PIRANDELLO N. 7

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L’UMORISMO (Saggio del 1908)

In questo saggio Pirandello scrive tutte le sue idee sulla cultura, sulla società e sulle persone e fa la famosa differenza tra comico e umorismo. A base della sua filosofia c’è il relativismo, quella concezione filosofica che afferma che un giudizio è solo soggettivo quindi valido per chi lo esprime. Il relativismo si contrapponeva al positivismo che affermava che la verità sta nella realtà. Mentre, Pirandello, affermando il relativismo esaltava il soggettivismo. Pirandello in un primo momento distinse ed espresse il relativismo psicologico (soggettivo) di cui “Il fu Mattia Pascal” è il romanzo più riuscito in forma letteraria. A base del suo soggettivismo psicologico, Pirandello cita continuamente lo psicologo francese, Alfred Binet, il quale in un’opera di psicologia del 1892, Les Altérations de la personnalité, aveva affermato che ogni uomo ha un io che si frantuma nel corso della propria vita: la nostra personalità si modifica col tempo. Secondo Binet, infatti, la personalità non è una entità fissa, permanente ed immutabile; è una sintesi di fenomeni che varia con gli elementi che la compongono e che è in via di continua ed incessante trasformazione. Pirandello fa sue queste idee e presenta nei suoi personaggi uomini che hanno un io frammentato e spezzato come nel “Il fu Mattia Pascal”.  Questa concezione mutabile dell’io era stata già affermata da un grande filosofo francese Biagio (Blaise) Pascal che aveva detto: non c’è uomo che differisca più da un altro che da se stesso nella successione del tempo. In un secondo tempo, Pirandello, allargò il relativismo riportandolo nella società e definendolo relativismo sociale. Le opere teatrali del periodo del relativismo sociale sono: “Il Piacere dell’onestà” (1917), “Il giuoco delle parti” (1918) e tante altre. In un terzo momento Pirandello allargò ed ampliò ancor di più il relativismo portandolo da sociale ad assoluto intendendo dire che non vi sarà mai una verità certa per tutti cioè nessuno riuscirà mai a conoscere la verità assoluta di come stanno le cose effettivamente. Il dramma che esprime meglio il relativismo assoluto è, a detta dei critici, la Signora Frola e il signor Ponza, suo genero. La caratteristica principale del relativismo sociale di Pirandello è espresso in queste commedie assurde, paradossali, ambigue, curiose, strane che suscitano nello spettatore amarezza, rabbia, incredulità e gioia. Nel 1921 Pirandello lasciò la commedia e scrisse tragedie tra cui la famosa “Sei personaggi in cerca d’autore. Questa fase finisce nel 1926 quando scrisse altre tre commedie di tipo mitico, astorico e surrealista.  Oltre a queste commedie, Pirandello scrisse altre tragedie sul teatro stesso che aggiungono molto anche al relativismo teatrale.

DIFFERENZA TRA COMICO ED UMORISMO

Il saggio “L’Umorismo” fu scritto tra il 1906 e il 1908. Fu riedito nel 1920 a Firenze, corredato da correzioni e aggiunte, soprattutto in risposta alla stroncatura che aveva ricevuto nel 1907 da parte del filosofo Benedetto Croce. Croce sosteneva che l’arte doveva essere considerata come un valore autonomo, senza alcun legame con le altre facoltà dello spirito; per Pirandello, invece, l’arte si deve avvalere anche del momento della riflessione sia quando un’opera viene concepita sia quando viene eseguita. In questo saggio Pirandello distingue inoltre la Vita dalla Forma e il comico dall’umorismo. Nel comico è assente la riflessione e Pirandello lo definisce “avvertimento del contrario”, mentre l’umorismo è il “sentimento del contrario” che nasce dalla riflessione. Pirandello afferma che riflettendo sulla differenza tra comico e umorismo, lo scrittore porta l’esempio di una situazione paradossale in cui una persona o una situazione sono il contrario di come dovrebbero essere, al riso subentra il sentimento amaro della pietà. Dall’altro lato Pirandello vede un limite connaturato all’uomo, che da sempre vive in un mondo privo di senso e che tuttavia si crea una serie di autoinganni e di illusioni attraverso i quali cerca di dare significato all’esistenza: in questa prospettiva, l’umorismo sarebbe l’eterna tendenza dell’arte a svelare tale contraddizione. Pirandello fa un esempio per distinguere il comico dall’umorismo. Ecco il testo del saggio: “Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa da quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora vorrebbe essere. Posso così, a prima vista, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene la riflessione…ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario”. Io, Biagio Carrubba, spiego questa scena paradossale con altre parole più semplici: il comico nasce dalla stranezza, dalla dissonanza, dalla parodia della realtà e suscita il riso involontario, la risata volgare, l’ilarità incontrollata, mentre l’umorismo nasce dalla contraddittorietà, dall’ingiustizia, dalla disparità della realtà e suscita invece il sorriso amaro, il sorriso ironico, l’ironia bonaria o maliziosa, il sarcasmo salace o pungente. In sintesi: l’avvertimento del contrario è il comico che nasce dalla parodia o dal non senso della realtà e che produce la risata spontanea o anche il senso del ridicolo, quando la realtà è deformata e inverosimile; mentre il sentimento del contrario è la riflessione sulle contraddizioni che la realtà presenta e che suscita il sorriso amaro, l’umorismo pietoso di chi vorrebbe rimediare, risanare o equilibrare le insanabili contraddizioni della realtà.

II

 LA FILOSOFIA DI PIRANDELLO

Pirandello prese le idee teoriche e filosofiche del suo relativismo dal filosofo francese Henri Bergson e anche dal filosofo austriaco George Simmel, due filosofi a lui contemporanei. Pirandello riporta e ripropone le sue basi teoriche e filosofiche del relativismo sociale nei due saggi: Arte e Scienza e L’Umorismo del 1908. In sintesi secondo Pirandello la vita è un flusso continuo di energia che si espande in tutto l’universo. Questo flusso di energia è inarrestabile e non si può fermare. Pirandello chiama il flusso di energia vita, mentre l’uomo che costruisce idee, filosofia, scienza, arte e religione lo definisce forma e dunque con queste realizzazioni teoretiche l’uomo fa il tentativo di dare ordine alla vita e di bloccare il flusso dell’energia vitale. Per Pirandello invece la forma si trasforma in convenzioni sociali che a loro volta si trasformano in pregiudizi soggettivi che a loro volta determinano il carattere e la struttura dei vari personaggi. Partendo da questa contrapposizione e contrasto nel 1922 il critico Adriano Tilgher affermò che tutta l’opera pirandelliana si basava sul contrasto tra forma e vita, tra la vita definita caotica e contraddittoria, che ribolle dentro ogni personaggio e la forma che si sforza di fermare la vita e di irrigidirla per poterla conoscere meglio.  Queste idee filosofiche sul relativismo sociale ed assoluto che Pirandello distribuì in tutte le sue opere teatrali, nelle novelle e nei romanzi in un certo qual modo anticipano idee della letteratura esistenzialistica e anche della filosofia dell’esistenzialismo. Una prova concreta di questa anticipazione di Pirandello della letteratura esistenzialistica la porta in modo chiaro e netto il libro di Luigi Filippo d’Amico “L’uomo delle contraddizioni” (Salleri editori – 2007) nelle pagine 26 – 27 dove scrive: “Nei suoi scritti richiami a movimenti artistici sono a tratti riscontrabili; Pirandello sentiva le “novità” dei suoi tempi e a volte le precedeva, come nel caso dell’alienazione e del delitto gratuito. Ecco un brano del dramma Non si sa come” L’autore riporta il brano a cui segue l’autore esistenzialista interessato e cioè Albert Camus e infatti scrive: “Il raffronto con il più recente Lo straniero di Alberto Camus, un altro Premio Nobel, è facile; anche se lì, al posto della luna c’è il sole africano“.

Modica 03/10/2019                                        Prof. Biagio Carrubba

Rivisto oggi 15 luglio 2023  

Pubblicato martedì 05 settembre 2023      

   

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