QUADRILOGIA DI POESIE SU DANTE POETA, FILOSOFO E TEOLOGO. SECONDO COMPONIMENTO POETICO.

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PARAGRAFO N. 45

IL FIDEISMO DI DANTE.

Io, B. C., mi chiedo, oggi, con il senno di poi,

perché Dante, esule e pellegrino per molte e

diverse città dell’Italia, abbia seguito e creduto,

in buona fede, a tutte le tesi, alle credenze, a

tutte le dottrine, ai culti e a tutte le catechesi,

ai credi e ai dogmi della religione cristiana e

della Chiesa di Roma. Mi chiedo, anche, come

Dante abbia sentito come veri i contenuti, me-

tafisici e ascetici della filosofia Medioevale.

E mi domando come mai Dante sia andato in-

contro, anche, agli ordini religiosi minori?

Inoltre, io B. C., mi chiedo come Dante abbia

potuto credere che Dio sia contemporanea-

mente uno e trino: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Io, B. C., penso e reputo che questo dogma è

un’altra frottola e balla, inaudita e assurda,

voluta e imposta a tutti i credenti dalla Chiesa

di Roma. Dante Alighieri credette, in modo as-

soluto, e difese questo dogma, a spada tratta,

con queste due terzine:

“E credo in tre persone eterne, e queste

credo una essenza sì una e sì trina,

che soffera congiunto “sono” ed “este”.

De la profonda condinzion divina

ch’io tocco mo, la mente mi sigilla

più volte l’evangelica dottrina”.

(Paradiso. Canto XXIV. versi 139 – 144).

Inoltre il mistico e fideistico Dante Alighieri,

dalla mente grata e attenta, credette, anche,

fermamente, ai falsi miracoli di Gesù Cristo,

come egli stesso afferma e ribadisce nella

seguente terzina: (Paradiso XXIV. Versi 100 – 102)

“E io: <<La prova che ‘l ver mi dischiude

son l’opere seguite, a che natura

non scalda ferro mai né batte ancude>>.

Io, B. C., invece, non credo, assolutamente, ai

miracoli né quelli operati da Cristo, né quelli

eseguiti da san Pietro perché, secondo me, i

miracoli sono una boiata, una scemata, una

furfanteria pazzesca e sono una invenzione

religiosa per gli sciocchi, per gli stolti, per gli

intellettuali credenti, per i mistici, per i poeti

ingenui, per i filosofi creduloni, come Dante

Alighieri e per i teologi “falsi e bugiardi”.

(Inferno. Canto I. verso 72).

Io, B.C., penso, reputo e suppongo che i Vangeli

sinottici siano la sintesi e il risultato di una mi-

stura fatta di verità e di menzogne. I Vangeli

sono, secondo me, una mescolanza di realtà

e di invenzioni immaginarie inventate, elabo-

rate e costruite ad arte dai quattro evangelisti.

La realtà dei Vangeli consiste nel fatto che

essi raccontano, descrivono e narrano la vita,

le opere, le predicazioni, la crocifissione e la

morte di un giovane giudeo di nome Gesù.

I sommi sacerdoti ebrei, che non tolleravano

il comportamento e le predicazioni di Gesù,

denunciarono il giovane ribelle e iconoclasta

giudeo al governatore romano Ponzio Pilato,

il quale su sollecitazione del popolo ebraico,

lo fece crocifiggere e morire sulla croce. Tutti

questi fatti sono stati accertati e testimoniati

sia da autori latini e sia da autori ebrei. Quindi,

io B. C., reputo che tutta la storia raccontata,

su Gesù, dai quattro evangelisti sia vera.

Le menzogne dei Vangeli, invece, consistono

nella elaborazione e nell’invenzione dei mira-

coli compiuti dal giovane giudeo Gesù Cristo,

perché Gesù, secondo me, non fece nessun

miracolo dal momento che egli non aveva

nessun potere taumaturgico o miracolistico.

Io, B. C., penso, reputo e suppongo che Gesù

Cristo non poteva avere il potere di fare mira-

coli perché non era il figlio di Dio, come lui

si vantava di essere, dal momento che Dio

non esiste, per cui Gesù Cristo non poteva

essere suo figlio, né naturale né incarnato,

attraverso il ventre della vergine Maria.

Io, B. C., allora penso, reputo e suppongo

che i quattro evangelisti inventarono e rife-

rirono i miracoli di Gesù soltanto per spiega-

re e giustificare la nascita di una nuova dot-

trina religiosa, basata sugli insegnamenti di

Gesù Cristo. Ma, soprattutto, i quattro evan-

gelisti, esibirono ed esaltarono i miracoli di

Gesù Cristo per mettere in pratica il coman-

damento che Gesù Cristo aveva dato al suo

primo discepolo Simone, che lui chiamò Pietro,

quando Gesù gli disse che lui di nome Pietro

avrebbe fondato la sua chiesa, come riporta

Matteo nel suo Vangelo. Ecco i versetti fon-

damentali dove Gesù delega Pietro a fonda-

re la sua chiesa: “Rispose Gesù: <<Beato sei

tu, Simone, figlio di Giona, poiché né la carne

né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre

mio che è nei cieli. Io ti dico: tu sei Pietro e

su questa pietra edificherò la mia chiesa e

le porte degli inferi non prevarranno contro

di essa. Ti darò le chiavi del regno dei cieli;

tutto ciò che avrai legato sulla Terra resterà

legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto

sulla Terra resterà sciolto nei cieli>>”.

(Dal Vangelo di Matteo 16,17,19).

Solo per soddisfare questo ordine di Gesù

a Pietro e a tutti gli altri discepoli, i quattro

evangelisti inventarono, elaborarono ed

esibirono i falsi miracoli di Gesù Cristo.

Quindi, io, B. C., penso, reputo e suppongo

che Gesù Cristo non fece nessun miracolo,

anche se i quattro Vangeli raccontano quali

furono i numerosissimi miracoli di Gesù Cristo.

Infine io, B. C., per tutte queste menzogne,

frottole, bugie e invenzioni fantastiche e

miracolistiche, accuso i quattro evangelisti

di falsa testimonianza.

MODICA 28 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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