GESUALDO BUFALINO. L’OPERA POETICA. L’AMARO MIELE

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GESUALDO BUFALINO
L’OPERA POETICA
L’AMARO MIELE

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“L’AMARO MIELE”, opera poetica postuma di G. Bufalino, è il libro di poesie che raccoglie le sue poesie già pubblicate nella prima edizione del 1982 e nella seconda edizione del 1989. Dopo la morte del poeta, nel giugno 1996, è uscita, postuma, la terza edizione, con l’aggiunta di nuove poesie che sono contenute nella sezione Senilia. Le tre sezioni della raccolta poetica sono disposte in questo ordine:
1. Prima sezione. L’amaro miele; poesie dal n. 1 al n. 96.
2. Seconda sezione. Senilia; poesie dal n. 97 al 108.
3. Terza sezione. Rimanenze; poesie dal n. 109 al 135.
La tematica fondamentale della poetica di Bufalino è essenzialmente autobiografica. Il poeta esprime i sui sentimenti, la sua visione di vita, che rimane pessimistica ed intrisa di dolore, ma non priva di momenti felici. Il titolo stesso “L’AMARO MIELE” esprime questa visione di vita e dà il tono emotivo ed esistenzialistico all’intera raccolta poetica. La vita, si potrebbe dire, è un “amaro miele”, cioè è un miele che diventa amaro per le troppe tristezze e per i troppi dolori che la attraversano. L’intera produzione poetica presenta, anche, una lexis bella ed originale, come è nello stile di Bufalino, barocca e creativa che rendono alcune poesie affascinanti, suggestive, uniche e piene di bellezza letteraria. I temi delle poesie spaziano da un argomento ad un altro, con facilità, e hanno una larghezza di veduta eccezionale, ricche di riferimenti classici e letterari che ne aumentano il livello poetico ed estetico.

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Io, B. Carrubba, ho scelto queste due poesie perché le reputo le più belle dell’intera opera poetica. Le due poesie sono: CURRICULUM (poesia n. 104 pag. 137) della sezione Senilia e la poesia RISARCIMENTO (poesia n. 135 pag. 180) della sezione Rimanenze. (Einaudi editore 1996).

La prima poesia è CURRICULUM.

Testo della poesia.

Curriculum
Si stupisce del gioco che inizia.
Tutti i sensi appassiona all’avventura.
Si cinge una corona surrettizia
nella clausura delle quattro mura.

Cresce in voce, in statura ed in malizia.
Scopre in un grembo caldo la paura.
D’esistere s’affligge e si delizia.
Si flagella, bestemmia, prega, abiura.

Triste in ilarità, lieto in tristizia,
dei suoi giorni la callida giuntura
adombra in ardue sillabe di Pizia.

Sanguina all’alba da una piaga oscura.
Stremato dall’assidua milizia,
si misura con l’ultima impostura.
Da Calende greche (1992).

Il tema della poesia.
Il tema della poesia è quello della vita e della crescita dell’uomo che va dal momento della nascita al momento della morte. Il bambino, appena nato, si stupisce di ogni cosa che vede e che tocca. Poi, quando diventa fanciullo, nei suoi giochi, dentro la solitudine della sua casa, si mette in testa, per gioco, una corona per imitare i grandi e sentirsi adulto e, in questo modo, sogna di diventare un re. Poi cresce e diventa adulto che, a volte si addolora, mentre altre volte gioisce della vita. l’uomo adulto e maturo può fare tante cose tra cui: flagellarsi, bestemmiare, pregare, abiurare. Per esperienza sa che nella vita attraversa momenti di gioia a cui seguono momento tristi e ha giorni tristi a cui seguono giorni lieti. Cerca di capire la vita pratica, interpretando e capendo le difficili parole della Pizia, cioè cerca di scoprire il mistero della vita attraverso le parole della scienza e della religione. Il bambino nasce in mezzo al sangue da un cavo buio, poi nell’ora della morte, il vecchio, ormai stremato dalla lunga lotta della vita, affronta la morte cioè l’ultima impostura della natura.

Parafrasi della poesia.
Il bambino si stupisce della vita che inizia.
Egli attiva tutti i sensi all’avventura della vita.
Da fanciullo si mette in testa una corona finta
Nella solitudine delle quattro mura di casa.

Cresce in voce, in dimensioni ed in egoismo.
Scopre la paura, seduto sopra le gambe della madre.
Si addolora e si delizia della sua esistenza.
Si tormenta, bestemmia, prega, abiura.

Egli è triste nella gioia, ed è lieto nella sventura.
Cerca di dare una spiegazione alla sua esistenza,
cercando di superare le difficoltà della vita.

Quando nasce sanguina dal cavo uterino
poi, da vecchio, stremato dalla vecchiaia,
senza sangue nelle vene combatte e resiste alla morte.

Il messaggio della poesia.
Il messaggio della poesia è quello di indicare la continua trasformazione dell’uomo che, nella sua lunga e faticosa crescita, passa attraverso varie fasi di sviluppo sia fisico che psichico. Lo stretto sviluppo fra corpo e psiche accompagna l’intera vita di ogni uomo. La poesia presenta le varie fasi di crescita e lancia il messaggio finale e cioè che l’uomo per tutta la vita combatte la natura, fino alla sua ultima impostura, cioè la morte. L’uomo cerca di capire la vita e cerca di interpellare la Pizia. La vita è, dunque, varia e dura e l’uomo in essa attraversa vari momenti di allegrie e di dolori: può tormentarsi, può bestemmiare, può pregare e può, anche, abiurare. Il sonetto ripercorre in sintesi e molto velocemente alcuni momenti della vita, facendo capire che essa non si arresta mai, come dice il titolo, Curriculum, cioè scorre continuamente, per terminare nella morte, che è l’ultima imposizione della natura.

Il linguaggio della poesia.
Il linguaggio della poesia è molto alto e raffinato, composto da un lessico particolare e a volte difficile. La struttura sintattica della poesia è piana e regolare, anche se è ricca di sintagmi difficili e ricercati. La lexis è fatta soprattutto da proposizioni paratattiche e da un ritmo sostenuto e notevole.

Le figure retoriche della poesia.
Le figure retoriche della poesia sono molte e particolari, come la “Quaterna” cioè la sequenza di quattro parole consecutive e le numerose vox medie, cioè il tono medio della poesia. Queste figure retoriche ed altre conferiscono alla poesia un tono energico e teso e una qualità poetica molto alta.

La bellezza della poesia.
La poesia esprime molto bene, in sintesi, le varie fasi della crescita dell’uomo: la fanciullezza, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia. Dapprincipio il bambino si appassiona alla crescita e mette tutti i suoi sensi nello sviluppo del proprio corpo e della propria personalità. Poi il giovane cresce, la sua voce diventa più tonica e cavernosa e implementa, anche, la cattiveria. Nell’età adulta subisce il dolore, ma gode delle belle gioie della vita. ogni uomo è diverso dagli altri. Vi sono uomini che pregano e altri che abiurano, vi sono uomini che bestemmiano e altri che si tormentano. Cerca di dare un senso alla sua vita interpretando le parole ambigue della sibilla. Sa che è nato dal sangue e nel sangue morirà, cioè quando il sangue finisce di scorrere nelle sue arterie. Dopo aver combattuto contro la natura deve combattere anche contro la morte che è l’ultima imposizione della natura, in quanto la natura toglie la vita così come l’aveva donata. L’uomo non vorrebbe morire, ma deve accettare l’inevitabile fine contro la sua volontà e contro la sua libertà, per costrizione, per obbligo di una forza che è molto più potente di lui, da una forza invisibile, da un mistero che non si riesce né a vedere né a capire.

La seconda poesia è RISARCIMENTO.

Testo della poesia.

Risarcimento
La vita non sempre fa male,
può stracciarti le vele, rubarti il timone,
ammazzarti i compagni a uno a uno,
giocare ai quattro venti con la tua zattera,
salarti, seccarti il cuore
come la magra galletta che ti rimane,
per regalarti nell’ora
dell’ultimo naufragio
sulle tue vergogne di vecchio
i grandi occhi, il radioso
innamorato stupore
di Nausicaa.

Parafrasi della poesia.
La vita non sempre fa male.
(Il più delle volte) può stracciarti le vele, può distruggere la tua razionalità.
(Il più delle volte) può ucciderti i tuoi più cari amici a uno a uno.
(Il più delle volte) può abbattersi come una tempesta sulla tua barca,
può dissalarti, può rendere arido il tuo cuore
come può seccare la magra razione di pane che ti rimane,
ma alla fine della vita
può regalarti nell’ora
della tua ultima tempesta
in mezzo alle tue deboli forze di vecchio
i grandi occhi e lo stupore stupendo
delizioso, lucente e amoroso
di una giovane donna
di Nausicaa.

Il tema della poesia.
Il tema della poesia è la vita stessa, la quale, molte volte, riserva agli uomini dolori, morte e disperazione, ma a volte alla fine di essa può donare, anche, l’amore di una giovane donna che è il dono più bello e prezioso che un uomo possa ricevere sul finire della sua vita. infatti una vita senza amore diventa sterile e vuota come una bottiglia svuotata. L’amore dona alla vita gioia e felicità, mentre una vita vissuta senza amore e da soli rende la vita tediosa, infelice e priva di piaceri e di affetti. La poesia dà alcuni esempi della vita che porta disgrazie come la perdita di amici, o può procurare difficoltà e abbattersi come una tempesta in mare aperto. Può fare inaridire i sentimenti e rendere la vita povera di tutto. Ma, alla fine, quando uno meno se lo aspetta, ormai vecchio e deluso può ricevere l’amore, tanto sognato in gioventù e ormai quasi svanito, allora la vita ricompensa e risarcisce di tutto ciò che non ti aveva dato fino a quel momento.

Il messaggio della poesia.
Il messaggio della poesia è quello di non disperare nella vita. quando sembra che tutto va male e ogni uomo non ha più fiducia nel futuro e diventa un vecchio sconfortato e amareggiato per i dolori e per le frustrazioni che ha subito, allora, inaspettatamente la vita può regalarti il dono più bello per un uomo: l’amore di una giovane donna che s’innamora di te, attenuando e rendendo più dolci gli ultimi e difficoltosi anni della vecchiaia. Questa tesi è suffragata dall’esempio di Nausica che si innamorò di Ulisse, quando naufragò nella terra dei Feaci. Ulisse, ormai vecchio e stanco, durante il viaggio di ritorno verso Itaca, fu trascinato dal mare sulla spiaggia di Nausica, che lo accolse, lo vestì e lo amò. Il titolo stesso della poesia riassume il significato dei dodici versi. La vita, a volte, può risarcire tutte le pene e i dolori che un uomo o una donna può aver subito o attraversato durante la vita e ricevere, nella vecchiaia, tutto l’amore giovane e bello di una deliziosa creatura che non si aveva avuto e praticato nella giovinezza.

Il linguaggio della poesia.
Il linguaggio della poesia è veramente poetico e lirico, chiaro e semplice, perché è costruito con una sintassi paratattica, leggera e veloce che dà alla poesia un respiro ampio e rapido, tanto che tutta la poesia si legge tutta di un fiato. Il linguaggio della poesia contiene molte parole che fanno riferimento al lessico marittimo: timone, venti, zattera, salarti. La poesia allude, senza dubbio, al famoso viaggio di ritorno di Ulisse, quando naufragò, stremato, sulle coste del popolo dei Feaci, dove fu accolto, con amore, da Nausica.

Le figure retoriche della poesia.
La poesia non contiene molte figure retoriche perché è costruita con un linguaggio diretto e spontaneo, ma fa largo uso di linguaggio figurato e simbolico che rende la poesia leggera e lieve. La poesia contiene una similitudine: come Ulisse, naufrago, errante e sfinito, ha avuto l’amore della giovane e bella Nausica, così ogni uomo adulto può ricevere l’amore di una giovane donna, quando ormai non se lo aspetta più. In questo caso Ulisse diventa il simbolo dell’umanità, la quale, fino nella vecchiaia, aspira sempre all’amore di una donna che non ha avuto da giovane.

La bellezza della poesia.
La bellezza della poesia consiste nella leggerezza delle sue espressioni e nel linguaggio lirico e lieve e nel suo contenuto, in quanto vuole tramettere un messaggio positivo e di incoraggiamento per tutti gli uomini arrivati soli e stremati alla vecchiaia. Il poeta dice che nella vita non bisogna mai disperare, perché nell’ultima parte della vita, quella più faticosa e difficoltosa, la vita può donarti e regalarti il dono e la gioia dell’amore di una bella e giovane donna, che risarcisce le sofferenze e le delusioni di tutta la vita vissuta precedentemente, modesta, povera, priva di speranza. Ora, invece, nella vecchiaia la vita si riempie di gioia e di delizia e ogni uomo può godere il radioso sorriso e l’amore di una giovane donna come quelli di Nausica per Ulisse. Infatti Ulisse, dopo tante peripezie sul mare, naufragò nella terra dei Feaci, dove fu accolto e salvato dalla principessa Nausicaa, che gli regalò i suoi grandi occhi e il suo radioso sorriso di innamorata.

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Modica 27/ 10/ 2018                                                                    Prof. Biagio Carrubba

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