Rileggere il CAPITALE. L’utopia.

Share Button

Prima la realtà e poi l’utopia

Biagio Carrubba

Ci sono tre grandi libri che, col passare del tempo, sono divenuti totalmente obsoleti e utopistici. Questi tre libri sono:

  1. I Vangeli” dei quattro evangelisti del Nuovo Testamento;

  2. Canto di Natale” di Charles Dickens;

  3. Il Capitale” di Karl Marx.

marx

Credo che oggi questi tre grandi ed affascinanti libri, per motivi diversi, siano divenuti libri da museo, perché non fanno più presa nei giovani di oggi occupati da altri problemi e rattristati dalla mancanza di lavoro. Questi tre grandi libri, fascinosi e bellissimi, purtroppo non riescono più ad affascinare nessuno, perché il loro contenuto è ormai datato e superato dall’attuale società capitalistica e perché il loro messaggio spinge a credere nell’amore universale e nella filantropia, che sono sentimenti e forze deboli per affrontare e risolvere i gravi problemi delle attuali società post-moderne. Oggi, infatti, le società capitalistiche sono basate sulla più cruda realtà del mercato e del lavoro e non lasciano niente all’immaginazione al potere, né all’utopia. Sembra che soltanto le società capitalistiche riescano a far funzionare il mondo complesso e feroce degli uomini, la cui natura è ancora più vicina alla lotta per la sopravvivenza del mondo naturale che ad un mondo di pace e di prosperità fra gli uomini.

II

althusser

Il famoso libro “Lire le Capital” di Louis Althusser pubblicato nel 1965 esprimeva la tesi e l’esigenza di fondo di rilanciare e riproporre il neomarxismo di Karl Marx. Gli anni ’60 erano proprio gli anni della speranza e della rinascita del marxismo in tutta l’Europa.
Io, Biagio Carrubba, nel 2014 con questo articolo prendo atto con mio sommo dispiacere del fallimento e della morte del marxismo in tutto il mondo. Credo,inoltre, che sia venuto il momento di dare una giusta e degna sepoltura alla teoria economica proposta e presentata come scientifica da Karl Marx ed esposta chiaramente ne “Il Capitale” del 1867.
Mentre “Lire le Capitale” veniva dopo la seconda guerra mondiale e dopo il grande revisionismo socialista degli anni ’20 e ’30 di Kautsky e di A. Labriola e F. Turati in Italia, questo libro voleva essere una grande svolta per tutta la sinistra europea in contrapposizione ed in alternativa al comunismo reale dell’Unione Sovietica. Oggi io, Biagio Carrubba, invece purtroppo affermo che non si può fare altro che dire addio al marxismo come teoria scientifica e ciò vuol dire che di scientifico la teoria marxista non aveva niente perché il comunismo scientifico di Marx non ha superato la prova della storia. Ciò che rimane di esso è soltanto l’utopia di una società che non si realizzerà sul pianeta Terra. Infatti, ormai, non esiste più né il proletariato né tanto meno la dittatura del proletariato che sono fenomeni completamente superati nell’attuale globalizzazione capitalistica. Basterebbe già la mancanza di questi due fattori per dichiarare fallita e non-scientifica la teoria di Marx.
Insomma, oggi a distanza di 150 anni dal marxismo, io, B.C., constato e metto in rilievo le seguenti aporie del materialismo storico di Karl Marx:

  • il marxismo non si può considerare la palingenesi delle masse sfruttate e dei proletari ;

  • il lavoro non può essere considerato come lo sfruttamento dei capitalisti sul proletariato;

  • il proletariato non è stato in grado di fare nessuna rivoluzione, né sociale, né politica, né tanto meno è riuscito ad instaurare la dittatura del proletariato;

  • la globalizzazione del capitalismo è talmente forte che ha vinto sul lavoro organizzato e sui partiti politici che ancora lo rappresentano;

  • il valore del lavoro così come lo aveva descritto Marx e cioé il plusvalore , che il capitalista ricava dal lavoro non pagato agli operai, è una teoria sballata e non-scientifica perché esistono tanti tipi di lavoro e non soltanto quello delle fabbriche. Il capitalismo non trae la sua ricchezza dal plusvalore ma dall’organizzazione mondiale del mercato e dalla produzione mondiale dei suoi prodotti industriali;

  • la teoria marxista sulla lotta di classe tra capitalisti e proletariato risulta semplicistica perché la lotta per la sopravvivenza é una lotta che si svolge in tutti i campi, dal lavoro all’amore, per cui esiste una lotta continua tra gli individui, di tutti contro tutti, e non soltanto tra classi sociali come teorizzato da Karl Marx.

Oltre a queste aporie riporto altre cinque prove fondamentali che dimostrano la fine del comunismo scientifico di Karl Marx, desunte dal corso della storia europea e mondiale che decretano e constatano, a mio giudizio personale, il fallimento e la morte del comunismo scientifico di Marx.
La prima grande prova storica è stata il crollo del comunismo in U.R.S.S. nel 1990/91, quando la Rivoluzione sociale e civile del popolo di Mosca provocò la caduta del comunismo di Gorbaciov, portando alla C.S.I., il cui primo presidente fu Boris Etsin;
La seconda grande prova storica è stata il trasformismo che dalla rivoluzione sociale di Mao Tse-Tung che si è trasformato nell’attuale regime dittatoriale comunista, dove manca qualsiasi forma di democrazia e di libertà personale e politica, come la libertà di stampa e di mercato, che sono diritti inalienabili dell’individuo;
La terza grande prova storica è la nascita della filosofia del post-moderno in Europa che ha elaborato una filosofia in cui l’elemento fondamentale è il riconoscimento del pluralismo di ogni voce e di ogni democrazia parlamentare, cosa che viene automaticamente negata in ogni regime totalitario sia di destra che di sinistra.
La quarta grande opera storica è stata un pensiero di Mario Luzi, il quale afferma che: “la ragione non può essere asservita all’ideologia”: con altre parole: “non può esserci un solo modo di pensare in tutto il mondo”. Ciò significa che il comunismo non può essere l’unica filosofia politica valida per tutti i popoli del mondo, anzi l’ideologia comunista risulta oggigiorno l’unica teoria politica negata ed abiurata da tutti i popoli del mondo;
La quinta grande prova storica è stata data dalle scienze che affermano l’inesistenza di un unico modello di sviluppo epistemologico e filosofico valido per tutti gli esseri del mondo, sia nel mondo naturale che in quello umano.
Poiché il comunismo di Karl Marx non ha superato tutte queste prove, credo che esso abbia fallito miseramente. Quindi l’unica cosa che mi resta da fare, per chi ha ancora un barlume di speranza per creare una società comunista ed egualitaria, è quello di auspicare tante società democratiche dove vengano garantite sia una maggiore democrazia parlamentare e politica e sia le libertà personali e civili di tutti i cittadini.

Copertina de "Il Capitale"

III

Io, B.C, credo che il marxismo di Marx possa venire riposto in un museo tra le cose impossibili e utopistiche, mentre l’auspicio più forte che possa fare è quello che venga rafforzata la difesa di ogni democrazia parlamentare e la difesa delle libertà di ogni individuo.
Ma se il marxismo esce dalla ragione e dalla filosofia rimane comunque nel cuore, tra i desideri impossibili più belli ed utopistici che hanno mai attraversato il cuore e la mente di milioni di persone che hanno sognato, combattuto, sperato e sono morti per la difesa del comunismo come ideologia praticabile. Mi riferisco ai soldati russi che morirono, durante la seconda guerra mondiale, per difendere non soltanto il comunismo sovietico ma anche per salvare e liberare le libertà democratiche delle società capitalistiche dall’offensiva brutale ed annientatrice delle armate del nazismo e del fascismo.
In conclusione per tutti questi motivi sopra esposti prendo congedo dal marxismo come teoria utopistica, e aderisco ad un capitalismo dal volto umano che sia veramente garante e difensore della democrazia parlamentare e tutore irreprensibile delle libertà personali, civili e sociali di ogni cittadino del mondo.

L'autore Biagio Carrubba

Modica, 15 gennaio 2014

Biagio Carrubba

Share Button

Replica

Puoi usare questi tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>