PERCHE’ IO, BIAGIO CARRUBBA, NON POSSO CONSIDERARMI UN CRISTIANO.

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PARAGRAFO N. 44

In contrapposizione al famoso libro di Benedetto Croce “PERCHÉ NON POSSIAMO NON DIRCI <<CRISTIANI>>” io, Biagio Carrubba, affermo che non posso considerarmi un cristiano perché trovo almeno cinque grandi contraddizioni nelle Sacre Scritture, alle quali non trovo risposte convincenti e risolutive. Quindi, io, B. C., rimango nel dubbio perché la Bibbia non chiarisce le contraddizioni che, con il passare dei secoli, la Chiesa le ha trasformate in dogmi. Io, B. C., siccome non accetto le contraddizioni e non credo ai dogmi non posso ritenermi un cristiano e trovo rifugio soltanto nell’agnosticismo che sconfina sempre di più nell’ateismo.

I

Le cinque grandi contraddizioni e dogmi della Chiesa di Roma, che io trovo nelle Sacre Scritture, sono:

Ia  contraddizione. Io, B. C., considero la genealogia, che fa discendere Gesù dal Re Davide, falsa e inverosimile.

IIa contraddizione. Io, B. C.,non condivido l’affermazione di Gesù Cristo quando asserisce che ogni cristiano debba rinnegare sé stesso per seguire lui. Ecco il versetto del Vangelo di Matteo. Allora Gesù disse ai suoi discepoli: <<Se uno vuole venire dietro a me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; chi invece perderà la propria vita per causa mia, la troverà>>. (Matteo 16-24.25).

IIIa contraddizione. Io, B. C., non condivido l’affermazione di Gesù quando consiglia ai suoi discepoli di abbandonare i loro genitori: <<Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me. […]>> (Matteo 10-37,39).

IVa contraddizione. Io, B. C., non credo alla partenogenesi della Madonna Maria, la quale su consiglio dell’arcangelo Gabriele diede alla luce il suo unico figlio Gesù Cristo.

Vcontraddizione. Io, B. C., non condivido l’obbligo del celibato dei preti che hanno il compito di inneggiare, di celebrare e di cantare le lodi di Dio. Del resto, il celibato dei preti è un fenomeno storico introdotto nel medioevo, quando un concilio ecumenico impose il celibato a tutti i ministri del culto cristiano per eliminare la convivenza dei preti con le amanti. Quindi il celibato dei preti non è qualcosa prevista e stabilita nella Bibbia, ma è un obbligo voluto e stabilito dalla Chiesa medievale di Roma. In definitiva, io, B.C., penso e reputo che il celibato dei preti debba essere una scelta libera del prete stesso, perché il celibato dei ministri della Chiesa non è previsto e non è contemplato nelle Sacre Scritture.

II

Io, B. C., non condivido queste contraddizioni e questi dogmi per i seguenti motivi.

Io, B. C., non condivido la prima contraddizione sulla falsa genealogia di Gesù Cristo perché ritengo che sia impossibile stabilire con esattezza la discendenza di Gesù Cristo da una progenie che perdurava da ben duemila anni. Non accetto il fatto che Gesù, secondo Matteo e Luca, possa discendere da Re Davide solo per dimostrare che tutto era previsto dalle Sacre Scritture. Questa dinastia rappresenta per me una menzogna colossale e non riesco ad accettarla.

La seconda contraddizione che io, B. C., rilevo nell’insegnamento di Gesù, riportata da Matteo, la trovo impraticabile perché ritengo che l’insegnamento e l’invito di Gesù a rinnegare sé stessi, per raggiungere la gloria di Dio, sia una pretesa troppo egoistica da parte di Gesù. Ad esempio, io, B. C., non potrei mai rinnegare me stesso e né rinnegare mio padre per seguire l’insegnamento di Gesù e la sua predicazione. Inoltre, io, B. C., non credo alla liberazione dalla morte, come è indicato dal Vangelo quando racconta che Dio, sacrificando l’unico suo figlio Gesù Cristo, promise, a chi seguiva il suo insegnamento, la vita eterna. Io, B. C., invece, reputo che sperare nella vita eterna sia una credenza assurda, fantastica e piena di illusioni. Infatti, io, B. C., penso che la promessa di Gesù Cristo di fare resuscitare i morti, come dice San Paolo, sia una invenzione gratuita e una fantasticheria inverosimile. Inoltre, io, B. C., ritengo che la resurrezione dei morti significa soltanto credere ad un mondo di illusione perenne. Allora, io B.C., preferisco vivere da libero in un mondo concreto e non illudermi di vivere in una dimensione di schiavitù spirituale continua perché suppongo che Dio non esista e non abbia promesso nessuna vita eterna dopo la morte.

La terza contraddizione, che si riallaccia alla seconda, fa parte di un discorso di Gesù: <<Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la sua croce dietro a me, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà; e chi avrà perduto la sua vita a causa mia, la ritroverà. (Matteo 10-37,39)>>. Io, B. C., trovo assurdo e pretenzioso questo invito di Gesù Cristo di abbandonare i miei genitori o i miei figli per seguire Gesù così come fecero i discepoli, che erano tutti disoccupati, nulla tenenti e scapoli.

La quarta contraddizione irrisolvibile è data dalla nascita di Gesù da parte di una vergine, fatto impossibile nel mondo naturale sul nostro pianeta Terra. Matteo racconta questa partenogenesi perché voleva farla rientrare nella profezia di Isaia la quale enunciava la nascita di un giovane da parte di una vergine. Per me questa profezia risulta assurda ed inverosimile. <<Ecco la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele>>. (Isaia 7-14).

La quinta contraddizione che io, B. C., non condivido e non accetto riguarda il celibato dei preti perché io, B. C., trovo assurdo il fatto che un servitore di Cristo debba accettare e debba imporsi una condizione sessuale di autocastrazione contro natura. Inoltre, io, B. C., trovo assurdo e incomprensibile che alcuni uomini, che scelgono la pratica della vita monastica, debbano rinchiudersi in un monastero perdendo così la loro libertà e la loro personalità per un Dio che non c’è, non si vede e non esiste. Inoltre, io, B. C., ritengo che sia, anche, innaturale e irrazionale che alcune donne, che scelgono una vita di clausura, debbano segregarsi in una cella di un monastero e rimanere sole per tutta la vita a pregare e a cantare un Dio che non esiste, né si fa vedere, né si fa sentire. Per fortuna la maggioranza della gente rimane laica, gioisce, patisce e gode di una vita libera, laica e dedicata a sé stessi e ai propri figli, non seguendo e non praticando il celibato di Gesù Cristo, presunto figlio di Dio che non esiste. Inoltre, io, B. C, reputo che nessun uomo ha chiesto mai a Dio di sacrificare ed immolare suo figlio Gesù Cristo. Io, B. C., suppongo che questo sacrificio sia tutta una costruzione teorica nuova ed una razionalizzazione e giustificazione della passione e morte di Gesù Cristo da parte dei suoi discepoli. Io, B. C., penso che questa immolazione non sia altro che un’ideologia costruita a posteriori dai quattro evangelisti. Penso, inoltre, che l’immolazione di Gesù Cristo non sia altro che una ipotesi creata dagli altri discepoli di Cristo che, a poco a poco, la fecero conoscere, diffondere ed imporre ad altre comunità vicine a Gerusalemme, come ad Antiochia e ad Efeso, le prime città contattate da san Paolo. Io, B. C., reputo che i primi ebrei e i primi pagani che si convertirono al cristianesimo furono gli uomini e le donne più poveri, più infelici, più diseredati e più ingenui, che cominciarono a credere nella Resurrezione di Gesù, soltanto perché erano uomini e donne indigenti e bisognosi di credere alla speranza di salvezza dell’anima dopo la morte corporea. Io, B. C., ritengo, invece, che la soluzione cristiana, secondo l’interpretazione di san Paolo, per quanto riguarda la Resurrezione dei morti era, è, e sarà, sempre, una prospettiva metafisica ed escatologica che non ha nulla di scientifico e di vero. Questa ideologia metafisica era una prospettiva adeguata, nuova e alternativa sia al paganesimo dei romani e sia all’ebraismo degli ebrei. Infatti la favola dei cristiani veniva considerata, dai romani e dagli ebrei, una soluzione assurda e inverosimile. Infatti, sia i romani e sia gli ebrei ridevano, maltrattavano, schernivano e disprezzavano tutti i cristiani, quando costoro predicavano la resurrezione dei morti e la salvezza dell’anima dopo la morte corporea.

III

Commento e mie riflessioni conclusive su questo tema.

Io, B. C., penso, anche, alla contraddizione più grave e più grossa fra tutte le contraddizioni dei Vangeli ed i dogmi della Chiesa. Mi riferisco alla concezione della Fede, così come è presentata, concepita, voluta e imposta dalla Chiesa di Roma. Io, B. C., penso e reputo che la concezione della Fede così come è proposta ed imposta dalla Chiesa Cattolica di Roma, sia un ricatto bello e buono perché la Chiesa afferma che se uno vuole diventare cristiano deve accettare i dogmi e la dottrina della Chiesa soltanto per fede, cioè senza raziocinio. La Chiesa afferma che se un individuo vuole diventare cristiano, deve, per fede, credere a tutte le fandonie sulla vita di Gesù, sui suoi miracoli e su tutte le contraddizioni riportate e scritte nella Bibbia. Io, B. C., ho riportato soltanto cinque di queste contraddizioni, alle quali non credo e non le accetto, come ho dimostrato sopra. A questo punto un giovane individuo, che si trova a vivere involontariamente dentro una società cristiana, indottrinato, affascinato e ammaliato dalla ideologia del cristianesimo, accetta tutti i dogmi e le contraddizioni previste dalla Bibbia per fede, cioè per ignoranza, per incoscienza, per inconsapevolezza e per ingenuità, facendo sue e credendo per vere tutte le fandonie previste dalla dottrina della Chiesa. Invece, io, B. C., con la mia intelligenza, con il mio raziocinio e con il mio libero arbitrio, non credo alla concezione della fede così come è voluta e imposta dalla Chiesa perché, secondo me, B. C., credere nella Fede cristiana è un fatto assurdo e inaccettabile. Dunque, io, B. C., siccome non voglio credere ai dogmi e alle fandonie della Chiesa, non accetto la Fede né come concezione ideologica, né come virtù teologica. Io, B. C., non ho nessuna fiducia nelle verità di Fede così come vuole e impone la Chiesa e non ho nemmeno Fede nei miracoli compiuti da Gesù Cristo, come vuole la dottrina cristiana. Io, B. C., penso e reputo che i miracoli di Gesù Cristo furono falsi miracoli e sono bugie create apposta dai suoi discepoli.

IV

Inoltre, io, B. C., ritorno a parlare e a discutere sulla balla della resurrezione dei morti, così come ha voluto farci illudere san Paolo nelle sue lettere quando ha scritto che la vera grande verità del cristianesimo era la resurrezione dei morti dopo la vita terrena. Io, B.C., infatti, penso e reputo che non vi sia, assolutamente, la resurrezione dei morti, perché credo che dopo la morte non ci sia più niente, dal momento che non ci sarà più alcuna resurrezione dei morti. E allora mi fa piacere ricordare e, riportare la risposta bonaria e l’atteggiamento ironico che gli ateniesi diedero a Paolo di Tarso quando egli parlò della resurrezione agli ateniesi: <<Quando gli ateniesi sentirono parlare di resurrezione dei morti, alcuni lo canzonarono altri gli dicevano: su questo argomento ti sentiremo un’altra volta>>. (Da Atti degli Apostoli 17-32). Anch’io, B. C., non crederò mai alla resurrezione dei morti perché la considero una fandonia colossale e una bugia inverosimile. Per il momento io, B. C., riaffermo che non credo alla resurrezione dei morti e non credo nemmeno al giorno del giudizio universale, così come è previsto dall’Apocalisse di Giovanni. Per tutti questi motivi e queste mie considerazioni, io, B. C., giudico queste contraddizioni e questi dogmi della Chiesa Cattolica e Apostolica di Roma, insolubili e inaccettabili. Inoltre, io, B.C, non voglio e non posso considerarmi un cristiano come fece e sostenne il teologo africano Tertulliano, il quale affermò di credere al Cristianesimo, soltanto, perché la dottrina cristiana era così assurda che non comprendendola la accettò come una concezione assurda e irrazionale, scrivendo la famosa frase, a lui attribuita, “credo quia absurdum”. Quindi, io, B. C., dopo queste mie considerazioni e dopo ogni mia supposizione su questi temi, sostengo, con fermezza, la mia tesi con l’asserzione: “non credo quìa absurdum”, cioè non credo nel Cristianesimo perché è una teoria ideologica e una concezione teologica troppo assurda, inverosimile ed improbabile.

V

Io, Biagio Carrubba, affermo, invece, che il Cristianesimo è talmente assurdo che è impossibile credere alla dottrina della Chiesa Cattolica. Inoltre, io, B. C., affermo che è impossibile credere all’insegnamento di Gesù sulla resurrezione dei morti, così come viene insegnato dai Vangeli che affermano, falsamente, che Gesù Cristo resuscitò dopo tre giorni della sua morte. Per esempio Matteo, nel suo Vangelo, al capitolo 22, versetto 23, sulla resurrezione dei morti, riporta la risposta di Gesù ai sadducei. Ecco l’incipit del versetto: <<La resurrezione. In quel giorno si avvicinarono a lui dei sadducei, quelli che affermano non esserci resurrezione, dicendo “Maestro, Mosè ha ordinato: se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la vedova e così darà a suo fratello una discendenza. […] Gesù rispose: “Siete in errore, poiché non conoscete le scritture né la potenza di Dio. Infatti nella resurrezione non si prende né moglie né marito ma si è come angeli di Dio in cielo. Quando poi alla resurrezione dei morti, non avete letto ciò che a voi disse Dio: -Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe? – Dio non è un Dio di morti, ma di viventi>>. Anche san Giovanni evangelista, nel suo Vangelo, nei capitoli 20 e 21, parla della resurrezione di Gesù Cristo. Anche san Luca, nel suo Vangelo descrive perfettamente la falsa resurrezione di Gesù Cristo, nel capitoletto 24, versetti 13 – 16, dove si narra l’apparizione di Gesù a due suoi discepoli che stavano andando nel villaggio di Emmaus. Ecco l’incipit. Apparizione ai discepoli di Emmaus. In quel medesimo giorno, due dei discepoli si trovavano in cammino verso un villaggio, detto Emmaus, distante circa 7 miglia da Gerusalemme, e discorrevano tra di loro quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano, Gesù si avvicinò e si mise a camminare con loro. Ma i loro occhi erano impediti dal riconoscerlo. Ed egli disse loro: <<Che discorsi sono questi che vi scambiate l’un l’altro, cammin facendo?>> […]. Io, B. C., non credo a tutte queste baggianate, fandonie e balle, scritte e riportate nei quattro Vangeli, perché le reputo false, bugiarde e inverosimili, perché, io, B. C., penso e ritengo che non ci sia stato nessun Cristo risorto.

VI

Infine, io, B.C., penso che intorno alla questione della religione in generale e dello spirito religioso in particolare, gli uomini nel loro complesso e nella loro storia umana, hanno dato mille spiegazioni e centinaia di giustificazioni sulle religioni e sulle resurrezioni delle anime: dal Panteismo al Deismo, dalle religioni rivelate alle religioni animistiche, dalla teologia della liberazione alla New Age, dall’Agnosticismo all’Ateismo; insomma chi più ne ha più ne metta. Inoltre io, B. C., suppongo e reputo che l’unica risposta sensata e più vera, che si possa dare intorno alla religione cristiana e su tutte le religioni del mondo, sia quella data dalle scienze planetarie e astronomiche, che nei prossimi decenni sapranno dirci cosa c’era prima del Big Ben e cosa ci sarà dopo l’esplosione del nostro sole quando diventerà una stella nana bianca e cosa ci sarà dopo il Big Ben. Infine, io, B. C., penso che l’unica mia speranza, che mi è rimasta, sia soltanto la fiducia nel progresso della scienza, la sola attività e creatività umana che possa dare una soluzione concreta, utile e pratica a guarire le molte malattie che affliggono e tormentano gli uomini e a superare, a vincere e annullare la terribile morte.

MODICA 11 GIUGNO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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