Introduzione
Wendy Cope cominciò a scrivere poesie fin dalla sua giovinezza e fin dal suo esordio poetico scrisse molte poesie d’amore.
Alcune di queste poesie sono contenute nella sua prima raccolta “Making Cocoa for Kingsley Amis” (Preparando una cioccolata per Kingsley Amis) del 1986, tra le tante poesie io ho scelto:
“Preludio” (Prelude) , qui di seguito il testo:
La prima sera di già?
No, non poteva farlo rimanere –
conoscendosi meglio, un po’ più in là,
oggi no, meglio evitare guai.
Ma si mise ugualmente gli slip neri,
quelli nuovi, perché non si sa mai.
“Una persona seria” (A serious person), qui di seguito il testo:
Bello è incontrare persone assennate,
sentirle esporre le loro opinioni:
il tuo elogio alle donne emancipate
accende in me squisite vibrazioni.
Nessuna donna mai potrai sfruttare,
meglio per te la morte, ci scommetto,
di certo mai tu lo potresti fare –
chiarito questo… adesso andiamo a letto?
“Ad alcuni” (Some people)
Ad alcuni il sesso piace più che ad altri, lo si sa.
Tu sembri amarlo molto, in verità.
E’ bello essere ascetici e d’indole innocente.
Tu non sei di questo tipo, fortunatamente.
Io, Biagio Carrubba, ho scelto queste tre, tra tante altre molto belle, perché sono poesie emblema e campione delle poesie tipiche d’amore della poetessa. Qui, l’amore è sentito come un gioco piccante e si sente tutta la vitalità della poetessa che è alla ricerca del suo amore e della sua voglia di sesso.
Della sua seconda raccolta poetica “Serious Concerns” (Questioni serie) del 1992, ho invece scelto:
“Definendo il problema” (Defining the problem)
Non posso perdonarti. E se anche lo potessi
non mi perdoneresti tu d’averti visto dentro.
Ma non posso nemmeno guarire dall’amore
per ciò che mi sembrava prima che t’incontrassi.
“Due cure per l’amore” (Two cures for love)
Prima:
Non vederlo. Non chiamarlo, né scrivergli una lettera.
Seconda:
Più semplice. Impara a conoscerlo meglio.
“Gli uomini e i loro noiosi argomenti” (Men and their boring arguments)
[…]
Sì, hai ragione tu, mio dolce amore,
sei senz’altro di me più intelligente.
Degli argomenti che a te stanno a cuore
a me non interessa un accidente.
Le poesie d’amore di questa seconda opera esprimono sempre la sua vitalità d’amore ed emerge con gioia e con forza tutto il desiderio dell’altro e la sua voglia di innamorarsi del suo compagno. Ma emergono, anche con il passare dell’età i problemi legati all’amore, tanto che la poetessa vorrebbe liberarsi dall’amore, sentito quasi come una malattia. Ma in tutta la raccolta prevale ancora la forza d’amare e il desiderio d’amore.
Della sua terza raccolta poetica “If I don’t know” (Se non so) del 2001 ho scelto:
“Idillio” (Idyll)
Una sera d’estate in giardino saremo
io e te – con pasta e vino bianco ceneremo.
Poche parole. Con te, rilassata,
guarderò l’ombra sul rosso sentiero,
quello che ci è successo quasi non parrà vero.
Quello begonia gialla. La casa, la facciata.
Senza male alla gamba, Kingsgate Park traverseremo,
per la via lunga a casa torneremo.
Il Paradiso che vorrei, che amo?
Noi due come siam stati – e ancora, a volte, siamo.
“Una fine” (An ending)
[…]
Là fuori oltre i cancelli noi dovremo
intraprendere a caso un viaggio là
attraverso lo spazio e il tempo. Quanto
lontano, e a lungo? Chi lo sa?
Dovremo dire addio senza rimpianto
non solo a questo giorno. Domani fingeremo
di andare via di qui senza ritorno.
“Quello che penso” (What i think)
[…]
Voglio che tu stia bene, deficiente.
Io sto dalla tua parte, eternamente.
Insomma, sai quello che devi fare:
dallo strizzacervelli devi andare.
Le poesie di questa terza raccolta esprimono sempre la ricerca dell’amore della poetessa ed indicano anche l’evoluzione del suo amore con il suo partner che, nel corso degli anni è cambiato, ed ora emergono non soltanto la voglia di sesso ma anche i grossi problemi di relazione che ha con il suo partner, tanto che gli consiglia di andare dallo psichiatra per curarsi.
Della quarta raccolta “Two cures for love” ( Due cure per l’amore), ho scelto:
“Risparmiàti” (Spared)
Lassù non eri tu – non ero io
cento metri di sopra il romorìo
di New York. Salvi e liberi, per poco,
di vivere, d’amare, noi, per gioco,
d’immaginare ciò ch’era accaduto –
chiamate dalla torre in agonia,
ed un addio sulla segreteria
all’altro che riposa un’altra ora,
o peggio – dirsi addio per ascoltare
l’altrui pena – e nel cielo di lassù
il disperato amore dissipare
sapendo che nonci si vedrà di più,
o mano nella mano gettarci io e te
verso una morte certa… Ma a noi è risparmiato
tutto questo- ora viene accertato
che davvero l’amore è tutto ciò che c’è.
Questa poesia d’amore la trovo molto bella in primis perché, parte da una citazione di Emily Dickinson , e poi Wendy Cope immagina la fine tragica del suo amore che sarà commentata in diversi modi. Ma grazie all’amore lei si salverà dalla morte, per cui può dire che lei insieme al suo compagno saranno risparmiati dalla morte grazie all’amore, perché nella vita ciò che più conta nella vita è l’amore che è tutto ciò che c’è.
Della quinta opera “Family Values” (Valori Familiari) del 2011, ho scelto:
“Vederti” (Seeing you)
Vederti so che mi darà tristezza.
Ma voglio vederti ugualmente.
Il tempo andato non lo rivivremo.
Vederti so che mi darà tristezza.
Forse è uno sbaglio, forse una sciocchezza.
Ma un giorno o l’altro morti giaceremo.
Potrebbe essere il mio errore estremo.
Ma voglio vederti ugualmente.
“Aprile” (April)
Gli uccelli di lassù non smetton di cantare
celebrando l’Aprile prediletto.
In questo amato mondo per sempre voglio stare,
accanto a te, dividere il tuo letto.
Non credo che da morti noi ci ritroveremo.
Non ti incontrerò, né insieme più saremo.
Gli uccelli di lassù non smetton di cantare.
In questo amato mondo per sempre voglio stare.
Queste ultime due poesie esprimono in maniera evidente e struggente l’evoluzione ed il cambiamento dell’amore così come lo ha vissuto la poetessa Wendy Cope dal 1980 ad oggi.
Nelle prime poesie l’amore era sentito come una forza trascinante, bella e della quale approfittare in ogni occasione. Man mano la descrizione dell’amore si è evoluta affrontando anche i problemi della sua relazione terminando con altre belle poesie d’amore che però rimpiangono l’amore passato così come descritto in “Vederti”,. In questa poesia la poetessa si trova in una situazione di incertezza col proprio compagno ma sente ugualmente il desiderio di vederlo, perché ciò le procurerà piacere e desiderio. Mentre la poetessa affronta negativamente questo aspetto io l’ho parafrasato in positivo:
Vederti so che mi darà gioia.
Ma voglio vederti ugualmente.
Il tempo andato non lo rivivremo.
Vederti so che mi darà gioia.
Forse vederti non è uno sbaglio
perché mi fa provare sensualità.
Vederti non è una sciocchezza che mi provoca piacere.
Ma un giorno o l’altro, morti giaceremo.
Potrebbe essere il mio ultimo desiderio estremo.
Ma voglio vederti ugualmente.
La poesia più bella di questa raccolta rimane sicuramente “Aprile” , dove la poetessa esprime in modo concentrato e compatto ma in forma leggera e lieve tutta la sua voglia di vivere ed il suo attaccamento all’amore e alla vita in modo diretto.
Una delle ultime poesie è “La vedova” in cui viene fuori il doppio valore dell’amore: da una parte l’amore rimane la forza bella e giovanile piena di sensualità e dall’altra emerge anche il dolore ed il dispiacere dell’amore passato che non c’è più.
“La vedova” (The widow)
Mi piace questo brano. E piacerebbe anche a te.
Di rado, quasi mai dissentivamo
in quei giorni remoti che accanto sedevamo
e poi tornavi a casa assieme a me.
Questo è il futuro – ma è di già arrivato?
Da giovani sembrava assai lontano
come un giorno al tramonto nel passato.
Non rinuncio alla musica, anche se non c’è più
quella condivisione di quando c’eri tu.
Vado ancora ai concerti, ma non averti accanto
è dura. Oggi va bene, non ho neanche pianto.
Ho il mal di testa, e un nodo alla gola.
E tu non sentirai mai più una nota sola.
Modica, 27 febbraio 2014
Biagio Carrubba
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