(Articolo culturale, politematico, policromatico, polifonico ed eclettico).
Un atto di accusa contro tutte le religioni del mondo.
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Il mio cruccio esistenziale e filosofico è stato, da sempre, fin da quando frequentavo il liceo scientifico di Scicli (1968 – 1973), quello di dimostrare “l’Inesistenza di Dio”. Oggi, con questo articolo filosofico e pragmatico, io, B. C., penso di poter dire e affermare che ho trovato, intuito, elaborato, formulato ed espresso, con parole chiare e lineari, delle prove, convincenti ed importanti, della inesistenza di Dio. Io, B. C., penso, reputo e suppongo che il ragionamento, che ho fatto, per dimostrare l’inesistenza di Dio, sia chiaro e semplice, perché la dimostrazione logica, sulla genesi dell’idea di Dio, mi è venuta chiara, improvvisa e spontanea nella mente, nel sonno e in un bel sogno, durante la notte del 15 aprile 2023. Io, B. C., il giorno dopo, ho pensato che questo sogno era propizio alla mia tesi sulla inesistenza di Dio. Insomma il sogno mi aveva dato l’input per cominciare a scrivere il mio nuovo articolo, culturale, politematico, policromatico e polifonico sulla inesistenza di Dio. Quindi, dal giorno dopo, io, B. C., ho scritto, ho riscritto, ho letto e riletto, ho corretto e ricorretto, con cura e con attenzione, in pratica con grande diligenza, il ragionamento sulle prove della inesistenza di Dio; infine, dal 16 aprile e nei giorni seguenti, ho redatto, integrato e concluso tutto il ragionamento filosofico e pragmatico, sulla inesistenza di Dio, fino alla data odierna, quando ho posto la parola fine a questo mio componimento culturale e personale, conformandovi la mia configurazione esornativa finale e conferendogli il mio ornatus, vivace, variegato, definitivo e completo. Inoltre, io, B. C., devo dire che il modo di procedere del ragionamento, nel mio saggio, è stato un modo riflessivo, progressivo, digressivo, divisivo, vario, probativo, trasgressivo, provocatorio, iconoclasta e, infine, eclettico. Invece il mio usus scribendi è rimasto quello mio solito e cioè l’uso di una lexis lineare, robusta, forte e solida che presenta, anche, però, uno stile forbito, loquace, piacevole, garbato, elegante, acuto, arguto, dignitoso e ornato. Il punto di partenza del mio ragionamento, filosofico e teologico, e le mie riflessioni, logiche e razionali, sul tema della inesistenza di Dio, sono i seguenti. In primis, io, B. C., penso, reputo e giudico che la religione cristiana sia una religione, assurda e astrusa, perché è nata ed è cresciuta con argomenti e con riflessioni che io giudico delle patacche, vere e proprie; inoltre, io, B. C., reputo questi argomenti e queste riflessioni, anche, delle invenzioni e delle immaginazioni, fantastiche e inverosimili, inventate e narrate da parte dei 4 evangelisti; invenzioni e fantasticherie che sono nate dalla mente di 4 evangelisti che, non sapendo né scrivere e né leggere, dettarono i loro ricordi sul loro maestro Gesù a degli scribi, i quali compilarono e scrissero le invenzioni, le fantasticherie, le inventive e i ricordi dei 4 evangelisti, definendoli con il nome Vangeli. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e ritengo, anche, che tutte le lettere, scritte da san Paolo alle comunità religiose cristiane del suo tempo, non siano altro che lettere retoriche, utopistiche e consolatorie, inventate ed elaborate di sana pianta dal neofita, ma molto furbo e colto, san Paolo; inoltre, io, B. C., giudico che queste lettere non siano altro che delle vere e proprie fandonie eccelse e delle menzogne elaborate e circostanziate dal nuovo seguace, focoso e istruito, san Paolo; lettere indirizzate o ai suoi conoscenti, come la lettera a Tito, o a tutte le incerte, esigue e fragili comunità cristiane di quel periodo, come la lettera ai Romani. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che la prima fandonia che riguarda san Paolo sia proprio la sua caduta da cavallo, nella quale lui sentì la voce di Gesù Cristo. L’episodio della caduta dal cavallo di san Paolo è raccontato, descritto e narrato da san Luca nel suo libro Atti degli apostoli. Ecco le parole di san Luca: “(Saulo) strada facendo, mentre stava avvicinandosi a Damasco, d’improvviso una luce dal cielo gli sfolgorò d’intorno: caduto da cavallo, udì una voce che gli diceva:<<Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?>>. Egli rispose: <<Chi sei, o Signore?>>. E quegli:<<Io sono Gesù che tu perseguiti; ma alzati in piedi, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare.>> … Saulo si alzò da terra e, aperti gli occhi, non poteva vedere nulla. Allora, prendendolo per mano, lo condussero a Damasco>>. (Da La Bibbia. EDITORE SAN PAOLO – a cura di Antonio Girlanda. –Lacerto tratto dagli Atti degli apostoli, capitolo 9, versetti 3 – 8. Pagina 1167). Io, B. C., penso, reputo e giudico che la voce di Gesù Cristo che richiama san Paolo, sulla via di Damasco, al cristianesimo non sia altro che una grande bufala e un grande intreccio costruiti ad arte per razionalizzare e giustificare sé stesso e di giustificare e di razionalizzare la conversione di san Paolo al cristianesimo. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che il cristianesimo, per tutte le bufale, le balle e le fandonie che sono contenute nella sua nascita, sia, certamente, una religione assurda, inverosimile e priva di ogni razionalità, ma, con il passare dei secoli, grazie alle balle e alle fandonie contenute nei 4 Vangeli e alle balle e alle menzogne contenute nelle lettere di san Paolo, il cristianesimo abbia avuto una grande visibilità e una grande credibilità tra i poveri e i diseredati pagani del suo tempo, i quali, abitando e vivendo nel mondo latino, sotto l’Impero Romano, si convertirono in massa, nel corso di 4 secoli, alla nuova religione del cristianesimo. In secundis, sulla base di queste mie considerazioni e riflessioni, io, B. C., oggi me ne sto alla larga da ogni forma di sacro e da ogni genere di religioni, che esistono sulla faccia della Terra, perché considero tutte le religioni del mondo delle pure invenzioni e menzogne che hanno il solo scopo di ingannare e illudere la gente onesta e credulona. Insomma, io, B. C., non ho nessuna fiducia e nessuna stima per gli uomini di Chiesa, di qualsiasi religione essi siano, e non ho nemmeno fiducia né stima per i Papi, chiunque loro siano e da qualunque religione loro provengano. Perciò, io, B. C., quando vedo in TV il Papa o qualunque altro prelato, di qualsiasi altra religione, cambio subito canale, per non ascoltare le loro parole e le loro prediche, perché, io, B. C., so, perfettamente, che le loro prediche e i loro discorsi sono fondati sul nulla, sulle menzogne e sulle fantasticherie sia dei 4 Vangeli e sia di altri testi di base, pseudo sacri, come il Corano della religione islamica o altri testi pseudo sacri delle religioni orientali. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che qualsiasi altro testo ritenuto sacro dai suoi fedeli e adepti, per me, è in realtà, un testo pieno di bugie e ricolmo di menzogne costruite, scritte e circoscritte ad arte per falsificare la realtà e per offuscare la coscienza del popolino che crede a tutte le menzogne e alle fandonie scritte in testi pseudo sacri di qualsiasi religione e di qualsiasi popolo a cui si riferiscono. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che questi testi pseudo sacri, dalla Bibbia al Corano e ad altri testi pseudo sacri di altre religioni, sono stati scritti per creare un sistema ideologico e teologico fittizio, menzognero, illusorio e ingannevole verso le masse popolari ignoranti, ma che sono, anche, creduloni, ingenui e sprovveduti verso tutto ciò che è sacro e religioso. Infatti queste masse popolari credono nei testi pseudo sacri e hanno una fiducia, cieca e insensata, in tutti i religiosi di qualsiasi religione, pur di sapere, di credere e di sperare nella loro resurrezione dopo la loro morte. Il primo neo cristiano che parlò, surrettiziamente e apertamente, della morte e della resurrezione di Gesù Cristo e del suo ritorno sulla Terra, è stato certamente il neo apostolo san Paolo, il quale, nelle sue lettere inviate a tutte le comunità, in via di formazione nell’area mediterranea, espresse e parlò della morte e della resurrezione di Gesù Cristo, come esempio di una nuova religione basata sulla resurrezione del corpo e della promessa della vita eterna. Ora, io, B. C., leggendo queste lettere, mi sono reso conto che san Paolo, in queste lettere, mente, spudoratamente e apertamente, quando parla della resurrezione di Gesù Cristo. Infatti san Paolo afferma e insiste molte volte sulla resurrezione di Gesù Cristo, il quale ritornò, come dice san Paolo, molte volte sulla Terra, come afferma nella prima lettera ai Corinzi. Ecco il brano in cui san Paolo parla, descrive, espone e manifesta la resurrezione di Gesù Cristo e il suo ritorno sulla Terra. “In seguito (Gesù Cristo) apparve a più di 500 fratelli in una volta, la maggior parte dei quali vive ancora, mentre alcuni sono morti. Poi apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Infine apparve anche a me, ultimo di tutti, come un aborto. Io, infatti, sono l’ultimo tra gli apostoli, neanche degno di venire chiamato apostolo, perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Ecc.” (Dalla prima lettera ai Corinzi. Capitolo 15. Versetti 6- 9. Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo a cura di Antonio Girlanda. Pagina 1218). Poi la lettera continua sempre sul tema della resurrezione di Gesù Cristo, il quale morì, come assicura e afferma san Paolo, per la resurrezione di tutti gli uomini, dopo la loro morte. Io, B. C., dopo avere letto tutte le lettere di san Paolo, posso dire e affermare che tutte le affermazioni, le informazioni, le profezie e le visioni di san Paolo sono delle vere e proprie menzogne, delle fandonie, delle patacche che avevano soltanto lo scopo di imbrogliare e di ingannare i pagani di allora e hanno, ancora oggi, lo scopo di continuare a ingannare, a illudere e a prendere in giro i cristiani di oggi. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che è impossibile credere a san Paolo, il quale afferma che Gesù Cristo, dopo la sua morte, è apparso a lui, come a tanti altri. Ora io, B. C., mi chiedo e domando: – Come si può credere a san Paolo che afferma di aver visto Gesù Cristo, quando il presunto Messia non è mai resuscitato? Come ha fatto san Paolo a rivederlo? È evidente che san Paolo, quando ha scritto queste lettere, mentiva e quindi anche lui, secondo me, è un apostolo, falso e bugiardo, al quale non si può credere. Il verbo comparire ha due significati che si contrappongono e si esaltano l’uno con l’altro. Il primo significato è quello di: farsi vedere, presentarsi allo sguardo. Il secondo significato è quello di: sembrare, e si usa soprattutto quando si vuole fare notare la contrapposizione tra ciò che sembra e ciò che davvero è. Io, B. C., escludo, in modo categorico, che san Paolo usi il primo significato, perché è impossibile che Gesù Cristo si è fatto vedere in simultanea (apparve) a più di 500 fratelli, come afferma san Paolo nel brano sopra riportato e sopra citato. Eppure tanti milioni di cristiani nel mondo credono, ancora oggi, a queste bugie e a queste fandonie scritte più di 2.000 anni fa. Io, B. C., certamente, non credo a queste bugie e a queste fandonie e così suggerisco a tutti di non credere a queste bugie e a queste fandonie perché sono inutili, insignificanti, fuorvianti, illusorie e ingannevoli. Per concludere questo primo paragrafo di questo mio articolo sulla inesistenza di Dio mi chiedo e chiedo a tutti voi: – perché la gente ha bisogno di credere alle religioni e al sacro? – La mia risposta e la mia spiegazione è la seguente: – ogni uomo e ogni donna che vivono su questa Terra sentono, avvertono e percepiscono, dentro di loro, un bisogno e una opportunità molto forti, istintivi e sentimentali, che li porta ad aggrapparsi a qualsiasi ragionamento o a qualsiasi illusione pur di sperare e di credere di continuare a vivere per sempre, anche dopo la loro morte. Inoltre, io, B. C., penso, immagino e suppongo che, anche, un bambino e una bambina sentano e percepiscano dentro di sé una esigenza imperiosa e una forza vitale che li trascendano a voler vivere oltre la loro fanciullezza; inoltre, io, B. C., penso, suppongo e immagino che queste spinte interiori o istinti di conservazione rafforzino e spingano l’anima e la volontà di credere a chiunque prometta a loro la resurrezione del corpo, dopo la morte naturale. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e immagino che, anche, un nonno e una nonna, dopo una vita passata insieme, avvertano e percepiscano, dentro di loro, un vigore vitale e una forza trascendente che li fa credere e sperare a rivivere anche dopo la loro morte, e ciò li spinge a credere alla religione che promette loro la resurrezione dopo la loro morte. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questo istinto di sopravvivenza e di conservazione, dopo la morte, sia stato bene espresso e sviluppato da san Paolo, il quale nelle sue lettere porta come esempio la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, immolato e morto per redimere l’umanità dal peccato. Io, B. C., penso, reputo e giudico che le lettere di san Paolo siano e rappresentino, veramente, delle grandi illusioni e dei grandi inganni perché promettono la resurrezione dei morti, portando come esempio la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, per la redenzione dell’umanità. Come Dio ha voluto la resurrezione di suo Figlio Gesù Cristo, così san Paolo afferma che ogni uomo rinascerà dopo la sua morte. Ecco le parole con le quali san Paolo spiega e giustifica la resurrezione di Gesù Cristo in favore di tutta l’umanità: “Ora, se si predica che Cristo fu risuscitato dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non si dà risurrezione dei morti? Che se non si dà risurrezione dai morti, neanche Cristo fu risuscitato! Ma se Cristo non fu risuscitato, è vana la nostra predicazione, vana la nostra fede. Ecc.” (Dalla prima lettera ai Corinzi. Capitolo V. versetti 12 – 14. Pagine 1218 – 1219). Infine, io, B. C., affermo e asserisco che non credo a nessuna delle parole e delle affermazioni di san Paolo, perché secondo me, san Paolo è un bugiardo incallito, il quale, ormai infatuato, appassionato, esaltato, entusiasta e fanatico delle nuove idee sentite e ascoltate dagli apostoli che predicavano la vita, la passione e la morte di Gesù Cristo, anche lui cominciò a predicarla, benché non avesse mai visto di persona, né mai udito la parola di Gesù Cristo. Io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le informazioni, le comunicazioni e i giudizi di san Paolo non siano altro che grosse menzogne, grosse invenzioni ingannevoli per convincere i pagani di allora a convertirsi alla nuova religione del cristianesimo. A conclusione di questo primo paragrafo di questo articolo, culturale e pragmatico, io, B. C., penso, reputo, giudico e voglio precisare e dichiarare che non è stato, soltanto, san Paolo a scrivere fandonie e fregnacce per fondare e giustificare una nuova e pseudo religione; io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti gli scrittori e tutti i compositori dei libri pseudo sacri sono degli impostori e dei bugiardi, i quali, sentendosi ispirati o invasati da Dio, scrivono delle visioni e delle invenzioni nuove che non hanno né capo né coda e che non stanno né in cielo né in terra, ma che sono ritenuti sufficienti, utili e nuovi per impiantare, fondare e costruire una nuova pseudo religione. Io, B. C., penso, affermo e reputo che tutti gli scrittori di libri pseudo sacri sono dei pseudo pensatori che scrivono libri pseudo sacri perché essi inventano, fantasticano, immaginano e profetizzano visioni false e bugiarde, ma che fanno presa sui tanti milioni di baggiani che, spinti dal bisogno di credere a qualcosa di sacro e di soprannaturale, credono e seguono questi libri pseudo sacri; a loro volta tutti i fedeli di queste religioni diventano faziosi, facinorosi e fanatici, i quali, a loro volta, diventano sospettosi e odiosi nei riguardi di tutti i seguaci, adepti e baggiani di tutte le altre religioni del mondo. Infatti gli islamici odiano i cattolici, i cattolici sono sospettosi dei protestanti; i talebani detestano cattolici e protestanti; i protestanti disprezzano gli induisti e tutte le religioni orientali. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti gli adepti e i presuli di tutte le religioni del mondo si odiano reciprocamente e sono in concorrenza tra di loro; e, io, B. C., penso, giudico e suppongo che ogni adepto, ogni seguace, ogni baggiano e ogni fedele di ogni religione odi, disprezzi, denigri, umili e disdegni tutti i seguaci di tutte le altre religioni del mondo. Infine, io, B. C., penso, giudico e suppongo che, mentre tutti i prelati e gli adepti di tutte le religioni del mondo mostrino una facciata bella e pulita e parlino di amore, di amicizia, di dilezione e di carità, nei fatti, di nascosto e ogni giorno, questi religiosi sono degli uomini che si muovono, agiscono e vivono nell’odio, nel rancore, nell’inimicizia e nell’invidia, come tutti gli uomini laici e le donne laiche del mondo, anche loro falsi e bugiardi, laici e materialisti, edonisti e peccatori, vendicativi e ingannevoli, caratteristici e ossessionati, che vivono e si muovono su questo pianeta Terra. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che il peccare, il commettere furti, il compiere omicidi e tanto altro degli uomini sia dovuto, essenzialmente, alla natura e all’indole umana, la quale è formata e mischiata, in proporzioni diseguali, in ogni uomo e in ogni donna, il cui carattere può variare o dall’essere franco o santo all’essere bugiardo o criminale. Insomma, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli uomini e le donne soffrono e agiscono per le stesse pecche e per le deficienze del carattere e dell’indole umana, la quale porta e spinge gli uomini e le donne a commettere peccati e a compiere colpe: rei e ree costretti a vivere in galera; eppure la stessa natura umana sospinge e dà forza agli uomini e alle donne di agire in modo salvifico e benevolo per gli altri. Per questa caratteristica universale della natura umana, io, B. C., penso, reputo e giudico che, ancora oggi, vale la massima che dice e afferma che: tutto il mondo è paese, nonostante le grandi differenze che esistono tra popoli e popoli e nonostante le grandi diversità che esistono tra culture e civiltà contrapposte. Infine, io, B. C., mi chiedo e chiedo ai lettori: forse un assassino americano è diverso da un assassino italiano? Io, B. C., penso, reputo e giudico che la diversità di cultura e di civiltà colpisce tanto i ladri, i criminali, gli assassini religiosi e clericali quanto gli assassini laici e atei. Io, B. C., concludo questo mio primo paragrafo di questo articolo, culturale, filosofico, teologico e pragmatico, con i seguenti miei versi poetici, eterocliti, compositi e conclusivi.
È la natura umana, è l’indole del carattere
che spingono il singolo individuo o
la singola individua a scegliere
se correre verso il blu e il cobalto del mare,
cioè verso la libertà, la sincerità e la verità;
ed è, sempre, l’istinto naturale a scegliere
se correre verso l’azzurro e il celeste cielo
cioè verso orizzonti aperti, nuovi e ignoti.
Ma l’importante, però, è, secondo me, che
i singoli individui non scelgano mai di aderire
all’ideologia del postfascismo italiano
o di appartenere al partito degli andicappati
d’Italia, perché in questo caso costoro sono
destinati a praticare e a vivere una vita infe-
lice e tormentata per sé stessi e per gli altri.
Io, B. C., penso, reputo e giudico che la feli-
cità consista nel partecipare alla vita attiva e
democratica della società civile, politica
e culturale italiana, dando e donando il pro-
prio contributo benefico e positivo, e agendo
proficuamente per sé stessi e per gli altri.
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Come è noto, la Chiesa di Roma ha sempre svolto una funzione negativa e distruttiva nei confronti dell’Italia. Già Dante Alighieri, nella Divina Commedia e Niccolò Machiavelli, nel Principe, hanno messo in rilievo il ruolo negativo che la Chiesa ha avuto nei confronti dell’Italia. Un esempio, che vale per tutti, è il ruolo negativo che hanno avuto i due Papi francesi, Urbano IV (1261 – 1264) e Clemente IV (1265 – 1278) i quali offrirono il regno di Napoli a Carlo d’Angiò, che scese in Italia ed occupò il regno di Manfredi, cioè il Re della Sicilia e dell’Italia del sud. Carlo d’Angiò scese in Italia nel febbraio del 1265 e, l’anno dopo, Carlo d’Angiò sconfisse Manfredi nella famosa battaglia di Benevento, il 26 febbraio 1266, instaurando e istituendo, così, il dominio francese in tutta l’Italia del sud, ad eccezione della Sicilia che, dopo la guerra dei Vespri siciliani (1282 – 1302), passò nelle mani degli Aragonesi di Spagna. Con la vittoria di Benevento, gli Angioini francesi dominarono l’Italia del sud per quasi due secoli, quando lasciarono il posto agli Aragonesi di Spagna; infatti nel 1442 Alfonso V d’Aragona, sconfiggendo gli angioini, conquistò e diventò Re del regno di Napoli e Re del regno di Spagna. Come è evidente da questi fatti storici, l’invito dei due Papi a Carlo d’Angiò è stata la causa scatenante ed efficiente del dominio straniero in Italia; dominio che continuò dal 1200 fino agli inizi del 1900. Il dominio straniero, in Italia, era, però, già cominciato nel X secolo con il dominio arabo (XI e XII secolo), poi era continuato con il dominio normanno (XII secolo), poi era proseguito con il dominio tedesco di Federico II di Svevia (prima metà del XIII secolo), al quale si sovrappose, per l’appunto, il dominio francese degli Angioini, sostituito poi dal dominio spagnolo; infine l’Italia subì, anche, il dominio austriaco fino al 1918. Un altro esempio negativo dell’ingerenza della Chiesa di Roma, a sfavore dell’Italia, fu, certamente, la richiesta di Papa Bonifacio VIII, che richiese l’intervento di Carlo di Valois, fratello del Re di Francia, Filippo IV il Bello. Carlo di Valois, nel novembre del 1301, entrò a Firenze, apparentemente come paciere, ma in realtà con il compito di favorire i Guelfi neri e fargli riprendere il potere a Firenze. I Guelfi neri, nel 1302, presero il potere a Firenze e cominciarono a confiscare e a distruggere tutti i beni dei Guelfi bianchi; inoltre i Guelfi neri mandarono in esilio tutti gli esponenti dei Guelfi bianchi, tra cui Dante Alighieri che si trovava sulla via del ritorno da Roma per ritornare a Firenze. Il 27 gennaio 1302 Dante, saputa la notizia della vittoria dei Guelfi neri a Firenze, non fece più ritorno a Firenze e così cominciò la sua vita, disagiata e triste, di esiliato e di girovago, solo e soletto, in molte corti dell’Italia centro settentrionale. Dante Alighieri, durante l’esilio e il girovagare per le corti italiane, ideò, elaborò e cominciò a scrivere e a comporre la celeberrima opera della Divina Commedia (1306 – 1321). Dopo il 1300 i rapporti tra la Chiesa di Roma e gli Stati regionali italiani furono sempre conflittuali e contrastanti fino ad arrivare all’unità d’Italia, nel 1861. Dopo la Breccia Porta Pia, nel 1870, la Chiesa di Roma perse tutti i suoi possedimenti territoriali in Italia, tranne il piccolo territorio dello Stato Vaticano a Roma. Dopo l’instaurazione del regime fascista, nel 1922, il Governo fascista sovvenzionò e tutelò la Chiesa romana, come struttura gerarchica ed ecclesiastica, con i famosi Patti Lateranensi dell’11 febbraio del 1929. Mussolini, quindi, con la sua dittatura fascista, inserì, integrò e sottomise la Chiesa di Roma all’interno del proprio Stato fascista e la soggiogò all’interno del regime fascista; ma ambedue, sia la struttura ecclesiastica e sia lo Stato fascista, ricavavano vantaggi e favori dalla strana e coercitiva alleanza politica ed istituzionale, tra il regime fascista e lo Stato Vaticano. A proposito di fascisti e di Chiesa di Roma, l’altro giorno, io, B. C., ho visto in TV i due capi: la leader del partito del post fascismo e Premier del Governo in carica e il Papa, capo della Chiesa di Roma di oggi. Io, B. C., vedendo i due, uno di fronte all’altra, Papa e Papessa, due brutture gerarchiche e due brutte persone, che si scambiavano moine e gesti affettuosi, cambiai subito canale perché so quanto danno e disastri stanno portando e porteranno all’Italia; e cambiai canale anche per non vedere e non ascoltare queste due figure, bugiarde e ipocrite, così negative e distruttive per l’Italia. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che la papessa sia una ignorante cattedratica e una leader bassa di statura e bassa di cultura, quasi una nana, che rappresenta malamente e regressivamente i valori della democrazia italiana. Infatti la leader del partito Fratelli d’Italia, con il suo Governo, sta trasformando lo Stato italiano da Stato democratico e parlamentare in uno Stato repressivo, poliziesco e totalitario, così come fece il suo idolo politico e predecessore Benito Mussolini. Io, B. C., inoltre, penso, reputo e giudico che le idee, involutive e di estrema destra, della leader di Fratelli d’Italia e Premier del Governo italiano siano delle idee retrograde e regressive per gli italiani; idee e controriforme che stanno portando l’Italia ad affiancarsi e a diventare alleata di Stati e di Governi antidemocratici, reazionari e repressivi, come la Polonia e l’Ungheria di Orban. Inoltre, io B. C., penso, reputo e giudico che l’altro, il Papa, sia un pontefice poco aggiornato e inchiodato alle sue idee religiose, antiquate e anacronistiche, che guida la Chiesa cattolica cristiana, gerarchizzata, secondo i suoi giudizi teologici e ideologici, ma senza trasmettere e inviare nessun messaggio di uguaglianza tra tutti i popoli del mondo. Infatti questo Papa non fa altro che ripetere e anteporre il vano nome di Dio in tutti i messaggi e i proclami che lancia dalla sede papale di Città del Vaticano; ma è evidente che questi messaggi e proclami lanciati e letti da piazza san Pietro non producono nessun effetto positivo, come è accaduto per la guerra tra Ucraina e Russia. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che questo Pontefice, nonostante i suoi numerosi appelli alla pace tra le due nazioni, continua a sostenere e ad affermare che vuole una pace, vana e inutile, che si dimostra, però, sempre più vana e irraggiungibile tra russi e ucraini. Io, B. C., penso, reputo e presagisco che la pace tra russi e ucraini non verrà subito e sarà determinata soltanto dalle armi e dai soldati in lotta tra di loro sul campo di battaglia. Infine, io, B. C., quando vedo comparire davanti a me un prete o un monaco, una suora o una monaca, mi allontano subito da costoro perché non crederei ad una sola parola di ciò che essi direbbero sulla esistenza di Dio; infatti, mentre loro dicono, affermano e sostengono l’esistenza di Dio, perché sperano, illusoriamente, nella loro resurrezione post mortem; io, B. C., invece, nego assolutamente e convintamente l’esistenza di Dio con i ragionamenti e le riflessioni che qui scrivo e che riporto, nei seguenti paragrafi. Infine, io, B. C., penso, affermo e asserisco, anche, che non ci sarà mai nessuna mia resurrezione dopo la mia morte.
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Io, B. C., penso, immagino, suppongo e giudico che, come una nebulosa ha creato il sistema solare, dal quale, poi, sono nati tutti gli altri pianeti, i satelliti, le comete e gli asteroidi che circondano il nostro sole, così la natura del pianeta Terra, ha creato e generato ogni forma di vita: dal regno vegetale al genere umano, passando per il regno animale. Invece, come è noto, tutte le altre galassie e tutti gli universi materiali, conosciuti e non conosciuti, scoperti e non scoperti, compresi la materia oscura e l’energia oscura, di cui si intuisce l’esistenza, ma di cui ancora gli scienziati e gli astronomi non hanno scoperto né hanno potuto studiare la loro composizione materiale, erano nati dall’esplosione del big-bang. Comunque, gli scienziati affermano, anche, che l’universo visibile, visto, osservato e studiato mediante i telescopi rappresenta soltanto il 5% di tutta la massa visibile del nostro universo, mentre la materia oscura e l’energia oscura, invisibili, rappresentano il 95% di cui ancora non si conoscono né il luogo dove si trovano, né la materia di cui sono composti. Intanto gli astronomi e gli scienziati delle stelle e dei buchi neri cercano sia la materia oscura e sia l’energia oscura, con tutte le forze, con tutto l’impegno possibile e con i propri telescopi situati e posizionati nei vari osservatori astronomici e sparsi in tutto il mondo; nel contempo, però, gli scienziati delle galassie e gli astronomi stanno cercando, anche, di scoprire il momento iniziale del big-bang; purtroppo, fino adesso, i risultati, sulla materia oscura e sulla energia oscura, sono alquanto incerti e deludenti; ma è certo che entro i prossimi 10 anni, gli scienziati dei buchi neri e gli astronomi, riusciranno a trovare sia la materia oscura sia l’energia oscura. Io, B. C., penso, suppongo, presagisco e immagino che sia la materia oscura e sia l’energia oscura si possano trovare in fondo ai buchi neri, dove l’energia solare, attirata e trascinata dentro dai buchi neri, viene trasformata in materia oscura e in energia oscura; inoltre, io, B. C., sono sicuro e speranzoso che gli scienziati delle stelle e del big-bang scopriranno e capiranno quale sia stato il momento iniziale del big-bang e dove sia avvenuta l’esplosione del big-bang. Quando gli scienziati costruiranno dei telescopi così potenti da poter guardare in fondo ai buchi neri, allora, io, B. C., penso, presagisco e immagino che gli scienziati delle stelle e gli astronomi troveranno, sicuramente, anche, sia la materia oscura che l’energia oscura. Infine, io, B. C., considerando tutte le ipotesi e le variabili scientifiche, con le quali gli astronomi e gli scienziati cercano di scoprire, risolvere e capire i misteri dell’universo, di cui ora non sappiamo quasi nulla, penso, suppongo, immagino e presagisco che la materia distruggerà, devasterà ed annullerà, anche, ogni cosa creata, così come afferma la prima legge dell’entropia: in natura nulla nasce, nulla muore, ma tutto si trasforma, ma poi, alla fine, anche le trasformazioni più piccole, atomiche e subatomiche, saranno annullate e trasformate nel nulla dal nostro Sole, quando esso, con il suo gonfiore, assorbirà, ingloberà e inghiottirà, nel corso di milioni di anni, il nostro infuocato e arido pianeta Terra. Io, B. C., in questi giorni ho appreso che, sabato 01 luglio 2023, è partita la missione Euclid, ideata dall’Esa con il contributo dell’Asi, che ha lo scopo di indagare la natura della materia oscura e dell’energia oscura che rappresentano il 95% dell’Universo. Il lancio del satellite Euclid, vuole esplorare l’universo oscuro andando indietro fino a 10 miliardi di anni nell’evoluzione per meglio comprendere la dinamica della sua espansione e il perché stia accelerando. In sintesi, io, B. C., penso, reputo e suppongo che l’origine del big-bang e tutta la struttura, lo sviluppo, l’ordine e il movimento dell’universo dimostrino, in modo incontrovertibile e in modo inconfutabile, l’inesistenza di Dio, perché tutto è avvenuto e avviene all’interno del big-bang. E ciò esclude, automaticamente, l’esistenza di un Dio creatore. Ma, io, B. C., penso, giudico e reputo che una osservazione e una obiezione, che si possono fare e affermare contro la mia tesi sulla inesistenza di Dio, siano quelle formulate e concepite da san Tommaso d’Aquino (1225 – 1274), sull’origine, sull’ordinamento e sull’ordine dell’universo, riassunte e sintetizzate da Dante Alighieri (1265 – 1321), in queste famose terzine della Divina Commedia. Ecco il testo delle terzine.
E cominciò:<<Le cose tutte quante
hanno ordine tra loro, e questa è forma
che l’universo a Dio fa simigliante.
Qui veggion l’alte creature l’orma
de l’etterno valore, il quale è fine
al quale è fatta la toccata norma.
Ne l’ordine ch’io dico sono accline
tutte nature, per diverse sorti,
più al principio loro e men vicine;
onde si muovono a diversi porti
per lo gran mar dell’essere, e ciascuna
con istinto a lei dato che la porti.
(Paradiso. Canto I. versi 103 – 114).
In parole più semplici san Tommaso e Dante Alighieri affermano che tutto l’universo, visibile e invisibile, è stato ordinato e preordinato da Dio e ogni cosa che esiste nell’universo tende a Dio come fine ultimo della sua esistenza in quanto Dio, oltre a essere il creatore dell’universo, è anche il fine a cui tende ogni cosa naturale, perché Dio è il bene massimo a cui ogni cosa tende per realizzare il proprio essere. Invece l’uomo, essendo dotato del libero arbitrio, può deviare dalla sua inclinazione naturale verso il bene e farsi trasportare verso i falsi piaceri della Terra e, quindi, condannato all’inferno. Ecco le tre terzine finali in cui Dante Alighieri esprime la facoltà e il potere degli uomini a non seguire la loro inclinazione finale perché possiedono il libero arbitrio che li fa deviare dal seguire il vero bene, cioè Dio.
Vero è che, come forma non s’accorda
molte fiate a l’intenzion de l’arte,
perch’a risponder la materia è sorda,
così da questo corso si diparte
talor la creatura, ch’ha podere
di piegar, così pinta, in altre parte;
e sì come veder si può cadere
foco di nube, sì l’impeto primo
l’atterra torto da falso piacere.
(Paradiso. Canto I. Versi 127 – 135).
Dunque, san Tommaso e Dante Alighieri affermano e giustificano l’ordine dell’universo affermando che l’ordinamento dell’universo è stato creato e stabilito da Dio; ciò spiega sia l’esistenza dell’universo e sia l’ordine di tutto l’universo, visibile e invisibile, e sia l’esistenza di Dio. Invece, io, B. C., penso, reputo e affermo che non è stato Dio a creare e a stabilire l’ordine e l’ordinamento dell’universo, così come appare agli uomini, ma, secondo me, B. C., le forze fondamentali dell’universo che governano e sostengono tutto l’universo, visibile e invisibile, dovevano trovarsi o all’interno del big-bang, oppure si sono formate insieme o subito dopo l’esplosione del big-bang; il che esclude l’esistenza di Dio, come essere ideatore e creatore dell’universo, visibile e invisibile.
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Io, B. C., penso, reputo e sostengo che tutte le forze fondamentali dell’universo, così come gli scienziati le conoscono e le reputano come forze fondamentali dell’universo, sono quattro e sono nate o insieme al big-bang, o esistevano già all’interno del big-bang, oppure si sono formate subito dopo il big-bang e che, a tutt’oggi, governano, presiedono, controllano, dispongono e prescrivono tutti i fenomeni fondamentali dell’universo. Come è noto le quattro forze fondamentali dell’universo sono: la forza elettromagnetica, la forza gravitazionale, la forza (nucleare) debole e la forza (nucleare) forte. A questo proposito, inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che vi possono essere anche altre forze fondamentali dell’universo che ancora gli scienziati del big-bang, delle galassie e delle stelle non hanno scoperto e quindi non le conoscono. Può darsi che, nel prossimo futuro, gli scienziati del big-bang e delle stelle possono scoprire le altre forze fondamentali dell’universo e così spiegare, anche la presenza della materia oscura che in questo momento è assente dalla loro comprensione e possano, anche, capire la presenza dell’energia oscura, che in questo momento è assente dalle loro conoscenze. Insomma, io, B. C., penso, reputo e suppongo che, grazie alla scoperta delle nuove forze fondamentali dell’universo, gli scienziati del big-bang, delle galassie e delle stelle capiranno, anche, il perché e il come l’universo si stia allargando ed espandendo sempre di più, cosicché, anche noi, uomini comuni mortali, ben presto comprenderemo la dinamica dell’espansione dell’universo e conosceremo anche il perché l’universo stia accelerando nella sua espansione verso l’ignoto e verso l’infinito. Per continuare questo paragrafo di questo articolo della mia tesi sulla inesistenza di Dio, io, B. C., voglio dire e affermare, anche, un’altra mia riflessione su questo argomento e cioè: chi ha stabilito e preordinato le quattro leggi fondamentali dell’universo e chi ha attivato e ha premuto il pulsante per fare scoppiare il big-bang? E per quale motivo e per quale fine questo tizio ha dato inizio allo scoppio e all’esplosione del big-bang? San Tommaso e Dante Alighieri hanno detto e scritto che Dio ha stabilito e preordinato tutte le leggi dell’universo e, secondo loro, il fine dell’universo consiste nel fatto che Dio è il principio e il fine a cui tende ogni cosa e ogni essere dell’universo. O come è scritto nell’Apocalisse di san Giovanni: Dio è l’alfa e l’omega di ogni cosa. Ecco il versetto di san Giovanni in cui Dio è descritto come il principio e il fine di ogni cosa.
Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio
Colui che è, che era, che viene, l’Onnipotente.
(Apocalisse. Capitolo I. Versetto 8)
Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagina 1302. Io, B. C., penso, giudico e reputo che questo modo di ragionare di Dio per dimostrare a sé stesso che era, che è, che sarà, sia, secondo me, un modo di ragionare assurdo e per assurdo; infatti, secondo me, Dio non ha bisogno né ha la necessità di dimostrare a sé stesso e né agli uomini che Dio è principio di sé stesso ed è fine di sé stesso. Invece, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli scienziati, già oggi, hanno capito e sanno quale sia il motivo dell’esistenza delle forze fondamentali dell’universo, ma non hanno ancora le prove per dimostrare che le 4 forze fondamentali dell’universo e tutti gli altri fenomeni, come i buchi neri e le galassie, sono forze fondamentali nate, inerenti e insite al big-bang; il che esclude automaticamente l’esistenza di Dio; ma molti scienziati ancora non hanno il coraggio di escludere la presenza di una mente divina che possa aver dato l’incipit e l’avvio per la costruzione e l’espansione di un universo che, anziché regredire e ritornare al punto di partenza, cioè a Dio, continua ad espandersi e ad estendersi e non si sa ancora dove arriverà e quando finirà l’espansione di questo universo. Per procedere in questo paragrafo, io, B. C., dico e affermo che è necessario aspettare almeno altri 10 anni per sapere come stanno veramente le cose, perché oggi gli scienziati brancolano nel buio. Io, B. C., penso, reputo e giudico che fra un decennio, dopo le altre scoperte astronomiche necessarie per comprendere l’inizio del big-bang e la sua espansione, capiremo, scopriremo e sapremo come il tizio (Dio) non ha dato il primo input al big- bang e quindi non ha innescato il big-bang, cioè l’energia necessaria per dare inizio alla reazione nucleare che ha dato vita all’intero universo. Per finire questo paragrafo, io, B. C., mi chiedo: perché questa mente divina ha creato questo colossale e mastodontico universo, ricolmo di buchi neri, di galassie e di tanti altri fenomeni megagalattici pazzeschi, assurdi, grandiosi e maestosi per poi ritornare al punto di partenza, cioè a Dio stesso? Inoltre mi chiedo: perché questo tizio vuol nascondere il suo fine a noi uomini? La risposta a questa domanda l’ha già data san Paolo quando ha scritto: “Ma piuttosto: chi sei mai tu, o uomo, che ti metti in contraddittorio con Dio? Dirà forse l’oggetto plasmato a colui che lo plasmò: perché mi facesti così?”. (Lettera ai Romani. Capitolo IX. Versetto 20. Pagina 1200). Dante Alighieri condivide questi giudizi e pregiudizi di san Paolo e li riporta tali e quali, in diversi canti della Divina Commedia, come in queste terzine:
A sofferir tormenti, caldi e geli
simili corpi la Virtù dispone
che, come fa, non vuol ch’a noi si sveli.
Matto è chi spera che nostra ragione
possa trascorrer la infinita via
che tiene una sostanza in tre persone.
State contenti, umana gente, al quia;
ché, se potuto aveste veder tutto,
mestier non era partorir Maria;
e disiar vedeste senza frutto
tai che sarebbe lor disio quetato,
ch’etternalmente è dato lor per lutto:
(Purgatorio. Canto III. Versi 31 – 42).
Dante Alighieri, riprendendo lo stesso tema, ribadisce, ancora una volta, che Dio non è tenuto a dare conto agli uomini perché ha voluto creare e ordinare l’universo, così com’è fatto. Ecco come Dante spiega, ancora una volta, la sua idea con questi altri versi che coincidono con il giudizio di san Paolo.
Or tu chi sé, che vuo’ sedere a scranna,
per giudicare di lungi mille miglia
con la veduta corta di una spanna?
Certo a colui che meco s’assottiglia,
se la Scrittura sovra voi non fosse,
da dubitar sarebbe a meraviglia.
Oh terreni animali, oh menti grosse!
La prima volontà, ch’è da sé bona,
da sé, ch’è sommo ben, mai non si mosse.
Cotanto è giusto quanto a lei consuona:
nullo creato bene a sé la tira,
ma essa, radiando, lui cagiona>>.
(Paradiso. Canto XIX. Versi 79 – 90).
Ecco il brano di san Paolo, quando invoca e loda la straordinaria sapienza di Dio, sapienza che, con la sua imperscrutabilità e insindacabilità, nessuno uomo può arrivare a conoscere, a capire e a sapere:
“O profondità della ricchezza, sapienza e conoscenza di Dio! Quanto insindacabili sono i suoi giudizi e incomprensibili le sue vie! Chi conobbe infatti la mente del Signore? O chi fu suo consigliere? O chi gli dette per primo perché ne possa avere il contraccambio? Poiché tutte le cose provengono da lui, esistono in grazia di lui, tendono a lui. A lui gloria per i secoli. Amen.”
(Lettera ai Romani. Capitolo XI. Versetti 33 – 36. Pagina 1203).
In ultimo, Dante Alighieri, ancora una volta, riconferma e ribadisce lo stesso concetto sulla inconoscibilità del pensiero divino, il quale non può essere conosciuto non solo dagli uomini, ma, addirittura, non è conosciuto nemmeno dai beati e dagli angeli che sono e rivivono accanto a Lui.
Ma quell’alma nel ciel che più si schiara,
quel serafin che ‘n Dio più l’occhio ha fisso,
a la dimanda tua non satisfara;
però che sì s’innoltra ne lo abisso
de l’etterno statuto quel che chiedi,
che da ogne creata vista è scisso.
E al mondo mortal, quando tu riedi,
questo rapporta, sì che non presumma
a tanto segno più mover li piedi.
(Paradiso. Canto XXI. Versi 91 – 99).
Dunque, san Paolo spiega che Dio non rivela agli uomini il suo fine perché Dio non deve dare conto agli uomini di ciò che fa, scrivendo e facendo una domanda retorica: “Oh non ha forse il vasaio (Dio) piena disponibilità sull’argilla, così da fare della stessa massa argillosa un vaso destinato a un uso onorifico e un vaso destinato ad un uso banale? (Lettera ai Romani. Capitolo IX. Versetto 21. Pagina 1200). Quindi, anche Dante Alighieri condivide l’idea di san Paolo, anzi rafforza e rimarca l’idea della limitatezza e della inconsistenza della ragione umana degli uomini (con la veduta corta di una spanna?). Invece, io, B. C., dopo che ho riportato questi due giudizi, teologici e letterari, molto importanti, di san Paolo e di Dante Alighieri, penso, affermo e asserisco che, mentre gli uomini comuni hanno una intelligenza limitata e turbata e quindi sono incapaci di studiare il cielo, di conoscere le stelle e di scoprire il big-bang, invece gli scienziati del big-bang, delle stelle e gli astronomi, che hanno una intelligenza preparata e perspicace, fra 10, o al massimo 20 anni scopriranno, effettivamente, l’origine del big-bang e affermeranno, anche, che le 4 leggi fondamentali dell’universo sono leggi insite e inerenti al big-bang e nate insieme ad esso. Grazie agli studi, alle scoperte e alle osservazioni telescopiche degli scienziati del big-bang e delle stelle, quando avranno le prove che le 4 leggi fondamentali dell’universo sono insite e inerenti al big-bang e quando capiranno e conosceranno tutta l’architettura dell’universo, anche noi uomini comuni mortali, ma desiderosi e curiosi di conoscere l’origine del big-bang e lo sviluppo dell’universo, così come adesso lo osserviamo dal pianeta Terra, conosceremo la verità sull’origine del big-bang e sulla inesistenza di Dio. Infatti, io, B. C., penso, presumo e presagisco che, se gli scienziati del big-bang, delle stelle e gli astronomi riusciranno a trovare le prove che dimostrino la struttura di tutto l’universo, dalla sua origine fino alla sua conclusione, allora anche noi uomini comuni mortali capiremo e sapremo che tutto l’universo non è altro che un fenomeno ed una manifestazione interna al big-bang. Allora, io, B. C., penso, presumo e presagisco che le prove interne e inerenti al big-bang, scoperte e provate dagli scienziati, dimostreranno, finalmente, automaticamente e inevitabilmente, l’inesistenza di Dio, perché il big-bang, dato che contiene tutto al suo interno, non abbia il bisogno di un Dio che prema il pulsante e che dia inizio al big-bang. Inoltre, io, B. C., penso, reputo, suppongo e giudico che le scoperte e le prove degli scienziati del big-bang e delle stelle dimostrino, dichiarino, annuncino, comunichino e manifestino, anche, la vittoria della Ragione Umana, fragile ma geniale, degli uomini su Dio, il quale, ancora oggi, si rifiuta di dare la sua spiegazione agli uomini sul perché Egli abbia dato vita e l’avvio all’origine, all’ordine e all’ordinamento dell’universo. Infine, io, B. C., penso, presumo e affermo, con sicurezza e con piacere, che questo Dio non dia la sua spiegazione agli uomini, non perché come affermano san Paolo e Dante Alighieri, ma non la esplicita e non la manifesta per il semplice fatto che questo Dio non esiste in quanto il big-bang contiene tutte le leggi inerenti allo sviluppo dell’universo. Infine, mentre san Paolo afferma che il Creatore Dio non deve spiegare niente ai creati, così come il vasaio non deve dare spiegazione ai vasi che plasma, e mentre Dante Alighieri afferma, invece, che la Ragione Umana è troppo limitata e fragile per capire l’infinita via di Dio, invece, io B. C., penso, reputo e suppongo che Dio, o questa supposta mente divina o pensiero di pensiero, non abbia mai dato nessun input a nessun big-bang e quindi non abbia dato inizio all’attuale nostro universo, per la semplice ragione che non esiste nessun Dio, ma è esistito, soltanto, un fenomeno esplosivo chiamato big-bang. Infine, io, B. C., sono sicuro e sono certo che nessun Dio, o mano divina, abbia mai dato l’input al big-bang, perché il big-bang, cioè quella materia iniziale o energia primordiale, ad un certo punto, per le alte temperature che circolavano all’interno della massa energetica primordiale, scoppiò ed esplose da sé stessa, dando l’avvio e l’inizio, così, al nostro attuale universo, così come un campo arido e secco, per autocombustione, autonoma e spontanea, prende fuoco da solo. Infine per questo motivo e per le mie riflessioni personali su questo argomento, l’inesistenza di Dio, io, B. C., penso, reputo e giudico che la rappresentazione dell’idea di Dio è, soltanto, una manifestazione fantastica della mente umana, la quale immagina che Dio abbia dato l’input iniziale al big-bang. Cosa del tutto falsa e impossibile. Invece, io B. C., reputo del tutto possibile e probabile che il big-bang sia dovuto ad una autocombustione iniziale dell’energia primordiale. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli scienziati delle stelle e del big-bang e dei buchi neri e delle galassie, fra qualche decennio, scopriranno, finalmente, capiranno e spiegheranno, con leggi e dimostrazioni scientifiche, che cosa sia la materia oscura, che cosa sia l’energia oscura e financo, scopriranno, capiranno, illustreranno e divulgheranno quale sia stato il dove e il momento iniziale del big-bang.
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Io, B. C., in questo quinto paragrafo di questo mio articolo culturale, politematico, policromatico ed eclettico, voglio proporre e suggerire la mia scansione del tempo cronologico della evoluzione umana: dall’evoluzione degli ominidi alla preistoria, dalla protostoria alla storia vera e propria. Ecco qui di sotto la linea del tempo da me proposta, con le date approssimative, per individuare con una maggiore precisione le varie fasi e la scansione temporale dalla evoluzione umana alla storia scritta, vera e propria.
Da circa 4.000.000 fino a 300.000 anni fa. Da circa 300.000 a 25.000 anni fa.
Primo periodo dell’evoluzione umana Secondo periodo della preistoria umana.
Da circa 25.000 a 15.000 anni fa. Da circa 15.000 anni fa ad oggi.
Terzo periodo della protostoria umana. Quarto periodo della storia umana vera e propria fino ad oggi.
È noto che la protostoria, vera e propria, sia cominciata, all’incirca, quasi 25 mila anni fa, quando i gruppi umani, discendenti dall’homo sapiens sapiens, lasciarono, definitivamente le caverne, e dopo che finirono di abitare le grandi grotte naturali, cominciarono a costruire le prime palafitte, poi costruirono le prime case, poi edificarono i primi villaggi e infine fondarono le prime città in molti territori del mondo. Nella storia, vera e propria, scritta ed operosa, i grandi gruppi umani, nel corso dei secoli, si suddivisero in grandi gruppi famigliari e, questi ultimi, si divisero, poi, in famiglie sempre più ristrette formando generazioni di famiglie, di Re e di Faraoni, che si riconoscevano di padre in figlio, tramandandosi i ricordi di famiglia, ma lasciando in eredità, anche, i beni personali e familiari e le proprietà terriere ai propri figli o ai propri nipoti, creando e costituendo, così, la prima forma di proprietà privata. Da queste grandi trasformazioni, sociali e civili, nacquero, prima in Africa e poi in Europa, anche, le prime grandi civiltà, grandiose e maestose, come la civiltà egiziana, che si sviluppò sulle sponde del lunghissimo ed immenso fiume Nilo. Infatti, io, B. C., penso, giudico e suppongo che la proprietà privata sia nata dal lascito e dalla eredità dei Faraoni e dei Re ai propri discendenti, dicendo loro: “Questo potere, questo trono e queste terre sono miei, figlio mio, te li lascio come mia eredità e come proprietà privata; se riuscirai a conservali e a ingrandirli come vuoi tu, allora sarai un Re, figlio mio!”. Io, B. C., penso, immagino e suppongo che la proprietà privata abbia avuto, così, una origine nobiliare e regale; con questo sistema e con questa pratica, inoltre, i Faraoni e i Visir emarginarono, scartarono, estromisero, esclusero e scacciarono la maggioranza della popolazione dal potere e dalle proprietà terriere, costringendo, così, migliaia di contadini e di poveri, divenuti schiavi, a lavorare per il Faraone e per i nobili. In questo modo e con questa pratica gli schiavi e i contadini venivano impiegati e forzati a lavorare, per ordine dei Faraoni, nella costruzione delle grandi piramidi, ancora oggi esistenti in Egitto. La civiltà egiziana amministrava e governava, inoltre, molte città e diversi villaggi, dove abitavano i cittadini e gli schiavi; inoltre la civiltà egiziana dominava, anche, le popolazioni che abitavano e vivevano lungo le rive del fiume Nilo e governava, anche, le popolazioni che vivevano, si espandevano e si estendevano su tutto il grande territorio egiziano. Inoltre i faraoni, in Egitto, erano considerati e adorati come Dei, la cui religione implicava molti rituali e culti ben circonstanziati, come la complessa pratica della mummificazione dei Faraoni, i quali, dopo la loro morte, venivano sepolti nelle piramidi costruite ed adibite per ospitare i Faraoni e i gran Visir. Anche in Europa si affermarono grandi popoli e grandi civiltà: come gli Etruschi in Italia e, in Grecia, i Dori e gli Achei, che conquistarono molti territori e si stabilirono nella penisola greca e nel Peloponneso e, subito dopo, cominciarono a navigare il mar Mediterraneo per vendere e comprare merci con altri popoli limitrofi. Da queste grandi trasformazioni, sociali e civili, nell’area mediterranea, io, B. C., penso, ritengo e suppongo che, nel medesimo tempo, le prime popolazioni storiche, da 25 mila anni fa a questa parte, avevano già chiaro in mente il concetto e l’idea di Dio. Infatti, tutti questi popoli adoravano o un solo Dio, come il popolo ebreo, oppure veneravano molti dei, come i popoli dell’Europa meridionale: i popoli italici e i popoli greci. Io, B. C., penso, reputo e suppongo, come è noto, che prima dei 25 mila anni della storia scritta c’era già stata la lunga epoca della preistoria che durava già, almeno, da 300 mila anni, all’incirca, dall’homo Neanderthal, che aveva popolato tutta l’Europa, all’homo sapiens sapiens, il quale aveva popolato l’Europa e si era stabilito, anche, in ogni parte del mondo. Ma, come tutti sappiamo, prima di questa preistoria c’era stata l’evoluzione dell’uomo, dagli ominidi all’homo erectus, e dall’homo habilis all’homo Neanderthal. Infine l’homo sapiens sapiens, intorno a 150 mila anni fa, pur incrociandosi e accoppiandosi con le donne dell’homo Neanderthal, vinse e superò, nell’evoluzione, l’homo Neanderthal e rimase l’unica specie di uomo, sapiente e vivente, sulla Terra. Ebbene, io, B. C., penso, affermo e asserisco che tutte queste popolazioni preistoriche: dagli ominidi all’homo Neanderthal e all’homo sapiens, che popolarono l’Europa e l’Africa, non ebbero mai, in mente, nessuna idea di Dio e nessun concetto di Dio, né tanto meno possedettero un’idea circonstanziata e personificata di Dio. Dunque, per più di 4.000.000.000 di anni, gli uomini preistorici non ebbero mai pensato né elaborato nessuna idea di Dio né il concetto di Dio. La vita degli uomini preistorici si svolgeva, soprattutto, nell’andare a caccia per soddisfare i bisogni primari: nutrirsi, ripararsi e difendersi dalle altre popolazioni, aggressive e offensive, che tentavano di occupare altri territori, oltre a quelli dove abitavano. Inoltre, gli uomini preistorici cacciavano, anche, gli animali per procurarsi le pellicce e così ricoprirsi e ripararsi dal freddo, dal caldo a dalle intemperie climatiche. A mano a mano che il tempo passava, i popoli umani preistorici si raccolsero in caverne e vivevano in clan. Incominciò a manifestarsi, così, la prima evoluzione sociale e civile e furono elaborate, anche, le prime manifestazioni artistiche, com’è testimoniato dai graffiti che ci hanno lasciato disegnati nelle grotte dove abitavano. Inoltre i primi popoli preistorici cominciarono a spostarsi dall’Africa e si riversarono prima in Europa, poi in Asia e, infine, invasero tutti gli altri territori del mondo. Ebbene, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la differenza tra gli uomini della preistoria e gli uomini della storia, vera e propria, scritta e civilizzata, sia la prova fondamentale della inesistenza di Dio, dato che tutte le popolazioni preistoriche non avevano mai pensato e non avevano mai elaborato né l’idea di Dio e né il concetto di Dio. E questa differenza costituisce, per me, una prova, indefettibile e inconfutabile, della inesistenza di Dio, perché se l’idea di Dio ci fosse stata sempre dovrebbe esserci stata, anche, tra gli uomini preistorici. Invece gli uomini preistorici non hanno avuto in mente né l’idea di Dio né il concetto di Dio; concetto che è nato, progressivamente e filogeneticamente, negli uomini di altre generazioni successive, alle soglie della storia, vera e propria, tra 25.000 e 20.000 anni fa. In conclusione di questo paragrafo, io, B. C., penso, reputo e giudico che il lungo periodo della evoluzione umana, che va dagli ominidi all’homo di Neanderthal e poi all’homo sapiens sapiens della preistoria (circa 150.000 anni fa), sconfessa, falsifica, confuta, nega, disapprova e smentisce tutto il primo libro della Bibbia, Genesi, dove si racconta la favola che Dio creò la Terra in 7 giorni e poi creò l’uomo dalla terra e la donna da una costola dell’uomo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutta la Bibbia non è altro che un libro pieno di menzogne e di fandonie, tranne qualche data storica che riguarda la storia del popolo ebreo. Ecco qui di seguito, alcune tra le più clamorose menzogne e alcune colossali assurdità gratuite e altre balle e fandonie riportate e narrate nei libri della Bibbia. La prima fandonia, scritta nella Genesi, è, certamente, quella che riguarda la creazione del mondo, voluta, ideata e immaginata da Dio, solo con sé stesso e compiuta in soli 7 giorni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questa immaginazione, contenuta nel primo libro Genesi, sia la prima balla contenuta nella Bibbia. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Genesi della Bibbia. “Allora Dio, nel giorno settimo, volle conclusa l’opera che aveva fatto e si astenne, nel giorno settimo, da ogni opera che aveva fatto. Quindi Dio benedisse il giorno settimo e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni opera da lui fatta creando. Queste sono le origini del cielo e della terra quando Dio li creò.” (Dal libro Genesi. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo 2. Versetti 2 – 4. Pagina 14). La seconda fandonia è, certamente, quella che riguarda il primo peccato dell’uomo, commesso da Adamo ed Eva, nell’Eden. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questa immaginazione, contenuta nel primo libro Genesi, sia la seconda balla contenuta nella Bibbia. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Genesi della Bibbia. “Il serpente era il più astuto di tutti gli animali della campagna che il signore Dio aveva fatto, e disse alla donna: <<È vero che Dio ha detto: <<Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?>>. La donna rispose al serpente: <<Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare; ma del frutto dell’albero che sta nella parte interna del giardino Dio ha detto: <<Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete>>. (Dal libro Genesi. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo terzo. Versetti 1- 3. Pagina 15). Poi l’episodio continua quando Eva coinvolse anche Adamo, suo marito, a mangiare il frutto proibito. Un’altra fandonia è, certamente, quella che riguarda il passaggio degli Israeliti in mezzo al mar Rosso. Ecco qui di seguito il racconto dell’episodio così come è descritto e narrato nel libro Esodo della Bibbia. “Mosè stese la mano sopra il mare e il signore sospinse il mare con un forte vento d’oriente per tutta la notte e rese il mare una terra asciutta. Le acque si divisero. I figli di Israele vennero in mezzo al mare all’asciutto e l’acqua era per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.” (Dal libro Esodo. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo. Capitolo 14. Versetti 21 – 23. Pagina 78). Come è evidente da questi 3 esempi di balle e di fandonie, la Bibbia è piena di balle e di fandonie, dal primo libro, Genesi, all’ultimo libro, Apocalisse, di san Giovanni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la separazione delle acque del mar Rosso, da parte di Dio, contenuta e descritta nel secondo libro della Bibbia, Esodo, sia l’ennesima balla tra le tantissime balle, fandonie, menzogne, patacche, fregnacce, frottole e invenzioni fantastiche e illusioni surreali, contenute nella Bibbia, come il fantasioso e immaginifico libro Apocalisse di san Giovanni. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la scienza, ormai da tanti decenni, ha smentito e ha dichiarato false tutta la favola e le menzogne della Bibbia; eppure, ancora oggi, nel mondo ci sono molti milioni di persone che credono e seguono alla lettera tutte le fandonie e le balle contenute nella Bibbia, dal primo libro Genesi fino all’ultimo libro, Apocalisse, dove l’apostolo Giovanni immagina di avere delle visioni profetiche. La prima visione profetica di san Giovanni è quella che si riferisce alla visione di Dio seduto su un trono. Ecco come san Giovanni descrive la visione di Dio: “Improvvisamente mi trovai in estasi; ed ecco: un trono stava eretto nel cielo e sul trono Uno stava seduto; ora Colui che sedeva era simile nell’aspetto a Diaspro e Cornalina, mentre l’arcobaleno, che era intorno al trono, era simile a una visione di smeraldo.” (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. Lacerto tratto dall’Apocalisse di san Giovanni. Capitolo IV. Versetti 2 – 3. Pagina 1305). Nella stessa pagina è importante notare la nota del curatore di questa edizione che scrive: “La descrizione di Dio è tutta luce: nessun antropomorfismo. Dante si ispirerà a queste espressioni quando dovrà descrivere la Santissima Trinità, che canterà come una sorgente di pura luce”. Io, B. C., penso e reputo che la descrizione di Dio come pura luce è, ovviamente, in contraddizione con l’antropomorfismo della Genesi, dove, chiaramente, l’autore del libro afferma che Dio creò l’uomo secondo la sua immagine e somiglianza. Ecco come l’autore della Genesi descrive la nascita dell’uomo che Dio volle che assomigliasse a sé: “Finalmente Dio disse: <<Facciamo l’uomo secondo la nostra immagine, come nostra somiglianza, affinché possa dominare sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame e sulle fiere della Terra e su tutti i rettili che strisciano sulla Terra>>. Così Dio creò gli uomini secondo la sua immagine; a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò”. (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. Lacerto IV dal libro Genesi. Pagina 14). Io, B. C., penso, reputo e giudico che è facile capire la differente definizione di Dio tra la Genesi e l’Apocalisse. Il libro Genesi fu scritto 2.000 anni prima di Cristo, mentre il libro Apocalisse fu scritto nel 99 d.C., quindi 66 anni dopo la morte di Gesù Cristo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la diversa definizione di Dio, data da san Giovanni, sia dovuta al fatto che san Giovanni non aveva letto la Genesi e quindi descrisse Dio secondo i parametri della sua epoca e della sua visione neo cristiana. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che il motivo, per cui è prevalsa fino ad oggi, tra tutti i popolini del mondo, l’immagine di Dio della Genesi, cioè l’idea di Dio come Padre, che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, sia una immagine più facile e più comprensibile da capire e da comprendere, da parte del popolino, il quale possiede, certamente, un cervello, più rozzo e meno raffinato, rispetto alla mente e alla cultura dei teologi e degli intellettuali di fede che hanno un cervello più fine e più raffinato, come l’apostolo san Giovanni. Infatti per il popolino è più facile capire e comprendere un Dio a immagine dell’uomo, mentre Dante Alighieri, che fu anche un teologo, preferì l’immagine di Dio come pura luce, così com’era immaginata e descritta da san Giovanni nel libro Apocalisse. Ecco la terzina dove Dante definisce Dio come pura luce, come già riferiva la nota del curatore del libro della Bibbia, edizione san Paolo. Apocalisse. Capitolo IV. Nota n. 3. Pagina 1305:
O luce etterna che sola in te sidi,
sola t’intendi, e da te intelletta
e intendente te ami e arridi!
(Paradiso. Canto XXXIII. Versi 124 – 126).
Per concludere questo paragrafo, io, B. C., penso, dico e affermo che la Bibbia non è affatto il libro della Rivelazione Divina, così come vuole e detta la Chiesa Cattolica di Roma, perché la Bibbia contiene soltanto delle menzogne, delle baggianate, delle fandonie. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non può aver rivelato soltanto delle menzogne, delle stupidaggini e delle fandonie, così come sono riportate, scritte e indirizzate al popolo ebraico. Invece, io, B. C., penso, reputo e giudico, modestamente, che la Bibbia non sia altro che un libro costituito da tanti libri scritti da tanti autori diversi che non hanno mai avuto sentore della parola divina. Infatti, io, penso e reputo che tutte le notizie e le informazioni contenute nella Bibbia, dalla prima parola della Genesi all’ultima parola dell’Apocalisse, sono notizie e informazioni false che non contengono nessuna verità, né storica, né naturale, né soprannaturale o metafisica. Infatti, io, B. C., penso, giudico, reputo e trovo assurdo e incomprensibile che un Dio abbia promesso la Terra al solo popolo degli ebrei e trovo anche sconcertante, astruso e falso che un Dio abbia separato le acque del mar Rosso per dare scampo al popolo degli ebrei e fatto annegare migliaia di soldati egiziani, soltanto per mantenere la promessa al popolo degli ebrei facendoli arrivare nella terra promessa dei suoi patriarchi. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’ultimo libro di san Giovanni, l’Apocalisse o Rivelazione, non sia affatto un libro di rivelazione o di svelamento perché san Giovanni non conosceva quale sarebbe stata e quale sarà la fine dell’universo. Invece san Giovanni si è limitato a scrivere e a descrivere tutte le sue immaginazioni, previsioni e visioni sulla fine della vita sulla Terra, così come erano previste e immaginate alla fine del primo secolo d.C.da lui a dalle prime comunità cristiane. Insomma, se noi, uomini di oggi del 2023, non sappiamo come sarà la fine della Terra, certamente, non lo sapeva nemmeno san Giovanni nel 99 d.C., quando scrisse e compose l’Apocalisse. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le immaginazioni, previsioni e visioni sulla fine della vita sulla Terra, previste, descritte e profetizzate nell’Apocalisse di san Giovanni, sono, soltanto, delle immaginazioni, delle previsioni, delle visioni e delle profezie, assurde, immaginifiche e improbabili che non hanno nessun valore, né scientifico, né ambientale e né culturale, né profetico. Per questo motivo, io, B. C., giudico e reputo tutta l’Apocalisse di san Giovanni un libro assurdo, menzognero e inattendibile.
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Io, B. C., penso, suppongo e giudico che le prime popolazioni protostoriche antiche, ma già civilizzate, per evoluzione, filogenetica ed ontogenetica, cominciarono a fabbricare le prime armi, sia per cacciare gli animali ma, anche, per combattere, vincere e distruggere altri gruppi umani, sia per conquistare altri territori e sia per aumentare il proprio potere regale e personale. Si può dire e supporre, dunque, che per più di 300 mila anni, gli uomini della preistoria non ebbero mai la necessità di pensare all’idea di Dio perché la loro evoluzione, sociale e mentale, lenta e lunga, non richiedeva la necessità di rivolgersi ad un Essere superiore che risolvesse i problemi esistenziali e che salvasse gli uomini preistorici dalla morte. Io, B. C., penso, reputo e suppongo, anche, che gli uomini della preistoria non avessero in mente né l’idea né il concetto di Dio perché tutti erano indaffarati a procurarsi i beni di prima necessità, senza preoccuparsi né della paura della morte né di un Essere che li salvasse dalla morte. Però, quando i primi uomini protostorici, delle popolazioni più civilizzate e più evolute, all’incirca tra i 25.000 e i 20.000 anni fa, cominciarono a sentire il bisogno di chiedere aiuto e protezione per ripararsi e difendersi dai nemici o dalle intemperie del clima, allora, alcuni uomini, deboli e fragili, cominciarono a chiedere aiuto ed immaginarono, nei loro pensieri, un Essere superiore a loro, chiamato Dio, che fosse capace di salvarli dalle intemperie climatiche e dalla morte. Quindi, io, B. C., penso, suppongo e reputo che questi primi uomini protostorici, alzarono gli occhi, le mani e le braccia al cielo, si rivolsero, evocarono e invocarono questo Essere superiore chiamandolo Dio. Io, B. C., penso, suppongo e reputo che i popoli protostorici supposero, immaginarono e pensarono che questo Essere, vivo, eterno, onnipotente e onnisciente, potesse abitare sopra la Terra, nella volta sterminata del cielo; inoltre, io, B. C., penso, suppongo e giudico che le popolazioni protostoriche immaginarono e supposero che gli dei, inventati nella loro mente, potessero proteggerli dagli altri popoli ostili o dalle intemperie climatiche e infine sperarono che gli dei potessero, anche, salvarli dalla morte. Dunque, ebbene, io, B. C., penso, suppongo e reputo che l’idea di un Essere superiore ed eterno, onnipotente e onnisciente nacque in quel preciso momento, nella protostoria, cioè nel momento della presa di coscienza della debolezza e della fragilità dell’uomo di fronte alla natura ostile e di fronte alla malvagità di altri popoli. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che, proprio in quel processo storico, dunque nella protostoria, cioè dai 25.000 anni ai 15.000 anni di tempo fa, nacque, per la prima volta, l’idea di Dio. Io, B. C., penso, giudico e reputo che in quel periodo di tempo nacque, anche, il concetto di Dio, come un Essere superiore a tutti, formulato o dal primo popolo o dal primo uomo che concepì il concetto di Dio come l’immagine di un Essere superiore ed eterno, che lo raffigurò ad immagine e a somiglianza degli uomini. Prima della protostoria, dunque, io, B. C., penso, reputo e suppongo che nessun gruppo umano preistorico pensò ed elaborò l’idea di Dio, e ciò dimostra, efficacemente e oggettivamente, storicamente e filogeneticamente, la prova della inesistenza di Dio. Io, B. C., dunque, penso, reputo e suppongo che l’idea di Dio, nel periodo preistorico, non ci sia mai stata, né sia stata elaborata dalla mente di un solo uomo vivente preistorico sul pianeta Terra. Io, B. C., penso, reputo e suppongo che nessun uomo preistorico abbia mai formulato ed elaborato l’idea di Dio, un Essere tanto potente e forte, che potesse salvare gli uomini dalla morte. Quindi, io, B. C., penso, reputo e suppongo che furono gli uomini protostorici che iniziarono a pregare e a invocare Dio, come un Essere superiore, capace di intervenire e salvare quegli uomini dalle intemperie climatiche e dalla morte. È facile intuire che gli uomini protostorici cominciarono a implorare l’aiuto di Dio per tutte le volte che essi erano succubi delle intemperie climatiche o avevano paura della morte. Da queste mie riflessioni sopraesposte, io, B. C., penso, giudico e reputo che questo fatto, cioè l’assenza o la mancanza dell’idea di Dio, nell’età preistorica, costituisca, per me, una prova, inconfutabile, incontrovertibile e necessaria, della inesistenza di Dio. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e sostengo che il fatto che non ci sia stata l’idea di Dio, sulla faccia della Terra, per milioni di anni e per milioni di uomini, che hanno vissuto e pensato, prima della protostoria, vera e propria, costituisca per me la prova e la controprova più convincente ed oggettiva per mostrare e dimostrare, filogeneticamente e ontogeneticamente, l’inesistenza di Dio. Perciò, io, B. C., affermo, deduco, sostengo e dichiaro che Dio, come Essere superiore ed ontologico, non è mai esistito e non esisterà mai. Io, B. C., penso, reputo e sostengo che l’idea di Dio è soltanto il frutto dell’immaginazione e del pensiero del cervello umano, cosicché quando la mente umana scomparirà, anche l’idea di Dio scomparirà. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le ipotesi religiose, teologiche, o scientifiche o logiche, che vogliano tentare di spiegare l’origine dell’idea di Dio, sono soltanto letteratura, poesia, favole, miti, menzogne, chimere e suggestioni metafisiche, che non hanno niente di scientifico e di razionale e niente di concreto e di reale. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la differenza tra la mancanza di idea di Dio, negli uomini preistorici, e l’elaborazione del concetto di Dio negli uomini protostorici, costituisca una prova logica, esistenziale e filogenetica, ma non epistemologica né scientifica della dimostrazione della inesistenza di Dio. Infine, io, B. C., dunque dico, deduco, arguisco, sostengo e affermo, in sintesi, che la genesi dell’idea di Dio ha una genesi storica e filogenetica; inoltre, io, B. C., penso, immagino e suppongo che l’idea di Dio non può avere una prova e un’origine metafisica, cioè fuori dalla mente umana, perché l’idea di Dio e il concetto di Dio sono innati nella mente degli uomini. Inoltre, per procedere in questo paragrafo, io, B. C., penso, immagino e suppongo che l’idea di Dio è stata sopita e placata, per milioni di anni, nella mente degli uomini e immagino e penso, anche, che essa non sia nata fuori dal cervello umano, cioè non è stata calata dall’alto; insomma, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’idea di Dio o il concetto di Dio non sia un’idea trascendente (come suppose san Tommaso) e non sia nemmeno un a priori trascendentale (come suppose E. Kant) perché l’idea di Dio fa parte della sensibilità umana, anzi l’idea di Dio è secondo me un’idea innata e stampata nel cervello degli uomini ed elaborata e resa consapevole dalla mente e dalla coscienza degli uomini che l’hanno immaginata come un’idea generale per spiegare l’origine del mondo. Ma ormai la scienza ha dimostrato falsa e bugiarda la tesi creazionistica della Terra e dell’Universo da parte di un Dio immaginario che non esiste nella sua realtà e nel suo essere ontologico. Insomma, io, B. C., penso, suppongo, immagino e ritengo che l’idea di Dio, per milioni di anni, è rimasta sopita e in potenza nel cervello degli uomini preistorici; poi, con il passare dei secoli, per filogenesi e per ontogenesi, l’idea di Dio è nata, si è svegliata e si è sviluppata nella mente degli uomini protostorici ed è passata in atto negli uomini storici. (Uso un linguaggio aristotelico). Così gli uomini storici, per tremore e per timore, hanno inventato, immaginato e creato l’idea di Dio, ma non soddisfatti gli hanno dato, anche, un nome, un corpo, un’anima, un’idea e una volontà. Inoltre, io, B. C., voglio esprimere il mio ragionamento, filosofico e pragmatico, con parole più semplici, affermando che prima l’idea di Dio, negli uomini preistorici, era assopita e addormentata nella loro mente; poi l’idea di Dio, negli uomini protostorici, per fragilità e debolezza, si è svegliata e creata, assegnandole, anche, una figura umana, un nome, un corpo, un’anima, un’idea e una volontà. Insomma, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’idea di Dio si è trasformata nel concetto di Dio, quando i primi uomini ormai civilizzati, trasferirono a Dio le proprie qualità personali e quindi immaginarono Dio, da un Essere, onnicomprensivo e senza nessuna identità, e lo trasformarono in un Dio personalizzato, volenteroso, volubile e mobile; infine, lo trasformarono, anche, in un Dio, animoso e litigioso, così come gli uomini, protostorici e storici, se lo immaginavano nella propria mente e somigliante alla loro personalità e al proprio carattere. Infine, in Europa e poi in Grecia, il concetto di Dio si trasformò ancora un’altra volta, quando i greci fecero accoppiare Zeus ad un’altra dea che fu sua moglie: la dea Era. Dall’unione di Zeus ed Era nacquero i figli, ma Zeus rimase sempre un grande viveur e un grande amante per molte altre dee e per molte donne umane che erano felici di accoppiarsi con lui per avere e generare una prole divina. Infine, io, B. C., penso, reputo e suppongo che i Greci, con la loro cultura, con i loro miti, con i loro poeti e con i loro tragediografi, trasformarono Zeus, Dio imperante dal cielo, e lo trasferirono nella tragedia trasformandolo, da Dio eterno, personificato e vivo, nel Deus ex machina che scendeva, al momento opportuno, dall’alto del teatro per portare e dare il lieto fine alla tragedia che si svolgeva sul palco del teatro.
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Io, B. C., penso, affermo e sostengo, inoltre, che l’idea di Dio prima della protostoria non c’era e ciò prova, in modo inequivocabile e preciso, l’inesistenza di Dio. Infatti, io, B. C., penso, sostengo e affermo che l’idea di Dio, sentito come un Essere ontologico e soprannaturale, che potesse aiutare e salvare gli uomini dalla morte, sia nata con l’evoluzione sociale e civile dei popoli sparsi sul pianeta Terra. Ovviamente, una volta che molti popoli, ormai molto avanti nell’evoluzione e nella civiltà, come gli egiziani, i greci e gli etruschi in Italia, accettarono l’idea di Dio, come un’idea viva, e sentirono Dio come un Essere concreto e superiore agli uomini, nacquero, anche, i primi culti e i primi riti sacri per compiacere quell’Essere supremo o Dio e ringraziarlo, così, affinché togliesse a loro la paura, terrificante e naturale, della morte. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e reputo che, mentre il tempo passava, i popoli storici credevano, riverivano e adoravano, per fideismo e per superstizione, sempre di più, questo Essere, considerato e creduto supremo, eterno, onnipotente e onnisciente, a cui fu dato il nome di Dio (Colui che è sempre stato) per gli ebrei; mentre, invece, in Grecia i popoli greci gli diedero il nome di Zeus o padre eterno. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e sostengo che l’idea di Dio sia nata soltanto per via filogenetica da una generazione di uomini ad un’altra generazione di uomini: dalla protostoria alla storia e sempre all’interno dei vari popoli che si diffusero nell’Africa, in Europa e poi nel mondo. Io, B. C., penso, affermo e reputo, inoltre, che il sentimento di paura, di bisogno e di fragilità degli uomini protostorici e storici abbia dato inizio all’idea di Dio, innata nella mente degli uomini; inoltre, io, B. C., penso e immagino che l’idea di Dio non sia calata dall’alto, come un corpo estraneo venuto dal di fuori, ma io penso e suppongo che gli uomini protostorici e storici abbiano scoperto l’idea di Dio dentro la loro mente, ed elaborata dal cervello umano, perché l’idea di Dio è innata e sopita nella mente umana. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e suppongo che l’idea di Dio nacque durante l’evoluzione umana e precisamente nella protostoria e nella storia. Infine, io, B. C., penso, reputo e affermo che l’idea di Dio, come Essere vivo e personificato, non esisteva prima della protostoria, così come non esiste nemmeno oggi, perché nessuna dimostrazione teologica o scientifica o epistemologica è riuscita a dare la vita naturale all’idea di Dio come Essere ontologico. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e ritengo che la prova logica ed ontologica di san Anselmo d’Aosta, sia, anch’essa, una prova falsa, errata e sbagliata, perché la sua dimostrazione logica, pseudorazionale e pseudo metafisica non ha un riscontro concreto, fisico e reale con la realtà effettiva del nostro mondo e perché manca l’ontos, cioè l’Essere, vero e proprio, attaccato e incorporato all’idea di Dio. In ultimo, per procedere in questo articolo, filosofico e pragmatico, sull’inesistenza di Dio, e posizionarmi in contrapposizione alla prova logica e ontologica di sant’Anselmo d’Aosta, io, B. C., ricordo, approvo e apprezzo, qui di seguito, la bellissima descrizione e intuizione di Galileo Galilei sulla natura matematica e geometrica della natura nella lingua della matematica, i cui caratteri sono triangoli, cerchi e figure geometriche: così come Galileo Galilei afferma nel suo libro Il Saggiatore del 1623. Inoltre, io, B. C., voglio proporre, qui di seguito, un parallelismo tra la l’ipotesi scientifica di Galileo Galilei (tesi A) e l’ipotesi teologica di sant’Anselmo d’Aosta (tesi B). (Galileo Galilei contro sant’Anselmo d’Aosta). Io, B. C., voglio aggiungere anche un’altra mia riflessione personale, che riguarda l’idea di Dio che io ho avuto nella mia mente nel corso della mia esistenza. Infatti, io, B. C., ho, sempre, avuto per certo, nella mia mente e nel mio carattere, e ho pensato, giudicato e ritenuto che l’unica ipotesi possibile sull’inesistenza di Dio era quella scientifica proposta da Galileo Galilei (tesi A), dando ad essa il 99% di verità e di realtà, mentre assegnavo all’ipotesi religiosa o teologica (tesi B) soltanto l’1% di verità e di possibilità. Ora, invece, con questo mio articolo, filosofico e teologico, ho maturato la convinzione e la persuasione che l’unica ipotesi vera e corretta sia quella scientifica (tesi A) e quindi assegno a questa ipotesi il 100% di verità e di realtà, mentre tolgo l’1% alla tesi teologica, perché la ritengo totalmente vana, inutile, falsa ed inesistente, perché inverificabile e non provabile e dettata e suggestionata dalla paura della morte. Inoltre, io, B. C., penso, reputo, giudico e suppongo che delle due ipotesi, quella scientifica e quella teologica, soltanto una può essere quella vera (secundus non datur). Infine, io, B. C., penso, giudico, discerno e affermo che l’unica tesi vera e reale sia quella scientifica, perché è la tesi che si può sperimentare ed è verificabile con il tempo, con le ricerche scientifiche e tecnologiche; il che significa che io, B. C., penso, suppongo e giudico che l’ipotesi teologica (tesi B) sia inverificabile, impraticabile, illusoria, falsa ed errata, e quindi la nego in modo assoluto e convincente. Insomma e in definitiva, per continuare questo paragrafo, io, B. C., finisco di considerarmi e di definirmi un agnostico e, d’ora in poi, mi considero e mi definirò, sempre, un ateo, completo e sicuro, togliendo così l’1% di dubbio agnostico che mi restava nella mia convinzione logica. In questo modo quel punto di dubbio, l’1% di agnosticismo, lo tolgo completamente dal dubbio e lo aggiungo definitivamente al 99% di certezza, già sistemata e ordinata nella mia mente, e, così, raggiungo e completo il mio ateismo con il 100% di sicurezza e di certezza, affermando, così, in modo netto e deciso, la mia convinzione e la mia certezza sull’inesistenza di Dio.
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Io, B. C., penso, reputo e ritengo che una riflessione e una meditazione a parte meritano la nascita e la genesi dell’idea di Dio e del concetto di Dio da parte della religione cristiana e cattolica di Roma. Come sappiamo tutti, tutta la genesi della nascita di Gesù Cristo e l’idea di Dio è contenuta, narrata e descritta nei 4 Vangeli degli Apostoli, insieme al libro Atti degli Apostoli di san Luca e assieme al libro L’Apocalisse di san Giovanni. Questi testi, come è noto, sono il fondamento teorico e teocentrico della nascita storica e della dottrina teorica della spiritualità della Chiesa cattolica ed Apostolica di Roma. In questi testi, Gesù Cristo, ovvero il figlio di Dio, ovvero Dio stesso che si è incarnato prendendo la forma di uomo, nel giovane Gesù Cristo, dice e afferma più volte, secondo i 4 Vangeli degli Apostoli, che lui, dopo la sua resurrezione, sarebbe ritornato un’altra volta sulla Terra. Il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, dopo la sua resurrezione, viene espresso con il concetto di parusia, come viene spiegato ed evidenziato dal Vangelo di san Matteo (capitolo 24, versetti 29-30). Ma il concetto di parusia, cioè del ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, viene ripreso anche da san Giovanni nella sua Apocalisse (capitolo 22, versetti 12-13. Pagina 1319). I 4 Vangeli affermano e narrano che Gesù Cristo è ritornato sulla Terra a trovare i suoi Apostoli molte volte, e precisamente 10 volte, ma non si capisce se Gesù Cristo, dopo la resurrezione, sia ritornato sulla Terra o in forma di spirito o soltanto con il suo corpo umano fatto di carne e ossa. I quattro evangelisti affermano che Gesù Cristo è ritornato sulla Terra, a ritrovare e a farsi riconoscere dai suoi Apostoli, a volte in forma di spirito, altre volte in forma di uomo, in carne e ossa. In tutto, i ritorni di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, sono stati ben 10 volte, come afferma una nota al Vangelo di san Matteo nella Bibbia, pubblicata dalla casa editrice San Paolo. Questa nota afferma: “Dopo la resurrezione, secondo i racconti evangelici, Gesù apparve 10 volte: (1) alle donne al sepolcro e (2) mentre tornavano; (3) a Pietro; (4) ai due di Emmaus; (5) a parecchi in Gerusalemme, assente Tommaso, (6) poi lui presente; (7) presso il lago Tiberiade; (8) sul monte di Galilea; (9) a mensa per l’ultima volta; (10) all’ascensione. Ma non tutto, come dice Giovanni, è stato scritto. E san Paolo nota altre apparizioni taciute dai Vangeli (1 Cor. 15, 5 – 8). Questa nota si trova nell’edizione della Bibbia pubblicata a cura di Antonio Girlanda dalla casa editrice San Paolo 2010, a pagina 1077. Ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte queste apparizioni e ritorni di Gesù Cristo sulla Terra, raccontati e testimoniati da diversi discepoli e da altri, non siano altro che solenne menzogne ed invenzioni fantastiche dei discepoli e di san Paolo, i quali avevano tutto l’interesse e la volontà a dimostrare il ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, per testimoniare, dimostrare e tenere vivo sia l’insegnamento morale e per dare testimonianza dei miracoli compiuti dal loro Maestro Gesù Cristo, morto in croce sotto Ponzio Pilato. Ma io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che i 4 evangelisti non hanno riportato né dato nessuna prova concreta sulla resurrezione e sul ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, lasciando, così, tutto nel vago e nel mistero irrisolto la vera fine del loro Maestro Gesù Cristo. Io, B. C., penso, suppongo e immagino che la fantasia dei 4 evangelisti abbia acceso, anche, la fantasia di san Paolo, il quale, da parte sua continuò e portò avanti, per suo conto, la mistificazione della resurrezione di Gesù Cristo. Come testimonia san Luca nella sua opera, Atti degli Apostoli, san Paolo cominciò a viaggiare in Siria e in Grecia, parlando e facendo credere a tutti gli ascoltatori la storia e la passione del giovane ebreo Gesù Cristo, che era morto crocifisso da Ponzio Pilato; ma san Paolo predicava e insegnava, anche, che Gesù Cristo era anche risorto ed era anche ritornato sulla Terra per ritrovare, per farsi riconoscere dai suoi Apostoli e per rinnovare il suo insegnamento morale e teologico. Ma quando san Paolo, nell’Areopago di Atene, raccontò la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, i greci, che lo ascoltarono, cominciarono a deriderlo, perché non credettero alle sue parole. San Luca scrive e descrive, con queste parole, l’incredulità dei greci e il sarcasmo che gli ascoltatori greci dell’areopago ebbero nei confronti di san Paolo. Ecco le parole di san Luca, riportato e scritto nel testo Atti degli Apostoli: “Quando (gli uditori greci) sentirono parlare di resurrezione dei morti, alcuni lo canzonarono, altri dicevano: <<Su questo argomento ti sentiremo ancora un’altra volta. Così Paolo se ne uscì di mezzo a loro.>> (Atti degli Apostoli. capitolo 17. Versetti 32-33. Pagina 1177). L’unica volta, in cui Gesù Cristo dice di essere ritornato, in carne e ossa, a ritrovare i suoi discepoli e altri, si trova nel Vangelo di san Giovanni, quando Gesù Cristo disse a Tommaso: “<<Metti il tuo dito qui e guarda le mie mani, porgi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere più incredulo, ma credente>>”. Rispose Tommaso e gli disse: “<<Signore mio e Dio mio>>”. Gli disse Gesù: “<<Perché mi hai visto hai creduto? Beati coloro che hanno creduto senza vedere!>>”. (Dal Vangelo secondo Giovanni. Capitolo 20, versetti 27 – 29. Pagina 1155). Io, B. C., penso, reputo e giudico che anche questa occasione di incontro tra Gesù Cristo e san Tommaso, così come è descritta e raccontata da san Giovanni Evangelista, sia una storia falsa, bugiarda, una balla, ambigua, ambivalente e inverosimile, perché il dialogo tra i due, Gesù Cristo e san Tommaso, è incompleto e falso. San Tommaso, infatti, non tocca il fianco di Gesù Cristo. Inoltre Gesù Cristo, dopo avere invitato Tommaso a toccarlo sul fianco, non viene toccato da Tommaso. San Tomaso, così, non lo tocca e quindi ciò vuol dire, secondo me B. C., che la prova fisica e tattile non c’è stata. Quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che la prova fisica e tattile, tra Tommaso e Gesù, non sia valida perché san Tommaso non tocca il fianco di Gesù Cristo, per cui san Tommaso non ha avuto la prova, fisica e tattile, dell’esistenza e del ritorno di Gesù Cristo fra i suoi condiscepoli. Inoltre, è evidente che l’incontro e il contatto fra i due rimane in sospeso, non sciolto e non praticato, cosicché san Tommaso, in definitiva, non ha avuto la prova della veridicità del corpo, in carne e ossa, di Gesù Cristo. Quindi, io, B. C., penso, immagino e suppongo che la presenza di Gesù Cristo, tra i discepoli, sia avvenuta, in tutte le altre occasioni, soltanto, in forma di spirito o di visione, cioè di pura illusione. Quindi, io, B. C., penso, suppongo e immagino che l’apparizione di Gesù Cristo non sia mai avvenuta sotto forma di un uomo in carne e ossa, e ciò prova, ancora una volta, la non credibilità, l’ignoranza e la bugiardaggine dei 4 evangelisti sulla fine reale e vera di Gesù Cristo. Insomma, io, B. C., penso, immagino e suppongo che, non essendoci stata la prova tattile e fisica tra Gesù Cristo e san Tommaso, non ci sia stata nemmeno la vidimazione, cioè l’attestazione dell’autenticità che rende autentico e vero l’incontro tra Gesù Cristo e san Tommaso. Quindi, io, B. C., infine penso, reputo e giudico che la mancanza della vidimazione annulli la prova tattica e fisica tra i due, ma garantisce la fandonia e la menzogna dell’evangelista san Giovanni. Da queste mie considerazioni, io, B. C., penso, reputo e giudico che il mancato incontro e il mancato tatto fra i due, Gesù Cristo e san Tommaso, sia la prova più evidente che quell’incontro sia stato un incontro, inventato ad arte, da san Giovanni Evangelista; e quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che quell’incontro, fra san Tommaso e Gesù Cristo, sia un faccia a faccia inverosimile e non credibile. Per cui, io, B. C., penso, reputo e giudico che anche questa prova e questa testimonianza su Gesù Cristo e del suo ritorno sulla Terra non siano altro che altre pataccate, altre fandonie, altre menzogne e altre balle, inventate, scritte e riportate anche dall’evangelista san Giovanni. Ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che la balla, la menzogna e la fandonia più chiara, più eclatante, più sconcertante e più chiara di san Giovanni Evangelista sia quella scritta nella sua prima lettera, quando afferma che Dio è carità e amore. Ecco il brano della lettera che afferma: “Carissimi, amiamoci gli uni e gli altri, poiché l’amore è da Dio e chi ama è generato da dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, poiché Dio è amore. L’amore di Dio si è manifestato tra noi in questo: Dio ha inviato il suo figlio unigenito nel mondo, affinché noi avessimo la vita per mezzo di lui. [… ] E noi abbiamo conosciuto e abbiamo creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.” (Dalla prima lettera di Giovanni. capitolo IV. Versetti 7 – 16. Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagine 1296 – 1297.) Io, B. C., penso, giudico e reputo che definire Dio come amore e carità sia una grossa e grande patacca e balla perché, ogni giorno, ogni uomo e ogni donna su questa terra, vede e constata, in modo oggettivo e chiaro, che il male domina tutte le faccende umane, dalle più piccole alle più grandi. Infatti, tutta l’umanità grida, urla e proclama: Se Dio fosse veramente amore e carità non permetterebbe tutte le ingiustizie e gli omicidi che avvengono ogni giorno nel mondo. Se Dio fosse veramente amore e carità non permetterebbe le continue guerre che avvengono in ogni parte del mondo, dove centinaia e migliaia di uomini muoiono solo perché c’è una guerra in corso. E tutta l’umanità continua a chiedersi perché Dio non scenda dal suo regno e non abbandoni il suo trono per portare un po’ di pace e di serenità a questa umanità disastrata, disgraziata e sgraziata. Anch’io, B. C., mi aggiungo a questa umanità afflitta e in pericolo per chiedere che Dio intervenga e scenda per portare un po’ di pace e di serenità a tutti noi. Purtroppo, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non scenderà mai dal suo regno né dal suo trono per il semplice fatto che Dio non esiste, per cui egli non potrà mai abbandonare il suo regno e non potrà mai lasciare il suo trono. Inoltre, io, B. C. penso, giudico e suppongo che se, sul pianeta Terra, si stanno avvicinando le condizioni climatiche estreme della fine del mondo, ciò è dovuto agli attuali cambiamenti climatici, i quali con i loro repentini cambiamenti e sconvolgimenti climatici, stanno affliggendo e tormentando tutta l’umanità, dal nord al sud, da est a ovest. Io, B. C., penso, reputo e giudico che gli attuali sconvolgimenti climatici di oggi non sono quelli previsti e descritti da san Giovanni Evangelista nella sua Apocalisse. Infatti le previsioni e le visioni previste e descritte da san Giovanni Evangelista, che sono molte, come terremoti, il sole che si offusca, il cielo che si accartoccia, gli alberi che rimangono bruciati e tanti altri disastri climatici che sono annunciati da san Giovanni Evangelista sono mischiati ad altre visioni profetiche ancora più ridicole, puerili e inverosimili, come un dragone con sette teste e dieci corna. Ecco come san Giovanni Evangelista segnala e descrive l’apparizione del dragone: “E un altro segno apparve nel cielo; ecco: un grosso dragone, rosso-vivo, con sette teste e dieci corna.” (Apocalisse. Capitolo 12. Versetto 3. Pagina 1310. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda). Subito dopo, san Giovanni Evangelista racconta e descrive la battaglia tra il dragone e l’arcangelo Michele. Ecco come san Giovanni Evangelista descrive e narra questa guerra, definitiva e finale, tra Satana e Dio, con la vittoria decisiva di Dio. “E vi fu guerra in cielo: Michele con i suoi angeli ingaggiò battaglia con il dragone; e questo combatté insieme ai suoi angeli; ma non prevalsero: il loro posto non si trovò più nel cielo. Fu infatti scacciato il grande dragone, il serpente antico, quello che è chiamato diavolo e Satana; colui che inganna tutta la terra fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli.” (Apocalisse. Capitolo 12. Versetti 7 – 9. Pagina 1310). Io, B. C., penso, reputo e suppongo che tutte queste previsioni e visioni di san Giovanni Evangelista sono, veramente, delle visioni ridicole, astruse, assurde e fantastiche che non hanno nessun valore scientifico, né climatico e né ambientale, ma sono il frutto della sua fantasia e della sua immaginazione, adeguata alle immagini catastrofiche dei suoi tempi. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che queste immagini, fastidiose e inverosimili, di san Giovanni Evangelista sono del tutto utopistiche e gratuite e rendono l’Apocalisse un libro falso, inattuale e anacronistico, anche se in apparenza esso preannuncia e profetizza gli attuali e veri cambiamenti climatici. Io, B. C., penso, giudico e reputo che, come è evidente da questi brani, tutte le previsioni e visioni di san Giovanni Evangelista, previste sulla fine della Terra, per indurre Dio a scendere sulla Terra, affinché giudichi i vivi e i morti, (come afferma nel capitolo 20, nei versetti 11-15), sono delle previsioni e delle immagini veramente ridicole, fastidiose e inverosimili che non hanno nulla di vero e di attendibile, per cui, io, B. C., posso ben dire che l’Apocalisse di san Giovanni Evangelista non è altro che un gran libro pieno di fandonie, di menzogne e di bugie. Io, B. C., penso che le visioni, le immagini e le profezie dell’Apocalisse non hanno nessun riscontro e nessuna attinenza con i cambiamenti climatici catastrofici dei nostri tempi. Purtroppo, io, B. C., penso, prevedo e suppongo che gli attuali e veri cambiamenti climatici, che si stanno verificando sul pianeta Terra, nel giro di qualche decennio, porteranno alla devastazione e alla rovina del mondo e dell’umanità, lasciando un pianeta arido e spopolato com’era all’inizio dei suoi tempi. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che se Dio non interviene sulla Terra, se non abbandona il suo regno e se non lascia il suo trono ciò è dovuto al fatto che Dio non esiste, perché se esistesse scenderebbe a portare il suo amore e la sua carità agli uomini. Per tutti questi motivi, io, B. C., penso, reputo e giudico, ancora una volta, che sia valida la mia tesi sull’inesistenza di Dio.
9
Io, B. C., penso, suppongo e immagino che se Gesù Cristo fosse tornato in carne e ossa i 4 evangelisti avrebbero continuato a raccontare la vita storica e terrena di Gesù Cristo; invece i 4 evangelisti non hanno più raccontato la seconda vita di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, e ciò dimostra, secondo me, che Gesù Cristo non è mai ritornato sulla Terra né in forma di spirito né in forma di uomo in carne e ossa. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che il riconoscimento di Gesù Cristo, da parte degli Apostoli, così come è riportato e narrato da tutti 4 gli evangelisti, costituisca la prova della fondazione della religione del cristianesimo, perché con questo riconoscimento, la nuova religione cristiana si differenziava dalla religione del paganesimo, che era dominante in tutta l’area del Mediterraneo. Ma io, B. C., penso, reputo e giudico, anche, che, se i 4 evangelisti hanno fatto nascere la nuova religione cristiana, nello stesso tempo, però, hanno desistito a narrare e a raccontare la vita di Gesù Cristo, dopo la sua resurrezione, dal momento che non c’era stato nessun Gesù Cristo risorto. Io, B. C. penso, reputo e giudico che proprio da questo riconoscimento, da parte degli evangelisti, sia nata l’idea del Dio cristiano che si differenziava, ovviamente, da tutte le altre genesi di Dio delle altre religioni. Io, B. C., giudico, reputo e sostengo che le citazioni e le dichiarazioni dei quattro evangelisti, sul ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, siano, soltanto, delle balle e delle frottole perché Gesù Cristo non può essere ritornato dopo la sua morte, per il semplice fatto che Dio o Gesù Cristo, nella forma di uomo, non è ritornato sulla Terra, dal momento che non esiste e quindi non può ritornare colui che non è mai esistito e che non esisterà mai. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti e quattro i Vangeli e gli altri testi fondamentali e fondativi della religione cristiana e cattolica di Roma non siano altro che pseudo testi sacri, inventati, fantastici e menzogneri dei quattro Evangelisti e di san Paolo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che, in tutte le storie, che i 4 Evangelisti raccontano, non ci sia nulla di vero sulla vita e sulla passione di Gesù Cristo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che, come non ci sia nulla di vero sui racconti dei miracoli compiuti da Gesù Cristo, quando guariva i malati o quando resuscitava i morti, così, io, B. C., penso che non ci sia nulla di vero, neanche sul ritorno di Gesù Cristo, dopo la sua morte e la sua resurrezione, perché non c’è stata nessuna resurrezione. Io, B. C., inoltre, penso, immagino e suppongo che non ci sia stato nemmeno il ritorno di Gesù Cristo tra i suoi discepoli; l’unica cosa certa, che si può accettare, razionalmente e storicamente, è la storia di un giovane giudeo che è morto sulla croce per ordine del governatore di Roma, Ponzio Pilato. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e ritengo che tutto ciò che i 4 evangelisti hanno raccontato e narrato sulla vita e sui miracoli di Gesù Cristo, sia, soltanto, una invenzione fantastica della loro mente immaginaria, immaginifica e delirante. Inoltre, io, B. C., penso, suppongo e immagino che tutte le volte che, nei 4 Vangeli, Gesù Cristo, ovvero Dio stesso, come Essere ontologico ed eterno, afferma che ritornerà di nuovo sulla Terra, sa di mentire e di dire una menzogna perché conosce la sua inesistenza, dal momento che non esiste né in cielo né in Terra. Io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le storie, i fatti, le azioni, i miracoli e i discorsi compiuti e fatti da Gesù Cristo non siano altro che il frutto della loro immaginazione e non siano altro che delle fandonie e delle menzogne, elaborate e messe in circolazione per inventarsi una nuova e assurda religione, che si differenziasse dal paganesimo imperante e circolante nel mondo latino. Infine, io, B. C., penso, giudico e reputo che tutto ciò che i 4 evangelisti scrissero dopo la morte di Gesù Cristo, sia soltanto una narrazione inventata, di sana pianta, sul figlio di Dio, il quale, certamente, non era il figlio di Dio, ma tutt’al più poteva essere un giovane profeta che predicava e asseriva di essere lui il figlio di Dio senza portare, però, nessuna prova su questa discendenza e figliolanza tra Dio e Gesù Cristo. Su questo punto, io, B. C., voglio fare un’altra considerazione conclusiva. Infatti, io, B. C., penso, presuppongo e reputo che, se tutte le frasi dette, attribuite e pronunciate da Gesù Cristo sono, in effetti, frasi, concetti, fantasie, menzogne, elaborate e rimuginate dai 4 evangelisti, riportate da loro nei 4 Vangeli, ciò significa, secondo me, che i 4 evangelisti hanno mentito sui fatti, sulle azioni e sui miracoli compiuti da Gesù Cristo. Io, B. C., allora, penso, suppongo e immagino che, come i 4 evangelisti hanno mentito sui fatti, sulle azioni, sui discorsi pronunciati da Gesù Cristo e sui miracoli compiuti da lui, così io, B. C., suppongo e presuppongo che i 4 evangelisti abbiano mentito, anche, sulla messa in scena del ritorno di Gesù Cristo sulla Terra, dopo la sua resurrezione. Infine, io, B.C., penso, reputo e giudico che tutti i miracoli compiuti da Gesù Cristo, che i quattro evangelisti raccontano, narrano e descrivono nei quattro vangeli, non sono altro che patacche, menzogne e alterazione della verità che loro hanno voluto inventare, millantare, fantasticare e, infine, scrivere e riportare nei loro quattro Vangeli. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e suppongo che anche le cinque prove dell’esistenza di Dio, elaborate da san Tommaso, non siano delle vere prove, logiche, esistenziali e teologiche perché anch’esse non riescono a dare la prova dell’esistenza, vera e concreta, di Dio, considerato come Essere soprannaturale che possa salvare gli uomini dalla morte certa, naturale e materiale. La morte, cioè la trasformazione fisiologica del corpo umano, come tutti sanno, è una legge naturale che è nata con la vita sulla Terra. La nece, infatti, domina tutti gli uomini della Terra e cesserà di esistere quando cesserà di esistere il pianeta Terra e nessun uomo non è mai riuscito a sottrarsi ad essa, né ci riuscirà mai. Inoltre, la nece è necessaria perché mantiene in equilibrio il numero delle nascite degli uomini e di tutti gli altri esseri viventi, con il numero dei morti di tutti gli esseri viventi, perché se non ci fossero i morti il numero dei vivi diventerebbe talmente grande che gli uomini viventi si sbranerebbero e si mangerebbero fra di loro. Ora, è evidente che la natura per evitare tutto questo massacro, disumano e terrificante, ha predisposto, ha realizzato e messo in essere il processo della morte naturale. Questo concetto della morte naturale, predisposto e messo in pratica dalla natura, è stato espresso ed è stato sviluppato molto bene dal grande poeta Giacomo Leopardi, in un brano del suo Zibaldone. Ecco cosa scrive G. Leopardi sulla inevitabilità della morte: “La natura, p. necessità della legge di distruz. e riproduz., e p. conservare lo stato attuale dell’universo, è essenzialm. regolarment. e perpetuam. persecutrice e nemica mortale di tutti gli individui d’ogni gen. e specie, ch’ella dà in luce; e comincia a perseguitarli dal punto med. in cui li ha prodotti. Ciò, essendo necessaria conseg. dell’ord. attuale delle cose, non dà una grande idea dell’intelletto di chi è o fu fautore di tale ordine.” (Dallo Zibaldone, 4485 – 86 (11 aprile 1829). Inoltre, Giacomo Leopardi ripete lo stesso concetto nell’abbozzo dell’inno Ad Arimane.
Re delle cose, autor del mondo, arcana
malvagità, sommo potere e somma
intelligenza, eterno
dator dei mali e reggitor del moto,
io non so se questo ti faccia felice, ma mira e godi ec. contemplando eternam. ec. produzione e distruzione ec. per uccidere partorisce ec. sistema del mondo, tutto patimento.
(Da Giacomo Leopardi. CANTI. Edizione Newton & Compton editore. Pagina 291).
Per concludere questo paragrafo, in modo definitivo e chiaro, io, B. C., esprimo il mio pensiero e la mia convinzione sulla funzione che ha la nece nel genere degli uomini. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il modo di vedere e di giudicare la funzione della nece, giudicata da me come necessaria, naturale e indifferente, per tutti gli uomini, e come viene descritta e giudicata dal brano di Giacomo Leopardi, sopra riportato, sia agli antipodi e in contrasto con il modo di vedere e di giudicare la funzione della morte, espressa e manifestata da un celebre lacerto di san Paolo. Ecco come san Paolo, nella Lettera ai Romani, introduce e giustifica, secondo me, in modo irrazionale e fantastico, la funzione della nece, così come è voluta e predestinata dal Dio dei Cristiani. Il brano che giustifica e spiega la funzione della morte, secondo san Paolo, si trova nella Lettera ai Romani, la quale afferma: “Adamo e Cristo nella storia umana. Perciò, come a causa di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e attraverso il peccato (entrò) la morte, e così la morte dilagò su tutti gli uomini per il fatto che tutti peccarono ….”. (Dalla lettera ai Romani, capitolo 5, versetto 12. Dal libro la Bibbia. Edizione san Paolo. Pagina 1196). Io, B. C., penso, reputo e giudico che queste affermazioni di san Paolo sono del tutto gratuite, assurde, astruse e irrazionali, perché non hanno nulla di vero e non poggiano su nessuna verità scientifica e perché sono soltanto delle illazioni e dei sofismi inventate da san Paolo. Come è noto, la prima fandonia di questo pensiero è quella di affermare e di spiegare come il peccato di Adamo costituisce l’origine del peccato originale. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il fatto che Adamo, mangiando la mela, indotto da Eva, abbia dato inizio al peccato originale, sia una delle più grandi tra le balle e le fandonie che siano alla base della religione cristiana, perché è del tutto evidente che non c’è stato nessun Adamo che abbia mangiato la mela, e non c’è stata nessuna Eva, che abbia indotto Adamo a mangiarne a sua volta; inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che non ci sia stato nessun Paradiso terrestre, come è descritto e narrato nella Genesi della Bibbia, in quanto la Genesi della Bibbia è tutta una invenzione e una immaginazione dello scrittore di questo libro. Infatti tutto questo modo di raccontare la creazione della Terra è smentito dalla scienza e dalla evoluzione degli ominidi sul pianeta Terra. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che far derivare la nece dal peccato originale, come afferma san Paolo, sia un’altra grande balla e una enorme fandonia, creata, voluta e inventata dalla fantasia e dalla immaginazione di san Paolo. In definitiva e in conclusione di questo paragrafo, io, B. C., penso, reputo e giudico che nessun uomo e nessuna donna, che abbia un minimo di cervello normale e razionale, possa accettare e condividere le fandonie e le balle di san Paolo, che formano la base e la dottrina della Chiesa cattolica e cristiana di Roma. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e discerno che la spiegazione e la giustificazione di san Paolo sull’origine del peccato originale, che a sua volta ha dato origine alla morte, sia un’altra balla e fandonia dovuta all’ignoranza di san Paolo, perché è scientificamente provato che la Morte, come trasformazione di un essere vivo e animato ad un essere morto ed inanimato, esisteva già prima della creazione dell’uomo; infatti la morte era una legge naturale già al tempo dei dinosauri che, vissuti milioni di anni prima degli uomini, morivano, regolarmente, come tutti gli esseri viventi che abitavano e vivevano sul pianeta Terra. Io, B. C., penso, giudico e reputo che la dimostrazione della Nece, prima della nascita e dell’apparizione dell’uomo sulla Terra, sia una prova certa e inconfutabile della balordaggine e ignoranza di san Paolo e sia, anche, una prova certa della inesistenza di Dio. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che la morte non sia altro che un fenomeno fisiologico del corpo umano e penso che la nece faccia parte della natura e sia una legge necessaria e funzionale alla natura stessa, anche se non sappiamo, fino ad oggi, chi ha creato la natura e il mondo. Ma è certo che i medici, i biologi, i fisiologi e tutti gli scienziati, che si occupano del corpo umano, dell’ambiente naturale e della natura, quando scopriranno la vera natura e funzione della morte sul pianeta Terra, scopriranno, anche, come la vita stessa dell’uomo si possa ricreare e rigenerarsi soltanto da sé stessa, o allungare la vecchiaia, tramite medicine appropriate, senza bisogno di morire. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli uomini, le donne e tutti gli esseri viventi, per il solo fatto di nascere e vivere su questa terra acquistano, naturalmente e automaticamente, il diritto a vivere una vita naturale e una vecchiaia lunga, serena e salutare, priva di malattie e di scansare perfino, anche, la terribile e terrificante nece. Questa mia proposta è l’esatto opposto del mito di Aurora che chiese l’immortalità di Titone, ma senza chiederne la giovinezza, per cui Titone invecchiò ed ebbe una lunghissima vecchiaia priva di giovinezza e di gioia. Io, B. C., invece, penso e auspico, per tutti gli uomini di questo pianeta Terra, di avere una vita lunga e piacevole, compresa una dilettevole vecchiaia. Io, B. C., penso, auspico e suppongo che gli scienziati del corpo umano, i medici e i biologi di oggi, nel giro di 20 anni, riusciranno a capire come si origina e si perpetua la vita umana nelle cellule umane allungando il famoso filamento del telomero.
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Io B. C., penso, reputo, discerno e giudico che nessun uomo e nessuna donna, se hanno un minimo di intelligenza pratica e se hanno un minimo di intelligenza logica e realistica, possano credere e possano seguire il cristianesimo e accettarlo nei suoi culti e nei suoi riti. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e reputo che nessun uomo e nessuna donna giudea abbiano mai creduto e mai pensato che Gesù Cristo fosse il Messia aspettato da tutti i Giudei. Infatti i Giudei furono i primi ascoltatori a non credere a Gesù Cristo come il nuovo Messia. Purtroppo, invece, molti altri intellettuali, teologi e filosofi di allora, come sant’Agostino, credettero al cristianesimo fin dal suo esordio e scrissero tanti libri per dimostrare la verità del cristianesimo. Io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti gli intellettuali, teologi e filosofi di allora, che hanno creduto e seguito il cristianesimo, hanno sbagliato e sono caduti in errore perché hanno creduto e dato seguito alle fanfaluche, alle menzogne e alle balle del cristianesimo, scritte dai 4 evangelisti e dalle lettere scritte da san Paolo. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che, ancora oggi, nessun uomo e nessuna donna postcontemporanei possono credere alle assurdità, alle fandonie e alle balle del cristianesimo. Io, B. C., penso, suppongo e presagisco che, soltanto, gli allocchi, gli stupidi e i creduloni inseguano e possano credere alle stupidaggini e alle bugie scritte nei 4 Vangeli, nelle lettere di san Paolo e possano credere come veri tutti i ragionamenti , elaborati e scritti, sia da tutti i filosofi e teologi della filosofia patristica e sia da tutti i filosofi e teologi della filosofia Scolastica, come sant’Anselmo, san Tommaso d’Aquino, Bonaventura da Bagnoregio e tutti gli altri filosofi della Scolastica, incluso il rasoio di Guglielmo di Occam. Purtroppo, io, B. C., vedo e costato che, da allora fino ad oggi, vi sono, ancora oggi, tanti filosofi e teologi postcontemporanei che credono e seguono, inutilmente e illusoriamente, il cristianesimo del nostro mondo postcontemporaneo, tutto basato sulla tecnologia e sulla scienza razionale e sperimentale che esclude ogni forma di metafisica e di teologia. Infine, io, B. C., per finire questo mio lungo ragionamento sulla inesistenza di Dio, voglio suggerire a tutti coloro che hanno un minimo di cervello, razionale e concreto, di non seguire le idee contenute nei 4 Vangeli e di non credere nemmeno a tutti i libri sacri di tutte le religioni del mondo, perché non hanno nessun fondamento scientifico e non sono credibili nelle loro dottrine teologiche e teoriche. Per questo motivo, io, B. C., affermo che non bisogna seguire le parole e nemmeno credere a ciò che dicono sia il Papa, sia tutti gli alti e altri prelati della Chiesa di Roma, compresi i monaci, i frati, le monache e le suore, perché tutti i loro discorsi sono inficiati, invalidati, sfiduciati, sminuiti e svalutati dalle fandonie e dalle balle scritte nei 4 Vangeli, nelle lettere di san Pietro e nelle opere filosofiche e teologiche di tutti i filosofi e teologi della filosofia Patristica e della filosofia Scolastica. Io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte queste opere filosofiche e teologiche, a cominciare dai 4 vangeli, per finire alle ultime opere filosofiche e teologiche della filosofia scolastica, compreso Il rasoio di Guglielmo d’Occam, sono piene di fregnacce, frottole, panzane, bugie, menzogne, patacche, astruserie, assurdità, sillogismi e para sillogismi, sofismi e tanti altri ragionamenti fasulli che hanno creato, sorretto e sostenuto tutto l’apparato dottrinario e teologico della Chiesa, cattolica e apostolica, di Roma, la quale, secondo me, B. C., non ha niente di vero nelle sue fondamenta ed è costruita su dei pilastri e pareti evanescenti e trasparenti. Comunque sia, io, B. C., penso, reputo e giudico che, nonostante tutte le tempeste e le bufere di pioggia e di grandine che hanno tempestato la Chiesa, essa, per sua fortuna, resiste ancora oggi, ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che la resistenza e la longevità della Chiesa di Roma sia stata una sfortuna e una disgrazia per tutti gli italiani e per tutti gli altri popoli del mondo. Io, B. C., personalmente, penso, reputo e giudico che la Chiesa di Roma sia stata sempre una istituzione religiosa negativa per tutti i cittadini del mondo, perché fondata, costruita e sorretta sul nulla, sulle bugie e sulle menzogne dei 4 evangelisti e sulle elucubrazioni di san Paolo. A proposito di elucubrazioni e di menzogne, dette, elargite a profusione e scritte da san Paolo in tutte le sue lettere, utopistiche e distopiche, inviate alle comunità religiose cristiane, allora, in formazione e in costruzione, io, B. C., voglio ricordare, mettere in rilievo e trascrivere, in questo finale di articolo, un’altra colossale bugia e un’altra clamorosa fantasticheria che san Paolo scrisse nella seconda lettera ai Corinzi. In questa lettera, san Paolo, addirittura, si fa prendere dal delirio di onnipotenza e immagina che lui sia stato rapito da Dio e che, 14 anni prima, lo abbia portato, addirittura, nel terzo cielo. Ecco qui di seguito i versetti di questo clamoroso e assurdo sogno e vanteria di san Paolo, il quale si credeva talmente potente che sia stato rapito direttamente da Dio e sia stato trasportato nel Paradiso. Ecco il brano clamoroso di san Paolo: “12. Le visioni e le rivelazioni del Signore. Bisogna vantarsi? Non giova a nulla, però. Verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, 14 anni fa, – non so se con il corpo o se fuori del corpo, lo sa Dio -, fu rapito fino al terzo cielo. E so che questo uomo – non so se col corpo o senza corpo, lo sa Dio – fu rapito in Paradiso e udì parole ineffabili che non è possibile ad un uomo proferire. Di lui mi vanterò, di me invece non mi darò vanto, se non delle mie debolezze.” (San Paolo. Seconda lettera ai Corinzi. Capitolo 12. Versetti 1 – 5. Dal libro La Bibbia, edizione san Paolo, pagina 1228). Io, B. C., ora mi chiedo e chiedo ai lettori come si fa a credere a queste fandonie, fregnacce, bugie e menzogne scritte da un ignorante come san Paolo? Ebbene, io, B. C., so che in tutto il mondo vi sono milioni di persone, anche intellettuali istruiti e colti, che ancora oggi credono a queste fregnacce e a queste assurdità e seguono, credono e danno per verità, a tutt’oggi, tutte le fregnacce, le bugie e le menzogne contenute nella Bibbia, smentite e confutate e rese false, ormai da decenni e da secoli, dalla scienza ufficiale! Ebbene tra queste persone intelligenti, istruite e colte, con la mente prodigiosa e creativa, vi è anche il sommo poeta Dante Alighieri, il quale, nella Divina Commedia, cita e riassume, questo brano di san Paolo già nel secondo canto dell’Inferno, quando vuole giustificare il suo viaggio nei tre regni ultraterreni. Ecco le terzine in cui Dante Alighieri si riferisce alla visione di san Paolo al terzo cielo:
Andovvi poi lo Vas d’elezione
Per recarne conforto a quella fede
Ch’è principio alla via di salvazione.
Ma io, perché venirvi? O chi ‘l concede?
Io non Enea, io non Paulo sono;
me degno a ciò né io né altri’l crede.
(Inferno. Canto II. Versi 28 – 33)
Quindi, anche Dante Alighieri crede, pedissequamente e supinamente, non solo a tutte le fregnacce e alle bugie di san Paolo, ma crede, segue, anche, e dà per vere tutte le bugie, le fregnacce e le stupidaggini della Bibbia. Infine, io, B. C., penso, reputo e suppongo che Dante Alighieri, anziché essere irretito dalle fregnacce di san Paolo e dalle menzogne della Bibbia, era meglio per lui continuare a scrivere poesie d’amore per Beatrice, così come aveva fatto e scritte nel suo periodo giovanile. Ecco un bel esempio di una poesia d’amore giovanile, indirizzata al suo amico e poeta Guido Cavalcanti, di Dante Alighieri nella quale il giovane poeta esprime tutto il suo sentimento con passione terrena e con piacere giovanile rivolti verso la sua giovane ispiratrice.
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ‘l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascun di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Per concludere questo paragrafo del mio articolo, io, B. C., penso, reputo e giudico che sarebbe stato meglio per Dante Alighieri continuare a scrivere poesie di questo tenore e di questo genere amoroso, anziché rimanere esiliato e andare a girovagare per l’Italia centro settentrionale e trasformare Beatrice da giovane desiderata e amata a Beatrice angelicata e beatificata. Quindi, in ultimo, alla fine di questo paragrafo, io, B. C., mi chiedo e chiedo ai lettori se loro preferirebbero avere un Dante, autore della sublime e immortale opera della Divina Commedia, ma un Dante solo, triste, esiliato e girovago per l’Italia, oppure preferirebbero leggere un Dante, autore di poesie amorose, ma appassionate di amori umani e non angelicati, come nella Divina Commedia, ma un Dante rimasto a Firenze a continuare la sua intensa e interessata vita politica di Guelfo bianco?
11
Per procedere nel mio lungo ragionamento, filosofico e pragmatico, e per terminare questo mio articolo culturale, filosofico e teologico, io, B. C., infine, penso, reputo e giudico che il sacro, la fede e le religioni di tutto il mondo deformano, alterano, commutano e traviano la visione della realtà naturale del pianeta Terra e di tutto l’Universo, visibile e invisibile. Infatti, sia la Bibbia, sia il Corano e sia tutti gli altri testi religiosi fondamentali di tutte le altre religioni, come il buddismo, l’induismo, ecc. sono considerati dai prelati, dai presuli, dai loro adepti, membri e fedeli, come dei testi sacri, e quindi come testi veritieri, santificati, inviolabili e intoccabili. Ma, io, B. C., invece, reputo, immagino e giudico che questi testi, sacri, religiosi e teologici, non hanno nulla di sacro e di divino, perché penso, reputo e suppongo che, nelle parole e nei contenuti di questi testi, non ci sia immersa né infusa nessuna sacralità, nessuna santità, nessuna divinità, nessuna religiosità, nessuna fede, nessuna venerabilità e nessuna inviolabilità. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che questi testi, divenuti pseudo sacri e pseudo inviolabili, deformano e condizionano tutti i suoi adepti e discepoli, che a loro volta diffondono questi testi tra la gente, popolare, ignorante, superstiziosa e credulona, la quale non conosce il contenuto di questi libri. Inoltre mi addolora il fatto che milioni di persone, ascoltando i discorsi e le prediche di questi prelati religiosi, credono, ingenuamente e illusoriamente, alle parole, alle prediche e ai discorsi di questi uomini religiosi che credono e diffondono le parole e i ragionamenti di questi testi pseudo sacri. Inoltre, mi dispiace e mi fa pena e tristezza pensare e constatare che, ancora oggi, gli adepti, i prelati, i preti e gli affiliati di queste religioni e confessioni religiose, condizionano, limitano, vincolano la propria vita, ma dominano, controllano e suggestionano, anche, la vita degli altri ascoltatori, seguaci e fedeli. Infatti i monaci, le suore e tutti i prelati, i presuli e tutti gli adepti che frequentano, ancora oggi, sia chiese, sia monasteri e sia cattedrali condizionano e incidono negativamente sul modo di vedere, godere, vivere la vita dei loro seguaci e ascoltatori e deformano, traviano e travisano, anche, il modo di contemplare la natura e le stelle; inoltre deformano e sacrificano la propria vita in nome di un Dio che non esiste, credendo e illudendosi di scrutare la bellezza del pianeta Terra e di osservare la maestosità, la luminosità e la magnificenza del firmamento. Io, B. C., mi chiedo e mi domando: come fanno i monaci, le suore, i presuli e tutti i prelati di oggi, postcontemporanei, a vivere conficcati, isolati, staccati, separati, relegati nei monasteri e fuori dal mondo postcontemporaneo, sociale e civile, vivo, energetico e vitale? L’altro giorno, 21 luglio 2023, io, B. C., ho visto la moltitudine dei monaci che vivono nel monastero di Camaldoli, a cui ha fatto visita il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e mi sono chiesto: come fanno questi monaci tutti conficcati, isolati in cellette a pregare notte e giorno, a vivere fuori dal mondo vivo, eclettico e policromatico dei nostri giorni? La mia risposta a questa domanda è la seguente: tutti questi monaci, che vivono conficcati e isolati in questo monastero, sono, secondo me, B. C., degli uomini fuori dalla realtà dal nostro mondo postcontemporaneo e sono fuori, anche, da sé stessi perché vivono e seguono le loro idee, religiose e sacre, idealistiche e chimeriche, ma, io, B. C., penso, giudico e suppongo, anche, che questi monaci camaldolesi, e come loro tutti gli altri monaci del mondo di altre religioni, sono ormai fuori dalla nostra società pratica, naturalistica e postcontemporanea perché seguono e vivono una vita sacrificata per un Dio che non c’è e che non li ascolta e perché seguono dei preconcetti mentali e linguistici che si basano su testi pseudo sacri. Io, B. C., definisco questo monastero: il monastero dei morti viventi uguali a tanti altri morti viventi di tanti altri monasteri sparsi nel mondo e a qualsiasi ordine religioso appartengano. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e affermo che le religioni, il sacro e le fedi siano e costituiscano dei preconcetti mentali e linguistici che inficiano, invalidano, contraddicono e screditano il modo di guardare, osservare, contemplare e studiare la bellezza della natura e delle stelle. Infatti, secondo i religiosi e gli apostoli del sacro e della fede, la bellezza della natura e delle stelle è dovuta alla generosità e alla bontà del suo creatore, o Dio o Allah, come si preferisce chiamarlo, mentre io, B. C., penso, giudico, discerno e suppongo che la bellezza della natura, delle stelle e dell’intero universo sia dovuta alla materia stessa e sia insita, innata, congenita, connaturale e connaturata alla materia stessa che ha creato ogni cosa vivente nell’universo, conosciuto e non conosciuto, visibile e invisibile. Quindi, io, B. C., infine, penso, giudico e affermo che, per tutte le mie considerazioni e le mie riflessioni, espresse e manifestate in questo lungo articolo, filosofico e teologico, antireligioso e anti fideistico, bisogna rinnegare, abiurare e fare la palinodia di ogni forma di religione, di ogni forma di sacro, di ogni forma di fede e di ogni forma di confessione religiosa. Io, B. C., a conclusione di questo paragrafo di questo articolo, filosofico e pragmatico, voglio riportare e farvi conoscere una bellissima poesia di Bertolt Brecht che, in sintesi, spiega e illustra la mia visione di vita sulla religione e sulla inesistenza di Dio, perché, io, B. C., reputo che Dio non ha creato il mondo e che dopo la morte non vi sarà nessuna resurrezione e non vi sarà nessun Dio che accoglierà i buoni nel Paradiso e nessun Dio che manderà i cattivi all’Inferno. Dopo la morte gli uomini muoiono per sempre come muoiono tutti gli animali. Ecco il bellissimo testo poetico di Brecht.
Gegen Verfuhrung
Contro la seduzione
1
Non lasciatevi traviare!
Non ritorna più nessuno.
Il giorno è al limitare;
il vento della notte potete fiutare:
non viene l’altra mattina.
2
Non lasciatevi ingannare
che la vita sia poca cosa.
Bevetela a rapide sorsate!
Non vi potrà bastare
quando dovrete andarvene!
3
Non lasciatevi consolare!
Di tempo, non ne avete troppo!
Lasciate il marcio a chi è redento.
La vita è il bene più immenso:
non è più vostra, dopo.
4
Non lasciatevi traviare
a sgobbo e logoramento!
La paura, come vi può ancora toccare!
Con tutte le bestie dovete morire
e dopo non viene più niente.
Infine, io, B. C., per tutti questi motivi e per tutte queste mie riflessioni, sopra esposte, atee e laiche, dico che più invecchio più divento ateo, e quindi vi prego, o genti, di dare ascolto a questi ultimi miei appelli finali.
12
Appelli finali.
1-O genti, vi prego, uscite, ripudiate, abiurate il sacro, il fideismo, il misticismo di ogni religione ed entrate nel mondo naturale della ragione, della tecnica e della scienza.
2-O genti, vi prego, abbandonate la superstizione, l’idolatria, il feticismo, il fanatismo e la devozione religiosa ed entrate nel razionale, nel laicismo, nel materialismo, nello scientismo e nell’ateismo.
3-O genti, vi prego, lasciate l’ignoranza, la cattiveria, l’odio, le menzogne, l’ipocrisia, l’avarizia delle religioni di tutto il mondo, ma acquisite e prendete, come moneta buona e pregiata, la sapienza, la bontà, l’amore, la verità, la lealtà, la generosità, la munificenza, la liberalità e la magnificenza del vivere delle arti liberali, delle arti umanistiche, delle arti artistiche, della scienza, delle tecnologie postcontemporanee e della Intelligenza Artificiale (sigla IA) che nei prossimi anni sconvolgerà e trasformerà completamente la nostra vita quotidiana.
4-O genti, vi prego, liberatevi degli abiti talari, liberatevi dai sai e dalle tonache e dai cappelli cardinalizi e dalla papalina papale e indossate, invece, gli abiti che la gente comune indossa tutti i giorni: dai pantaloni alle camicie, dai vestiti maschili alle gonne e camicette femminili, dai giubbotti alle tute da lavoro, così importanti per differenziare tutti i vari lavori, mestieri e professioni del mondo laico, civile e professionistico.
5-O genti, vi prego, uscite dalle chiese, uscite dai monasteri e dai conventi e dalle cattedrali ed entrate nelle case civili, negli appartamenti dei condomini, nei palazzi delle città o nelle villette di campagna, dove potete respirare l’aria pulita delle montagne, delle colline e del mare.
6-O genti, vi prego non leggete più tutti i testi religiosi, ritenuti sacri e santi dagli adepti, dai prelati, dai presuli di qualunque religioni o di qualsiasi confessione religiosa esistente tra i popoli del mondo, perché questi libri, ritenuti sacri e santi, sono, ormai, diventati anacronistici, obsoleti, falsi e non hanno più niente da insegnare a nessuno; inoltre non leggete più questi libri perché traviano, deformano e sviano tutti i lettori dai loro sentimenti giusti e sinceri e creano, invece, preconcetti che sono contro la morale e le leggi dello Stato; inoltre questi libri religiosi, ritenuti falsamente sacri e santificati, deformano la percezione della realtà naturale e deviano, anche, la visione del cielo e delle stelle; invece leggete i libri di scienza e di tecnologia e tutti quei libri della ricerca scientifica e tecnologica che hanno lo scopo di scoprire e comprendere la realtà naturale, per quella che è; inoltre, questi libri scientifici hanno lo scopo di incentivare e di contemplare il cielo e le altre stelle.
7-O genti, vi prego non credete più né ai Papi, né ai Cardinali, né ai Vescovi, né ai Diaconi, né ai Presuli, né ai Preti, né ai Monaci, né alle Suore, di qualsiasi religione, cattolica e protestante, e di qualsiasi confessione religiosa esistenti tra tutti i popoli del mondo, perché tutti questi uomini, che parlano in nome di Dio, sono tutte persone false e ipocrite, perché basano le loro idee e le loro credenze sulle mistificazioni e sulle falsità dei libri sacri e santificati, a cominciare dalla Bibbia per finire all’ultimo opuscolo religioso di una qualsiasi setta religiosa che predica e insegna in nome di Dio. Infine, io, B. C., penso, reputo e suppongo che tutti questi libri, falsamente sacri, sono, soltanto, libri che raccontano e nascondono fandonie, bugie e storie inventate di sana pianta, che non hanno e non contengono nulla di vero e nulla di concreto; invece abbiate fiducia e speranza nella scienza e negli scienziati perché sono le uniche persone che un giorno possano scoprire e capire la verità sul mondo e sull’universo; inoltre, abbiate fiducia e speranza nella medicina e nei medici perché sono le uniche persone che un giorno possano scoprire tutti i farmaci e le medicine che allungano la vita e possano evitarci e salvarci dalla terribile, insopportabile, inutile, tremenda e dolorosa morte.
8-O genti, vi prego, finite di pregare Dio, cessate di pregare la Madonna e tutti i Santi; finite di pregare Allah e qualsiasi altro Dio che è stato inventato dagli uomini ed è venerato dai suoi adepti, presuli e fedeli; finite di credere e di partecipare alla santa messa e a tutte le funzioni religiose che mistificano la coscienza e i cervelli degli uomini; finite di organizzare processioni mistiche e di partecipare alle processioni locali, come alle processioni che si svolgono in ogni paese e in ogni città, in onore del patrono o della patrona del paese o per festeggiare il santo o la santa nazionale; finite di costruire statue di santi e di sante, perché sono tutti aspetti di idolatria e fenomeni religiosi derivanti dalle superstizioni magiche; inoltre, andare appresso a tutte le funzioni religiose e a tutte le processioni dei paesi o delle città è tutto tempo perso inutilmente ed è, anche, una attività vana ed inutile, perché con le preghiere e con le processioni non si risolve niente; inoltre, sia le funzioni religiosi, sia la messa e sia le processioni non ci salvano né dalle malattie, né ci evitano la vecchiaia e non eliminano i disastri dei cambiamenti climatici in corso, e, infine, non ci scampano la morte, che opera indifferentemente e freddamente, per gli uomini e per tutti gli esseri di questa Terra, in ogni parte del mondo. Invece, o genti, praticate una vita sana e gioiosa, piena di lavoro e di creatività; seguite e rispettate la natura in tutte le sue forme, perché soltanto una vita naturale, sana e maturata, potrà dare un po’ di benessere e di salute a chi pratica una vita regolare e rispettosa dell’ambiente.
9-O genti, vi prego di non credere più ad ogni forma di misticismo, ad ogni forma di fideismo; inoltre, genti, vi prego di non credere più né alla predestinazione, né al disegno divino, né alla provvidenza divina, né all’occhio divino che ci guarda, perché sono tutti concetti teologici privi di ogni verità e di ogni realtà, elaborate da tanti teologi e filosofi che sostengono questi concetti inutili, vani e insignificanti. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti questi concetti sulla predestinazione e sulla previdenza divina sono serviti e servono, a tutt’oggi, a tenere in piedi le strutture e le sovrastrutture delle istituzioni religiose, che a loro volta sono guidate da una schiera di capi e sottocapi che comandano e guidano la struttura e l’ideologia di quella religione, come la religione cattolica e cristiana di Roma. Inoltre, io, B. C., o genti, vi prego di non credere né alla volontà divina, perché non c’è nessuna volontà divina; vi prego, anche, di non credere alla giustizia divina perché non c’è nessuna giustizia divina; infine, io, B. C., vi consiglio di non credere alla Redenzione Divina Finale perché non vi sarà mai nessuna Redenzione Divina Finale e non ci sarà nemmeno il Giudizio Divino Universale, così come è previsto e intravisto da alcuni libri della Bibbia, come il libro de L’Apocalisse quando parla della fine dei tempi, quando Dio aprirà il libro dei buoni e dei cattivi. Ecco il brano in cui san Giovanni esprime e descrive il Giudizio Divino Universale: “I morti, grandi e piccoli, stavano davanti al trono, mentre venivano aperti dei libri; e un altro libro fu aperto, quello della vita. I morti venivano giudicati in base a quanto stava scritto nei libri, secondo le loro opere. Infatti, dopo che il male ebbe dato i suoi morti e la Morte e l’Ade ebbero dato i loro morti, furono giudicati singolarmente secondo le loro opere. La Morte e l’Ade furono gettate nello stagno del fuoco. Questa è la seconda Morte, lo stagno del fuoco. Quindi, chi non si trovò scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di fuoco.” (Dall’Apocalisse di san Giovanni. Capitolo 20. Versetti 12 – 15. Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. Pagina 1317). Io, B. C., penso, reputo e giudico che questo brano e tutta l’intera Bibbia non siano altro che delle fandonie e delle balle scritte e inventate sia dagli scrittori dell’Antico Testamento e sia dagli Evangelisti del Nuovo testamento.
10-O genti, vi prego, di non credere a tutte le religioni del mondo perché molte religioni del mondo hanno prodotto e hanno procurato soltanto guerre tra popoli e popoli e all’interno della stessa popolazione. Basti pensare alle persecuzioni dei Romani contro i Cristiani, nei primi 4 secoli dell’era cristiana. Basti ricordare anche le famose Crociate cristiane, volute e giustificate da Papa Urbano II che, nel 1095, approvò e volle le Crociate, pronunciando e affermando la folle e assurda giustificazione: “Dio lo vuole!” Poi basti richiamare alla memoria le guerre di religione dei Musulmani in nome di Allah, durante il Medioevo. Basti ricordare, anche, le guerre di religione tra cattolici e protestanti, in pieno Rinascimento. Basti ricordare, anche, le guerre religiose contro gli Ugonotti, in pieno Illuminismo. E, infine, saltando tante altre guerre di religione, che è inutile ricordare, fino alle ultime guerre di religione tra talebani e mondo occidentale. Si potrebbe dire, in conclusione, che dove c’è religione c’è sempre guerra. Io, B. C., penso, suppongo e presagisco che se non ci fossero state le religioni nel mondo non ci sarebbero state guerre, né odi, né conflitti ideologici e teologici, e quindi non sarebbero avvenuti né morti né lutti tra tutti i popoli del mondo. Oggi, purtroppo, mi rendo conto che la mancanza di conflitti, religiosi o politici, è una mia utopia, come dimostra l’attuale guerra tra l’Ucraina e la Russia che ha avuto l’avallo del Papa ortodosso russo che ha dato l’approvazione e la benedizione a Putin per invadere l’Ucraina.
13
Io, B. C., voglio continuare e procedere in questo mio lungo articolo culturale, teologico e filosofico, adducendo un altro motivo e un’altra tesi alla mia convinzione e dimostrazione sulla inesistenza di Dio. Io, B. C., in primis, sono convinto e persuaso che un buon Dio non avrebbe mai creato un pianeta Terra popolato di animali orrendi, viscidi, abominevoli, ribrezzanti, come i serpenti i coccodrilli e le zanzare. Io, B. C., penso, reputo, discerno e suppongo che un buon dio avrebbe creato, semmai, un pianeta Terra molto simile all’Eden, ma poi non avrebbe schiacciato i primi abitanti di questo giardino, come ci narra e ci descrive la Genesi della Bibbia. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e suppongo che la mia tesi sull’inesistenza di Dio non mi esenti di rispondere ad una giusta e doverosa obiezione che si potrebbe fare a tutto il mio ragionamento e a tutte le mie riflessioni che fin qui ho esposto e manifestato nel corso di questi paragrafi di questo lungo articolo culturale, filosofico e teologico. Dunque, qual è questa giusta e doverosa obiezione che mi frulla e mi gira in testa e che mi tormenta ogni giorno? Io, B. C., ora manifesto e dichiaro qual è l’obiezione alla quale debbo rispondere per concludere e chiarire definitivamente questo articolo culturale, pragmatico e teologico. L’obiezione è la seguente: come si spiega che quasi tutta l’umanità, tranne pochissimi casi, sente il bisogno e razionalizza il sentimento di credere, invocare, di sperare e di riferirsi ad un Essere superiore, eterno che possa salvare gli uomini dalla terribile e terrificante morte e capace di avere creato il mondo e tutto l’Universo? Ebbene ecco qual è la mia risposta e la mia soluzione per risolvere e dare soddisfazione a questa obiezione che si può fare alla mia tesi sull’inesistenza di Dio. Io, B. C., non contesto e non nego che l’uomo senta dentro di sé il bisogno, il sentimento e la vocazione a credere in un Essere superiore, chiamato Dio, che possa salvarlo dalla morte e, dopo la morte, tenerlo in vita per sempre. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che non ci sia stato mai un solo uomo o una sola donna che, nel corso della sua vita, non abbia mai cercato aiuto in Dio, o per toglierlo dai guai in cui si è cacciato, o per guarirlo da una brutta malattia, o per salvarlo, in extremis, dalla morte. Io stesso, B. C., posso portare come esempio, il caso di mio zio Michelino, un uomo buono e sincero che quando si trovò in procinto di morire disse: “datemi aiuto non voglio morire”. Ovviamente mio zio Michelino si riferiva a Dio, il solo Essere che avrebbe potuto salvarlo dalla morte. Invece, mio zio Michelino, nel 1999, morì, pochi minuti dopo aver pregato e supplicato Dio e chiuse gli occhi difronte agli sguardi pietosi e sofferenti dei suoi famigliari che gli mostravano, con le loro lacrime, tutto il loro conforto, la loro impotenza e il loro dolore. Dunque, io, B. C., non nego né il bisogno, né la debolezza, né la fragilità e né la paura dell’uomo difronte alla morte. Ciò che io, B. C., affermo e asserisco è il fatto che il bisogno e la paura della morte non dimostrino l’esistenza di Dio, perché sono due fenomeni completamente indipendenti e diversi fra di loro. Infatti la paura e il bisogno di credere in un Essere superiore riguarda la natura e l’indole dell’uomo e non giustifica l’esistenza di Dio. Da questa considerazione e da questa convinzione, io, B. C., affermo e asserisco che Dio, indipendentemente dagli uomini, non esiste e non è mai esistito, e, quindi, questo supposto Dio non ha mai creato né il pianeta Terra né l’intero Universo. Io, B. C., penso, reputo e suppongo che l’Universo si è creato da sé stesso, grazie alla materia e alla energia che conteneva nel punto iniziale del big-bang. Inoltre, io, B. C., contesto e accuso il fatto che ogni religione del mondo, una volta nata, affermata e diffusasi, su un determinato territorio e su un determinato popolo, si è trasformata in una sovrastruttura ideologica e teologica che guida una nazione e diverse popolazioni facendo loro credere che esiste un Dio il quale, dopo la loro morte, li faccia ritornare in vita. Io, B. C, penso, suppongo e asserisco che dopo la morte naturale non ci sarà nessuna resurrezione, come affermano e promettono tutte le religioni dal mondo, dal paganesimo al cristianesimo e dall’islamismo al buddismo. Infatti tutti i libri base pseudo sacri di tutte le religioni del mondo, come la Bibbia o come il Corano, promettono la resurrezione della carne dopo la morte. Ma, io, B. C., penso, affermo e giudico che promettere la resurrezione dopo la morte sia un inganno, una promessa e una solenne illusione fatte e perpetrate da religiosi malevoli, falsi e bugiardi. Infatti, io, B. C., penso, suppongo e giudico che la credenza nella resurrezione dei morti sia una grande balla, una grande patacca e una grande menzogna per assoggettare, per sottomettere, per soggiogare e per conquistare la fiducia e la bontà di intere popolazioni e imporre a loro il proprio comando e il proprio potere e ridurli a schiavi e a sudditi, culturalmente, teologicamente, spiritualmente e ideologicamente. Io, B. C., penso, giudico e reputo che anche i testi sacri di queste religioni non dimostrino l’esistenza di Dio, ma la danno per scontata, e per avvenuta, mentre in realtà le grandi religioni sono costruite e basate su testi sacri falsi e bugiardi. Io, B. C., inoltre, penso, reputo e giudico che nessuno, oggigiorno, in piena epoca postcontemporanea, ricca e piena di nozioni scientifiche e tecnologiche, possa credere alle menzogne, alle fandonie, alle menzogne e alle balle dei testi considerati sacri e intoccabili da tutte le religioni del mondo. Infine, io, B. C., come esempio e come prova della gratuità della Chiesa cristiana e cattolica di Roma, riporto e trascrivo il giudizio negativo che lo stesso Dante Alighieri diede sulla Chiesa, cristiana e cattolica del 1300. Infatti Dante Alighieri, nel canto XXXII del Purgatorio, giudica come la Chiesa, cristiana e cattolica di Roma, sia diventata un mostro, ecco le terzine di Dante.
Trasformato così ‘l edificio santo
mise fuori teste per le parti sue,
tre sovra ‘l temo e una in ciascun canto.
Le prime erano cornute come bue,
ma le quattro un sol corno avean per fronte:
simile mostro visto ancora non fue.
Purgatorio. Canto XXXII. Versi 142 – 147.
Tutto questo discorso sul potere politico della Chiesa di Roma mi ha fatto ricordare l’incontro che c’è stato il 12 maggio 2023 tra la Papessa Giorgia Meloni, prima Ministra dell’attuale Governo italiano che si strusciava e si sfregava con il Papa, cioè con la Chiesa cattolica cristiana di Roma. Io, B. C., penso, reputo e suppongo che questo incontro fra le due massime autorità, quella religiosa e quella statale, ripeteva e simulava l’incontro e l’assoggettamento del Papa Clemente V alla volontà e al potere del re di Francia Flippo IV il Bello, nel 1305. Insomma, io, B. C., auspico e suppongo invece una religiosità soltanto interiore e personale che sia di conforto e di sollievo nei momenti più difficili nella vita di ogni uomo, mentre non credo e anzi consiglio a tutti gli uomini di stare alla larga da tutti i Papi, da tutti i Cardinali, da tutti i Vescovi e da tutti i Preti e i Monaci di ogni religione perché le loro parole, i loro discorsi e le loro prediche sono il frutto di ignoranza e di menzogne costruite e basate su testi considerati sacri e santi, ma in verità sono testi soltanto falsi e bugiardi. Purtroppo ogni religione ha la propria chiesa organizzata e composta da tanti prelati e presuli che hanno il compito di mantenere l’ordine e la gerarchia tra tutti i membri della chiesa. Quindi, io, B. C., auspico una religiosità, personale e intima, silenziosa e immanente, ossia ciò che esiste, in quanto parte della realtà abitata dall’uomo, che dia conforto e sollievo a sé stessi. Io, B. C., penso, giudico e asserisco che ogni uomo e ogni donna non devono pregare nessun Dio di nessuna religione e non devono seguire il sentimento di bisogno, né devono seguire e credere alla voce interiore che li porta a credere all’esistenza di un Essere superiore eterno chiamato Dio. È chiaro, anche, che il bisogno dell’Essere Dio non crea e non dimostra l’esistenza di Dio. Ma è chiaro che Dio non potrà mai salvare l’umanità dai cambiamenti climatici né eliminare la terribile e terrificante nece, la quale, indifferentemente e freddamente, opera e agisce secondo la legge naturale della Terra. Per procedere in questi ragionamenti e in queste riflessioni sul tema della inesistenza di Dio, io, B. C., penso, affermo e sostengo che noi uomini, di questo tempo postcontemporaneo, non dobbiamo nemmeno aspettarci che Dio intervenga, nell’immediato presente, per portarci la salvezza dai cambiamenti climatici, che già, oggi, affliggono, devastano e distruggono l’Italia e tutto il mondo, come è avvenuto, in Italia, nel mese di giugno, con l’alluvione dell’Emilia Romagna, perché Dio, come Essere eterno, soprannaturale, onnipotente e onnisciente, non esiste e quindi non potrà salvare l’umanità né dai cambiamenti climatici, né dalla morte naturale, la quale colpisce e distrugge, inevitabilmente e indifferentemente, qualsiasi corpo umano e qualsiasi materia che vive e fa parte del pianeta Terra. Inoltre, io, B. C., penso, sostengo e suppongo che il pianeta Terra, com’era spopolato, spoglio, infuocato, secco, deserto e privo di umanità, all’inizio della formazione climatica, così il pianeta Terra, alla fine della cessazione della vita degli uomini e di qualsiasi oggetto, sarà e diventerà spopolato, spoglio, infuocato, secco, deserto, privo di umanità e privo dell’idea di Dio. Infine, io, B. C., posso soltanto riferire e manifestare, per certo, l’opinione e la probabile previsione, che gli scienziati delle stelle e gli astronomi di oggi suppongono e affermano di prevedere di fare sulla fine del pianeta Terra. L’opinione e la previsione scientifica degli scienziati astronomi di oggi è la seguente: essi prevedono che, tra qualche miliardo di anni, quando la nostra stella, ovvero il nostro Sole, si espanderà nella sua fase finale di vita, fino a diventare una gigante rossa, la Terra sarà inghiottita, assorbita e inglobata dal Sole morente. Io, B. C., penso, suppongo e presagisco che, se tutto questo finale della Terra si verificherà, come previsto dagli scienziati astronomi, allora non c’è dubbio che, in quelle condizioni e in quel preciso momento, sulla Terra non ci sarà nemmeno l’idea né il concetto di Dio perché scompariranno gli uomini che, nel corso dei millenni di storia e di protostoria, hanno immaginato e formulato l’idea e il concetto di Dio. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che una ulteriore prova della inesistenza di Dio sia data dal tempo presente, senza andare indietro né nel lontano passato e senza anticipare il lontano futuro; infatti, io, B. C., penso, giudico e reputo che, se un Dio oggi esistesse, scenderebbe subito dal suo regno e porterebbe un po’ di pace e di serenità all’umanità di oggi e rimetterebbe in equilibrio anche il cambiamento climatico che oggi tormenta, affligge e distrugge tutta l’umanità. Infine, io, B. C., penso, suppongo e presagisco che il mancato intervento divino, sulla Terra e tra gli uomini, manifesti e renda esplicito, in modo inconfutabile e inequivocabile, la inesistenza di Dio.
14
Io, B. C., penso, reputo, giudico, discerno e immagino che una obiezione che si potrebbe fare e rivolgere alla mia tesi “Sulla inesistenza di Dio” è la seguente e riguarda la religiosità come istituzione storica religiosa. L’Illuminismo francese e la rivoluzione francese del 1789 – 1795 crearono i presupposti e le condizioni per abolire ed eliminare la Chiesa come istituzione politica religiosa. Infatti il Governo della rivoluzione francese ordinò per legge l’abolizione delle chiese in Francia e annullò, anche, tutte le manifestazioni e le liturgie religiose che facevano capo alla Chiesa cattolica di Roma. Inoltre il Governo della rivoluzione francese eliminò, anche, il calendario cattolico romano e lo decristianizzò, annullando tutte le processioni ed eliminando, anche, la ricorrenza dei santi di ogni giorno. Anche la rivoluzione comunista e lo Stato sovietico del 1917 – 1921 eliminò, in Russia, la religione cattolica e distrusse tutte le chiese esistenti in Russia. Oggi, in Cina, lo Stato comunista cinese ha ordinato la proibizione di pratiche religiose cristiane. Eppure, di fronte a tutte queste proibizioni e negazioni degli Stati centrali nei confronti della Chiesa cristiana e cattolica di Roma, essa è sempre rinata, anche se deve superare molti problemi e ostacoli in ogni Stato in cui essa è ancora viva e sopravvive, come in Francia, in Russia e in Cina. Insomma, io, B. C., penso, reputo e giudico che la sopravvivenza e la rinascita delle varie chiese religiose, in ogni Stato e in ogni Nazione del mondo, siano dovuti a quel sentimento, a quel bisogno, a quella vocazione, esigenze spirituali e bisogni universali, irrefrenabili e inevitabili e uguali in tutti gli uomini del mondo. Dunque, io, B. C., penso, immagino e suppongo che tutti gli uomini, sia religiosi che laici, tentano di prolungare la propria vita e di allungare la loro vecchiaia e, magari, di sfuggire alla nece, per la semplice ragione che vivere è bello, vivere è piacevole e gradevole, mentre la morte porta con sé spavento e paura a tutti gli esseri umani. Infine, io, B. C., penso, immagino e suppongo che il bisogno, il sentimento e la vocazione a credere e ad avere fiducia in un Essere superiore ed eterno, capace di salvare gli uomini dalla morte, di aiutarli a superare tutte le malattie che sorgono ogni giorno, di intervenire per eliminare i cambiamenti climatici di oggi e per donare la tranquillità, la felicità e l’immortalità a tutti gli uomini, sia un bisogno naturale, innato e insito nella natura umana, che non costa nulla e che dia un momentaneo sollievo e che generi una profonda ed enorme speranza di poter rivivere per sempre dopo la morte. Io, B. C., penso, suppongo e giudico che l’idea di Dio è, soltanto, una fuga dalla realtà (una escape dalla realtà). Ma, io, B. C., penso, suppongo e reputo che scappare dalla realtà per rifugiarsi nell’idea e nel concetto di Dio, sia un modo vano, inutile, evanescente, aleatorio e utopistico per non affrontare la cruda e feroce realtà, sociale e civile di tutti i giorni. Inoltre, dopo queste considerazioni e riflessioni personali, io, B. C., penso, reputo, consiglio e giudico che la strada maestra, per restare e vivere bene dentro la società, sociale e civile, sia, in primis, quella di rispettare le leggi del proprio Stato democratico e parlamentare; in secundis, io, B. C., reputo, penso e consiglio, anche, che bisogna rispettare tutti i diritti e i doveri degli altri cittadini; e tertiis, io, B. C., penso, reputo e giudico che bisogna lavorare onestamente, per migliorare il proprio tenore di vita e per godere e contemplare le bellezze della natura e del cielo. Inoltre, io, B. C. penso, reputo e consiglio che non bisogna più credere alle parole, alle favole, alle menzogne, alle bugie, alle fandonie, ai falsi ragionamenti dei libri sacri perché ormai sono diventati libri anacronistici, obsoleti e contengono soltanto frasi e ragionamenti incomprensibili e fuori dalla logica comune e lontani dalle aspettative degli uomini postcontemporanei. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e consiglio, a tutti gli uomini di buona volontà, che non bisogna partecipare più alle processioni religiose locali, come le processioni per il santo patrono delle città o come le processioni religiose che festeggiano i vari santi, come san Giorgio, san Giovanni, ecc. che vengono celebrati nei giorni già stabiliti dal calendario religioso e civile, perché io, B. C., penso, reputo e giudico che partecipare a queste funzioni religiose è una perdita di tempo inutile, e sono portatrici di una cultura arretrata e regressiva e indicano, anche, una civiltà superstiziosa e retrograda, ormai separate dalla nostra cultura e civiltà postcontemporanee. Inoltre, io, B. C., penso e immagino, anche, che le funzioni religiose non servano a niente dal punto di vista pratico e psicologico e non diano nessun risultato positivo, né sociale, né famigliare. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e consiglio, a tutti gli uomini di buona volontà, di non credere alla utilità dei sacramenti, così come prevede e prescrive la religione cattolica. Quindi, io, B. C., consiglio di non seguire e di non praticare tutti i sacramenti previsti dalla religione cristiana, che sono: il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia, la Penitenza, l’Unzione degli infermi, l’Ordine e il Matrimonio, perché partecipare e praticare questi sacramenti religiosi è una perdita di tempo inutile; non servono a niente dal punto di vista pratico e psicologico e non danno nessun risultato positivo, né sociale, né famigliare. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e consiglio, a tutti gli uomini di buona volontà, di non pregare davanti a una statua di marmo o di gesso o di legno, perché questo pregare e questo abbandonarsi ad un santo che non esiste è una forma di idolatria selvaggia e perché pregare e raccomandarsi a una statua di legno o di marmo è una perdita di tempo inutile; infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che pregare e raccomandarsi ai santi non servono a niente, né dal punto di vista pratico né psicologico e perché non danno e non conseguono nessun risultato positivo, né sociale, né famigliare. Inoltre, io B. C., penso, suggerisco e consiglio ai preti, ai vescovi e a tutti coloro che indossano una tonaca o un abito talare di non recitare più il rosario perché anche questa pratica religiosa è, secondo me, una perdita di tempo, inutile e vana, perché non serve a niente ripetere a pappagallo preghiere che non hanno nessun destinatario che li recepisce e li ascolta; inoltre consiglio a tutti i preti, a tutti i monaci e a tutte le suore di abbandonare le tonache maschili e femminili e consiglio anche di uscire dai conventi e dai monasteri, dove le monache e i monaci vivono una vita sacrificata per un Dio che non esiste. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e consiglio a tutti preti, ai monaci e alle monache di uscire dal celibato perché la conseguenza inevitabile del celibato è la pedofilia, un peccato obbrobrioso e disgustoso che si ripete, viene praticato e viene usato un ogni parte del mondo. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e consiglio a tutti gli uomini di buona volontà di non cadere e di non farsi irretire da sentimenti e percezioni irreali e suggestive, come la fede, il misticismo e il satanismo ideologico, perché sono tutte condizioni patologiche della mente umana. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e consiglio a tutti gli uomini di buona volontà di non credere ai miracoli compiuti da Gesù Cristo per il semplice fatto che Gesù Cristo non ha mai compiuto miracoli, così come affermano e attestano i 4 evangelisti nei 4 Vangeli. Io, B. C., penso, giudico e reputo che i 4 evangelisti, nei loro Vangeli, hanno mentito quando hanno scambiato alcuni giochi di prestigio e li hanno definiti miracoli compiuti dal loro capo, giovane profeta Gesù Cristo. A questo proposito, io, B. C., voglio ricordare, soltanto, il bellissimo e divertentissimo film, Il ladrone, del 1980, di Pasquale Festa Campanile, il quale, con questo film, ha cercato di dimostrare e di rappresentare un giovane ladrone che voleva imitare i trucchi perfetti del giovane ebreo Gesù Cristo. Quindi, io, B. C., dico a tutti di non farsi illusioni sulla vera natura divina di Gesù Cristo e di non credere, nel modo più assoluto, alla resurrezione dopo la sua morte, perché nessuno mai è ritornato dalla morte. Insomma, io, B. C., ci tengo, però, a precisare che questi consigli dati, per la maggior parte, ai cristiani e a tutti gli appartenenti alla Chiesa cattolica e cristiana di Roma, sono anche validi per tutti gli altri seguaci, adepti, frati, vescovi, patriarchi e presuli di tutte le religioni del mondo. Inoltre io, B. C., penso, auspico e presagisco che tutti i religiosi, i patriarchi e i chierici del mondo rifiutino ogni credo religioso, rinneghino ogni fede mistica e abiurino ogni testo sacro perché non esistono testi sacri né infusi da Dio perché non c’è nessun Dio che infonda santità e sacralità ai testi religiosi e pseudo sacri e perché non c’è nessun Dio che ci salverà né dalle malattie, né dai cambiamenti climatici e né dalla morte. Infine, io, B. C., mi auguro e spero che tutti gli adepti di ogni religione e di ogni confessione religiosa del mondo abbandonino l’abbigliamento sacrale che indossano, che lascino i luoghi sacri dove vivono e pregano; infine, io, B. C., consiglio a tutti i religiosi del mondo, chierici, monaci e suore di scegliere una vita laica, atea e postcontemporanea.
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Io, B. C., penso, reputo e discerno che un’altra obiezione che si potrebbe fare alla mia tesi sulla “Inesistenza di Dio” potrebbe essere formulata nel seguente modo. Ogni nazione, o gruppi di nazioni, del mondo ha la propria religione e la propria Chiesa, che sono organizzate secondo una gerarchia ecclesiastica, ben definita nei vari ordini e gradi. Per esempio c’è il papato di Roma, che in qualche modo difende e tutela gli interessi nazionali dell’Italia, mentre la Chiesa anglicana d’Inghilterra difende e tutela gli interessi nazionali della Gran Bretagna, mentre la Chiesa ortodossa della Grecia difende e tutela gli interessi degli Stati Balcanici, mentre la chiesa ortodossa russa difende e tutela gli interessi nazionali della Russia. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che questa pratica e questa prassi valgono per tutte le altre Chiese e per tutte le altre religioni sparse in tutte le nazioni del mondo. Si può dire che tutte queste Chiese nazionali, diverse per organizzazione interna e per dottrine teologiche, ognuna delle quali difende gli interessi nazionali della propria Nazione e del proprio Stato, sono, anche, in concorrenza e in competizione fra di loro. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la cattività, la sottomissione e l’ubbidienza di queste Chiese nazionali al proprio Stato e al Governo nazionale, sono condizioni durevoli che dureranno ancora per parecchi decenni; forse queste condizioni e cattività dureranno ancora per molti secoli e seguiranno le sorti dello Stato principale perché sono talmente radicate e strutturate all’interno della propria nazione principale o alle altre nazioni collegate ad essa. Infatti è prevedibile che le chiese nazionali subiranno la stessa sorte che subirà lo Stato di appartenenza a cui appartiene la chiesa. Per esempio la Chiesa ortodossa russa, che ha santificato la guerra russa di Putin, il quale ha voluto, ha scatenato e invaso il territorio ucraino, potrebbe subire la stessa sorte che subirà lo Stato russo in caso di sconfitta militare di Putin. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che gli appelli e le richieste del Papa di Roma, Francesco, che, ogni domenica da Città del Vaticano, legge e proclama i suoi numerosi appelli, sono inutili, vani e indifferenti, per fermare la guerra in Ucraina, perché la fine di essa sarà decisa o si prolungherà ancora per diversi o per diversi anni, sul campo dei combattimenti militari. Insomma, ogni nazione o gruppo di nazioni hanno una propria Chiesa che fa o subisce gli interessi dello Stato a cui appartiene. Ora io, B. C., mi chiedo, come posso comportarmi seguendo la mia tesi sull’Inesistenza di Dio? E come devo vivere seguendo il mio ateismo totale e abiurando tutte le teologie teologiche e ideologiche delle chiese di tutto il mondo? Le mie risposte a queste domande sono le seguenti e coinvolgono diversi aspetti della mia vita pratica. In primis, io, B. C., voglio vivere senza farmi condizionare né dalle Chiese del mondo né dalle loro ideologie religiose; voglio vivere indipendentemente e autonomamente da tutte le religioni e da tutte le Chiese nazionali di tutto il mondo. Insomma voglio liberarmi da tutti i preconcetti, da tutti i riti e culti religiosi, voglio rendermi libero da tutti i cerimoniali e le liturgie religiose; voglio svincolarmi da tutte le ideologie religiose; voglio affrancarmi da tutte le dottrine e le culture religiose di tutte le religioni del mondo. Insomma voglio vivere in modo libero, autonomo e indipendente da tutte le religioni del mondo, senza farmi condizionare dalle prediche o dai discorsi del Papa o da qualsiasi altro capo religiosa di qualsiasi altra religione del mondo. Infine, io, B. C., per continuare in questo articolo, culturale e personale, voglio riferire e palesare un fatto mio personale: quando fui più giovane mi volevo liberare dallo Stato, per cui, per un periodo della mia vita, scelsi e accettai come mia ideologia politica l’ideologia libertaria per antonomasia; ma poi capii che era impossibile liberarmi dallo Stato, perché non si può vivere senza lo Stato; mentre oggi sono sicuro che posso vivere senza i condizionamenti, concetti e preconcetti di tutte le religioni del mondo per il semplice fatto che sono sicuro che non c’è nessun Dio e non ci sarà mai nessun Dio che ha creato l’Universo, con tutte le galassie che contiene. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’idea e il concetto di Dio non siano altro che una pura e vana immaginazione della mente umana. In secundis, da oggi in poi, io, B. C., voglio sbarazzarmi e liberarmi da tutte le filosofie teologiche e di tutte le ideologie religiose che si occupano delle religioni e del sacro. In particolare mi voglio sbarazzare e mi voglio liberale dalla filosofia catafatica, detta anche catafatismo, cioè della filosofia che sostiene la conoscibilità di Dio attraverso la ragione e il contatto con la realtà, perché io, B. C., reputo questa filosofia inutile, vana, superflua, maligna, ingannatrice, perditempo e illusoria. Inoltre, io, B. C., voglio, anche, sbarazzarmi e liberarmi dalla filosofia apofatica, detta anche apofatismo, cioè la filosofia secondo la quale la comprensione della natura di Dio non può essere espressa a parole. In quest’ottica, l’approccio più adeguato a Dio è quello che prevede il silenzio, la contemplazione e l’adorazione del mistero, prescindendo cioè da qualsivoglia processo di speculazione o indagine discorsiva dell’essere divino. Insomma, io, B. C., escludo, abiuro, nego e denigro sia la filosofia catafatica e sia la filosofia apofatica, perché le ritengo due filosofie sbagliate, false, ingannevoli, anacronistiche, forvianti che portano a forme aberranti di adorazione del divino, come fanno e praticano tutti i monaci e le suore di tutti i monasteri di qualsiasi religione di tutto il mondo. In tertiis, io, B. C., voglio, anche, sbarazzarmi e liberarmi di tutte le facoltà di teologie che vengono insegnate, praticate ed esercitate in moltissime università di molte nazione europee, americane e mondiali. Infatti, ancora oggi, esistono in molte città università dove si insegna teologia a cui partecipano moltissimi giovani che aspirano a diventare uomini di chiesa o professori universitari di teologia o predicatori di religioni false e bugiarde. Inoltre, io, B. C., mi voglio anche liberare e sbarazzarmi dalla pratica e dalla prassi di insegnare le idee religiose attraverso la pratica e l’esercizio dei catechismi e della catechesi , dove tanti presuli e insegnanti di religione insegnano idee religiose ormai superate, ma che esercitano un impatto e una cultura forti e condizionanti per l’educazione e la formazione culturale di ogni discente e di ogni partecipante a queste scuole cattoliche, ormai fuori dalla nostra società postcontemporanea, tutta basata su insegnamenti e conoscenze tecniche e scientifiche che sono l’opposto degli insegnamenti, falsi e anacronistici, delle dottrine cattoliche e religiose di tutte le religioni del mondo. Inoltre, io, B. C., voglio enunciare ed affermare, per procedere in questo articolo, filosofico, teologico e personale, per dire in modo convincente e apofantico che tutto il mio ragionamento filosofico, pragmatico e teologico, mi porta ad affermare che l’unica verità, in fatto di religione, è l’ateismo, perché l’ateismo è un modo di vedere e guardare la vita, la natura e l’universo in modo oggettivo e distaccato e senza i concetti e i preconcetti delle dottrine religiose nazionali. Inoltre, io, B. C., voglio dire, proclamare e invitare tutti i monaci, le suore, i preti, gli abati, i presuli, i pastori e le pastore e tutti gli altri prelati, e infine anche i Papi di ogni religione, a lasciare tutti i luoghi sacri e le chiese dove abitano e vivono e li invito a non credere più ai testi pseudo sacri su cui hanno giurato. Infine, io, B. C., dico e affermo che voglio vivere libero da ogni condizionamento laico e religioso e invito tutti i religiosi a uscire e ad abbandonare i loro monasteri, le loro chiese, per andare a vivere liberi e laici nel nostro mondo postcontemporaneo. Infine, io, B. C., auspico e spero che tutti i religiosi di tutte le nazioni del mondo abbandoneranno i loro luoghi sacri per andare a vivere in case laiche, dove possano amare una donna in carne e ossa e avere una famiglia sua propria. Infatti, oggi, mi fa pena e tristezza vedere e constatare tanti monaci e tante suore, tanti preti e tanti abati, tante monache e tante pastore che sacrificano la propria esistenza per niente, per un Dio che non esiste e che non li ascolta. Infine, io, B. C., non concepisco, non esperisco l’idea di vedere tanti religiosi e chierici che pregano davanti a un crocifisso muto e immobile. Inoltre, io, B. C., provo un grande sentimento di malinconia e mi fa tanto tristezza vedere e constatare tanti religiosi e chierici di tutte le religioni del mondo, che se ne stanno a pregare, vanamente e inutilmente, davanti a una statua di marmo o di bronzo o che stanno a supplicare, illusoriamente e ingannevolmente, un santo o una santa di gesso o di ferro, le quali icone non esaudiranno mai le loro preghiere e le loro suppliche perché queste icone non hanno nessun valore, pratico e pragmatico, e tanto meno sono portatrici di nessun messaggio salvifico, né escatologico, né taumaturgico e né teleologico e non sono nemmeno icone redentive.
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Io, B. C., sono arrivato all’ultimo paragrafo di questo mio articolo, filosofico, teologico e pragmatico, con il quale ho cercato e ho voluto dimostrare l’inesistenza di Dio. Ora, io, B. C., andando a ritroso oltre al mio percorso e oltre ai miei ragionamenti, già sviluppati nei precedenti paragrafi, voglio portare ed elencare altre prove e altri ragionamenti che mi sembrano logici ed evidenti a dimostrare, ulteriormente, l’inesistenza di Dio. Ecco qui di seguito, in sintesi, le prove che io, B. C., ho pensato, elaborato, in questi ultimi giorni, sull’inesistenza di Dio. Infatti, in questi ultimi giorni, io B. C., ho pensato, ho ripensato, ho completato, ho elaborato e ho approfondito il mio pensiero sull’inesistenza di Dio e l’ho trascritto, con mio sommo piacere e con mio sommo gaudio, in questo ultimo speciale e ultimativo paragrafo. La tesi e la dimostrazione principale dell’inesistenza di Dio di questo articolo, culturale e filosofico, che io, B. C., ho portato avanti, sono quelle che riguardano l’idea di Dio come un’idea immaginaria della mente umana. Infatti, io, B. C., penso, reputo e suppongo che Dio non abbia voce, non abbia occhi, non abbia nessuna icona, né maschile né femminile e non emani luce, per cui Dio si può, soltanto, immaginare e rappresentare come il niente, o meglio come il vuoto che preesiste alla nascita del big-bang. Ma qualcuno potrebbe fare la seguente osservazione: anche il niente è qualcosa, per cui Dio esiste. A questa osservazione io, B. C., rispondo che l’unico modo e l’unico ragionamento per dimostrare l’inesistenza di Dio rimane la tesi che l’idea di Dio e il concetto di Dio non sono altro che immagini immaginate costruite dalla mente umana, come il grifone o il cavallo alato che non esistono nella realtà, ma che sono presenti nella nostra immaginazione iconica e nella nostra rappresentazione figurativa. Così, io, B. C., penso, immagino e suppongo che anche l’idea di Dio non sia altro che un’immagine iconica, né maschile né femminile, né buona né cattiva, costruita e immaginata dalla mente umana a cui non corrisponde, però, nessun essere ontologico, perché privo di vita e di esistenza. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che se l’idea, o concetto di Dio, è l’unico modo di rappresentare e di immaginare Dio, allora è evidente che Dio non ha una vita propria, non ha un essere proprio che gli dà una vita attiva e lo fa esistere. Quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che Dio non abbia una propria esistenza, ergo Dio non esiste. Ma qualcuno potrebbe fare la seguente obiezione: se Dio non esiste, allora come è nato e come si è prodotto il big-bang? A questa obiezione io, B. C., rispondo che il big-bang è nato e si è prodotto da solo, senza l’intervento di Dio, dato che nel momento dello scoppio del big-bang, Dio non c’era. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che il big-bang è l’unica materia che si è accesa da sé stessa e che da sola ha prodotto lo scoppio che ha dato l’avvio all’esplosione iniziale che ha dato vita ed espansione all’attuale universo che ci circonda nel firmamento. Insomma, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’unica spiegazione possibile per spiegare l’avvio del big-bang sia quella di pensare che all’inizio di tutto c’era un grumo di materia attiva prodotta da una energia primordiale che le alte temperature, che circolavano all’interno della materia energetica, diedero vita e avvio allo scoppio e all’esplosione iniziale del big-bang. Io, B. C., escludo anche la tesi del panteismo, cioè che tutto è Dio, perché se Dio fosse in ogni cosa, ogni oggetto dell’universo dovrebbe essere eterno, cioè dovrebbe esistere dal principio dell’eternità, insomma dovrebbe essere ab aeterno, dall’eternità, così come dovrebbe essere eterno Dio; ma è evidente che ciò è sbagliato e errato perché basta guardare l’universo dove ogni cosa nasce, cresce, si muove, si trasforma, invecchia e muore. Anche in questo modo il big-bang è nato, è cresciuto, si è mosso, si è trasformato e morirà nei prossimi miliardi di anni. Quindi, io, B. C., penso, reputo e giudico che il nostro universo non è un universo panteistico perché dovrebbe essere eterno come Dio, dovrebbe essere eterno dall’eternità, ab aeterno, mentre il nostro universo ha avuto un inizio, è cresciuto, si è mosso, si è trasformato e morirà nei prossimi tempi. Quindi il nostro universo non è un universo panteistico dal momento che è nato e morirà, mentre Dio non è mai nato e mai morirà. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che l’unico modo per sapere quale sia stata l’unica verità del big-bang e della sua trasformazione, sia il modo di aspettare e di attendere i risultati e gli studi degli scienziati, che nell’arco di 20, massimo 30 anni, ci diranno quale sia stata la verità e la realtà del big-bang. Inoltre, io, B.C. penso, reputo e giudico che gli scienziati di oggi e di domani riusciranno a scoprire i fenomeni astronomici e primordiali che hanno portato allo scoppio e all’esplosione del big-bang. Infine, io, B. C., dico che, tra 20 – 30 anni, chi ci sarà, saprà; chi non ci sarà, non saprà! Ora, io, B. C., dopo aver affermato la mia tesi e ribadito i miei ragionamenti sull’inesistenza di Dio, passo a confutare le 5 prove di san Tommaso per dimostrare la loro infondatezza, la loro falsità e la loro erroneità. Ecco, riporto, in sintesi, le 5 prove di san Tommaso sulla esistenza di Dio.
La prima prova, definita come Ex motu, afferma che ogni moto o movimento parte da Dioe ritorna a Dio, definito, secondo la definizione di Aristotele, primo motore immobile.
La seconda prova, definita Ex causa, afferma che ogni cosa nasce da una causa e che produce altre cause e siccome non si può risalire all’infinito si arriverà ad una causa primordiale immobile, cioè a Dio, definito causa efficiente.
La terza prova, definita Ex possibili et necessario, afferma che ogni cosa è possibile, ma siccome non si può risalire all’infinito si arriverà ad un punto primo necessario, cioè a Dio come essere necessario che rende possibile tutte le cose possibili.
La quarta prova, definita Ex gradu, afferma che ogni cosa nel mondo ha un grado di perfezione e si arriva, così, a Dio che è l’essere più perfetto che rappresenta la bellezza come essere supremo e perfetto.
La quinta prova, definita Ex fine, afferma che ogni cosa ha uno scopo immediato e tende ad uno scopo generale e finale che è Dio, inteso come scopo generale dell’universo.
Confutazione della prima prova di san Tommaso. Io, B. C., confuto, contesto e respingo la prima prova di san Tommaso affermando che non esiste Dio, come primo motore immobile, perché gli scienziati fino adesso non hanno mai trovato il primo punto immobile, cioè il big-bang e perché nell’universo, osservato e scrutato, tutto nasce, cresce, si muove, si trasforma e muore.
Confutazione della seconda prova di san Tommaso. Io, B. C., confuto, contesto ed escludo la seconda prova di san Tommaso affermando che gli scienziati, fino adesso, non hanno trovato, ancora, nessuna causa primordiale immobile e perché nell’universo, osservato e scrutato, tutto nasce, cresce, si muove, si trasforma e muore.
Confutazione della terza prova di san Tommaso. Io, B. C., confuto, contesto ed escludo la terza prova di san Tommaso affermando che gli scienziati, fino adesso, non hanno ancora trovato il primo punto necessario da cui scaturiscono tutti gli altri esseri possibili e perché nell’universo, osservato e scrutato, tutto nasce, cresce, si muove, si trasforma e muore.
Confutazione della quarta prova di san Tommaso. Io, B. C., confuto, contesto ed escludo la quarta prova di san Tommaso affermando che gli scienziati, fino adesso, non hanno ancora trovato l’essere più perfetto dell’universo e perché nell’universo, osservato e scrutato, tutto nasce, cresce, si muove, si trasforma e muore.
Confutazione della quinta prova di san Tommaso. Io, B. C., confuto, contesto ed escludo la quinta prova di san Tommaso affermando che gli scienziati, fino adesso, non hanno ancora trovato il fine universale a cui tende ogni oggetto dell’universo e perché nell’universo, osservato e scrutato, tutto nasce, cresce, si muove, si trasforma e muore.
Bibliografia.
La Bibbia EDITORE SAN PAOLO, 2010 a cura di Antonio Girlanda.
Modica, 02 agosto 2023 Prof. Biagio Carrubba
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