Una piccola selezione di poesie dal libro poetico
“Ad ora incerta” di Primo Levi.
Io, B. C., ho il grande piacere e l’onore di presentare una breve ma intensa selezione di poesie di Primo Levi tratta dall’opera poetica “Ad ora incerta” (Garzanti editore 2004). Io posso assicurare a tutti i lettori di poesie l’incomparabile bellezza di quest’opera poetica e garantisco la perspicacia e la versatilità del suo autore. Ogni poesia mostra ed esibisce una bellezza poetica perfetta e conclusa in sé stessa. Ogni poesia è profonda e significativa, per cui queste poesie di P. Levi danno, secondo me, un piacere e un gaudio all’anima dei lettori e costituiscono un grande tesoro della poesia e della letteratura italiana. Io, B. C., ritengo l’opera poetica “Ad ora incerta” un autentico capolavoro perché ogni poesia è più bella dell’altra, cosicché, alla fine, il libro poetico è composto da molte e belle poesie così da formare uno splendido libro poetico, per cui io, B.C., giudico Primo Levi, non solo un fenomenale autore di prose, ma lo ritengo, anche, un geniale compositore di poesie. Le poesie sono chiare e semplici composte con una lexis forbita e articolata e tutte hanno uno stile chiaro e potente. Le poesie, inoltre, contengono un messaggio sempre toccante e profondo. Le poesie svolgono temi e argomenti molto diversi fra di loro e sono state scritte in tempi diversi fra di loro: dal 1944 al 1986 e ciò dimostra la longevità poetica di Primo Levi. Infine io, B. C., giudico e affermo, con veemenza, che queste poesie sono molto belle e gradevoli nel leggerle ed esprimono la grande e variegata saggezza di P. Levi. Quindi, io, B. C., concludo affermando che “Ad ora incerta” è un libro assolutamente da leggere, godere e meditare. Il libro è dedicato alla moglie di P. Levi. A Lucia. Le poesie scelte da me sono, per l’appunto, le 4 poesie dedicate alla moglie Lucia Morpurgo.
Testo della prima poesia. (Pagina 25)
11 febbraio 1946
Cercavo te nelle stelle
Quando le interrogavo bambino.
Ho chiesto te alle montagne,
Ma non mi diedero che poche volte
Solitudine e breve pace.
Perché mancavi, nelle lunghe sere
Meditai la bestemmia insensata
Che il mondo era uno sbaglio di Dio,
Io uno sbaglio nel mondo.
E quando, davanti alla morte,
Ho gridato di no da ogni fibra,
Che non avevo ancora finito,
Che troppo ancora dovevo fare,
Era perché mi stavi davanti,
Tu con me accanto, come oggi avviene,
Un uomo una donna sotto il sole.
Sono tornato perché c’eri tu.
11 febbraio 1946
Testo della seconda poesia. (Pagina 29)
Attesa
Questo è tempo di lampi senza tuono,
Questo è tempo di voci non intese,
Di sonni inquieti e di vigilie vane.
Compagna, non dimenticare i giorni
Dei lunghi facili silenzi,
Delle notturne amiche strade,
Delle meditazioni serene,
Prima che cadono le foglie,
Prima che il cielo si richiuda,
Prima che nuovamente ci desti,
Noto, davanti alle nostre porte,
Il percuotere di passi ferrati.
2 gennaio 1949
Testo della terza poesia. (Pagina 39)
Le stelle nere
Nessuno canti più d’amore o di guerra.
L’ordine donde il cosmo traeva nome è sciolto;
Le legioni celesti sono un groviglio di mostri;
L’universo ci assedia cieco, violento e strano.
Il sereno è cosparso d’orribili soli morti,
Sedimenti densissimi d’atomi stritolati.
Da loro non emana che disperata gravezza,
Non energia, non messaggi, non particelle, non luce;
La luce stessa ricade, rotta dal proprio peso,
E tutti noi seme umano viviamo e moriamo per nulla,
E i cieli si convolgono perpetuamente invano.
30 novembre 1974
Testo della quarta poesia. (Pagina 51)
12 luglio 1980
Abbi pazienza, mia donna affaticata,
Abbi pazienza per le cose del mondo,
Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,
Dal momento che ti sono toccato in sorte.
Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici
Per questo tuo compleanno rotondo.
Abbi pazienza, mia donna impaziente,
Tu macinata, macerata, scorticata,
Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno
Perché la carne nuda ti faccia più male.
Non è più tempo di vivere soli.
Accetta, per favore, questi 14 versi,
Sono il mio modo ispido di dirti cara,
E che non starei al mondo senza di te.
12 luglio 1980
Finale
Io, B. C., ho letto, con diletto e con gaudio, queste belle poesie di Primo Levi. Inoltre ho riletto altre poesie dell’opera poetica che mi sono piaciute moltissimo. Tra queste ultime segnalo la poesia “La bambina di Pompei” (20 novembre 1978) pagine 42 – 43; la poesia “Le pratiche inevase” (19 aprile 1981) pagine 56 – 57; la poesia “Il mestiere” (2 gennaio 1984) pagina 74; la poesia “Scacchi (II)” (23 giugno 1984) pagina 84. Secondo me, queste belle poesie e tutte le altre belle poesie del libro compongono un libro poetico pieno di fascino che va sicuramente letto, goduto e meditato. Io, B. C., comunico a tutti, senza vergogna e senza pudore, che la poesia 12 luglio 1980 dedicata alla moglie Lucia Morpurgo, ogni volta che la leggo, mi manda in estasi e in visibilio.
Modica 13 luglio 2019 Prof. Biagio Carrubba
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