Gli epigrammi protrettici più belli. Tratti dall’Antologia Palatina (10).

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Gli epigrammi protrettici più belli.
Tratti dall’Antologia Palatina (10).

X
Gli epigrammi protrettici.

Fra gli epigrammi protrettici, cioè quelli che tendono a stimolare, ad esortare riporto, qui di seguito, i più belli. Questi epigrammi sono rivolti al risveglio delle coscienze e delle anime ed esortano allo studio della filosofia. Dal greco protreptikos che significa “stimolare”. Tutti quanti questi epigrammi fanno parte del X libro dell’Antologia Palatina.

1
-Anonimo-
Dall’antologia palatina, Liber X, 3.
“Dritta è la via che scende all’Ade,
sia che tu muova da Atene o parta,
cadavere, da Meroe. Non ti crucciare
se lungi dalla patria moristi: uno è
il vento che da ogni dove porta all’Ade.”

2
– Luciano-
Dall’antologia palatina, Liber X, 26.
“Come uno che morrà, godi i tuoi beni,
come uno che vivrà, risparmia i tuoi averi.
È saggio l’uomo che, tenendo conto
d’ entrambe le cose, accorda con misura
risparmio e spesa.”

3
– Luciano-
Dall’antologia palatina, Liber X, 28.
“Per chi è fortunato, l’intera vita è breve;
per chi è sfortunato una sola notte è infinita.”

4
– Luciano-
Dall’antologia palatina, Liber X, 35.
“Se hai fortuna, sei caro agli uomini e
sei caro agli Dei e facilmente ascoltano
i tuoi voti. Se cadi, nessuno più ti è amico,
ma tutto ti è ostile e ogni cosa muta
ai colpi di Fortuna.”

5
-Luciano-
Dall’antologia palatina, Liber X, 41.
“La ricchezza dell’anima è la sola vera ricchezza;
nel resto c’è più dolore che possesso.
Facoltoso e ricco è giusto chiamare quell’uomo
che è capace di usare i suoi beni.
Chi si consuma nei conti, per la brama continua
di ammassare ricchezze, s’affaticherà
come l’ape nei favi pieni di fori,
mentre altri raccoglieranno il miele.”

6
-Pallada-
Dall’antologia palatina, Liber X, 45.
“Se tu rammentassi, o uomo, che cosa fece
tuo padre nel seminarti, deporresti la superbia.
Ma Platone, fantasticando, ti infuse boria,
chiamandoti “immortale” e “germoglio celeste”.
Ma tu sei nato dal fango; perché sei superbo?
Così direbbe chi volesse amarti con un’immagine
più decorosa. Ma se cerchi la vera parola, sei nato
da sfrenata lussuria e da una goccia impura.

7
-Pallada –
Dall’antologia palatina, Liber X, 57.
“Dio abbia in odio il ventre e i cibi del ventre;
per colpa loro, la castità si infrange.”

8
-Pallada-
Dall’antologia palatina, Liber X, 58.
“Nudo venne sulla Terra, e nudo andrò sottoterra.
Perché affannarmi invano, se vedo nudo il fine?”.

9
– Pallada-
Dall’antologia palatina, Liber X, 59.
“L’attesa della morte è dolorosissima pena;
e un uomo, morendo, fa questo guadagno.
Perciò non piangere chi se ne va dalla vita, perché
dopo la morte non c’è una seconda sofferenza.”

10
– Pallada –
Dall’antologia palatina, Liber X, 60.
“Sei ricco. Che altro? Andandotene, ti trascini
i denari nella bara, quando ti ci ficcano?
Con spesa di tempo ammassi quattrini,
ma alla durata della tua vita non puoi aggiungere nulla.”

11
– Agazia Scolastico –
Dall’antologia palatina, Liber X, 69.
“Perché temete la morte, che è madre di pace,
che fa cessare malattie e dolori di povertà?
Viene una volta sola per gli uomini e nessuno
la vide mai venire una seconda volta;
le malattie invece sono molte e varie,
passano dall’uno all’altro e sempre cambiano.”

12
– Paolo Silenziario –
Dall’antologia palatina, Liber X, 74.
“Non esaltarti per l’onda di opulenza fortuna,
né l’angoscia pieghi la tua libertà. Tutta la vita
è agitata da instabili venti e spesso tirata di qua e di là.
Salda e immutabile è la Virtù;
col suo solo sostegno varca animosamente
i flutti della vita.”

13
– Paolo Silenziario –
Dall’antologia palatina, Liber X, 76.
“Non il vivere è per natura piacevole,
ma il bandire dal petto le cure che imbiancano le tempie.
Desidero avere ricchezza bastante;
l’eccessiva folle cura per l’oro consuma l’animo!
Perciò fra gli uomini spesso troverai che la
povertà è preferibile alla ricchezza e che
la morte è preferibile alla vita.
Conscio di ciò, dirigi le vie del cuore mirando
ad una speranza sola: la Sapienza.”

14
– Antifane –
Dall’antologia palatina, Liber X, 100.
“Breve è per noi, miseri uomini, il tempo di tutta la vita,
anche se la canuta vecchiaia ci attende.
Più breve ancora è il tempo della giovinezza;
perciò, quando è la nostra età fiorita,
vi sia di tutto in copia: canto, amore, brindisi.
Gravoso è, dopo l’inverno, la Vecchiaia.
Neppure per dieci mila euro ti si rizzerà:
tale l’impotenza che ti coglie.”

15
– Simonide –
Dall’antologia palatina, Liber X, 105.
“Qualcuno gode, perché io, Teodoro, sono morto.
Un altro farà lo stesso con lui. Alla morte tutti siamo dovuti.”

16
-Anonimo –
Dall’antologia palatina, Liber X, 118.
“Come nacqui? E da dove? Perché venni?
Per andarmene? Come posso capire qualcosa
se non so nulla? Nacqui dal nulla; e di nuovo
sarò quello che ero prima. Nulla e nullità
è la stirpe dei mortali. Su, versami
il piacevole flusso di Bacco:
è questa la medicina contro i mali.”

17
– Glicone –
Dall’antologia palatina, Liber X, 124.
“Tutto è farsa, tutto è polvere, tutto è nulla,
perché tutto nasce dall’irrazionale!”

Ho scelto questi epigrammi protrettici perché li reputo saggi, belli, variegati e colti.

 

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Modica, 09 maggio 2020                                                                       Prof. Biagio Carrubba

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