
(Recanati)
UGUALE, NON MUTATO
Una poesia di Mario Luzi
INTRODUZIONE
La poesia “Uguale, non mutato” fa parte della raccolta poetica postmoderna “Frasi ed incisi di un canto salutare” pubblicata nel 1990. Mario Luzi scrisse la poesia nel 1987, con il sottotitolo (Recanati), in occasione del 150° anniversario dalla morte di Leopardi, avvenuta nel giugno del 1837 a Napoli. La poesia si trova nel libro Mario Luzi. Tutte le poesie. Pagg. 907 – 908. Garzanti editore 2001.
Testo della poesia
Uguale, non mutato
(Recanati)
Uguale, non mutato
in altro da com’era –
così tutto appare. La vita
che col solo
suo romito
manifestarsi ti toccava il cuore,
la povera, l’augusta
vicenda
del luogo e delle ore,
il cielo, l’aria,
il passero, la torre,
il borgo, la casa, i suoi balconi
tutto questo è ancora,
l’inganno
che ti gelava il sangue
anche. C’è Silvia,
c’è l’assenza di Silvia, il suo ricordo
e la sua dimenticanza. C’è il silenzio
della voce di lei in quelle stanze,
dietro quelle stanze,
dietro quelle finestre.
C’è dovunque quel nodo
tra ira e struggimento,
c’è la quiete successiva, c’è
l’esultazione, il rapimento.
Può essere e non essere stato
questo, come altro
essere ritirato
dall’umana conoscenza,
ma la sua verità no, quella
è ferma, quella indietro non ritorna.
Analisi del contenuto.
Il tema della poesia
1. Il tema della poesia è l’ossequio e l’omaggio di Mario Luzi a Leopardi, in occasione del 150° anniversario della morte del poeta di Recanati. Ma, la poesia, più che esprimere un lamento funebre per la triste ricorrenza, è un encomio alla vita e alla poetica della poesia del poeta di Recanati. Dunque, la poesia si trasforma da un lamento in encomio perché per Mario Luzi la poesia di Leopardi non è mai morta, ma vive perennemente fra tutti gli uomini di buona volontà. La poesia narra la storia di Leopardi senza mai nominarlo né mai nominare il borgo, se non all’inizio della poesia con il toponomastico Recanati scritto in corsivo. La poesia racconta la storia, esistenziale e poetica, di Leopardi prendendo in prestito le stesse parole che Leopardi ha usato nelle sue poesie. La poesia mette in primo piano i fatti, i personaggi e i luoghi della vita di Leopardi di cui il poeta stesso parla nelle sue poesie. “Uguale, non mutato” inizia con la descrizione del borgo di Recanati, anche se Luzi non lo menziona mai, a cui segue la descrizione di Silvia ed infine, la poesia termina con una affermazione categorica nella quale Luzi mostra tutta la sua felicità nel dire che la vita di Leopardi e la bellezza della sua opera poetica sono le uniche cose di cui siamo certi.
La sintesi della poesia.
2. La sintesi della poesia inizia con la circonlocuzione del borgo Recanati visitato dal poeta Mario Luzi. La poesia prosegue, quindi, con un confronto tra il passato ed il presente, cioè tra Recanati vista con gli occhi di Leopardi e Recanati vista con gli occhi di Luzi. Dopo la descrizione del borgo inizia la descrizione di Recanati così come doveva apparire al giovane Leopardi e prosegue con una sequenza di fatti e di luoghi così come apparivano a Leopardi. Mario Luzi elenca, tra l’altro, il passero, la torre e la casa natale di Leopardi, poi accenna all’inganno della natura che gelava il sangue del giovane poeta e quindi si sofferma lungamente sull’importanza e sull’apparizione di Silvia che cantava nelle sue stanze e la cui voce veniva ascoltata con piacere e con incanto da Leopardi. A questo punto Mario Luzi si chiede se tutti questi avvenimenti siano rimasti uguali fino ad oggi? La risposta che Mario Luzi dà si trova negli ultimi versi della poesia che sono, anche, un epifonema, il quale esprime il dubbio di Luzi: se qualcosa si è perso della poesia di Leopardi, certamente non è stata dimenticata la vita del poeta, perché la vita stessa di Leopardi è rimasta in tutti e non può essere cancellata né dalla storia, né dal tempo, né dalla storia italiana.
Il messaggio della poesia.
3. Il messaggio della poesia è quello di rievocare la vita del poeta di Recanati attraverso le stesse parole da lui usate nelle sue poesie. Infatti, Mario Luzi elenca una sfilza di parole e di fatti che accompagnarono la vita di Leopardi: la torre, il passero, l’incanto della natura, Silvia, la quiete, l’esultanza e l’estasi che Leopardi provava quando ascoltava la voce di Silvia dalla sua stanza. Ora quella voce non c’è più. Ecco i versi della poesia.
C’è Silvia,
c’è l’assenza di Silvia, il suo ricordo
la sua dimenticanza. C’è il silenzio
della voce di lei in quelle stanze,
dietro quelle finestre.
Ma c’è, ancora il ricordo di lei e soprattutto c’è il senso di sconforto e pessimismo che avvolgeva la vita e il destino di Leopardi e Silvia. Dunque Luzi, nella poesia, esprime il confronto tra il passato e il presente del borgo dove tutto sembra essere rimasto immutato ed uguale alla vita di Leopardi, mentre invece alla fine della poesia, M. Luzi si accorge che il tempo è trascorso dalla morte del Leopardi, perché molte cose sono state dimenticate e ritirate dall’umana conoscenza. Ciò che rimane è la verità dell’esistenza di Leopardi. Infatti, la sua poesia c’è tuttora e non scompare e fa parte della cultura italiana; infatti la sua bellezza regna sovrana, ancora oggi, e ogni lettore può goderne per sempre.
La tesi della poesia.
4. La tesi della poesia è quella di affermare che, nonostante siano trascorsi 150 anni dalla morte di Leopardi, tutto, apparentemente, nel borgo di Recanati, è rimasto uguale ma in verità tutto è cambiato: non c’è più Silvia e non si sente più la sua voce e le stanze dove abitava sono vuote e silenziose. Tutto può esser stato dimenticato dagli altri, ma la verità della vita di Leopardi e della bellezza della sua poesia non sono scomparsi e questo nessuno può togliercelo, né negarlo e né sopprimerlo.
Analisi della forma.
Il genere della poesia.
1. Il genere della poesia è il genere della Elegia, cioè il genere poetico che esprime un sentimento d’amore personale e travagliato. Infatti Mario Luzi nella poesia esprime il suo dolore e la sua tristezza per la morte di Leopardi ma anche la sua devozione e la sua ammirazione per il poeta di Recanati.
La metrica della poesia.
2. La metrica della poesia è costruita con versi liberi, senza rima, anche se, ci sono consonanze e assonanze che danno alla poesia un tono triste ed una melodia morbida e mesta.
Il linguaggio della poesia.
3. Il linguaggio della poesia è molto raffinato e ricercato perché costituito da moltissime figure retoriche. Queste, in ordine di lettura sono: il primo periodo è un periodo metatestuale in quanto descrive con una circonlocuzione Recanati e in quanto troviamo, all’inizio della poesia, una frase spezzata con l’aggettivo “uguale” sospeso all’inizio verso. Questo verso è anche una perifrasi per indicare il borgo Recanati. Poi seguono un ossimoro (povera, augusta), l’enumerazione, un dicolon doppio (cioè due conclusioni) poi una domanda retorica che fa pensare al famoso dubbio amletico “essere o non essere” che qui, Luzi trasforma in “Può essere o non essere stato”. Infine la poesia termina con un epifonema che dà enfasi e risalto all’intera poesia. Ecco l’epifonema finale:
Può essere e non essere stato
questo, come altro
essere ritirato
dall’umana conoscenza,
ma la sua verità no, quella
è ferma, quella indietro non ritorna.
Il linguaggio della poesia è dunque molto alto e sostenuto, perché costruito con un periodare nervoso, spezzato e con frasi ad intermittenza e quindi non è né semplice e né lineare.
Lo stile della poesia.
4. Lo stile della poesia è molto originale e accattivante, unico, formato da frasi spezzate e paratattiche ma, piene di pathos e di lirismo tanto che, si può dire che la poesia è costruita seguendo lo stile tipicamente luziano, cioè uno stile limato e postmoderno.
La bellezza della poesia.
La bellezza della poesia è data dai seguenti 4 motivi.
Primo motivo. L’incipit è originale ed accattivante e lascia in sospeso il lettore che si chiede di cosa Mario Luzi stia parlando, perché il poeta inizia con la perifrasi del borgo Recanati.
La descrizione del borgo ha un tono dimesso, quasi malinconico, ma, col passare dei versi diventa epifonematico cioè, enfatico e glorioso. In questo senso la poesia si trasforma da elemento funebre iniziale ad elogio ed encomio del Leopardi.
Secondo motivo. La bellezza è, anche, dovuta alla ricchezza delle figure retoriche che conferiscono alla poesia, ancora oggi, un fascino classico, moderno e post-moderno.
Terzo motivo. Il linguaggio poetico della poesia, ricco ed articolato, spezzato e matatestuale, crea un’atmosfera triste e malinconica, ma, tutto sommato, rassicurante perché viene fuori l’affetto filiale e l’amore di Luzi per Leopardi.
Quarto motivo. Infine, la rievocazione e commemorazione di Leopardi da parte di Luzi crea nella poesia un clima decadente e una atmosfera di luce e penombra che ricorda una serata autunnale in cui i riflessi del mare vengono smorzati e illuminati dalla sera che scende e dalla lucentezza della luna che si riflette nelle acque mosse del mare.
Riporto infine il giudizio di Luzi su Leopardi, espresso nel 2003, qualche anno prima di morire, nel libro “Le nuove paure, conversazione con Renzo Cassigoli” (p.32, Passigli Editore, 2003).
“La realtà contemporanea, invece, in un certo senso, è più cieca. Porto sempre l’esempio di Leopardi, una figura che a volte è stata considerata come reazionaria, rispetto al mito romantico della novità. E, invece, moderno è proprio Leopardi, gli altri sono effimeri contemporanei che hanno accolto lo spirito più superficiale della quotidianità del tempo. Proprio Leopardi è moderno. Lui, che sentiva quel che andava mutando, quel che si perdeva oltre a ciò che si tendeva a conquistare, come Baudelaire in Francia. Poeti che hanno avuto anche il senso drammatico della trasformazione. Io il moderno lo vedo così: il pro ed il contro di ciò che accade.”
Finale.
Io, Biagio Carrubba esprimo il mio giudizio personale sulla poesia di Luzi e sui due poeti immortali e infiniti. Oggi siamo nel febbraio del 2019 e ricorre, anche, il 221° anniversario della nascita di Leopardi. Allora mi fa molto piacere ricordare sia Leopardi che Luzi. Sono molto contento di poter accomunare i due grandi poeti insieme, pubblicando l’analisi della poesia commemorativa scritta da Luzi, nel 1987, in occasione del 150° anniversario dalla morte di Leopardi. Ma ciò che più mi colpisce dei due grandi poeti è la loro più profonda diversità:
– Leopardi era un profondo ateo e materialista, mentre Luzi è stato un profondo cristiano e credente in Dio.
– Leopardi accusava la natura di essere madre matrigna, mentre Luzi è stato un grande amante della natura benigna.
Nonostante la loro diversità, i due grandi poeti, nei temi trattati, e, nonostante le profonde divergenze culturali ed ideologiche, hanno avuto dei sentimenti in comune: l’amore per la poesia e l’amore per la vita. Dunque mentre Luzi celebrò con questa poesia l’anniversario della morte di Leopardi io, Biagio Carrubba, con l’analisi di questa poesia celebro, invece, sia la nascita e la fortuna di Leopardi e sia la bellezza, postmoderna e irripetibile, della poesia di Mario Luzi.
Modica, 22 febbraio 2019 Prof. Biagio Carrubba
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