
Una breve analisi delle poesie
Elegie di Buckow di Bertolt Brecht.
Brecht scrisse le Elegie di Buckow tra luglio e agosto del 1953, in occasione della rivolta del 17 giugno 1953, degli operai che, a Berlino, protestarono e si sollevarono con scioperi contro le autorità politiche della città e contro la R.D.T. La raccolta prende il titolo di Elegie perché esse esprimono, prevalentemente e principalmente, uno stato d’animo di riposo, di quiete e di concordia di Brecht con la natura, mentre ammira, dalla sua casa, il variopinto spettacolo dei fiori del suo giardino e osservando, dalla sua tenuta, il suggestivo e ameno paesaggio del lago, ma, soprattutto, perché le poesie furono scritte, nella sua tenuta campestre, a Buckow, che Bertolt aveva ottenuto dalla R.D.T.; tenuta che si trovava a 50 km da Berlino est, intorno a un laghetto. La tenuta comprendeva due casette di campagna e un padiglione autonomo immersi in un paesaggio bucolico formato da prati e giardini che circondavano le abitazioni, dove Brecht andava, spesso, a riposarsi dopo l’intenso lavoro svolto nel suo teatro di Berlino, il Berliner Ensemble. Ecco come Klaus Volker, nel libro Vita di Bertolt Brecht (Einaudi editore) a pagina 400, descrive la vita quotidiana di Brecht tra Berlino e il suo ritiro di quiete e di pace, nella tenuta di Buckow. “Così, a partire dal 1953, egli si ritirava tutte le volte che poteva a Buckow, nella Svizzera della Marca, nella casa del giardiniere di un vasto appezzamento di terreno con un altro edificio e vecchi, grandi alberi ai margini di un geloso nido piccolo borghese. Anche qui era un continuo andirivieni di visitatori, ma al mattino egli si concedeva un po’ di tempo e di tranquillità e di tanto in tanto riusciva persino a leggere di nuovo un po’ di Orazio. A Buckow videro la luce le sue poesie più meditative e formalmente più limate, in cui egli fece un lavoro funebre. In esse Brecht fece un bilancio, richiamò l’attenzione sulla grande miseria del suo paese e parlò in favore dell’impazienza produttiva.” Nei giorni di riposo Brecht si soffermava a guardare il giardino o andava ad innaffiare la serra e, nel frattempo, componeva, per l’appunto, le poesie di questa raccolta a cui diede il titolo Elegie di Buckow. Questa raccolta di poesie, secondo me, rispecchia, esprime e manifesta lo spirito mutato di Brecht: non più lo spirito battagliero e corrosivo contro l’imbianchino Hitler e neppure lo spirito critico delle Elegie di Hollywood, ma esprime, soprattutto, il sentimento pacificato e di armonia del poeta, sia con la natura della sua tenuta in campagna e sia, soprattutto, mostra uno spirito di concordia con la sua nazione e con la R.D.T. in quanto la sua ideologia si confaceva e si adattava alla Repubblica comunista tedesca, la quale, per tenersi buono Brecht gli concesse, nel novembre del 1949, l’autorizzazione a fondare il Berliner Ensemble. Negli anni successivi, dal 1949 al 1953, Brecht, insieme alla moglie Helene Weigel, lavorò, intensamente, per dare lustro al loro teatro e alla R.D.T. Brecht era molto lieto di avere un proprio teatro e attori di eccezionale talento, con i quali girava l’Europa, mettendo in scena le sue rappresentazioni teatrali. In questi anni, il teatro Berliner Ensemble, sotto la regia di Brecht e di sua moglie Helene, prima attrice, diventò uno fra i teatri più prestigiosi e rinomati di tutta l’Europa. In questi anni scrisse anche altre opere teatrali e altre poesie non pubblicate. Invece le Elegie di Buckow furono pubblicate, in parte, in alcune riviste tra il 1953 e il 1964. I contenuti delle poesie sono molto eterogenei fra di loro, mentre la forma delle poesie e quasi uguale in tutte le poesie perché sono delle brevi poesiole che esprimono e spiegano le riflessioni, estemporanee e personali, di Brecht. Molte poesie prendono spunto dal luogo di Buckow e descrivono il giardino e le campagne che circondavano la sua tenuta campestre. Altre poesie, invece, sono poesie occasionali ispirati a libri o eventi di quel momento; e infine vi sono alcune poesie suggerite dalla rivolta del 17 giugno 1953 degli operai di Berlino.
La prima poesia della raccolta (volume II, pagina 617) è
IL GIARDINO DEI FIORI
Sul lago, affondato tra abeti e gattici,
difeso da muri e cespugli un giardino
con tanta saggezza tenuto a fiori di ogni
mese che da marzo fino a ottobre è in fiore.
Qui, di buon’ora, non troppo spesso, siedo
e mi auguro di potere anch’io, sempre
nelle diverse stagioni, buone, cattive
mostrare questa o quella cosa amabile.
Un’altra bella poesie amena e dolce è la poesia numero 4. (Volume II, pagina 623).
IL FUMO
La piccola casa con gli alberi sul lago.
Dal tetto sale il fumo.
Se non ci fosse
come sarebbero squallidi
casa, alberi e lago.
Un’altra poesia interessante è la poesia numero 9 (volume II, pagina 633).
LA SOLUZIONE
Dopo la rivolta del 17 giugno
il segretario dell’Unione degli scrittori
fece distribuire nella Stalinallee dei volantini
sui quali si poteva leggere che il popolo
si era giocato la fiducia del governo
e la poteva riconquistare soltanto
raddoppiando il lavoro. Non sarebbe
più semplice, allora, che il governo
sciogliesse il popolo e
ne eleggesse un altro?
Un’altra delicata poesia è la poesia numero 21 (volume II, pagina 657).
FERRO
Stanotte in sogno
ho visto una grande bufera.
Investì l’impalcatura,
divelse ponteggi di ferro
scagliandoli a terra.
Ma le strutture di legno
si flessero e stettero.
L’ultima poesia è la poesia numero 23 (volume II, pagina 661).
LEGGENDO ORAZIO
Perfino il diluvio
non durò in eterno.
Alla fine defluirono
le nere acque.
Certo, ben pochi
durarono più a lungo!
Finale.
Io, B. C., penso e reputo che le Elegie di Buckow continuano il nuovo modo di poetare di Brecht, già inaugurato e iniziato con il suo rientro in Europa nel 1948. Brecht ormai non scrive più poesie contro il regime nazista, né redige poesie critiche e corrosive contro il sistema capitalistico americano, ma si limita a descrivere il suo stato d’animo personale e quasi intimo, come fa in questa raccolta poetica, quasi bucolica. B. Brecht manifesta ed esprime il suo stato d’animo, lieto e quieto, dato che, ormai, Brecht si era adeguato a vivere a Berlino Est e nella nuova Repubblica Comunista Tedesca che mise a disposizione di Brecht il nuovo teatro Berliner Ensemble. La vita serena e bucolica di Buckow contribuì, secondo me, a rasserenare l’animo di Brecht e di sua moglie tanto che i due vissero gli ultimi anni della loro vita sempre dediti al teatro e alla poesia, anche se Brecht continuò ad impegnarsi nella vita politica della R.D.T. e ad allestire i nuovi lavori teatrali lavorando, sempre a contatto, con altre attrici e altri registi. Brecht seguì le nuove rappresentazioni teatrali fino agli ultimi giorni della sua vita, come scrive Klaus Volker a pagina 403. “Il 9 agosto arrivò a Berlino da Buckow, prese parte il giorno seguente a due prove di cambio di ruoli per l’imminente tournée londinese del Berliner Ensemble ma fu costretto a lasciare il teatro prima della fine delle prove a causa di un attacco di debolezza.”
Modica 30/01/2020 Prof. Biagio Carrubba
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