
Scacco matto di Lawrence Ferlinghetti.
I
La poesia “Scacco matto” è contenuta nel libro di Lawrence Ferlinghetti “Who are we now” pubblicato nel 1976. La poesia prende spunto dal campionato del mondo di scacchi svoltosi a Reykjavik in Islanda, tra l’11 luglio e il 3 settembre 1972 tra Boris Spassky e Bob Fischer. Una partita del torneo fra i due divenne ben presto famosa perché Spassky, in quella singola partita, riuscì in un finale tremendo al cardiopalma a battere Fischer che risultava in vantaggio. Questo finale di partita è ripreso da Ferlinghetti in un verso della poesia.
Testo della poesia Scaccomatto.
La vita stessa è come un campionato di scacchi
scuri giocatori in torneo
su di un prato a scacchiera
dove hai solo
il tempo che ti basta
per completare le mosse.
E il tuo orologio corre
per tutto il tempo
e se impieghi
troppo tempo
per una mossa
tanto meno ne hai
per il resto
della tua vita.
E il tuo avversario
bello o brutto
(che può essere o meno
la vita stessa)
ti importuna con i suoi occhi profondi
o batte in modo osceno le sue incredibili ciglia
o ti soffia il fumo in faccia
o accavalla e riaccavalla
le gambe di un lui
o di una lei
o altrimenti scopando in giro
e comportandosi come un dio insolente invulnerabile
imbattibile
che riesce a leggerti nella mente & nel cuore.
E una mossa affrettata
può rovinarti
perché devi fare
scacco matto
(come quello scacco matto con cui Spassky vinse Fischer)
E se la tua apertura poco studiata
non è stata troppo intelligente
devi giocare per vincere e non per fare patta
e all’improvviso trovare
una nuova variante alla Nabokov.
E allora puoi finalmente metterlo fuori gioco
con un super finale di partita
che nessuno si sarebbe mai sognato.
E c’è ancora tempo –
Muovi
Sintesi della poesia
La poesia è costruita sulla similitudine tra un giocatore che deve vincere le gare di un campionato di scacchi e un uomo che deve vincere le sfide della vita. Come un giocatore di scacchi affronta nuove partite con giocatori sconosciuti in un torneo che si svolge su un prato dove lui ha soltanto il tempo per completare le sue mosse, così ogni uomo, si gioca e si costruisce la propria vita portando avanti le proprie azioni ed i propri obiettivi. Come un giocatore vede scorrere velocemente il tempo necessario che ha per muovere i pezzi, e, se impiega troppo tempo nel fare una mossa gli resta poco tempo per fare le altre, così ogni uomo, nella sua vita vede scorrere il suo tempo velocemente e, se impiega molto tempo per compiere una sola azione gliene rimane poco per raggiungere gli altri scopi. Come il giocatore osserva il proprio avversario, che può essere bello o brutto, che lo importuna distraendolo con i propri occhi o seducendolo con gli sguardi ammiccanti o soffiandogli il fumo nella faccia o accavallando le gambe o perché si prostituisce in giro o perché diventa un avversario insolente, antipatico ed imbattibile che addirittura riesce a leggere il pensiero del giocatore, così ogni uomo, guarda il proprio avversario, che potrebbe essere anche una donna, che lo può confondere e disorientare, facendogli perdere la concentrazione o con gli occhi o con gli sguardi o con le gambe e, prevedendo le sue mosse, rende inefficace la sua azione. Come il giocatore durante la partita se fa una mossa debole ed inutile, perché troppo affrettata, e sa che quella mossa gli farà perdere la partita, sa anche che l’unica possibilità di vittoria sarà dare scacco matto all’avversario; così ogni uomo sa che se fa mosse sbagliate e rovinose nella vita queste lo porterebbero ad una sconfitta e, quindi l’unica possibilità di vittoria è quella di sbrigarsi ad escogitare un nuova mossa che lo faccia vincere sugli avversari per evitare che siano gli altri ad arrivare primi e quindi evitare il fallimento della sua vita (così come riuscì a fare Spassky in un finale di partita quando riuscì a battere Fischer anche se alla fine il mondiale lo vinse Fischer per 12,5 a 8,5). Come un giocatore, quando fa un’apertura poco attenta e quindi debole, si trova in svantaggio e sa che per recuperare questo svantaggio deve inventare ed escogitare una mossa geniale, capace di superare l’apertura di Nabokov e capace di capovolgere l’esito della partita e non solo di pareggiare, così ogni uomo, che nella propria vita esce da un’infanzia difficile e fragile e si trova fin dall’inizio in una situazione di svantaggio rispetto agli altri, deve trovare in sé stesso risorse ed energie mentali capaci di farlo rimontare dalla posizione di svantaggio per ottenere una buona posizione nella società e nella vita. Come il giocatore quando trova una mossa geniale riesce a mettere sotto scacco l’avversario, e quindi a batterlo, giocando un finale brillante che nessun spettatore si sarebbe mai immaginato di vedere, così ogni uomo, quando riesce a trovare le proprie energie e riesce ad impegnarsi in modo efficace in nuove sfide, con impegno, arriva vittorioso al finale della sua vita. Come il giocatore sa che nel giocare la partita deve muovere le pedine senza perdere tempo, così ogni uomo sa che deve agire in modo tempestivo per realizzare nella vita tutto ciò che vuole e desidera senza perdere tempo.
Il tema della poesia
Il tema della poesia è enunciato nel primo verso: “La vita stessa è come un campionato di scacchi”. Questo verso è un assunto, cioè una tesi che verrà dimostrata alla fine come vera dal poeta nella disposizione e nella dimostrazione della poesia. Infatti secondo il poeta vi è un parallelismo tra le gare di un campionato di scacchi e le sfide pericolose e mortali che la vita pone ogni giorno. Ogni uomo, ogni giorno, deve lottare per sopravvivere e vincere tutti gli ostacoli che si frappongono tra lui e il raggiungimento degli scopi prefissatisi. Tra gli ostacoli vi sono anche gli avversari da vincere se si vuole andare avanti nella società e se si vuole arrivare in fondo alla vita; ma in fondo alla vita, c’è il nemico insuperabile, invincibile ed ineluttabile che è la morte, che si mostra come la definisce il poeta “un Dio insolente, invulnerabile ed imbattibile”. Solo nel mito greco, Sisifo riesce a sconfiggere la morte mentre nel mondo reale tuttora nessuno è mai riuscito a sconfiggerla.
Il messaggio della poesia
Il messaggio della poesia è quello di affermare che ogni uomo deve costruirsi la propria vita senza fare mosse deboli e senza compiere sbagli, impegnandosi il più possibile nella sua vita senza distrarsi e farsi distrarre dagli altri, perché dev’essere lui, a mettere sotto scacco gli avversari e non il contrario, se vuole realizzare gli obiettivi che si è prefisso.
La tesi della poesia
La tesi della poesia è quella di affermare che ogni uomo nella vita non deve solo lottare per raggiungere il pareggio con gli altri o, limitarsi a sopravvivere ma, deve lottare fino in fondo per sconfiggere gli altri, perché è meglio vincere che essere sconfitti. In caso di vittoria l’uomo non si limita a vivere alla meno peggio ma, vivrà al meglio godendosi la propria vittoria. La poesia termina con l’esortazione del poeta ad agire “Muovi”. Il poeta infatti fa un incitamento perentorio al lettore che non deve perdere tempo ma deve concentrarsi a mostrare il suo lavoro per prevalere sugli altri.
Il genere della poesia
La poesia è di genere apodittico, cioè di dimostrazione dell’assunto iniziale. Ma la poesia è anche di genere esortativo rivolto all’interlocutore per invogliarlo a lottare per raggiungere i propri obiettivi.
La metrica della poesia
La poesia è costruita su versi liberi e sciolti dalla rima ed è un calligramma formato da una sola strofa con versi a zigzag per un totale di 43 versi.
Il linguaggio della poesia
Il linguaggio della poesia è basato su poche figure retoriche, come la consonanza e l’assonanza, e su alcune ellissi importanti come la mancanza di alcune principali. Esempio di ellissi sono i versi 8 e 9 dove manca la principale: “E (vedi bene come (PRINCIPALE) il tuo orologio corre per tutto il tempo (PROP. SUB. MODALE)”.
Un’altra figura retorica importante è l’anafora della congiunzione E ripetuta per ben sei volte.
Il tono emotivo della poesia (stimmung)
Il tono emotivo della poesia, o stimmung, è severo, serio e solenne, perché è dominato dal senso di dovere che ogni uomo deve esercitare e mettere in pratica se vuole raggiungere i propri obiettivi. Nella seconda parte della poesia, lo stato d’animo diviene quasi drammatico perché il poeta esorta il lettore a non distrarsi, a non farsi distrarre e ad agire in modo serio ed integerrimo. Infatti il poeta ripete al suo interlocutore il verbo “devi” per trasmettergli il dovere morale di agire bene affinché mostri il suo valore che gli permetterà di prevalere sugli altri.
Lo stile della poesia
La lexis della poesia è chiara e nitida e mostra uno stile piano e preciso con periodi brevi e paratattici anche se nella poesia non mancano periodi più complessi che rendono lo stile più ampio, articolato e personale.
La bellezza della poesia
La poesia risulta bella per i seguenti motivi.
1. Il primo motivo di bellezza è dato dal fatto che Lawrence Ferlinghetti ha preso spunto e motivo, per la genesi della poesia, dall’incredibile, singola, vittoria di Boris Spassky su Bob Fischer nel mondiale di scacchi del ’72.
2. Il secondo motivo di bellezza è dato dalla similitudine nobile che il poeta instaura tra le difficoltà delle gare eliminatorie di un campionato di scacchi e le sfide e le difficoltà che la vita pone ad ogni uomo. La descrizione della similitudine tra il giocatore di scacchi e l’uomo comune alla fine della poesia risulta bella e perfetta come si auspicava il poeta e come risulta a noi lettori.
3. Il terzo motivo è dato dal linguaggio poetico leggero, chiaro e brillante, basato su poche figure retoriche come l’assonanza e la consonanza.
4. Il quarto motivo di bellezza risiede nel messaggio e nella tesi della poesia che affermano con forza, chiarezza e fermezza l’idea che nella vita non bisogna solo lottare per sopravvivere con gli altri ma si gioca per vincere perché solo la vittoria sugli altri dà agiatezza, benessere e felicità.
5. Il quinto motivo della bellezza della poesia consiste nel fatto che la poesia, nel suo insieme, si riferisce a tanti eventi culturali del passato e del presente. I richiami al passato sono ad alcune massime della cultura latina come: “mors tua vita mea” cioè, la morte tua è la vita mia; un altro richiamo è “faber est suae quisque fortunae” cioè, ognuno è artefice della propria sorte; un altro ancora è la massima “festina lente” che vuol dire “affrettati adagio” cioè bisogna agire in fretta ma nello stesso tempo con calma senza commettere errori per la fretta. Un altro bellissimo richiamo è il riferimento al film “Il settimo Sigillo” di Ingmar Bergman dove il protagonista gioca una partita vitale a scacchi con la morte che lo insegue fino alla fine. Il protagonista stava vincendo la partita con la morte ma poi cadono gli scacchi in terra e la morte vince la partita perché sistema le pedine a suo favore. Ma il protagonista cede la vittoria senza protestare, e quindi la propria vita, perché la sua morte salverà la vita di due giovani.
6. Il sesto motivo di bellezza è dovuto al tono imperioso dell’ultimo verso: “Muovi”. Infatti il verso finale ha un tono perentorio e toglie ogni ottimismo e velleità sulla vita, che non può esser vissuta con frettolosità o perdendo tempo. Questa considerazione richiama una sentenza di Publio Siro che ha scritto: “Deliberando saepe perit occasio” cioè “mentre pensi, sovente perdi l’occasione”. Dunque il tono imperioso e perentorio dona alla poesia un tono emotivo serio e solenne e toglie ogni senso di ironia e sarcasmo a tutta la poesia. Come dire “non scherzare più, non farti illusioni sulla vita ma, concentrati bene e gioca attentamente”. Quindi, se riesci a vincere mostri di valere e prevalere sugli altri che poi è la tesi di tutta la poesia.
7. Il settimo motivo di bellezza della poesia è dovuto al dovere morale di agire bene e di impegnarsi nella vita per sconfiggere definitivamente la morte. Come il giocatore vuole vincere la partita e non deve distrarsi contro i suoi avversari, così ogni uomo, se vuole vincere nella sua vita deve impegnarsi a inventare ed escogitare nuove soluzioni e alla fine vincere addirittura la morte, che è rappresentata dal gioco degli scacchi.
Modica 08 febbraio 2019 Prof. Biagio Carrubba.
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