UNA RECENSIONE AL LIBRO DI POESIE “DAL BUIO DELLA TERRA” (2015) DI DONATELLA BISUTTI (MILANESE).

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I

Il libro di poesie e di prose “DAL BUIO DELLA TERRA” di Donatella Bisutti è stato pubblicato nel 2015 dalle Edizioni Empirìa. Il libro comprende 5 sezioni che sono:
Prima sezione: LA VIBRAZIONE DELLE COSE.
Seconda sezione: TENTAZIONE (LUSSURIA).
Terza sezione: DAL BUIO DELLA TERRA.
Quarta sezione: ANNI GIOVANI.
Quinta sezione: IL NIDO DELLE VESPE.
Sesta sezione: LA VERA VISTA.

Il libro è composto, come ci informa la poetessa alla fine del libro nelle Note, da molte poesie e prose che la poetessa aveva già pubblicato in edizioni precedenti. Le poesie sono composte da versi liberi. Le strofe hanno varie lunghezze: dai versicoli della poesia “Voce” della III sezione al verso lungo che copre l’intero rigo come la poesia “Anima” della V sezione. Il libro risulta un assemblaggio vario e variopinto di tante poesie diverse sia per contenuto sia per genere. Il libro forma, quindi, una miscellanea di poesie e prose davvero unica nel suo genere. Mi sembra che la sezione più recente dell’opera poetica sia la seconda sezione, quella che ha per titolo “TENTAZIONE (LUSSURIA)” (2013).

II

La prima sezione “LA VIBRAZIONE DELLE COSE” presenta una serie di poesie di genere simbolico, polisemantico e metaforico. Molte poesie rasentano il carattere ermetico, analogico e anfibologico. Altre poesie, invece, hanno un carattere concettistico. Poche altre, invece, hanno il carattere di essere poesie descrittive di particolari ambienti naturali con sfumature realistiche, come la Suite Eoliana. Molte di queste poesie sono datate all’inizio del 2000 e quindi si presentano con un genere che la poetessa praticava allora e rispondevano alla sua ispirazione di quasi venti anni fa. Insomma, queste poesie rispondevano al bisogno della poetessa di scrivere nello stile ermetico, ripreso dall’insuperabile maestro Giuseppe Ungaretti. La prova e la controprova, che si tratti di poesie di ispirazione e di genere ermetico, è data dal fatto, evidente, che il titolo stesso di molte poesie fa parte integrante della stessa poesia. Un’altra prova, che si tratti di poesie ermetiche, è data dal fatto che le poesie sono costruite con un linguaggio essenziale ed esprimono un pensiero in forma simbolica della poetessa. Un’ulteriore prova è data dal linguaggio ermetico e dall’uso parsimonioso della punteggiatura che quasi scompare nei componimenti poetici.
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La prima poesia della sezione di marca simbolica e polisemantica è questa:

Un’oscura ferita getta il mondo
nella sua prima infanzia
La luce vi intinge le dita.

L’ultima poesia della prima sezione di marca ermetica-analogica è quast’altra:

Nella solitudine del bosco
infinite presenze.

La seconda sezione “TENTAZIONE (LUSSURIA)” esprime l’esigenza della poetessa di descrivere l’amore sia per il suo ultimo amore e sia per descrivere l’incontro, avvenuto nella pianura di Filippi in Grecia, con un altro amore di più antica data. Nella prima parte della sezione la poetessa descrive un amore di recente data (credo si riferisca all’avventuriero milanese). Descrive questo amore con disappunto e in modo ambiguo tanto che lo apostrofa con questi versi: “Allora/uguale cosa/sofferenza, gioia“. Questi versi mi fanno venire in mente il famoso distico di Catullo “Amo et odio”. Ad un certo punto della sezione la poetessa inserisce anche un incontro con un altro amore, avuto molto tempo prima. I due si erano dati un appuntamento nella piana di Filippi, dove era avvenuta la famosa battaglia fra Romani repubblicani e Romani cesariani. Nella prima poesia di questa serie “Limiti” la poetessa descrive il loro primo incontro. Nella seconda poesia “Architetture” la poetessa descrive una passeggiata con questo antico amore che doveva essere un architetto. Nella terza poesia “La mensa” la poetessa descrive un atto sessuale con lui e precisamente una masturbazione in piena regola. Ecco il testo della poesia:

Sono venuta da te tutta bianca
sono venuta da te come la
prostituta sacra
Sono corsa da te con le braccia
piene di ferite
nella luce della luna ho avvolto la mia mano
intorno al tuo sesso
l’ho sentito lievitare come il pane
indurirsi come un coltello
tagliarmi le dita
Al mattino la luna era ancora piena
e gonfia sopra il mare.

(Una bella e precisa descrizione. Non c’è che dire).
Nell’altra poesia “RITORNO” la poetessa esprime comunque il suo giudizio negativo per questo amore antico perchè si sente “come un guanto vecchio“, e così conclude la poesia:
“E di nuovo è uscita acqua
e sangue dalla ferita, e con delizia
l’abbiamo bevuta insieme.

Nella poesia che segue “ROSSO” la poetessa descrive la conclusione naturale del loro incontro:
Abbiamo fatto l’amore su
un lenzuolo rosso
nella luce della luna.

Queste poesie, nelle Note, sono definite dalla poetessa come un amore segnato da una nemesi, cioè allude a un amore rivissuto e ritornato soltanto per espiare un’antica colpa.

La terza sezione “DAL BUIO DELLA TERRA” presenta poesie di vari argomenti e di vari generi senza un comune denominatore. La poesia più interessante è l’ultima della sezione dedicata a Pinocchio: “Pinocchio nell’isola di Papua” .
La quarta sezione “ANNI GIOVANI” presenta una serie di poesie che hanno come motivo principale il ricordo della giovinezza. Anche queste poesie sono di genere ermetico e analogico.
La quinta sezioe “IL NIDO DELLE VESPE” presenta una serie di poesie e prose di vario genere e di vario argomento, senza particolari rilievi. La poesia-prosa più interessante è quella che ha per titolo “Anima”.
La sesta sezione “LA VERA VISTA” presenta prose e poesie di vari argomenti e varie riflessioni personali della poetessa, senza particolari interessi.

Commento analitico.

Questo libro di Donatella Bisutti è il terzo libro da me recensito, dopo Un amore con due braccia e Rosa alchemica. Credo che sia il libro meno riuscito dei tre. E’ sempre un buon libro di poesie, ma è, certamente, un libro poetico né originale né nuovo. I temi delle poesie sono i più disparati e vari che si possano immaginare; alla fine, però, ne esce fuori un bel libro poetico solo per metà; l’altra metà rimane già conosciuta e scontata. La varietà delle situazioni è una caratteristica evidente delle composizioni poetiche. Il libro presenta vecchi temi cari alla poetessa tutti di genere ermetico, analogico e metaforico con una punta di concettismo. La parte più bella e personale dell’opera è quella dove la poetessa descrive gli approci sessuali con il suo antico amore. Tutto il resto è normale amministrazione. Il linguaggio poetico, come al solito, è alto e ricercato, chiaro e limpido. La lexis delle poesie è ricca di figure retoriche e di frasi spezzate che danno ai componimenti poetici un tono particolare e uno stile personale. I sentimenti espressi dalla poetessa sono molti e vari, determinati dalle varie situazioni concrete in cui si trova e che la ispirano. Infine, posso dire che il libro, per tutti questi motivi, è, senza dubbio, leggibile e godibile.

Modica 24/ 11/ 2016 Prof. Biagio Carrubba

Modica 24/ 11/ 2016                                                                           Prof. Biagio Carrubba

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