche loro poesie sui temi sociali italiani e mondiali denunciando tutte le ingiustizie italiane e le diseguaglianze del mondo e invocando tutti i capi politici, e chi ha potere decisionale, ad intervenire per ridurle o per toglierle e a rafforzare i valori della democrazia, della solidarietà e della Costituzione Italiana. Secondo me, B. C., il primo compito della poesia postcontemporanea è quello di rappresentare, illustrare e interpretare, prima di tutto, gli attuali problemi sociali, nazionali e internazionali, di informare sulle polemiche e sui nodi politici italiani e di riportare le tensioni fra i vari popoli; e quindi, in sintesi, deve esibire e manifestare tutti i problemi mondiali a cominciare dai cambiamenti climatici che, oggi-giorno, sconvolgono, devastano e distruggono molti territori e colture in tutte le parti del mondo. Io, B. C., penso, allora, che la poesia postcontemporanea climatica deve occuparsi a rappresentare e a illustrare tutti i fenomeni climatici che hanno a che fare con i vari popoli del mondo. Infine, io, B. C., penso, affermo e considero la poesia postcontemporanea climatica l’evoluzione e la progressione della poesia postcontemporanea. La poesia postcontemporanea climatica rappresenta il prosieguo, logico, cronologico ed evolutivo della poesia postcontemporanea.

II

Introduzione alla poesia postcontemporanea climatica.

Io, B. C., ho fatto iniziare e risalire la poesia postcontemporanea intorno al 2010; ora, mi pare che essa si stia concludendo, dato che è già iniziata un’altra epoca postcontemporanea dominata dalla neo-tecnologia, dalla neo-informatica, dalla neo-robotica e da tanta altre scienze nate nel decennio 2010 – 2019 come il dominio dei nuovi social network; e dominata, anche, dallo strapotere dominio del clima impazzito, sconvolto e sconvolgente dei nostri tempi. Per questo motivo io, B. C., definisco la nuova e innovativa poesia postcontemporanea: Poesia Postcontemporanea Climatica perché deve avere lo scopo di diffondere e fare conoscere a tutti i lettori di poesie, tutte le preoccupazioni, le tensioni e le ansie che subiamo e viviamo, ogni giorno, quando sperimentiamo sulla nostra pelle e sulle nostre case, le tristi condizioni del clima devastante e distruttivo dei nostri giorni. Dunque, secondo me, B. C., il compito primario della poesia postcontemporanea climatica è quello di rappresentare, illustrare ed interpretare, in primo luogo, i fenomeni sociali e climatici che sono in atto in questi giorni. La poesia postcontemporanea climatica deve sapere rappresentare, soprattutto, le interazioni sociali fra umanità e clima che si stanno svolgendo, attualmente in tutto il mondo. La poesia postcontemporanea climatica ha il compito, secondo me, di esprimere, esaltare ed esibire tutte le tensioni, le ansie e le conseguenze negative dell’attuale clima e dispiegare e spiegare tutte le preoccupazioni che avremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Io, B. C., posso illustrare la poesia postcontemporanea climatica dal mio punto di vista e dal luogo in cui mi trovo a vivere. Quindi presento le seguenti poesie postcontemporanee climatiche nelle quali esterno ed esprimo le mie impressioni, le mie paure e le mie tensioni riguardo al tempo che vedo e osservo fuori dalla mia casa e dentro la mia città, Modica. Per questi motivi presento le mie poesie postcontemporanee climatiche scritte in questi ultimi due mesi che ho vissuto a Modica. Queste poesie vogliono rappresentare, per prima cosa, il clima che io ho osservato da casa mia e dal mio territorio locale e ambientale; e quindi esse esprimono il mio stato d’animo e la mia ansia personale che ho vissuto a giugno e che sto vivendo ancora oggi in questi mesi di luglio. Secondo me, quindi, una poesia postcontemporanea climatica deve avere la seguente composizione strutturale e tematica. La prima parte deve rappresentare e illustrare il clima in atto nel proprio territorio locale e nazionale, ma deve anche descrivere e rappresentare il clima mondiale che dispiega la sua attività in tutto il pianeta. La seconda parte della poesia deve esprimere ed esternare le reazioni emotive e dei sentimenti che il clima ha sulle persone e sugli abitanti dell’Italia e di tutto il mondo. La terza parte della poesia deve esprimere e rappresentare gli effetti, le ansie e le tensioni sul poeta che scrive la poesia, in questo caso io, B. C., esprimo le mie emozioni e i miei sentimenti riguardo al clima che ho subito e che subisco qui in Sicilia. La quarta parte della poesia postcontemporanea climatica deve fare anche un accenno sulle condizioni politiche dell’Italia e del mondo e di come il governo italiano intende fronteggiare i fenomeni sociali collegati e interconnessi ai fenomeni climatici, che stanno sconvolgendo e devastando ogni parte del mondo; compresa anche l’Italia. Per esempio si può fare riferimento ai disastri e alle devastazioni che si sono avuti la settimana scorsa nelle Marche e in Puglia. Ovviamente, ogni poeta postcontemporaneo climatico compone queste parti strutturali della poesia a suo piacimento e le dispone secondo la sua volontà e secondo il suo senso estetico personale. La quinta parte della poesia postcontemporanea deve rivolgersi ai giovani affinché dedichino alcune ore alla settimana alla poesia in generale e leggano, per qualche ora, alcune poesie postcontemporanee climatiche come quelle che io propongo e riporto qui sotto nel post. Io, B. C., penso che, questa mia esortazione alla poesia postcontemporanea climatica, lanciata ai giovani d’oggi, sia l’unico mio contributo che io possa dare alla società di oggi e ai giovani di buona volontà che vogliono appassionarsi alla bella poesia postcontemporanea. Infatti io, B. C., spero che la poesia postcontemporanea climatica possa richiamare e fare appassionare i giovani alla poesia cartacea perché sono convinto e sicuro che la bella poesia, in genarle, esprime, rafforza ed implementa, in tutti, il piacere della lettura, incrementa la gioia e il piacere di vivere e suscita e rinnova, nei lettori, la loro fantasia creativa, i sentimenti più belli e accende le riflessioni più intelligenti, più acute e più fantastiche verso la vita e verso il mondo.

Prima poesia postcontemporanea climatica.

Testo della prima poesia postcontemporanea climatica.

Il sole brucia l’aria, infuocata dai raggi solari.
Eppure i lavori quotidiani continuano lo stesso.
Vanno avanti con grande difficoltà e nervosità.
Io, B. C., vivo con gente piena di sudore, afflitta,
piena di fatica, ansiosa, nevrotica ma comunque
competente e volenterosa nei loro lavori giornalieri.
Ma fino a che punto esisteremo e resisteremo
su questa Terra? Suppongo che chi ha fatto riscaldare
l’aria terrestre se ne stia dentro qualche stanza,
temperata e rinfrescata dall’aria condizionata.
Mi chiedo: “Costoro quando e quanto pagheranno
per le nostre sofferenze e malattie croniche
che viviamo, soffriamo e subiamo tutti i giorni?
Forse costoro salubri non pagheranno mai!!!
Intanto il governo giallo – verde è alle prese
con la questione e il rebus della Russia
che vede coinvolti Savoini e Salvini.
In questo surriscaldamento del sole e dell’aria,
io, B. C., cerco, continuamente, il fresco
del piccolo giardino che sta davanti casa mia.
Le rose di questo minuscolo giardino verdastro,
per il gran caldo di questi giorni, sono appassite
e le foglie delle scarne rose sono spampinate.
Eppure questo minuscolo giardino sfiorito
costituisce l’unica bellezza che i miei occhi
possono vedere, contemplare e godere
ogni giorno, e calmare, così, il mio stato di ansia.
Questo groviglio e miscuglio di fiori e foglie
colmano il mio bisogno di quiete e lo riportano
ad uno stato di calma, di serenità e di diletto.

Modica 12 giugno 2019

Testo della seconda poesia postcontemporanea climatica.

Oggi, da noi, là fuori c’è il fuoco acceso.
L’aria è raggiata ad oltre 40 gradi.
Nessuno può uscire, se non vuole scorticare
e arrostire la propria pelle in un battibaleno.
Eppure c’è gente che vive e deve
lavorare con queste alte temperature
nelle campagne, nelle serre, nella muratura.
Ed io, B. C., mi chiedo, come fanno
questi lavoratori a resistere per 2 – 3 ore
di lavoro sotto questo sole incandescente?
Eppure questi poveri operai resistono.
È vita questa? Sicuramente no!!!
Ogni giorno che passa, da ora in poi,
sarà sempre peggio e farà sempre più caldo.
Anche io, B. C., più tardi, quando calerà
il sole e la temperatura del caldo,
comincerò a leggere un po’ di poesia
per recuperare il tempo perso del vespro e
per scrivere, con grande desiderio e voglia,
qualcosa di nuovo e di poetico.

Modica 14 giugno 2019

Testo della terza poesia postcontemporanea climatica.

Titolo. Eventi quotidiani postcontemporanei.

Ormai il centro- destra vince ovunque, anche in Sardegna.
Invece il centro – sinistra cede dovunque, anche in Sardegna.
La sinistra annaspa, arranca, fa capolino anche a Cagliari.
Eppure, io, B C, continuo ad avere piena fiducia
in Nicola Zingaretti e nel suo team dirigenziale.
Il grande scrittore A Camilleri è ricoverato in ospedale,
a Roma, per una crisi cardiaca e respiratoria.
Non si sa, se, oggi, riuscirà a sopravvivere.
Il sole continua ad asfissiare la terra e tutta l’umanità.
Gli uomini soffrono il caldo, ma continuano a lavorare.
Ma perché’ il Santo Iddio ha voluto creare animali
così viscidi, velenosi, come i serpenti,
fastidiosi e schifosi come le zanzare? BO!!!.
La natura soffre, ma genera e crea.
L’amore rimane l’unico grande Bene e risorsa
di salvezza per l’umanità. Tutto il resto è routine.
Considerazioni ovvie, ma rassicuranti e
consolanti per chi può starsene a casa, come me,
a riposare o godersi la frescura di un bel giardino
di rose, fiori ed alberi ombrosi e freschi.

Modica 17 giugno 2019. Prof. Carrubba Biagio.

Quarta poesia postcontemporanea climatica.

Testo della poesia.

Il sole, fuori, brucia la pelle,
l’aria, fuori, è infuocata.
Dentro casa si sta bene e meglio.
La casa ha una temperatura ambiente.
Non voglio uscire fuori nel balcone.
Desidero, soltanto, riposare dopo un anno
di stress e di brutta e mal di scuola.
Mi fa piacere stare nella semi ombra
del soggiorno accanto ai miei libri di poesie.
Lasciatemi così come una cosa posata
in un angolo e dimenticata.
A quanto pare in Italia tutto procede bene.
Il Presidente si trova in Belgio; i due ministri
sono in competizione tra di loro per entrare
nel cuore e nella pancia degli italiani.
A scuola si stanno svolgendo gli esami finali.
Dio tesse la sua ragnatela e dispiega
il suo travaglio quotidiano e ordisce le sue trame,
tanto per ingannare il tempo e il tedio.
Il caldo alimenta il malessere esterno.
L ‘ Amore incrementa il benessere interno.
E’ bello stare accanto a una giovane donna
bionda, disponibile ad eseguire ogni approccio
amoroso. E’ piacevolissimo essere in dolce
compagnia, baciarsi, toccarsi in ogni parte
intima e sensuale, delicata ed erogena,
senza pensare al domani perché
del doman non c’è certezza.

Modica 20 giugno 2019. Prof. Carrubba Biagio.

Quinta poesia postcontemporanea climatica.

Testo della poesia.

L’inferno è già arrivato. È là fuori davanti a noi.
Il caldo brucia. Il sole irraggia e infuoca.
Di questo passo e con queste temperature
fra tre mesi la terra diventerà una palla di fuoco
che incendierà ogni essere vivente.
L ‘apocalisse è alle porte. Si salvi chi può.
Le avvertenze degli scienziati sono cadute
nel vuoto. L’ amore, l ‘arte, la scienza, la fede
la cultura, la pace e l’utopismo scompariranno.
Il paradiso terrestre diventerà un deserto
sterile e l’aria sarà priva di ossigeno.
Nessuna umanità potrà abitare la terra.
Chi ha vissuto bene è stato fortunato.
Chi ha vissuto male è stato sfortunato.

Modica 25 giugno 2019 Prof. Biagio Carrubba

Sesta poesia postcontemporanea climatica.

Testo della poesia.

Nessuno può rendere il clima infernale, di oggi,
mite, dolce e regolare com’era 50 anni fa.
E ogni anno che passa diventa sempre più
irregolare, impazzito, caldissimo e infernale.
Solo Iddio potrebbe farlo ritornare com’era.
Ma Lui non agisce perché’ Dio non c’è.!!!
L’aria brucia, qui da noi, non si respira più.
La temperatura è incandescente e vischiosa.
Viene il desiderio di desistere e lasciare
ogni cosa al suo posto. Però l’idea di
morire prima del tempo, fa impazzire più
dello stesso sconvolgimento e devastamento
del clima e, allora, piano piano, si ricomincia
a camminare, a lavorare e a sperare nell’ora seguente.
E sul calar della sera ogni uomo, ogni donna,
ogni ragazzo, risollevato dall’afa e dal fiato corto,
riprende la propria attività, con più lena,
con più vigore e con più fiducia
nel giorno dopo e nell’ora che viene.

Modica 09 luglio 2019 prof. Biagio Carrubba

Finale.

La poesia cartacea postcontemporanea e climatica resta, secondo me, una bella e fantastica avventura creativa per tutti: giovani, vecchi, donne e bambini. Io, B. C., penso che vale la pena di esercitare la poesia e viverla ogni giorno, anche nelle nostre società postcontemporanee molto complesse, molto tecnologiche e molto informatizzate, caratterizzate, colorate, dominate e vivacizzate dagli incredibili e bellissimi social network, perché rendono la vita di ogni giorno, più bella, più allegra, più agevole, più fantastica, più divertente e più comica rispetto a com’era la vita sociale di 10 anni fa, che era più grigia, più monotona e più noiosa, senza i fantasiosi e divertenti social network di oggi – giorno.

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Modica, 26 luglio 2019                                                                                    Prof. Biagio Carrubba

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