Introduzione
La poesia “Da ripetere più volte” (Keep saying this) della poetessa inglese Wendy Cope è inserita nella raccolta poetica “Valori Familiari” (Family Values) pubblicata nel 2011 in Inghilterra e in Italia nel 2012 da Crocetti Editori a cura di Silvio Raffo. L’intera raccolta poetica “Valori Familiari” contiene diverse poesie di vario genere e di vari argomenti che continuano la produzione tipica della poetessa. Io, Biagio Carrubba, credo che gran parte delle poesie siano poesie autobiografiche in quanto si riferiscono direttamente alla vita della Cope e della sua famiglia. Wendy Cope è nata il 21 Luglio 1945 a Erith ed è attualmente una poetessa molto popolare in Inghilterra. E’ diventata vice preside di una scuola di Londra e insegna musica. Si è distinta per le sue scelte libere da ogni poetica affermandosi così come scrittice freelance. Ora vive a Ely con il poeta Lachlan Mackinnon.
Insieme alla poetessa Carol Ann Duffy è stata candidata alla carica di “Poet Laureate”. La Cope è stata nominata Ufficiale dell’Ordine dell’impero Britannico (OBE) nel 2010. Le sue opere principali sono: Questioni serie (1992); Se non so (2001); Valori familiari (2011).
Io, B.C., ho letto la raccolta poetica “Valori Familiari” e credo che si possano individuare in essa due tipologie di poesie fondamentali: la prima tipologia rientra nello stile tradizionale della poetessa, cioè poesie scritte nello stile Light Verse, mentre la seconda tipologia, individuata da me che è la novità dell’opera, contiene poesie solenni e grevi. Tra queste poesie ho scoperto due trilogie che riguardano soprattutto il rapporto tra vita e morte e tra gioventù e vecchiaia. La prima trilogia ha come argomento principale la vita e la morte mentre la seconda trilogia riguarda l’amore. L’elemento in comune tra le due trilogie è rappresentato dal tema: “Amore e Morte”. Le tre poesie della prima trilogia sono:
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Sessantun anni (Sixty-one);
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Da ripetere più volte (Keep saying this);
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Da Morta (Once I’m dead);
Queste tre poesie tutte insieme sviluppano il tema della Morte in riferimento all’età della poetessa che si sente un po’ avanti negli anni e teme il sopraggiungere della morte, quindi le poesie esprimono e descrivono la paura dell’età di “Sessantun anni”. Queste tre poesie sono belle, ma oscure, enigmatiche e pessimistiche. Le poesie della seconda trilogia sono:
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Vederti (Seeing you);
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Aprile (April);
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Ancora un valentino (Another Valentine);
Queste tre poesie sviluppano invece il sentimento dell’Amore che attenua le insidie e i pericoli dell’età avanzata e descrivono l’amore come lo vive la poetessa insieme al suo compagno. Sono tre poesie belle, intense, chiare ed espressive.
II
La poesia “Sessantun Anni” dispiega ed esprime le preoccupazioni della poetessa verso l’avanzare e il progredire dell’età e spiega la sua volontà di mettersi a dieta. La poetessa infatti, turbata dall’immagine sociale che vuole tutte le donne snelle, giovani e belle decide di mettersi a dieta per piacere a sé e agli altri, ma non sa quali saranno i risultati che otterrà dalla dieta. Ella si sottoporrà alla dieta per la seconda volta e spera di placare le ansie del cervello sul cuore.
Qui di seguito riporto il testo di “Sessantun anni” :
Sessantun anni. Mi sono messa a dieta.
Diventerò magra o grassa? Chi lo sa
quando il cervello il cuore placherà.
Sessantun anni. Mi sono messa a dieta
un’altra volte. La speranza vacilla:
una vita migliore, un nuovo inizio – lieta.
Sessantun anni. Mi sono messa a dieta.
Diventerò magra o grassa ? Chi lo sa.
La poesia presenta molte caratteristiche dello stile della poetessa stessa che sono: la leggerezza, lo spirito, il wit e il senso dell’umorismo che sono elementi salienti della poesia di Wendy Cope. Queste tre caratteristiche di Wendy Cope sono state ben individuate e messe in rilievo anche dal critico Silvio Raffo nella breve ma significativa introduzione nel numero 261 (giugno 2011) della rivista Poesia edita da Crocetti Editore. Ecco il giudizio di Silvio Raffo:
“[…] In Gran Bretagna il sense of huomor, il wit e quel grammo di sweet bitterness che sono sempre gli elementi costitutivi di una civiltà sostanzialmente critica e satirica non si perdono in questo rinnovarsi delle forme espressive, anzi riacquistano particolare vigore. […] Per circoscrivere il discorso all’ambito femminile sono due le figure che coniugano con esiti più felici ed originali le componenti cui si è accennato: Wendy Cope e Carol Ann Duffy.[…]”.
Io,B.C, concordo con questo giudizio di Silvio Raffo.
III
La seconda poesia della trilogia di cui riporto il testo è “Da Ripetere più volte”:
Ripetilo più volte, non lo dimenticare:
anche se senti prossima la fine della vita
la tua festa non è, non è finita.
Giaci sveglio di notte, e ti assale il terrore
d’esser già freddo e morto. Ma ti dico,
ripetilo più volte, non dimenticare:
fremere e agitarsi certo non può giovare
per qualcosa che non puoi controllare.
La tua festa non è, non è finita.
E anche se non fu la tua natura
forgiata in tempra impavida e sicura,
ripetilo più volte, non dimenticare:
nel giro di dieci anni rimpiangere potresti
d’esserti arreso a giorni grigi e mesti.
Coraggio. La tua festa non è, non è finita.
Che senso, dimmi, può avere l’avventura
se lasci prevalere la paura?
Ripetilo più volte, non dimenticare:
ancora la festa può durare.
Analisi della poesia.
Sintesi della poesia.
La poetessa si rivolge direttamente al suo compagno di vita dicendogli che non deve scoraggiarsi e che deve affrontare la vecchiaia con forza d’animo e tenacia perché non deve mai dimenticare che “la festa non è, non è finita”. Tutta la poesia è un continuo incoraggiamento al suo compagno e al suo amore nei riguardi della vita che deve continuare fino alla morte. Non deve smettere di amare e di gioire perché la vita è una festa continua e quindi non deve arrendersi alla depressione né tanto meno alla paura che vincono le persone deboli che si abbandonano a sé stesse.
Nella prima strofa la poetessa esprime che, nonostante l’età avanzata, la festa della vita non è ancora finita. Nelle strofe successive la poetessa spiega che soltanto chi è solo ed è in preda alla depressione senile anticipa il malessere e i malanni della vecchiaia prima del tempo ed è quindi inutile perché “fremere e agitarsi certo non può giovare/per qualcosa che non puoi controllare” e anche se la sua indole non è certamente forte e decisa, l’importante è che non si lascia deprimere dalla vecchiaia e che reagisca per non cadere “a giorni grigi e mesti”. In conclusione ci vuole coraggio e forza morale per non farsi prendere dalla depressione senile. Nell’ultima strofa la poetessa si pone una domanda retorica: ”Che senso, dimmi, può avere l’avventura/se lasci prevalere la paura?”.
L’unica risposta a questa domanda è quella di ripetere ancora una volta che la festa non è finita e che la gioia per la vita non finiscono col sopraggiungere della vecchiaia, ma continuano e durano fino al sopraggiungere della morte.
Tema della poesia.
Il tema della poesia è quello della consapevolezza della vecchiaia e dell’incombenza della morte come vengono vissuti nella società post-moderna che tende a privilegiare soprattutto la gioventù e ad isolare le persone anziane. Infatti la società post-moderna, con i suoi mass-media e con internet, esalta soprattutto i giovani, mette in primo piano la vivacità del progresso, aumenta la velocità della tecnologia e mette in secondo piano chi,come le persone anziane, non riesce ad adeguarsi ad essa. Insomma, la felicità e l’amore sono i beni fondamentali da ricercare nel lavoro e nella tecnologia, cose da cui sono esclusi gli anziani. E’ da questa condizione e da queste preoccupazioni esistenziali che parte la riflessione poetica e primaria della poetessa che comincia ad avvertire la pesantezza della sua età e la separazione dalla società tecnologica. La poesia, quindi, dice ed esprime, rivolgendosi al suo amore, che egli non deve escludersi né estromettersi dalla società esterna perché l’età è solo uno dei fattori che concorre alla felicità. Tutti coloro che hanno un’età avanzata devono, quindi, stare calmi e sereni di fronte al trascorrere inesorabile del tempo. Insomma, la vita non finisce con la vecchiaia ma è necessario pensare e meditare la vita come una festa che non finisce mai: dalla nascita fino alla morte. La poetessa esorta tutti gli uomini, avanti con l’età a non arrendersi alla tristezza dei suoi giorni e della propria età, ma incita a reagire e ad usare il proprio coraggio per vincere il tempo inesorabile che passa ed esorta il suo compagno e sé stessa a non demoralizzarsi subito.
Il messaggio della poesia.
Il messaggio della poesia è dunque quello di farsi e dare coraggio a tutti coloro che vivono l’età di mezzo. La poesia incoraggia a darsi forza d’animo e ad affrontare il pericolo dell’età avanzata e di intraprendere azioni piacevoli per sopportare il tedio della vecchiaia. La poesia è un’esortazione a non perdersi d’animo e a trovare la forza morale dentro di sé e affrontare anche la morte. La poesia, dunque, vuole anche esortare a lottare contro i dolori e le insidie della vecchiaia e soprattutto vuole dare coraggio a quelli che vivono soli e che hanno paura e che già immaginano di essere già freddi e morti. La poesia vuole rincuorare tutti coloro che si accingono ad affrontare l’età che si approssima alla vecchiaia.
La tesi della poesia.
La tesi della poesia è la tesi classica del genere parenetico cioè il genere dell’esortazione a vivere quanto meglio possibile in ogni momento della vita fino alla morte. L’esempio più fulgido e famoso di questo tipo di poesia è certamente il famoso libro di Seneca sulla brevità della vita, dove il filosofo insegna che la felicità non dipende dalla lunghezza della vita ma dalla qualità delle azioni degli uomini. La poesia insiste sul fatto che ognuno deve sempre impegnarsi a vivere con coraggio senza mai deprimersi né arrendersi alla vecchiaia e né farsi sopraffare dal tempo che passa.
La poesia si rivolge in particolare a coloro che non hanno avuto dalla natura “una tempra impavida e sicura”. Costoro devono affrontare la vecchiaia con più forza e con più coraggio. Costoro, dice la poetessa, non devono arrendersi alla vecchiaia perché subito dopo potrebbero rimpiangere di essersi arresi a giorni grigi e mesti
Analisi della forma
Il genere della poesia.
Il genere della poesia è quello della parenesi, cioè dell’esortazione a vivere bene e a combattere i segni della decadenza dell’età e di avere sempre il coraggio di vivere bene fino alla fine della vita che è una festa che non finisce mai. La poesia è composta da cinque terzine e da una quartina finale; il che conferisce alla poesia una forma classica e tradizionale. La prima figura retorica è l’apostrofe del primo verso dove la poetessa si rivolge al suo compagno (e a tutti i suoi lettori coetanei): “Ripetilo più volte non lo dimenticare”; la seconda figura retorica è l’epifora, cioè la ripetizione di parecchi versi; la terza figura retorica è l’ellissi che si ripete parecchie volte nella poesia; la quarta figura è la dittologia verbale (fremere e agitarsi) e aggettivale (impavida e sicura).
La quinta figura retorica è l’inversione di alcune parole che si ripete parecchie volte nella poesia; la sesta figura retorica è l’iperbato (non fu la tua natura/forgiata); la settima figura è l’aforisma (la tua festa non è, non è finita); l’ottava figura retorica è l’interiezione (coraggio); l’ultima figura è la domanda retorica finale.
Il linguaggio della poesia.
Il linguaggio della poesia risulta molto sostenuto e ricercato e ciò dà alla poesia un ritmo elevato sia alle singole strofe che all’intero testo. La sintassi della poesia è una sintassi semplice e paratattica, ma vi sono anche due periodi ipotattici come:
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“ Anche se senti prossima la fine della vita/la tua festa non è, non è ancora finita”
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“ E anche se non fu la tua natura/ forgiata in tempra impavida e sicura,/ripetilo più volte, non dimenticare”
La lexis della poesia.
Io, B.C, in primis dò una definizione di lexis. La lexis è il modo di formare e costruire la frase ed i periodi di un testo e comprende sia le figure retoriche del periodo e sia il registro linguistico scelto dallo scrittore. In questo caso la lexis di questa poesia è una lexis piana e lineare, lucida e chiara, breve ma incisiva, perché tutti i periodi della poesia sono brevi, chiari ed espliciti.
Lo stile della poesia.
Io, B.C, dò una definizione di stile. Lo stile è il modo di procedere e di costruire i ragionamenti, le dimostrazioni, il percorso e la disposizione delle frasi e dei periodi che sostengono ed argomentano la tesi ed il messaggio di tutto il testo. Lo stile comprende anche i connettivi testuali fra i vari periodi sovrastrutturali e le figure retoriche che si sviluppano e si ripetono in tutto il testo. In questa poesia, lo stile è uno stile solenne, greve, serio ed incentrato a sostenere la tesi parenetica dell’esortazione e a convincere il suo amore e compagno a non demoralizzarsi di fronte alla vecchiaia, ma che deve impegnarsi a seguire ed eseguire l’aforisma della poetessa:”la tua festa non è, non è finita”. Infatti la controprova di questo stile greve e serio è quella che manca qualsiasi elemento di wit e humor.
Lo stimmung della poesia.
Lo stimmung della poesia è determinato ed incentrato su sentimenti forti e profondi come i seguenti:
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Superare l’attesa snervante della vecchiaia.
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Resistere alla vecchiaia.
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Manifestare la volontà di non cedere ad essa.
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Non aver paura della morte.
La bellezza della poesia.
La bellezza della poesia deriva da almeno tre elementi di bellezza che sono:
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Il primo motivo di bellezza deriva dal fatto che la poetessa descrive e sente la vita come una festa ed un’avventura . Anch’io, B.C., considero la vita come una festa ed un’avventura da vivere bene fino alla fine.
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Il secondo motivo di bella deriva dal fatto che ancora oggi moltissimi anziani muoiono da soli in silenzio anonimamente in case di riposo, abbandonati a sé stessi, senza un minimo conforto familiare. Morire così risulta molto triste e brutto e la poesia esprime tutto la profonda avversione per una simile morte.
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Il terzo motivo di bellezza della poesia deriva dal fatto che la poesia è ben costruita sul piano della lexis e dello stile personale della poetessa. Infatti la poesia è costruita con una serie di figure retoriche che si innalzano una sull’altra, come una giravolta o una piroetta, e designano alcuni piccoli grandi ragionamenti che portano alla conclusione della poesia e alla tesi che:non bisogna lasciarsi vincere né dalla propria vecchiaia né dalla paura della morte, come afferma il finale della poesia:ancora la tua festa può durare.
Modica, 10 febbraio 2014
Biagio Carrubba
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