QUADRILOGIA DI POESIE SU DANTE POETA, FILOSOFO E TEOLOGO. QUARTO COMPONIMENTO POETICO.

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PARAGRAFO N. 47

DANTE CREDULONE.

Io, B. C., penso, ritengo e suppongo che, solo un poeta sciocco e un filosofo credulone, come Dante Alighieri, convinto, intriso, avvinto, legato, incantato e ammaliato dalla cultura ebraica, dalla filosofia greca, da quella araba, dalla filosofia Patristica e dalla filosofia Scolastica medioevale, abbia potuto credere e accettare, come veri e sacrosanti, alcuni fatti miracolosi, come la risurrezione dell’imperatore Traiano e di Rifeo troiano, soltanto perché proclamati, dalla Chiesa Cattolica e Apostolica di Roma, come fatti miracolosi, ma veri. Infatti Dante Alighieri accettò, per fede, nella Divina Commedia, la resurrezione dell’Imperatore Traiano e quella di Rifeo troiano.

Inoltre Dante Alighieri biasimava, deprimeva e

disapprovava la stoltezza e la credulità del popo-

lino ignorante. Dante, inoltre, si stupiva come il

popolino desse più ascolto alla stoltezza dei pre-

dicatori e dei monaci che predicavano “con motti

e con iscede purché ben si rida”,

(Paradiso, canto XXIX, versi 115 – 116). Dante si

rammaricava, inoltre, che il popolino non credeva,

invece, alle verità, alle dottrine e ai dogmi della

Chiesa Cattolica Apostolica di Roma.

Io, B. C., invece, deploro, deprimo e disapprovo la

Scioccaggine, il fideismo e la credulità di Dante

Alighieri, il quale, ha creduto a tutte le fandonie,

a tutte le favole e a tutte le ciance scritte nella

Bibbia, nei nuovi Vangeli e in tutta la filosofia

Patristica e nella filosofia scolastica. Inoltre Dante

Alighieri credeva ai preti e ai frati che, dai pulpiti

delle loro chiese, ogni anno, lanciavano, gridavano,

spacciavano e diffondevano, per vere, le loro pan-

zane, le loro ciance, i loro dogmi e le loro fandonie.

Insomma, io, B. C., penso e reputo che, anche, Dante

Alighieri sia incappato nello stesso errore del popolino,

ignorante delle dottrine religiose, atteggiamento che

lui criticava, disapprovava e biasimava.

Io, B. C., dico, inoltre, che Dante, poeta, filosofo e

persona molto istruita, purtroppo, credette alle pan-

zane e ai dogmi della Chiesa Cattolica di Roma e ciò

costituisce una aggravante seria e pesante, per una

persona colta e istruita quale era lui.

Ma io, B. C., affermo che Dante ha bevuto e ha creduto,

con scienza e coscienza, a tutte le fandonie, a tutte le

invenzioni religiose, a tutte le ciance filosofiche e tutte

le dottrine teologiche della Chiesa Cattolica Apostolica

di Roma, per il suo conformismo alla mentalità medie-

vale. Inoltre, Dante, politico, onesto e intransigente,

e fustigatore delle anime perse e maledette è stato,

secondo me, uno di coloro che ha nutrito e ingras-

sato “il porco sant’Antonio, e altri assai che sono

ancora più porci, pagando di moneta senza conio”.

(Paradiso. Canto XXIX. Versi 124 – 126).

Io, B. C., mi chiedo, ancora, come Dante Alighieri,

poeta e filosofo, abbia potuto credere ai dogmi,

inauditi e assurdi, come, i dogmi della Trinità e

della incarnazione di Cristo. Questi due dogmi

sono, secondo me, soltanto, due panzane, due

frottole e due buggerate, che hanno e hanno

avuto lo scopo di raggirare e ingannare, di abbin-

dolare, di imbrogliare, truffare e mettere nel sac-

co il popolo credulone e ignorante. Mi chiedo,

ancora, come Dante abbia potuto credere ad altri

concetti assurdi e alogici, come il concetto che

la storia umana sia dominata dalla “Provvidenza

Divina” stabilita da Dio ab aeterno. Concezione

metafisica ed escatologica accettata in pieno da

Dante Alighieri nel famoso VI canto del Paradiso,

dove l’imperatore Giustiniano diventa il simbolo

e lo strumento della Provvidenza Divina. Ora,

invece, io, B. Carrubba, penso, reputo e suppongo

che non vi sia nessuna Imperscrutabile Provvidenza

Divina, sopra le azioni, benefiche o malefiche degli

uomini. Inoltre, io B. C., penso che non ci sia nem-

meno nessuna predestinazione programmata,

stabilita e voluta da Dio. Io, B. C., sono assoluta-

mente sicuro che tutti questi concetti cristiani

sono frutto aberrante di menti distorte e di filo-

sofi alienati, per il semplice motivo che non esi-

ste nessun Dio che ha già determinato e stabilito,

ab aeterno, il destino degli uomini e dell’umanità.

Infine, io, B. C., penso e suppongo che non ci sia

nessuna Provvidenza Divina che, dall’alto e in

modo invisibile, guida e predetermina i destini

degli uomini. Anzi, io, B. C., penso che esista

soltanto l’azione dei singoli uomini, che, ogni

giorno, soffrono, gioiscono e combattono per

capire, per operare, per progettare e per supe-

rare tutte le difficoltà che sorgono ad ogni piè

sospinto, le quali rendono la vita degli uomini,

sulla Terra, sempre più difficile, complicata e disagiata.

Io B. C., calcolai che, dal momento di visitare le baracche n. 6, 7, e 8, erano passate 6 ore.

MODICA 28 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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