I più bei epigrammi di Callimaco (Dall’Antologia Palatina)

Antologia Palatina
Share Button

Callimaco nacque a Cirene sulla costa dell’Egitto, intorno al 310 a.C.. Si vantava di discendere da Batto, antenato fondatore di Cirene. Callimaco, da giovane, si recò ad Alessandria d’Egitto, poi distintosi per la sua cultura iniziò a lavorare alla corte di Tolomeo II Filadelfo (283-246 a.C.) con l’incarico di catalogare i libri della Biblioteca di Alessandria. Dopo la morte del faraone Tolomeo II, lavorò anche per il figlio, Tolomeo III Evergete per la cui moglie, Berenice , Callimaco compose una famosa elegia dal titolo “La chioma Berenice” (245 a.C.) ed un Epinicio nel 244 a.C. Callimaco morì ad Alessandria d’Egitto intorno al 240 a.C.. La Suda (opera che riporta le vite degli antichi scrittori greci e latini) afferma che Callimaco fu autore di oltre 800 rotoli.
Le opere più importanti di Callimaco sono:

1) Sei Inni;
2) Sessantatré Epigrammi (tutti conservati nell’Antologia Palatina);
3) Le Origini (Aitia) che contengono la famosa storia d’amore tra Aconzio e Cidippe;
4) I Giambi;
5) L’Ecale (è un epillio, cioè piccolo poemetto).
Con queste opere, Callimaco diede inizio ad una nuova poetica ellenistica che poi ebbe molto successo nel mondo latino con i “Poetae novi” (poeti nuovi), definiti da Cicerone: Neoteroi.
Le caratteristiche principali della nuova poetica di Callimaco sono:
1) la commistione dei generi (poliedia);
2) la varietà delle forme (poikilia);
3) la brevità;
4) l’originalità;
5) l’eleganza;
6) l’esilità (leptotes);
7) la pluralità della metrica (polimetria);
8) l’erudizione;
9) la metapoesia;
10) Callimaco abbandonò e tralasciò la poesia epica, che aveva come stile il pathos, e scelse e preferì la poesia amorosa e  giocosa, che aveva come stile il delectare (cioè intrattenere e divertire);

Il motto di Callimaco pervenutoci fino a noi che sintetizza la sua nuova poetica, è questo:
Grosso libro, grosso guaio”.

Callimaco

Callimaco

II

La maggioranza degli epigrammi è scritta in distici elegiaci. Questi trattano i più svariati argomenti.
I più bei epigrammi di Callimaco sono:

“Ad Eraclito
Qualcuno mi ha detto della tua morte, Eraclito;
ciò mi ha mosso al pianto, ricordando noi due
quante volte abbiamo visto tramontare il sole.
E adesso, amico di Alicarnasso, sei da tempo polvere;
ma le tue poesie vivono ancora; su di loro il rapace Ade,
su di esse, non potrà allungare le sue mani.”
A.P., Liber VII, 80.

“ Callignoto
Callignoto giurò a Ionide che mai né amico né amica
avrebbe guardato più di lei.
Giurò, ma, come si sa, i giuramenti d’amore non arrivano
nelle orecchie degli dei. Ecco ora lui, Callignoto, brucia
d’amore per un ragazzo e non si cura più della povera fanciulla
che la valuta come i Megaresi che allora non valevano niente.”
A.P., Liber V, 6.

“Cretide
Cretide era molto brava a raccontare storielle
e sempre pronta ai bei giochi, e molte ragazze
di Samo la cercavano. Era simpatica e chiaccherina.
Ma ora lei dorme il sonno a cui tutti siamo costretti.”
A.P., Liber VII, 459

“Passante, io fui sacerdotessa di Demetra,
poi dei Cabiri, poi di Cibele
e fui la guida di molti giovinette,
la vecchia che qui è polvere…
ebbi due figli: nelle loro braccia
chiusi gli occhi alla luce,
florida di vecchiezza. Va e sii felice.”
A.P., Liber VII, 728

Questi quattro epigrammi sono molto belli e mi piacciono molto.

Il Prof. Biagio Carrubba e Mario Basile

Il Prof. Biagio Carrubba e Mario Basile

Modica, 13 maggio 2015

Biagio Carrubba

Share Button

Replica

Puoi usare questi tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>