Introduzione alla poesia ALLA LUNA (idillio nr. XIV) di G. Leopardi.

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Introduzione alla poesia ALLA LUNA
(idillio nr. XIV) di G. Leopardi.

“ALLA LUNA” è la poesia numero XIV dell’opera “Canti” di Leopardi. L’idillio fu scritto probabilmente nel giugno del 1819 o 1820 quasi in contemporanea a “L’Infinito”. Ambedue le poesie hanno come tema di fondo il ricordare, che per Leopardi è sempre piacevole; Ne “L’INFINITO” Leopardi contemplava l’infinito, mentre ne “ALLA LUNA”, rievoca e ricorda le cose passate, anche se tristi, e anche se il ricordo stesso fa risorgere e rinforza il dolore passato e la causa del dolore. “ALLA LUNA”, insieme a “L’INFINITO”, formano due poesie gemelle, perché nascono dal medesimo colle da dove il giovane poeta, già consapevole del suo stato fisico e della sua futura tristezza esistenziale, guardava la luna e l’orizzonte. Nel colle Leopardi andava pieno di angoscia per restare solo e guadarsi dentro e ricordare il tempo trascorso come fa nella poesia “ALLA LUNA” o per fantasticare e immaginare cosa ci fosse dietro l’azzurro del cielo come nella poesia “L’INFINITO”. L’idillio fu pubblicato, per la prima volta, nel “Nuovo Ricoglitore” del gennaio 1826 con il titolo “La ricordanza” ma fu cambiato da Leopardi nell’edizione del 1831 con il titolo definitivo “ALLA LUNA”.

Testo della poesia “ALLA LUNA”.

O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l’anno, sovra questo colle
io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari. 5
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova 10
la ricordanza, e il noverar l’etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose, 15
ancor che triste, e che l’affanno duri!

Parafrasi e costruzione diretta della poesia “Alla Luna”.

O graziosa luna, io mi ricordo
che un anno fa, io, pieno di angoscia,
venivo su questo colle per contemplarti:
e tu eri sospesa sopra quella boscaglia,
come fai ancor oggi, tanto che la rischiari tutta.
Ma il tuo volto appariva velato e annebbiato
ai miei occhi a causa del pianto che mi sorgeva
nelle ciglia, perché la mia vita era tormentata:
e rimane tormentata, né cambia tenore,
o mia diletta luna. Eppure il ricordare e
il contare il tempo del mio dolore
mi fa piacere. Oh il ricordare delle cose passate,
anche se tristi e benché il dolore, ancora perduri,
sopraggiunge molto gradito, perfino nel tempo giovanile,
quando la speranza ha un corso ancora lungo,
e quando la memoria ha un tempo breve.

La sintesi della poesia “Alla Luna”.
Il poeta si ricorda che lui, pieno di tristezza, l’anno precedente andava sopra il colle (Tabor) a contemplare la luna che gli appariva leggiadra e benigna: la luna era sospesa nel cielo e rischiarava la boscaglia così come faceva tutt’ora. Ma il volto della luna sembrava agli occhi del poeta, velato e tremolante, per il pianto che sgorgava dalle sue ciglia a causa della sua vita tormentata che così era rimasta a tutt’ora e non cambiava tenore. Eppure il poeta era contento di ricordare il tempo passato e di misurare il tempo del dolore. Leopardi conclude l’idillio dicendo che il ricordare le cose passate, anche se tristi, e nonostante l’affanno perduri ancora, sopraggiunge sempre piacevole, perfino nella gioventù quando la speranza è sentita come una grande avventura e quando il ricordo del passato ha ancora una vita breve.

Il tema della poesia “Alla Luna”.
Il tema della poesia è la contemplazione della luna che diventa l’amica confidente del poeta, a cui Leopardi confida il suo disperato dolore quotidiano, che si rinnova di anno in anno, come accenna il poeta stesso nel secondo verso “or volge l’anno”, che molto probabilmente si riferisce al suo ventunesimo compleanno. Il riferimento al suo compleanno nel secondo verso richiama la pagina 60 dello Zibaldone del 1819 dove Leopardi sottolinea l’importanza degli anniversari nella sua vita e in quella di ogni uomo.

Il messaggio della poesia.
Il messaggio della poesia è il ricordare che rimane sempre piacevole perché testimonia della vita passata che, per quanto triste e dolorosa, rimane l’unico dono per ognuno; questa verità  fondamentale valeva anche per Leopardi il quale era cosciente quotidianamente del suo stato di infelicità. Un altro elemento in comune che questo canto ha con “L’Infinito” è dato dall’affetto che il poeta mostra verso il colle e la natura: ambedue i piccoli idilli, infatti, mostrano un attaccamento fortissimo alla vita e al ricordo delle cose passate, anche se tristi e dolorose. L’idillio mostra anche l’affettuosità che il giovane poeta sentiva per la “diletta luna” e per il colle sul quale si recava spesso.

La tesi della poesia.
La tesi della poesia è molto forte perché, a differenza degli altri uomini che cercano di dimenticare il triste passato, Leopardi afferma che la facoltà mentale di ricordare il passato, anche se triste, gli è piacevole e gradita così come ne “L’Infinito” gli era gradita la facoltà di immaginare, indipendentemente dal contenuto della contemplazione e della rievocazione. Ne “L’Infinito” il piacere dell’immaginazione faceva vedere a Leopardi certe immagini mentali piacevoli e allo stesso modo, ne “Alla Luna” a Leopardi il piacere di ricordare e il ricordo del passato diventano piacevoli e graditi. Leopardi spiega molto bene il concetto della rimembranza nelle pagine 1987 e 1988 dello Zibaldone del 1821. (Dai Mammut, Newton edizione, pag. 423).

Analisi della forma della poesia “ALLA LUNA”.

Il genere della poesia.
Il genere della poesia è lirico perché esprime i sentimenti e la Weltanschauung di Leopardi. La poesia è composta da sedici endecasillabi sciolti. I versi 13 e 14 sono stati aggiunti per mano di Leopardi nell’edizione Starita del 1835. I due versi appaiono per la prima volta nell’edizione postuma curata da Antonio Ranieri del 1845.

La metrica della poesia.
La metrica della poesia è formata da moltissime figure retoriche quali: sintagmi vaghi ed indefiniti, allitterazioni ed inversioni.

Il linguaggio poetico.
La poesia è formata da un linguaggio altamente letterario e poetico perché composta da moltissime figure retoriche e da molte parole di origine latina. La poesia ha anche molti riferimenti letterari e poetici come quelli che si riferiscono a Petrarca, Annibal Caro, Cesarotti ed altri.

Il tono emotivo.
Il tono emotivo della poesia nasce da uno stato d’animo triste e malinconico perché sorge dal ricordo doloroso del passato del poeta ma è mitigato dalla piacevolezza della facoltà mentale di rievocare il passato. La ricordanza rimane per Leopardi una facoltà psichica piacevole e gradevole perché compensa la tristezza e la disperazione del passato con la piacevolezza della poesia. A pagina 60 dello Zibaldone Leopardi chiarisce che gli anniversari e il ricordare sono importanti perché: “ci consolano infinitamente allontanandoci l’idea della distruzione e annullamento che tanto ci ripugna e illudendoci sulla presenza di quelle cose…Ed io mi ricordo di avere con indicibile affetto aspettato e notato e scorso come sacro il giorno della settimana e poi del mese e poi dell’anno rispondente a quello dove io provai per la prima volta un tocco di una carissima passione” (tratto dallo Zibaldone – I Mammut – Newton Editore – Pagina 39).

La lexis della poesia.
La lexis della poesia è chiara ed originale. Prevale su tutto l’idillio, l’iperbato nei versi 6-7, 13-14 e 12-15. Nell’idillio prevale il tono della rassegnazione e della pacatezza che non si trovano, invece, nella sintassi dell’idillio dove i versi sono pieni di inversione e di iperbati che danno alla poesia una increspatura tipica del mare agitato e rendono la lettura vivace e non semplice.

La bellezza della poesia.
La bellezza della poesia “ALLA LUNA” è data dalla lexis e dal linguaggio poetico, ma soprattutto dal coraggio del poeta nel sopportare stoicamente il passato e il dolore del passato; Leopardi, grazie alla sua potente immaginazione e alla sua grande ispirazione poetica, riesce a mitigare il ricordo triste del passato e a trasformarlo in una piacevole testimonianza della poesia del presente. La luna diventa la testimone oculare del suo dolore ma, qualche anno dopo, anch’essa sarà guardata negativamente dal poeta quando, insieme a tutta la natura, perderà il suo fascino particolare e quindi non sarà più la sua amica confidente. ALLA LUNA non presenta il fascino poetico e la profondità di pensiero de L’INFINITO ma resta, comunque, un idillio mesto e malinconico dove prevale la rassegnazione per la sua vita, dove domina un attaccamento forte alla natura e dove il poeta fa emergere un atteggiamento stoico e positivo per il prosieguo della sua esistenza.

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Modica 07/08/2018                                                                                              Prof. Biagio Carrubba

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