Gli epigrammi più belli di Callimaco
(Dall’Antologia Palatina)
Callimaco nacque a Cirene sulla costa della Libia, intorno al 305 a.C. Si vantava di discendere da Batto, antenato fondatore di Cirene. Callimaco, da giovane si recò ad Alessandria d’Egitto, poi distintosi per la sua cultura iniziò a lavorare alla corte di Tolomeo II Filadelfo con l’incarico di catalogare i libri della Biblioteca di Alessandria. Dopo la morte del faraone Tolomeo II, lavorò anche per il figlio, Tolomeo III Evergete per la cui moglie, Berinice, Callimaco compose una famosa elegia dal titolo “La chioma Berenice”. Callimaco morì ad Alessandria d’Egitto intorno al 240 a.C. La Suda (opera che riporta le vite degli antichi scrittori greci e latini) afferma che Callimaco fu autore di oltre 800 rotoli.
Le opere più importanti di Callimaco sono.
1) Sei Inni;
2) Sessantatré Epigrammi (tutti conservati nell’Antologia Palatina);
3) Le Origini (Aitia che contiene la famosa storia d’amore tra Aconzio e Cidippe);
4) I Giambi;
5) L’Ecale (è un epillio, cioè piccolo epos).
Con queste opere, Callimaco, dà inizio ad una nuova poetica ellenistica che poi avrà molto successo nel mondo latino sui nuovi poeti, definiti da cicerone: Neoteroi.
Le caratteristiche principali della nuova poetica di Callimaco sono.
1) la commistione dei generi (poliedia);
2) la varietà delle forme (polichia);
3) la brevità;
4) l’originalità;
5) l’eleganza;
6) l’esilità (leptotes);
Il motto di Callimaco pervenutoci fino a noi che sintetizza la sua nuova poetica, è questo.
“Grosso libro, grosso guaio”.
II
La maggioranza degli epigrammi è scritta in distici elegiaci. Questi trattano i più svariati argomenti.
Gli epigrammi più belli di Callimaco sono.
Ad Eraclito
Qualcuno mi ha detto della tua morte, Eraclito;
ciò mi ha mosso al pianto, ricordando noi due quante volte
abbiamo visto tramontare il sole.
E adesso, amico di Alicarnasso, sei da tempo polvere;
ma le tue poesie vivono ancora; su di loro il rapace Ade,
su di esse non potrà allungare le sue mani.
A.P., Liber VII, 80.
“Callignoto”
Callignoto giurò a Ionide che mai né amico né amica
avrebbe guardato più di lei.
Giurò, ma come si sa i giuramenti d’amore non arrivano
nelle orecchie degli dei. Ecco ora lui, Callignoto, brucia
d’amore per un ragazzo e non si cura più della povera fanciulla
che la valuta come i Megaresi che allora non valevano niente.”
A.P., Liber V, 6.
“Cretide”
Cretide era molto brava a raccontare storielle
e sempre pronta a i bei giochi, e molte ragazze
di Samo la cercavano. Era simpatica e chiacchierina.
Ma ora lei dorme il sonno a cui tutti siamo costretti.”
A.P., Liber VII, 459
Modica, 04 aprile 2019 Prof. Biagio Carrubba
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