La Passione (4)
Mario Luzi
I testi 5,6,7,8 de “La Passione” di Mario Luzi corrispondono pressappoco alle stazioni 2,3,4,5 e 8 della Via Crucis tradizionale.
Il testo n.5 de “La passione” corrisponde perfettamente alla seconda stazione, cioè “Gesù è caricato della croce”. Invece, il testo 6 corrisponde perfettamente alla quinta stazione “Gesù sorretto dal Cireneo”, i testi 7 e 8 non trovano corrispondenza ad alcuna stazione ma bensì formano un dittico unitario sul tema della morte. L’unico contatto si trova tra il titolo del testo 7 (Luzi) e l’ottava stazione, “Gesù incontra le Pie donne”.
Il testo 5 de “La Passione”é intitolato “Gesù caricato della Croce” . Il tema di questo testo é la natura divina di Gesù, alla quale gli ebrei a parte i discepoli non hanno creduto. Per Gesù infatti, affermare di essere il figlio di Dio é stato il motivo determinante della sua condanna a morte da parte di Pilato dietro la pressione fortissima dei sommi sacerdoti ebraici che non gli perdonavano questa affermazione.
Il rema del testo apportato da Luzi é che Gesù ancora una volta si rivela debole e schiacciato dagli eventi esterni e dalla condanna a morte, tanto che chiede a suo padre:
“Tutto è scritto, lo so ma nulla é revocabile?”
La risposta ancora una volta é:
“No”
Perché il Padre ha voluto la passione e la morte di Gesù Cristo. Gesù all’inizio della Via Crucis sconfortato dice:
“[…] oh Padre, non vedo venire a me nessuno dei tuoi angeli.”
Per cui comincia a camminare sotto la croce.
Gesù non può rinnegare di essere il figlio di Dio per allontanare la morte perchè misconoscendo la natura divina rinnegherebbe tutto ciò fatto prima, come dimostra il famosissimo episodio della trasfigurazione sul Monte Tabor.
“ Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un altro monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.[…]”
Matteo 17-1,2
Il testo 6 intitolato “Gesù aiutato dal Cireneo” é incentrato sulla paura di Gesù Cristo mentre percorre la Via Crucis sotto la pesante croce che ha sulle spalle.
Il tema del testo è dunque dato da una serie di domande che Gesù si pone e rivolge a suo Padre Dio:
“Ancora chiedo: è volontà tua oppure a questo scempio non hai posto rimedio, rimedio non ce n’era? […]”
La risposta ancora una volta é che non è possibile evitare la sofferenza e così, Gesù riprende la Via Crucis con un peso ancora maggiore, tanto che subito dopo cadrà altre due volte.
Famoso é l’episodio dell’uomo della città di Cirene che per un breve tratto sorregge la croce di Gesù.
“Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.[…]”
Matteo 27-32
I testi 7 e 8 come detto precedentemente costituiscono un dittico con tema: “la morte”.
Il testo 7 intitolato “Gesù incontra le Pie donne” inizia con il bellissimo verso:
“Conoscerò la morte. La conoscerò umanamente. […]”. In questo bellissimo incipit del testo, Gesù durante la Via Crucis si prefigura già come sarà la sua discesa nello Sheòl (regno della morte/inferi) come figlio dell’uomo. Però Gesù è consapevole che come figlio di Dio lui starà lì solo tre giorni ,“[…] poi la vita mi richiamerà a sé e avrà la vittoria […]” , poi salirà al cielo e siederà alla destra del Padre così come previsto dalle Sacre Scritture.
Secondo Luzi, Gesù non solo ha paura della morte, ma é anche angosciato dalla Via crucis perchè “[…] é dolorosa e aspra nelle carni […]”.
In questo soliloquio in itinere tra Gesù e Dio onnipotente, Gesù ha di tanto in tanto un’illuminazione divina positiva verso il Padre che ha scelto la Terra “[…] per loro in mezzo all’universo […]”. Nel frattempo, Gesù si rivolge alle Pie donne che lo seguono piangendo dicendo :
“Non é su di me che dovete piangere ma, […] sui vostri figli e su voi stesse […] perché prevedo che i miei fratelli rifaranno quasta Via Crucis nei secoli”.
Questo presagio tragico e funesto chiude il testo 7 dando l’avvio al testo 8 che continua il tema della morte.
Il testo 8 intitolato “Gesù e il pensiero della morte” inizia con questo bellissimo verso: “Dall’orizzonte umano in cui mi trovo […]” .
Gesù Cristo ragionando con sé stesso afferma che non ci sono due eternità, una luminosa e una buia, ma ne esiste soltanto una: quella luminosa di Dio. Accanto a questa vi è una regione marginale dove sostano i morti in attesa del giudizio finale. Però Gesù sa che gli uomini continuano a non credere all’esistenza di una sola unità ma bensì di due, pensando “[…] ai demoni e alla potenza della terra […]”.
Nel finale del testo 8 Gesù confessa al Padre tutta la sua paura verso la morte dicendogli: “[…] ho paura e dubito che la morte sia vincibile[…]”. Il testo però si conclude affermando ancora una volta che lui Gesù è venuto proprio per questo: per salvare gli uomini e “vincere la vittoria della morte”.
Celebre è il passo del Vangelo in cui Gesù riafferma la vittoria della vita e di Dio sulla morte dicendo:
“In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna”.
Giovanni 6 – 47
Anche in questi due testi che chiudono la prima parte della Via Crucis, il linguaggio poetico de “La Passione” si mantiene alto e solenne, chiaro e lucido, mostrando interamente tutta la sofferenza umana e divina di Cristo. Emerge ancora una volta la figura di Cristo come debole e pauroso rimanendo però fiducioso nei confronti del Padre e continuando a sperare nella sua resurrezione dopo la morte.
Modica, 10 Ottobre 2013
Biagio Carrubba
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