Presentazione di due poesie sull’amore di John Keats.

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Presentazione di due poesie sull’amore
di John Keats.

Io, Biagio Carrubba, presento due nuove poesie d’amore che ho scoperto quest’anno e che mi sono piaciute tantissimo. A queste due poesie ne aggiungo una mia inedita scritta sullo stesso argomento. L’autore di questi due bellissimi sonetti è John Keats (1795-1821). Questi due sonetti sono senza dubbio espressioni della poesia romantica inglese del primo Ottocento. Le due poesie sono dedicate ed ispirate alla sua giovane innamorata, Fanny Brawne, che per un breve periodo fu la sua musa ispiratrice. Credo che la brevissima e sfortunata vita di John Keats abbia similarità con la breve e sofferta vita di giacomo Leopardi. Entrambi sarebbero stati coetanei nella loro età storica se Keats non fosse morto prematuramente. I due poeti furono precursori del romanticismo e vissero entrambi il periodo a cavallo tra il classicismo, il pre-Romanticismo e il Romanticismo, come forma creativa del pensiero del primo Ottocento e furono entrambi assertori dell’amore fatale e sognatore. Ambedue i poeti soffrirono molto per un amore sognato e mai vissuto e tutti e due morirono lontani dalla loro casa nativa: Keats a Roma e Leopardi a Napoli. I due poeti morirono in età giovanile con la stessa malattia: la tubercolosi perché non riuscirono a curarlo. I due sonetti esprimono senza dubbio il sentimento d’amore cupo e fatalistico, tipicamente del primo Romanticismo; ma nonostante questo limite dovuto al periodo storico, le due poesie esprimono un aspetto profondo dell’amore che appartiene a tutti i giovani amanti che amano in modo esclusivo la propria donna. Invece la mia poesia vuole essere completamente diversa da questi sonetti di Keats perché è una poesia completamente opposta allo spirito romantico ed invece è ispirata a descrivere un amore nel suo aspetto creativo, bizzarro e colorato. Inoltre, vedo l’amore non come un sentimento rivolto al passato ma come una forza interiore ed un’energia prorompente, dinamica ed esplosiva proiettata al futuro.

(A Fanny)

Testo della poesia.

Io grido a te pietà, pietà, amore –
sì, amore! Amore misericordioso,
non supplizio di Tantalo, ma univoco
pensiero, ed immutabile e innocente,
a viso aperto e chiaro e senza macchia!
Lascia che io t’abbia tutta, tutta mia!
Quella forma leggiadra, quella dolce
droga d’amore minima, il tuo bacio –
mani ed occhi divini, il caldo e bianco
lucente seno dalle mille gioie;
te stessa, la tua anima, ti supplico
per pietà, dammi tutto, non escluso
un atomo di un atomo, o morrò,
o se fosse vivrò, tuo miserando
servo, sarà mia vita senza scopo
nella foschia della sventura inutile –
perduto dal palato della mente
il gusto e resa l’ambizione cieca.

Traduzione di Mario Roffi

Testo della seconda poesia.

Se io fossi costante come te, fulgida stella –
non alta luce, notturna e solitaria,
che osserva a occhi eternamente schiusi,
paziente e insonne eremita del mondo,
il corso delle acque battezzanti i lidi
umani della terra; che contempla
la fresca maschera di neve, caduta
nuovamente sui monti e nelle brughiere –
no, ma del pari costante e invariato, la guancia
sopra il seno fiorente del mio amore,
per sentire il suo dolce abbassarsi e risalire,
eternamente desto in dolce apprensione,
per udir sempre il suo tenue respiro,
vivendo così sempre – o nell’oblio morire

Traduzione di Roberto Cresti

 

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Modica, 22/ 08/ 2018                                                                                     Prof. Biagio Carrubba

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