Una breve biografia, una cronologia delle opere e un percorso della produzione poetica e teatrale di Bertolt Brecht.

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Una breve biografia, una cronologia delle opere e
un percorso della produzione poetica e teatrale di
Bertolt Brecht.

L’avete conosciuto? Indossava
una giacchetta grigia per essere dimesso,
perché lottava per l’uguaglianza.
Quando un gigante si batte per l’uguaglianza
ci rende tutti uguali a giganti.
Peter Hacks, Brecht.

(Epigrafe tratta dal libro Bertolt Brecht. La vita, l’opera, i tempi di Frederic Ewen. Univ. econ. Feltrinelli. Ristampa 2005. Pagina 15).

I

Berthold Eugen Friedrich nacque a Augsburg (Augusta), vicino Monaco di Baviera, il 10 febbraio 1898 da Berthold Brecht e da Sophie Brezing, una famiglia di recente borghesia. Il padre era cattolico, sua madre era protestante e il giovane Brecht fu educato nella fede della madre. Augusta, come città industriale e commerciale, si distinse, oltre che per le sue imprese bancarie, per i tessili, per l’industria dei coloranti e per l’industria cartiera. Il padre emigrò dalla Foresta nera per lavorare nella cartiera Haindll, di cui diventò il direttore. La fede protestante della madre segnò l’educazione culturale e linguistica del figlio, nella quale la lirica religiosa evangelica e il tedesco di Lutero lasciarono un’impronta decisiva sulla formazione linguistica e culturale di Brecht. Io, B. C., ho tratto tutte le informazioni riguardanti la vita e le opere di Brecht dall’antologia poetica “Bertolt Brecht. Poesie”. A cura di Luigi Forte. Volume I e II. Editori Einaudi. Biblioteca della Pleiade 1999.
Nel 1908, il giovane Brecht si iscrisse al ginnasio di Augsburg. Alcuni suoi compagni di classe furono: Caspar Neher, Rudolf Prestel e altri.
Nel 1913, il giovane Brecht cominciò a scrivere le prime poesie, tra cui “L’albero in fiamme”.
Tra il 1914 e il 1915, il giovane Brecht scrive altre poesie, imbevute di patriottismo e di entusiasmo per la guerra e di tutto ciò che è tedesco.
Nel 1916, il giovane Brecht, in un tema in classe, sul verso Oraziano “Dulce et decorum est pro patria mori”, Brecht espresse un giudizio negativo sulla morte eroica affermando tra l’altro:” Il detto che è dolce e onorevole morire per la patria può essere considerato solo come propaganda per certi scopi. Il congedo dalla vita riesce sempre difficile, a letto come sul campo di battaglia, ma certo più che a tutti ai giovani nel fiore degli anni. Solo teste vuote possono spingere la loro vanità al punto di parlare di un facile salto per l’altra porta, e anche questo lo dicono solo finché si credono lontani dall’ultima ora”. Ma quando la comare morte si avvicina, ecco che se la squagliano con lo scudo in spalla come fece nella battaglia di Filippi l’inventore di questa massima, il grasso giullare dell’imperatore”. Dalla Biblioteca della Pleiade. Volume I. Pagina 1412. L’episodio provocò un piccolo scandalo e Brecht evitò l’espulsione dalla scuola solo grazie all’intervento del padre benedettino Romuald Sauer, amico di famiglia.
Nel 1917, il giovane Brecht conseguì la maturità liceale. Scrisse altre poesie, tra cui “La leggenda della prostituta Evelin Roe, e L’Inno a Dio. Caspar Neher tornò in licenza. Il clan brechtiano festeggiò il ritorno di Neher con canzoni, che Brecht compose e suonò con la chitarra e con scorribande notturne. Già al liceo Brecht mostrò un comportamento indipendente, anticonformista, polemico e tendente a primeggiare sui suoi compagni di classe. Insieme ad alcuni compagni di classe Brecht scriveva la musica per le sue poesie e tutti insieme giravano per la città. Brecht si iscrisse, prima, alla facoltà di filosofia e poi nella facoltà di medicina, ma solo per rinviare la partenza per la guerra.
Nel 1918, Brecht partecipò ai funerali del drammaturgo Wedekind a Monaco. Poco dopo gli dedicò la quartina “Alla sepoltura di Wedekind”. Ecco il testo della poesia dedicata al suo amico Wedekind. (Volume I, pagina 717).

ALLA SEPOLTURA DI WEDEKIND
Sostavano interdetti nei loro cappelli a cilindro
come intorno alla carogna di un avvoltoio. Corvi turbati.
E per quanto si sforzassero (sudando lacrime):
non riuscivano a seppellire questo ciarlatano.

Brecht scrisse la commedia Baal. Prestò il servizio militare in un ospedale di Augusta, dove si curavano malattie veneree. Scrisse la “Canzone per i cavalieri del reparto D”. Nel novembre scrisse la poesia la “Leggenda del soldato morto”.
Nel 1919, Brecht, il 6 febbraio, partecipò al funerale di Rosa Luxemburg e di Carl Liebknecht. I due coniugi comunisti e spartachisti erano stati assassinati il 16 gennaio. Scrisse critiche teatrali per il giornale socialista “Augusburger Volkswille”; si avvicinò al movimento spartachista. Si esibiva, intanto, come clarinista nella compagnia del comico Karl Valentin. Brecht passò i primi vent’anni della sua vita ad Augsburg che lo segnarono profondamente: sia nel suo tedesco dal forte accento dialettale e sia nel vitto che rimase frugale.
Nel 1920, Brecht andò a Monaco per consegnare il manoscritto di Baal in un teatro. Il 1° maggio muore la madre di Brecht. Il giorno dopo Brecht scrisse la poesia Canzone di mia madre. Ecco il testo della breve, ma intensa e delicata poesiola, dedicata alla scomparsa della madre. (Volume I, pagina 755).

Quando non ci fu più, la misero nella terra.
Sopra di lei crescono i fiori, celiano le farfalle…
lei era leggera, premeva la terra appena.
Quanto dolore ci volle per farla così leggera!
Scrisse la tragedia “Tamburi nella notte”.

Nel 1921, Brecht scrisse an atto unico “Le nozze dei piccoli borghesi” ispirato al teatro di Valentin.
Nel 1922, Brecht Andò a Berlino. Scrisse la poesia “Del povero Bertolt Brecht”. Il 3 novembre sposò la cantante Marianne Zoff. Conobbe il drammaturgo Arnold Bronnen, di cui diverrà grande amico. Si sposò con Marianne Zoff.
Nel 1923, scrisse il dramma Vita di Edoardo II d’Inghilterra, in collaborazione con Lion Feuchtwanger. Conosce la futura moglie Helene Weigel.
Nel 1924, Brecht si trasferì definitivamente a Berlino. Sia Brecht e sia Arnold Bronnen cambiarono il loro nome in Bertolt Brecht e Arnolt Bronner. A novembre conobbe la futura collaboratrice Elisabeth Hauptmann. Brecht scrisse la commedia “Un uomo è un uomo”.
Nel 1925, Brecht strinse amicizia con George Grosz.
Nel 1926, Brecht cominciò a leggere testi di economia e a interessarsi delle teorie di Karl Marx.
Nel 1927, Brecht pubblicò il primo libro di poesie “Libro di devozioni domestiche”. Conobbe il sociologo Fritz Stengerg che lo stimolò ad approfondire gli studi del marxismo. Scrisse la tragedia Mahagonny. Collabora con Erwin Piscator all’interno di un collettivo di un teatro di cui fanno parte anche Tucholsky, Kisch e altri. Il 2 novembre divorzia da Marianne Zoff.
Nel 1928, Brecht scrisse la commedia “L’opera da tre soldi” che andò in scena a Berlino, il 31 agosto, ottenendo un clamoroso successo e rendendo famoso il nome di Brecht in tutta la Germania.
Nel 1929, Brecht sposò, in aprile, Helene Weigel. Il 1° maggio assiste ad una manifestazione di operai, che furono maltrattati dalla polizia tedesca. Questo episodio visto dal vivo da Brecht affrettò la conversione definitiva di Brecht al marxismo. Scrisse l’epitaffio “EPITAFFIO 1919” in memoria di Rosa Luxemburg. Brecht lo pubblicò nella raccolta poetica “Canzoni, poesie, cori” del 1934.
Ecco il testo dell’Epitaffio (volume I, pagina 527).

EPITAFFIO 1919

Ora è sparita anche la Rosa rossa
non si sa dov’è sepolta.
Siccome ai poveri ha detto la verità
i ricchi l’hanno spedita nell’aldilà.

Nel 1930, Brecht mise in scena la commedia “Ascesa e rovina della città di Mahagonny”. Scrisse il dramma didattico “La linea di condotta”, dove Brecht ormai inserì, in alcune scene della commedia, poesie e cori riguardanti tematiche marxiste e comuniste. Scrive anche il dramma “Santa Giovanna dei Macelli” e il dramma didattico “L’eccezione e la regola.” Scrisse, anche, il dramma didattico “Il consenziente”. A ottobre gli nasce, da Helene Weigel, la seconda figlia Barbara.
Nel 1931, Brecht terminò la sceneggiatura del film Kule Wampe. Continuò a scrivere il dramma La Madre e pubblicato nel 1932.
Nel 1932, Brecht andò a Mosca per la rappresentazione del film Kuhle Wampe. Scrisse la commedia Teste tonde e teste a punta. Da novembre con Doblin, Brecht frequentò un ciclo di otto lezioni sul marxismo tenute dal filosofo Karl Korsch. Partecipò alle discussioni con Korsch anche a casa sua per approfondire la dialettica materialistica. Conobbe Margarete Steffin (Grete).
Nel 1933, Brecht, il 28 febbraio, il giorno dopo dell’incendio del Reichstang (Parlamento tedesco) per ordine di Hitler, lasciò Berlino insieme alla moglie e al figlio Stefan.
Si recò dapprima in Svizzera e poi a giugno a Parigi, dove andava in scena il balletto I sette peccati capitali. Arrivò anche Margarete Steffin, la sua preziosa collaboratrice ad ordinare i libri di poesia. L’amica Karin Michaelis invitò la Weigel a trasferirsi in Danimarca. Ad agosto Brecht comprò una casa a Skovsbostrand, vicino a Svendborg, sull’isola di Funen, dove si stabilì, definitivamente, con tutta la famiglia. Ritornò a Parigi, incontrò Margarete Steffin e si mette d’accordo con l’editore Willy Munzberg per pubblicare una raccolta di poesie “Canzoni, poesie, cori” che fu pubblicata l’anno seguente. In autunno l’attrice danese Ruth Berlau andò a conoscere Brecht per invitarlo a una lettura nella capitale danese. A dicembre Brecht si trasferì nella casa di Svendborg dove arrivò anche Margarete Steffin, alloggiata nei dintorni della casa del drammaturgo.
Nel 1934, Brecht pubblicò il Romanzo da tre soldi; scrive il dramma didattico Gli Orazi e i Curiazi.
Nel 1935, Brecht partecipò a Parigi al Congresso internazionale degli scrittori antifascisti, dove lesse un suo testo per la difesa della cultura e contro il nazismo. Scrisse anche il breve saggio Cinque difficoltà per chi scrive la verità. Inizia a scrivere la tragedia Terrore e miseria del terzo Reich.
Nel 1936, Brecht diresse una rivista pubblicata a Mosca “La parola” (Das Wort) insieme a Lion Feuchtwanger e Willi Bredel.
Nel 1937, Brecht scrisse il dramma I fucili di Madre Carrar.
Nel 1938, Brecht completa il dramma Terrore e miseria del terzo Reich e il dramma L’anima buona del Sezuan. Risponde ad una polemica con Lukàcs, sul dibattito del realismo e del formalismo. Scrive la commedia Vita di Galileo.
Nel 1939, Brecht fuggì dalla Danimarca e si recò a Stoccolma nell’isola di Lidingo. Pubblicò il libro di poesie “Poesie di Svendborg”. Scrisse la tragedia Madre Courage e i suoi figli.
Nel 1940, Brecht fuggì dalla Svezia e andò in Finlandia. Scrisse il dramma La resistibile ascesa di Arturo Ui, ultima opera scritta in collaborazione con Margarete Steffin.
Nel 1941, Brecht fuggì dalla Finlandia, passò per Mosca dove Margarete Steffin morì il 30 maggio. Il 4 giugno, Brecht, mentre era in viaggio, ricevette la notizia della morte di Margarete Steffin. Con la famiglia attraversò la Russia, con il treno, fino a Vladivostok. Da qui s’imbarcò, raggiunse gli USA e si stabilì a Santa Monica, quartiere di Hollywood, a Los Angeles. Scrisse l’epitaffio per Walter Benjamin, dopo avere saputo del suo suicidio, il 26 settembre 1940 a Port Bou, alla frontiera franco-spagnola. Ecco il testo dell’epitaffio. (Volume II, pagina 999).

A WALTER BENJAMIN CHE SI TOLSE LA VITA
MENTRE FUGGIVA DAVANTI A HITLER.

Stancare l’avversario, la tattica che ti piaceva
quando sedevi al tavolo degli scacchi, all’ombra del pero.
Il nemico che ti cacciava via dai tuoi libri
non si lascia stancare da gente come noi.

Nel 1942, Brecht frequentò alcuni intellettuali tedeschi che vivevano a Los Angeles e New York. Scrisse il dramma Le visioni di Simona Machard. Ad agosto scrisse la raccolta di poesie “Acquisto dell’ottone”. A settembre scrisse e consegnò, anche, al suo amico Eisler, che finì di musicarle, le “Elegie di Hollywood”.
Nel 1943, Brecht si recò a New York a trovare la sua amica e amante Ruth Berlau e a cercare un nuovo lavoro per sé. Incontra vari amici; lavora alla stesura della commedia La Duchessa di Amalfi. Inizia a scrivere il dramma Schweyk nella seconda guerra mondiale. Inizia una polemica con lo scrittore Thomas Mann. Finisce di scrivere il dramma dello Schweyk completamente rivisto e revisionato da Rut Berlau.
Nel 1944, Brecht inizia a lavorare al dramma Il cerchio di gesso del Caucaso. Brecht, insieme con la moglie Helene Weigel e con l’attore Charles Laughton, incontra Chaplin con il quale ebbe una breve amicizia.
Nel 1945, Brecht cominciò a tradure in versi il famoso Manifesto comunista di Carl Marx. A luglio comincia a lavorare insieme con l’attore Charles Laughton per tradurre in inglese la Vita di Galileo.
Nel 1946, Brecht scrisse la seconda redazione della Vita di Galileo, con la collaborazione dell’attore Charles Laughton che recitò il personaggio di Galileo nella rappresentazione teatrale del 1947.
Nel 1947, Ad agosto Karl Korsch visitò Brecht e lo esortò a terminare la versificazione del Manifesto comunista di Marx. Brecht, il 30 ottobre, comparì davanti al “Comitato per le attività antiamericane”, rispondendo alle domande facendo la parte dello gnorri. Il 31 ottobre partì con l’aereo alla volta di Parigi. Il primo novembre atterrò a Parigi. A novembre, pochi giorni dopo, ritornò a Zurigo, dove scrisse un rifacimento dell’Antigone di Sofocle, nella traduzione di Hoderlink.
Nel 1948, il 22 ottobre, Brecht fece rientro a Berlino Est, dopo 15 anni di esilio. Alla fine dell’anno scrisse i due epitaffi dedicati a Rosa Luxemburg e Carl Liebknecht, ma pubblicati nel gennaio del 1949. Ecco i testi dei due epitaffi.

L’epitaffio per Liebknecht (volume II, pagina 1211)

EPITAFFIO LIEBKNECHT

Qui giace
Karl Liebknecht
combattente contro la guerra.
Quando fu assassinato
la nostra città era ancora in piedi.

L’epitaffio per Rosa Luxemburg (volume II, pagina 1213).

EPITAFFIO LUXEMBURG

Qui giace sepolta
Rosa Luxemburg
ebrea di Polonia
in prima linea sul fronte dei lavoratori tedeschi
assassinata per mandato
di oppressori tedeschi. Oppressi
seppellite la vostra discordia!

Nel 1949, Brecht venne nominato sovrintendente del teatro Berliner Ensemble. Brecht con sua moglie, prima attrice del teatro, allestì le prime rappresentazioni teatrali, con le quali il Berliner Ensemble diventò una delle più importanti compagnie teatrali europee. Brecht si dedicò, soprattutto, alla attività di regista del teatro. Completò il dramma I giorni della Comune.

Nel 1950, Brecht e sua moglie ottengono la cittadinanza austriaca. Ma la R.D.T. gli assegnò una casa a Berlino e i due coniugi si trasferiscono nella nuova casa del sobborgo berlinese.
Nel 1951, Brecht modificò la commedia Interrogatorio di Lucullo in La condanna di Lucullo per apportarvi la distinzione tra guerra giusta e guerra ingiusta.
Nel 1952, Brecht acquistò la tenuta di campagna a Buckow. A luglio Brecht cominciò a frequentare la tenuta campestre per riposarsi e comporre le nuove poesie. Rifece il Coriolano di Shakespeare.
Nel 1953, Brecht assistette, il 17 giugno, all’insurrezione degli operai di Berlino e scrisse una lettera di protesta a Walter Ulbricht il quale, però, pubblicò la parte finale della lettera, nella quale Brecht difendeva il partito comunista. Brecht, tra luglio e agosto, scrisse le poesie Elegie di Buckow.
Nel 1954, Brecht completò la redazione definitiva della commedia Turandot ovvero il congresso degli imbiancatori. Scrisse la poesia 1954 prima metà. Biblioteca della Pleiade. Volume II. Pagina 1353.

Testo della poesia. 1954: PRIMA META’

Senza grave malattia, senza grave inimicizia.
Lavoro in quantità.
Ho ricevuto la mia parte di patate nuove,
di cetrioli, di asparagi, di fragole.
Ho visto il lillà a Buckow, il mercato di Bruges,
i canali di Amsterdam, le Halles di Parigi.
Ho goduto le gentilezze della cara A. T.
Ho letto le lettere di Voltaire e il saggio di Mao
sulla contraddizione.
Ho messo in scena Il cerchio di gesso al teatro del
Schiffbauerdamm.

Nel 1955, Brecht andò a Mosca per ricevere il premio Stalin. Diede disposizioni per le esequie del suo funerale. Pubblicò L’Abicì della guerra. Nell’estate del 1955 Bertolt Brecht inviò un memorandum all’Accademia delle Arti nel quale spiegava e indicava lo svolgimento del suo funerale.
“Alla mia morte non voglio che la mia salma riceva nessun genere di onori, né che venga esposta al pubblico. Dispongo che non siano pronunciati discorsi sula mia tomba. Desidererei essere sepolto nel cimitero vicino a casa mia, nella Chausseestrasse.” Citazione presa dal libro di F. Ewen. Bertolt Brecht. La vita, l’opera, i tempi. Pagina 432. Univers. Econom. Feltrinelli. Io, B. C., faccio notare che queste disposizioni funebri di Brecht sono quasi uguali a quelli che Luigi Pirandello volle per il suo funerale, morto, esattamente, venti anni prima, nel 1936 a Roma.
Nel 1956, Brecht si recò a Milano, al Piccolo teatro, per assistere alla prima rappresentazione dell’Opera da tre soldi, con la regia di Giorgio Strehler. Ecco come Klaus Volker nel libro Vita di Bertolt Brecht (Einaudi 1978. Pagine 403 404), descrive gli ultimi giorni di vita di Brecht e come racconta la cerimonia funebre di Brecht. “All’inizio di maggio si era fatto ricoverare alla Charité per curare i postumi di una influenza da virus. Anche dopo essere stato dimesso continuò a sentirsi così debole che si lasciò convincere da Peter Suhrkamp a farsi curare insieme con lui in una clinica privata di Monaco nell’ultima settimana di agosto e nelle prime due di settembre. Brecht morì il 14 agosto a causa di un infarto cardiaco. La sera del 14 agosto, alle sei, Brecht perse conoscenza, e morì poco prima della mezzanotte. Il 17 agosto, alle nove del mattino, ebbero luogo i funerali in forma strettamente privata. Brecht, secondo la sua volontà, fu seppellito, senza cerimonie, nel cimitero di Dorotheen Friedhof, che si scorgeva dalle finestre della sua abitazione. Là giace in un angolo adiacente la strada, di fronte alle tombe di Hegel e di Fichte, sotto una pietra dai contorni irregolari, che porta incise soltanto le lettere del suo nome: Bertolt Brecht. La famiglia, i collaboratori più stretti, come pure gli amici Hanns e Gerhart Eisler, Erich Engel. J. Becher accompagnarono il feretro alla tomba. Accanto alla tomba di Brecht ora riposano le persone che lo hanno voluto bene e che hanno lavorato con lui: la moglie Helene Weigel, Elisabeth Hauptmann, Ruth Berlau. Alla tomba, al cimitero lì vicino, per giorni e giorni si poté osservare un continuo andirivieni: “Tutto si trasmuta. Cominciare da capo/tu puoi con l’ultimo respiro. /Ma ciò che è stato è stato.” Questa poesia nel 1944, ora la si può leggere, tutta completa, nel libro Luigi Forte. Brecht poesie. Biblioteca della Pleiade. Volume II. Pagina 1119). Ecco la continuazione della stessa strofa e gli ultimi versi della poesia. “E l’acqua/che hai versato nel vino, non puoi più recuperarla. /Ciò che è stato è stato. L’acqua/che hai versato nel vino, non puoi/più recuperarla, ma/tutto si trasmuta. Cominciare da capo/tu puoi con l’ultimo respiro.”

II
Le opere teatrali di Bertolt Brecht.

(Quando lessi Das Kapital di Marx compresi le mie opere. È ovvio che io desideri un’ampia diffusione di questo libro. Naturalmente non scoprii di avere inconsciamente scritto un’intera serie di dramma marxisti, ma Karl Marx fu l’unico spettatore dei miei drammi che io abbia tenuto presente. Un uomo dagli interessi di Marx avrebbe senz’altro apprezzato i miei testi, e non per la loro intelligenza, ma per la sua). Citazione tratta dal libro Bertolt Brecht. La vita, l’opera, i tempi di Frederic Ewen. Univ. econ. Feltrinelli. Ristampa 2005. Pagine 138 – 139).

N. 1 Baal 1918;
N. 2 Tamburi nella notte 1919;
N. 3 Nella giungla delle città 1921 – 1924;
N. 4 Vita di Edoardo Secondo d’Inghilterra 1924;
N. 5 Un uomo è un uomo 1926;
N. 6 L’opera da tre soldi. 1928;
N. 7 Ascesa e rovina della città di M 1928 – 1929;
N. 8 L’accordo 1929;
N. 9 Santa Giovanna dei Macelli 1929 – 1930;
N. 10 Il consenziente e il dissidente 1929 – 1930;
N. 11 La linea di condotta 1930;
N. 12 La madre 1930 – 1932;
N. 13 L’eccezione e la regola 1930; collaboratrice E. Hauptmann
N. 14 Gli Orazi e i Curiazi 1934; collaboratrice M. Steffin.
N. 15 Teste tonde e teste a punta 1932 – 1934; collaboratrici: E. Hauptmann e M. Steffin.
N. 16 Terrore e miseria del terzo Reich 1935 – 1938; collaboratrice M. Steffin.
N. 17 I fucili di madre Carrai 1937; collaboratrice M. Steffin.
N. 18 Madre Courage e i suoi figli 1939; collaboratrice M. Steffin.
N. 19 Vita di Galileo 1938 – 1939; collaboratrice M. Steffin.
N. 20 L’anima buona del Sezuan 1938 – 1940; collaboratrici: R. Berlau e M. Steffin.
N. 21 Il signor Puntella e il suo servo Matti 1940- 1941;
N. 22 La contenibile ascesa di Arturo Ui 1941; collaboratrice M. Steffin.
N. 23 Le visioni di Simona Machard 1941 – 1943; collaboratore Lion Feuchtwanger;
N. 24 Schweyk nella seconda guerra mondiale1941 – 1944;
N. 25 Il cerchio di gesso del Caucaso 1944 – 1945; collaboratrice R. Berlau;
N. 26 I giorni della Comune 1948 – 1949; collaboratrice R. Berlau;
N. 27 Rifacimento del Coriolano di Shakespeare 1951;
N. 28 Turandot ovvero Il congresso degli imbiancatori. 1953.

Le opere poetiche di Bertolt Brecht sono le seguenti.

N. 1 Libro di devozioni domestiche pubblicato nel 1927;
N. 2 Libro di lettura per gli abitanti delle città 1930;
N. 3 I Sonetti di Augusta 1925 – 1927; inedite durante la vita di Brecht;
N. 4 Sonetti 1932 – 1933; inedite durante la vita di Brecht;
N. 5 Canzoni, poesie, cori pubblicato nel 1934;
N. 6 Poesie e frammenti 1913 – 1933; inedite durante la vita di Brecht;
N. 7 Poesie 1934 – 1938; inedite durante la vita di Brecht;
N. 8 Poesie di Svendborg pubblicato nel 1939;
N. 9 Poesie 1938 – 1941; postume;
N. 11 Raccolta Steffin 1938 – 1941; postume;
N. 12 Elegie di Hollywood 1942;
N. 13 Poesie in esilio 1942 – 1945
N. 14 L’Abicì della guerra, scritto nel 1945 e pubblicato nel 1955;
N. 15 Satire tedesche (parte seconda) 1945
N. 16 Canti per bambini 1950 – 1952
N. 17 Poesie 1947 – 1953
N. 18 Elegie di Buckow, scritte nel 1953 e pubblicate 1964 (Berlino Est);
N. 19 N. 13 Poesie dall’acquisto dell’ottone
N. 20 Poesie e frammenti 1954 – 1956; postume; (Berlino Est).

Baal.

Il primo dramma di Brecht fu Baal scritto nel 1818. Il dramma mette in scena la storia di un giovane poeta asociale, dedito ai piaceri materiali, che uccide il suo migliore amico e poi alla fine scappa nel bosco dove muore. Brecht si rifà alla vita di Paul Verlain e Arthur Rimbaud. Brecht, nel dramma, mette in scena il balordo Baal dedito a una vita trasgressiva, edonistica e materialistica. Per descrivere questa vita, che diventa errabonda, anarchica ed immorale, Brecht si rifà alla vera vita Paul Verlaine e Arthur Rimbaud. Brecht stesso nel 1954 ha scritto che “Baal è un essere asociale, ma che vive in una società antisociale”. La visione di Brecht giovane era davvero antisociale, ma era solo il punto di partenza che avrà, per fortuna, un esito ben diverso e opposto a questa visione giovanile, grazie alle opere di Marx che tra il 1926 e il 1927 lo faranno diventare un fervente comunista. Comunque lo spirito da cui muove Baal ed ogni essere umano è quello definito dallo stesso Brecht in un testo del ’54: “È impossibile soffocare totalmente negli uomini il desiderio della felicità”. Altri drammi del primo periodo sono: Tamburi nella notte. (1919). Nella giungla delle città. (1921 – 1924). Vita di Eduardo II d’Inghilterra. (1923 – 1924). Un uomo è un uomo (1924 1926).

III
Percorso della produzione poetica e teatrale

Il percorso della produzione teatrale, poetica, romanziera, filosofica di Brecht è nettamente diviso in due periodi della sua vita: la prima produzione va dal 1918 al 1926, la seconda va dal 1927 fino alla morte. La prima produzione teatrale porta in scena personaggi emarginati, o reduci, o combattenti per la piccola o grande proprietà. Brecht mette in scena personaggi asociali come Baal, o reduci come Andrea, cioè personaggi che, benché in rivolta contro la società capitalistica, in fondo non la combattono in nome del proletariato, bensì per motivi e vantaggi personali. Sono, in definitiva, dei personaggi marginali ed emarginati, o balordi o piccolo borghesi. Ma nel 1926 Brecht cominciò a leggere i libri di Karl Marx, e contestualmente alla lettura delle sue opere, iniziò a diventare sempre di più un marxista. Poi lesse i testi di F. Engels e di Lenin. Tra il 1926 e il 1929 Brecht cambiò, dunque, totalmente il suo punto di vista sul capitalismo e sulla Germania, così dal 1929 cambiò completamente anche i suoi testi per il teatro; ora egli rappresentava in scena temi, argomenti e personaggi del marxismo e problematiche inerenti al comunismo. Egli vedeva ora la società come lotta di classe; da una parte gli sfruttati e dall’altra parte gli sfruttatori e quindi il proletariato da un lato e i capitalisti dall’altro. Nei “drammi didattici” Brecht inneggiava al comunismo, portando in scena personaggi che erano in lotta contro le regole della tradizione capitalistica. Le grandi idee marxiste che Brecht sviluppò dalle opere di Marx furono: 1) giudicare il capitalismo dal punto di vista marxista e non capitalistico; 2) giudicare l’ascesa del nazismo dal punto di vista del capitalismo e dal punto di vista del Marxismo; 3) dire la verità su Hitler; 4) seguire alcune idee guida di Lenin facendo sue alcune opere come “La verità è concreta”, “Noi deriviamo la nostra moralità dagli interessi della lotta di classe del proletariato” e “L’arma in mano al proletariato è l’organizzazione”, e cioè aderire al partito comunista sovietico sotto la guida di Stalin. Brecht cominciò ad esporre queste tesi nei “drammi didattici” e nelle sue opere poetiche. I drammi didattici, scritta tra il 1929 e il 1934, sono cinque e sono.
I Lehrstucke (Drammi didattici)
Il primo dramma didattico fu il dramma L’accordo del 1929.
Il secondo dramma didattico fu Il consenziente e il dissenziente del 1929 –30.
Il terzo dramma didattico fu La linea di condotta del 1930.
Il quarto dramma didattico fu L’eccezione e la regola del 1930.
Il quinto dramma didattico fu La madre scritto fra il 1930 – 1931.
Il sesto dramma didattico fu Gli Orazi e i Curiazi del 1934.
I testi più chiari e netti delle nuove idee politiche di Brecht sul marxismo e sul comunismo dell’URSS sono inseriti, per l’appunto, in questi drammi didattici. Nel dramma didattico “La linea di condotta”, Brecht inserisce la poesia “L’elogio dell’URSS”. Ecco il testo di questa poesia. (Dall’antologia poetica a cura di Luigi Forte. BIBLIOTECA DELLA PLEIADE. Pagina 1013).

ELOGIO DELL’URSS.

Già si parlava nel mondo
della nostra infelicità.
Ma ancora al nostro
magro desco sedeva
la speranza di tutti gli oppressi, che
si contenta di acqua.
E il sapere ammaestrava
dietro la porta malferma
con chiara voce gli ospiti.
Se cadranno le porte
saremo ancora la, più che mai visibili,
noi che il gelo non uccide né la fame:
instancabili deliberando
dei destini del mondo.

Il coro di controllo canta la poesia “Lode dell’URSS” e dove scrive la poesia “Ma chi è il partito” e il coro recita la poesia “Lode del partito”. (BIBLIOTECA DELLA PLEIADE. (Volume II, pagina 601).

ELOGIO DEL PARTITO

Chi è solo ha due occhi,
il partito ha mille occhi.
Il partito vede sette Stati,
chi è solo vede una città.
Chi è solo ha la sua ora
ma il partito ha molte ore.
Chi è solo può essere annientato
ma il partito non può essere annientato
perché è l’avanguardia delle masse
e conduce la sua lotta
coi metodi dei classici, che sono scaturiti
dalla conoscenza della realtà.

Nel dramma didattico “La madre”, Brecht inserisce la poesia “Elogio del comunismo”. (BIBLIOTECA DELLA PLEIADE. (Volume II, pagina 599).

ELOGIO DEL COMUNISMO

È ragionevole: ognuno lo intende. È facile.
Tu, che non sfrutti gli uomini, lo capirai subito.
Va bene per te, informati di lui.
Gli stupidi lo dicono stupido, gli sporchi lo dicono sporco;
esso combatte la sporcizia e la stupidità.
Gli sfruttatori lo chiamano delitto.
Ma noi sappiamo:
esso è la fine dei loro delitti.
Non è follia, ma
Fine della follia.
Non è l’enigma
ma la soluzione.
È la cosa semplice
Che è difficile fare.

Queste ultime due poesie fanno parte anche del libro di poesie “Canzoni, poesie, cori”, del 1934.

IV
L’importanza, per Brecht, della lettura delle opere di Carl Marx.

Brecht nel 1926 cominciò a leggere “Il capitale” di Carl Marx e scoprì una nuova ideologia e una nuova filosofia che lo affascinò e lui accettò queste nuove idee guardando sempre più con occhi disincantati l’ascesa del nazismo di Hitler. Ecco come Frederic Ewen descrive questa svolta: “L’influenza della lettura di quelli che Brecht chiama i “classici” – Marx, Engels, Lenin – comincia già a manifestarsi nei suoi scritti e nelle sue speculazioni. Egli chiede che si esamini più da vicino come il dramma è radicato nella “base della società”, cioè nell’ambiente sociale. Spera in un teatro che crei la “sovrastruttura ideologica” per l’effettivo e reale cambiamento del nostro attuale modo di vivere. Anche le sue abituali associazioni d’idee erano sconvolte e in crisi. Cominciò a considerare i suoi drammi dal nuovo punto di vista: Quando lessi Das Kapital compresi le mie opere. È ovvio che io desideri un’ampia diffusione di questo libro. Naturalmente non scoprii di aver inconsciamente scritto un’intera serie di drammi marxisti, ma Karl Marx fu l’unico spettatore dei miei drammi che io abbia sempre tenuto presente. Un uomo dagli interessi di Marx avrebbe senz’altro apprezzato i miei testi, e non per la loro intelligenza, ma per la sua. Ora, con questi nuovi strumenti, Brecht riesamina Un uomo è un uomo e il problema della trasformazione.”. (F. Ewen Capitolo VIII pagine 138 – 139). Anche la situazione della Germania si faceva sempre più critica dopo il crollo di Wall Strett, perché i disoccupati tedeschi aumentarono in modo vertiginoso e il pericolo del nazismo si faceva sempre massiccio e incombente. Ecco come Frederic Ewen descrive un episodio che avvicinò Brecht ancor di più al marxismo. “Sternberg e Brecht furono insieme testimoni degli scontri che ebbero luogo fra operai e polizia il primo maggio 1929. È ancora Sternberg che scrive: “Dalla mia finestra potevamo vedere distintamente operai e polizia. Anche Brecht rimase affacciato e vide come la polizia disperdeva e caricava i dimostranti. A quanto ci constava, essi erano disarmati, ma la polizia aprì il fuoco più e più volte. In un primo momento pensammo che fossero solo colpi di avvertimento. Ma ben presto vedemmo dei dimostranti cadere e poi essere condotti in barella. Se ben ricordo, ci furono a Berlino 20 morti. Quando Brecht sentì la sparatoria e vide che degli esseri umani venivano uccisi, impallidì: non l’avevo mai visto così pallido. A mio avviso quest’esperienza influì molto sul suo graduale avvicinamento ai comunisti. Più tardi attraversammo in macchina Berlino. I poliziotti furono insolitamente cortesi con noi, perché avevamo un’automobile e, come uno di loro osservava, non appartenevamo alla “plebaglia”. Il fatto che dei lavoratori che dimostravano in occasione del primo maggio fossero chiamati “plebaglia” dalla polizia era qualcosa che Brecht non avrebbe mai più dimenticato. Persino dieci anni dopo, quando eravamo entrambi in esilio, egli avrebbe rievocato quell’episodio”. (da F. Ewen capitolo X pagina 157). Ecco come Frederic Ewen descrive il passaggio definitivo di Brecht al marxismo e al comunismo. “Poi, con in mano una nuova bussola, cominciò a governare la barca malsicura della sua individualità, in modo ancora incerto ma con una direzione ben precisa. Aveva cominciato a capire che il caos era la società, e che la società era costituita da uomini e da donne, integrati o no nella società, mossi da forze controllabili da esseri umani. La vela che stava manovrando l’avrebbe fatto giungere in porto, purché egli conoscesse i venti e le correnti e sapesse tenere il comando dell’imbarcazione. Ora, nel 1930, veleggiava sicuro verso la terraferma”. (da F. Ewen capitolo X. Pagine 168 -169).

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Modica 16/01/2020                                                                                             Prof. Biagio Carrubba

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