
Una analisi alla bellissima poesia
“Chiare, fresche e dolci acque”
di Francesco Petrarca.
I
Una mia premessa personale alla poesia di Francesco Petrarca.
Io, B. C., ritengo che, per intendere appieno la poesia del Petrarca, sia necessaria fare questa premessa generale che riguarda la funzione mentale e gnoseologica della poesia. Io, B. C., affermo che uno scopo importante della poesia sia quello dettato, scritto e insegnato da Giambattista Vico che così ha definito la poesia: “Il più sublime lavoro della poesia è alle cose insensate dare senso e passione”. Io, B. C., penso che il Petrarca abbia realizzato questo insegnamento e fatto proprio questo dettato cioè ha dato senso e passione al suo insensato e tormentato sentimento d’amore. Io, B. C., inoltre suppongo che la poesia nasca come dice Raffaele Manica nella sua bellissima introduzione al bel libro “Canzoniere” (Newton Editore, grandi tascabili economici, 1997) a pagina 18: “La certezza che la poesia serve non vacilla mai, ed è l’unico modo per colloquiare con sé stessi, per dare una forma esatta al borbottio interiore e riuscire a trasmetterlo come ammonimento, come esperienza: può diventare canto su una sola corda”. Infatti, io, B. C., penso che il Petrarca abbia fatto proprio questo lavoro di adattamento e cioè ha dato forma corretta al suo borbottio interiore e che sia riuscito a trasmetterlo sia come ammonimento sia come esperienza. Io, B. C., ritengo che la poesia sia la liberazione da una forte passione interna di natura depressiva ed esplosiva e che vuole fuoriuscire dall’anima per essere razionalizzata dalla ragione, come la lava fuoriesce da un vulcano che vuole uscire dopo tanti anni di blocco nelle viscere della terra. Ora mentre la lava e i lapilli escono disordinati e in modo caotico portando distruzione nell’ambiente circostante, la poesia che esce dalla passione del poeta deve essere controllata ed elevata alla più alta forma poetica. E qui subentrano tanti altri fattori relativi alla vita del poeta: dalla sua cultura alla sua Weltanschauung, dal suo linguaggio poetico alla sua posizione politica. Ora io credo che la poesia del Petrarca abbia raggiunto i suoi massimi picchi espressivi in modo universale per tutti gli uomini, in quanti tutti gli uomini si ritrovano in alcune poesie del Petrarca a cominciare dalla bellissima canzone “Chiare, fresche e dolci acque,”. Inoltre, io, B. C., penso che il Petrarca abbia raggiunto alti valori poetici e abbia realizzato nella sua poesia la sublimazione nei sui vari significati. Nel campo specifico della psicoanalisi, la sublimazione è la capacità di trovare qualche attività compensatrice per la rinuncia alla soddisfazione di istinti o desideri proibiti, in particolare, la direzione dell’energia sessuale verso attività sociali e culturali. Ora, secondo me, non c’è nessun dubbio che la poesia del Petrarca sia dovuta appunto alla mancata soddisfazione della energia sessuale (dopo la procreazione dei due figli naturali) e la trasformazione di questa energia sessuale nell’attività culturale e poetica in particolare. Il secondo significato di sublimazione è quello di elevare sul piano spirituale le passioni concrete. Ebbene io, B. C., ritengo che la poesia del Petrarca sia, appunto, l’elevazione sul piano spirituale della sua concreta passione amorosa per Laura. Il terzo significato di sublimazione è quello di purificazione cioè di rendere una sostanza da uno stato caotico a uno stato puro e pulito. Io, B. C., giudico che la poesia del Petrarca abbia fatto ciò, cioè sia passata da uno stato esplosivo e passionale a uno stato spirituale puro e pulito. In ultimo, io, B. C., penso che la poesia del Petrarca sia una poesia sublime perché è riuscita ad innalzarsi al di sopra della contingenza umana per approdare all’universalità della natura umana cioè la poesia del Petrarca è la massima manifestazione di un’esperienza morale in fatto estetico e il conseguente sentimento estatico che si determina in chi lo contempla. Io, B. C., definisco sublime, quindi, la poesia del Petrarca perché ha raggiunto vette di liricità e di sublimità, sia sul piano dei contenuti, sia sul piano della forma, cosicché, secondo me, F. Petrarca può essere considerato il primo poeta lirico e sublime della letteratura italiana del 1300.
II
Il Canzoniere è la raccolta di poesie che il Petrarca iniziò intorno al 1327 e continuò fino agli ultimi giorni di vita. Il sottotitolo della raccolta poetica è “Francisci Petrarche laureati poete Rerum vulgarium fragmenta”. Esso raccoglie 366 poesie divisi in sonetti, canzoni, sestine e madrigali. Nell’ultima redazione il “Canzoniere” è composta da 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali. Le poesie sono divise in due grandi parti: la prima parte comprende le poesie (da I a CCLXIII) ispirate a Laura viva e la seconda parte ispirate da Laura morta, da CCLXIIV a CCCLXVI. La prima poesia del Canzoniere è il sonetto “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono”, mentre l’ultima poesia è la canzone “Vergine bella, che si sol vestita”. Il motivo dominate del Canzoniere è l’amore del poeta per Laura. Il Canzoniere è la ricostruzione e la ricomposizione della personalità psicologica e morale del poeta, lacerato da esperienze e passioni contrastanti, diverse nel tempo e spesso anche conviventi. In questo senso il Canzoniere rappresenta il tentativo di dare un senso complessivo e un’unità ai vari momenti frammentari della esistenza. L’Io del poeta è rappresentato come autentica complessità psicologica e l’Io del poeta si presenta percorso da contraddizioni e coinvolto in conflitti psicologici.
III
Introduzione alla poesia “Chiare, fresche e dolci acque,”.
Il componimento poetico è la poesia numero 126 del Canzoniere. La poesia è stata scritta molto probabilmente tra il 1344-1345.
Testo della canzone poetica
“Chiare, fresche e dolci acque,”.
Chiare, fresche e dolci acque,
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque,
(con sospir mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior che la gonna
leggiadra ricoverse
con l’angelico seno;
aere sacro e sereno
ove Amor co’ begli occhi il cor m’aperse:
date udienza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
S’egli è pur mio destino,
e ‘l cielo in ciò s’adopra,
ch’Amor quest’occhi lagrimando chiuda,
qualche grazia il meschino
corpo fra voi ricopra
e torni l’alma al proprio albergo ignuda;
la morte fia meno cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo,
ché lo spirito lasso
non poria mai in più riposato porto
né in più tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l’ossa.
Tempo verrà ancor forse
ch’a l’usato soggiorno
torni la fera bella e mansueta
e là ‘v’ella mi scorse
nel benedetto giorno
volga la vista disiosa e lieta,
cercandomi; ed o pieta!
già terra infra le pietre
vedendo, Amor l’ispiri
in guisa che sospiri
sì dolcemente che mercé m’impretre,
e faccia forza al cielo
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Da’ be’ rami scendea,
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior sovra ‘l suo grembo,
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l’amoroso nembo;
qual fior cadeva sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch’oro forbito e perle
eran quel dì a vederle;
qual si posava con vago errore
girando pare dir: – Qui regna Amore -.
Quante volte diss’io
allor pieno di spavento:
-Costei per fermo nacque in paradiso!-
Così carco d’oblio
il divin portamento,
e ‘l volto e le parole e ‘l dolce riso
m’avevano, e sì diviso
da l’imagine vera,
ch’i’ dicea sospirando:
-Qui come venn’io o quando?
credendo di esser in ciel, non là dov’era.
Da indi in qua mi piace
quest’erba sì ch’altrove non ò pace.
Se tu avessi ornamenti quant’ài voglia,
potresti arditamente
uscir del bosco e gir in fra la gente.
Parafrasi della poesia “Chiare, fresche e dolci acque,”
Ricordo con sospiro e con nostalgia
le chiare, fresche e dolci acque,
dove colei, che sola a me pare donna,
immerse il bel corpo;
ricordo con sospiro
il gentil ramo,
che piacque a lei
di farlo colonna al suo bel fianco;
ricordo con sospiro
l’erba e i fiori
che lei ricoprì
con la sua gonna e
con il suo angelico seno;
ricordo con sospiro
l’aria sacra e serena
dove Amore mi aprì il cuore con i begli occhi;
invoco voi tutti (elementi del luogo) a dare tutti insieme ascolto
alle mie ultime e dolorose parole.
Se è proprio mio destino
E il cielo si adopera in ciò:
che Amore, chiuda questi miei occhi, lacrimanti,
che qualche persona seppellisca
il mio povero corpo tra di voi
e che l’anima torni da sola in cielo;
se conservo questa speranza
la morte sarà, allora, meno crudele
nel momento del doloroso trapasso,
perché la mia anima stanca
non potrebbe lasciare
il corpo tribolato dalla passione e le ossa
in un luogo più silenzioso
e in una tomba più tranquilla.
Forse un tempo ancora verrà
Nel quale la fiera donna e mansueta
Torni nel luogo abituale
E volga gli occhi, desiderosa e lieta,
là dove mi vide la prima volta
cercandomi: “o pieta!”.
E vedendo la terra del mio sepolcro,
l’Amore la ispiri in modo tale che
ella sospiri così dolcemente
che chieda perdono per me,
insistendo e piangendo con Dio
e asciugandosi gli occhi con il bel velo.
Una pioggia di fiori scendeva
Dai bei rami sopra il suo grembo,
(dolce immagine nella memoria)
e lei umile si sedeva
in un così bello spettacolo naturale
ricoperta già dal leggiadro manto di fiori;
qualche fiore cadeva sul lembo della gonna,
qualche fiore cadeva sui capelli,
i quali, quel giorno, sembravano
oro lucente e bianche perle.
Qualche fiore cadeva in terra e qualche altro sulle onde,
qualche fiore, con un vago movimento,
volteggiando sembrava dire: “Qui regna l’Amore”.
Allora io molte volte quel giorno
dissi pieno di spavento e di stupore:
“Costei è nata di certo in paradiso!”.
Il suo divino atteggiamento,
il volto e le parole e il suo sorriso
mi fecero dimenticare ogni cosa e
mi divisero dalla realtà naturale delle cose
che io, pieno di estasi, sospirando, dicevo:
“Come sono venuto qui e quando?”,
credendo di essere in cielo, e non là dov’ero.
Da quel giorno ad oggi questo luogo
mi piace così tanto che altrove non ho pace.
Se tu, canzone, avessi tanta forma quanto
ne desideri, allora potresti, senza timore,
uscire dal bosco e andare tra la gente.
Il tema della poesia.
Il tema centrale della poesia è certamente l’amore del poeta per Laura. Un amore inesistente ed illusorio, ma che il poeta lo vive dentro di sé in modo realistico e fluido tra il passionale e il trasfigurato, tra il materiale e lo spirituale. Egli lo sogna, lo invoca, lo trasforma sempre con ansia e trepidazione, ricordando il momento iniziale del loro incontro e lo sente dentro di sé ogni momento della sua vita. Insieme all’amore per Laura, la poesia rievoca il ricordo del luogo e del giorno nel quale il poeta rivede nella propria memoria la dolce visone di Laura. In quel luogo il poeta gli sembra di vedere una donna talmente bella che gli pare di essere in paradiso. Questo luogo iniziale, nel quale il poeta immagina e rievoca che una pioggia di fiori cade sopra il bel corpo di lei e dove lei siede con umiltà in quel spettacolo naturale, è identificato dal poeta con il regno di Amore. Questo ambiente così bello e paradisiaco incanta il poeta, il quale comincia ad immaginare che lui prossimo alla morte spera di lasciare il proprio corpo in quel luogo e così affrontare il momento del trapasso dalla vita alla morte con una speranza tanto lieta da rendere l’anima più tranquilla e serena. E il poeta immagina che Laura un giorno ritorni in quel luogo e guardi il sepolcro del poeta e presa da tanta compassione per la sua sorte si rivolga a Dio, piangendo e asciugandosi gli occhi con il bel velo, per ottenere il perdono del poeta. Questa visione trasognata di Laura che intercede per il poeta e la visione del giorno benedetto, nel quale il poeta si innamorò di lei sono gli elementi che il poeta perde ogni coscienza della realtà delle cose, credendo di essere in paradiso e non sulla terra. Questo incanto naturale del luogo e l’amore per Laura fanno sì che quel luogo divenga il luogo preferito del poeta tanto che da allora in poi il poeta non trova più pace in altro luogo. Il commiato riprende il commiato della poesia precedente, ma questa volta il poeta ha più fiducia nella poesia e la invita ad andare tra la gente, anche se sa che ancora la forma non è adeguata ad esprimere l’intensità del suo amore. Dunque i temi della poesia sono: 1°) la rievocazione del luogo dell’innamoramento; 2°) le acque, fresche e limpide, del fiume Sorga dove il poeta vide Laura; 3°) l’intercessione di Laura a Dio per chiedere il perdono del poeta; 4°) l’immagine del suo sepolcro in quel luogo naturale tanto bello; 5°) la confessione del suo amore per Laura; 6°) il lamento di un amore che non risparmia l’anima del poeta dalle pene d’amore e 7°) il richiamo a quel luogo naturale nel quale la pioggia dei fiori sul bel corpo di lei raffigura il momento di un amore leggiadro e primaverile.
Sintesi della poesia: inizio, sviluppo e conclusione.
La poesia inizia con la descrizione delle acque del fiume Sorga che sono, per l’appunto, “Chiare, fresche e dolci acque”. È un verso che incanta per la perfetta immagine visiva e per la musicalità dei suoni. Poi il Poeta prosegue indicando gli altri elementi del luogo: il gentil ramo, l’erba e i fiori, l’aria sacra e serena. La prima strofa finisce dicendo che essi devono dare ascolto alle ultime parole del poeta. Nella seconda strofa il poeta, sentendosi vicino alla morte, dice di sperare che il suo corpo venga seppellito proprio in quel luogo, perché sapendo ciò la morte gli sarà meno crudele nel momento del trapasso dalla vita alla morte. Nella terza strofa, il poeta immagina che un giorno Laura ritorni in quel posto e vedendo il sepolcro del poeta e presa da pietà si rivolga ed ottenga da Dio, piangendo e asciugandosi gli occhi con il bel velo, il perdono dei peccati del poeta. Nella quarta strofa il poeta si lascia andare in una reverie e in una reviviscenza: una pioggia di fiori scende nel suo bel corpo e lei si siede con grande umiltà in tanta magnificenza. I petali cadevano intorno a lei e sembravano dire: Qui regna Amore. Nella quinta strofa il poeta dice che dinanzi a quella visione: (la vista di quel quadro perfetto di bellezza e d’amore), il poeta dimentica ogni cosa e crede di stare in paradiso, così che da allora in poi non trova pace in nessuno altro luogo. Nel commiato il poeta si rivolge alla canzone dicendogli che se avesse la giusta bellezza potrebbe andare tra la gente e far conoscere l’amore del poeta per Laura. Se la canzone avesse tanta bellezza da essere degna della bellezza di colei che canta, allora potrebbe senza timore uscire dai boschi nei quali è stata composta per andare fra gli uomini.
Il messaggio della poesia.
Il messaggio della poesia è certamente il travaglio interiore che tormenta l’anima del poeta. Un travaglio amoroso che lo trascina nella memoria del luogo dove vedeva Laura e lo trascina nel sogno della sua morte e nella visione di Laura che ritorna in quel luogo a chiedere il perdono dei suoi peccati. La poesia esprime un messaggio ambivalente e ambiguo: da un lato lancia un messaggio di pace e un messaggio di bellezza formale, dall’altro lato lancia il messaggio di un amore platonico, ma lontano nel tempo e nello spazio.
La tesi della poesia.
La tesi della poesia è l’annuncio drammatico che l’Amore, qualsiasi forma esso prenda e qualsiasi sia la forza propulsiva che esso scateni, è sempre un sentimento che rende la vita attiva e degna di essere vissuta. L’Amore fa parte degli elementi naturali che determinano l’azione degli uomini, i quali pur gettati in questa valle di lacrime, ogni giorno vivono e lottano per sopravvivere e l’amore contribuisce a dare un senso alla loro esistenza e a dare una forza eccezionale a tramutare il mal d’esistere in un’esistenza accettabile e liberatoria dal dolore e dall’ignoto. (E se è possibile felice e meravigliosa). Ora nel caso del Petrarca è evidente che il suo amore per Laura costituiva il solo modo di mitigare la sua irrequieta ed errante vita e a colmare il suo vuoto esistenziale e quindi era il modo più sentito per superare la sua angoscia esistenziale.
Fatti, personaggi, luoghi e tempo della poesia.
Il fatto principale della poesia è l’amore del poeta per Laura; ma è un amore vissuto tra sogno e realtà, tra passione ed immaginazione, tra sacro e profano, tra platonismo e cristianesimo. I personaggi della poesia sono il poeta e Laura; il poeta sognante e Laura bellissima ed umile in tanta bellezza. Il luogo è la campagna incantata vicino il fiume Sorga; le chiare e fresche acque, l’erba, i fiori sono l’ambiente naturale che il poeta scambia con il regno di amore. Il tempo della poesia è un tempo stilizzato, immobile e statico che fa da sfondo alla bellezza pura di Laura.
Contesto culturale, sociale, filosofico e letterario della poesia.
Il contesto culturale della poesia fa esplicito riferimento al clima e alla cultura del 1300: da Giotto a Marsilio di Padova (1275-1343). Nel breve giro di pochi decenni tra il secondo e il terzo decennio del XIV sorge in tutta Europa “un movimento culturale nuovo, determinato dalla presenza di molte correnti che convergeranno verso la formazione di un laicismo, propugnato da più direzioni”: dalla sinistra francescana, dalla cultura scientifica e giuridica delle università, dalla produzione artistica e letteraria. È la nuova cultura Umanistica che porterà al Rinascimento. Il contesto sociale è quello delle Signorie Italiane del 1300, sviluppatesi dopo il tramonto dei Comuni italiani. Mentre in Europa stavano rafforzandosi le monarchie nazionale, in Italia il Comune stava trasformandosi in Signorie, tra cui le più importanti erano: Firenze, Milano, Venezia, Napoli, Ferrara, Urbino, ecc. mentre la sede del papato era stata trasferita ad Avignone (1307 -1377). Il contesto filosofico è quello delle nuove idee esposte da Duns Scoto (1265- 1308) e Guglielmo D’Ockham (1295-1354), i quali contrapposero i valori dell’individuo concreto, dell’esperienza dell’uomo e della natura ai sistemi scolastici. Il contesto letterario richiama: la conoscenza della Bibbia; la conoscenza di molti autori latini; la conoscenza della filosofia di Sant’Agostino; la conoscenza della lirica cortese, della scuola poetica siciliana e della lirica stilnovistica; e la conoscenza delle opere letterarie di Dante Alighieri.
Analisi della forma.
Il genere della poesia.
Il genere della poesia è lirico, perché il poeta esprime il suo amore per Laura.
La metrica della poesia.
La poesia è composta da 5 strofe di 13 versi ciascuna e un commiato di tre versi. Sia la canzone che il commiato riprendono temi sviluppati nella canzone precedente. Ogni strofa è composta 9 settenarie e da 4 endecasillabi disposti nel terzo, nel sesto, nell’undicesimo e nel tredicesimo verso. La rima segue il seguente schema: a, b, C, a, b, C, c, d, e, e, D, f, F.
Le figure retoriche della poesia.
Le figure retoriche della poesia sono: la sinalefe-dialefe dolci acque; l’enjambement la gonna/ leggiadra, il meschino/ corpo; l’anafora, l’inversione, la dittologia sinonimica e le clausole strofiche a distico e una perifrasi (v 29).
Il tono emotivo della poesia.
Il tono emotivo della poesia è, secondo me, il tono malinconico ed elegiaco, dovuto alla consapevolezza del poeta che vive un sentimento amoroso tanto intenso, quanto vuoto, lontano e perduto, per cui egli tenta di oggettivarlo, di proiettarlo, e di sublimarlo all’esterno di se stesso per meglio ammirarlo e comprenderlo, come chi per tanto tempo immagina e sogna di vedere una pietra preziosa con tutte le sfumature dei suoi colori, tanto che ad un certo momento crede di vedere veramente la pietra preziosa, così il Petrarca ama e sogna Laura tanto che la oggettiva nella lexis e nel bellissimo linguaggio della poesia, che fa diventare la poesia un capolavoro poetico della letteratura italiana.
Le espressioni poetiche più belle della poesia.
Le espressioni più belle della poesia sono: “Chiare, fresche e dolci acque, /ove le belle membra/ pose colei che sola a me par donna/”. “Da’ be’ rami scendea / (dolce nella memoria) una pioggia di fior, sovra ‘l suo grembo/”.”Così carco d’oblio/ il divin portamento/ e ‘l volto e le parole e ‘l dolce riso/ m’avevano, e si diviso/ da l’imagine vera, / ch’io dicea sospirando. “Qui come venn’io, o quando? ;/ credendo esser in ciel, non là dov’era.”
La Weltanschauung del poeta.
La Weltanschauung del Petrarca è espressa molto bene nella poesia. Il Petrarca ama molto Laura, ma adesso Lei è lontana e lui è un prete con l’obbligo del celibato; ma ciò non ferma l’amore che il poeta sente per Laura per una donna vera e non riesce a fermare la passione incommensurabile per una donna lontana, ma sentita e amata con tutta l’anima. Il poeta ama Laura in tutte le sue dimensioni: da quella terrena a quella celestiale. Ed è propria quest’ultima che prevale nella poesia, tanto che il poeta dimentica sé stesso e la realtà circostante e si crede di stare in paradiso, dove crede che troverà quella felicità che non può trovare sulla terra.
Commento e valutazione mie sulla poesia.
Io, B. C., reputo bellissima questa poesia per i seguenti motivi.
Primo motivo. La poesia mi trasmette, innanzi tutto, un messaggio di pace e di tranquillità e di silenzio dovuti alla perfetta descrizione del luogo, descritto talmente bene che sembra di toccarlo.
Il secondo motivo si riferisce al fatto che io trovo descritto nella poesia il travaglio dell’amore del poeta per Laura.
Il terzo motivo è dovuto al fatto che mi commuove l’immagine di Laura, pietosa e lieta, che intercede, piangendo e asciugandosi gli occhi con il bel velo, presso Dio per ottenere il perdono dei peccati del poeta.
Il quarto motivo è riferito alla “imagery” cioè alla bellezza formale e al geniale uso del linguaggio poetico, nuovo, lirico, leggero, leggiadro quasi evanescente.
Il quinto motivo è dato per lo straordinario ordito e per le sequenze narrative della poesia: dapprima la descrizione del paesaggio, poi l’immagine della sua morte, poi Laura che prega Dio, quindi una reverie, iniziando con un ritorno al passato, e in ultimo di nuovo il presente, per finire con il commiato intriso di incertezza e malinconia. L’amore può ridursi o al semplice sesso o alla sola corrispondenza spirituale, come nel caso tra Abelardo ed Eloisa, ma in ogni caso esso scatena forze istintive e passionali, mentali e affettive che investono totalmente la natura fondamentale e costitutiva della razza umana. Esso fa parte degli elementi naturali che determinano l’azione degli uomini, i quali pur gettati in questa valle di lacrime, ogni giorno vivono e lottano per sopravvivere e l’amore contribuisce a dare un senso alla loro esistenza e a dare una forza eccezionale a tramutare il mal d’esistere in un sogno fantastico e liberatorio. Ora nel caso del Petrarca è evidente che il suo amore per Laura costituiva il solo modo di mitigare la sua irrequieta ed errante vita e a colmare il suo vuoto esistenziale e quindi era il modo più sentito per superare, per vincere, per assuefarsi, per addomesticare, per dominare, per trasfigurare, per sublimare e per convivere con la sua angoscia esistenziale.
Modica 29 luglio 2019 Prof. Biagio Carrubba
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