IO, B. C., DESIDERO L’ATEISMO.
Terzo paragrafo sulla Divina Commedia.
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Ora, io, B. C., passo a dimostrare, a rifiutare, a respingere e a confutare i 4 motivi per i quali Dante cerca e ama Dio. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che il primo motivo, adotto da Dante, sia falso perché Dio non ha creato il mondo, dal momento che il nostro sistema solare è stato originato da una nebulosa cosmica, così come ormai è accertato e spiegato scientificamente da tutti gli scienziati del big-bang e degli astronomi che scrutano il cielo. Inoltre, è certo che la creazione e la formazione di nuovi sistemi solari avvengano, ad ogni ora, in tutte le galassie dell’universo, dopo l’esplosione di una stella morente. Quindi nessun Dio crea e forma un nuovo sistema solare, ma la creazione e la formazione di un nuovo sistema solare è dovuta ad un fenomeno di endogenesi, cioè all’interno stesso di una esplosione di una stella gigante rossa. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che il secondo motivo, adotto da Dante, sia falso perché Dante Alighieri non è stato creato da Dio, come sostiene lui stesso, ma è stato procreato dai suoi genitori con un atto sessuale volontario e determinato. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico, anche, che il terzo motivo, adotto da Dante, sia falso perché non c’è stato nessun Gesù Cristo che si è immolato per redimere l’umanità, come i creduloni e i seguaci, di ieri e di oggi, della religione cristiana credono alla redenzione di Cristo. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che il quarto motivo, adotto da Dante, sia falso perché non c’è nessun Paradiso che accoglierà ogni fedele dopo la sua morte naturale, come credeva Dante Alighieri e tutti i seguaci cristiani, i quali, ancora oggi, credono a queste balle, fandonie e menzogne scritte sia nella Bibbia che nella Divina Commedia.
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Ebbene, questi ed altri ragionamenti di Dante Alighieri si basano, ovviamente, anche, su testi e riflessioni di san Tommaso. Ecco qui di seguito alcuni brani e riflessioni tratti dall’opera filosofica di san Tommaso: La volontà di Dio è affatto immutabile. (San Tommaso. Somma teologica. I, q XIX, a 7). Oppure quest’altro riferimento teologico di san Tommaso: Nessun intelletto creato può conoscere ciò che Dio fa o può fare. (San Tommaso. Somma teologica. I, q XII, a 8). Ovviamente anche san Tommaso dà la sua interpretazione del concetto della Predestinazione. “Predestinazione si intente praticamente una divina preordinazione ab aeterno di quelle cose che per grazia di Dio dovranno avvenire nel tempo”. (Da san Tommaso. Somma teologica. III, q XXIV, a 1). Io, B. C., ho riportato questi brani di san Tommaso per far capire e per giustificare tutti i ragionamenti che Dante Alighieri ha svolto e ha sviluppato in diversi canti del Paradiso della Divina Commedia. Queste ed altre affermazioni di san Tommaso sono alla base dei ragionamenti di Dante Alighieri, il quale, però, s riferisce, si basa, anche, su altre riflessioni e meditazioni di san Paolo. Precisamente, Dante Alighieri accetta, accoglie, acquisisce, assimila, si rifà e ripete il concetto della Predestinazione di san Paolo; concetto, che a sua volta, san Paolo aveva ripreso da alcune affermazioni della Bibbia, e cioè quando Dio aveva promesso e detto al popolo ebraico di liberarlo dalla schiavitù egiziana e riportarlo nella sua Terra Promessa. San Paolo definisce la Predestinazione nella Lettera ai romani 8, 28, 30: “Sappiamo poi che per coloro che amano Dio tutto confluisce in bene, per coloro che secondo il piano di Dio si trovano ad essere chiamati. Poiché coloro che egli ha fatto oggetto con le sue premure, gli ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primo genito fra i molti fratelli. Coloro che predeterminò, anche chiamò; quelli che chiamò, questi anche giustificò; quelli che giustificò, anche glorificò”. (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagina 1199). San Paolo parla della Predestinazione anche nella Lettera indirizzata agli Efesini: “Egli ci elesse in lui prima della creazione del mondo, perché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi, tramite Gesù Cristo, secondo il benevolo disegno della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, con la quale ci ha gratificati nel Diletto”. Dalla lettera agli Efesini. Capitolo 1. Versi 4 – 6. (Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagina 1236). Io, B. C., penso e reputo, inoltre, che san Paolo abbia ripreso il concetto di Predestinazione dal secondo libro della Bibbia, cioè dal libro ESODO, quando Dio promette a Mosè di liberare il suo popolo prediletto e di fare arrivare gli ebrei nella terra promessa. Ecco, io, B. C., penso, reputo e suppongo che san Paolo abbia tradotto, trasformato e trasfigurato la Promessa di Dio al popolo degli ebrei nel concetto della Predestinazione perché, secondo san Paolo, Dio aveva Predestinato il popolo degli ebrei ad essere liberato dagli egiziani e di farlo giungere e abitare nella terra promessa, cioè nella Giudea. Ma, io, B. C., penso, reputo e giudico che la promessa di Dio al popolo ebraico sia, evidentemente e manifestamente, una balla e una fandonia per almeno due motivi. Il primo motivo consiste nel fatto che, siccome Dio non esiste non ha potuto promettere niente al popolo ebraico. Il secondo motivo consiste nel fatto che siccome Dio non ha voce né occhi per vedere, non ha potuto parlare con Mosè, per cui tutte le parole di Dio a Mosè sono false, fallaci e menzognere, compresi i famosi 10 comandamenti dettati da Dio a Mosè. Dunque, io, B. C., penso, reputo e giudico che ora è giunto il momento di mostrare e dimostrare l’infondatezza e le bugie di san Paolo. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le lettere di san Paolo sono piene di ragionamenti falsi e sono ripieni di illazioni sofistiche che rendono le lettere di san Paolo false, fallaci e ingannevoli. Per questo motivo, io, B. C., definisco le lettere di san Paolo come assurde e bugiarde, ingannevoli e non vere, perché non contengono nessuna verità, né logica, né morale, né tantomeno teologica e filosofica, per cui, io, B. C., definisco e considero san Paolo un cattivo maestro di pensiero, ovvero un mauvais maître de la pensée. Così, io, B. C., penso, reputo e giudico anche che il concetto della Predestinazione di san Paolo sia anch’esso una balla, una fandonia e una menzogna, per almeno due motivi. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il primo motivo consiste nel fatto che il concetto della Predestinazione si basa sulla balla e fandonia della promessa di Dio al popolo ebraico. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il secondo motivo, ancora più grave, consiste nel fatto che il concetto della Predestinazione di san Paolo non è altro che una sequenza di ragionamenti sofistici e illogici, dal momento che san Paolo addita e adduce, trasporta e trasfonde il concetto della Predestinazione e quello della Provvidenza nella mente e nella volontà di Dio. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che il trasportare e il trasfondere, arbitrariamente e volontariamente, il concetto della Predestinazione e della Provvidenza nella mente di Dio, sia un atto falso, arbitrario e inverosimile, ma utile a san Paolo per costruire discorsi fallaci, falsi e sofistici. Infine, io, B. C., mi chiedo: che ne sapeva san Paolo delle intenzioni e delle idee di Dio? Risposta: san Paolo non sapeva niente, e tutta la sua ricostruzione del concetto di Predestinazione e del concetto della Provvidenza non sono altro che dei ragionamenti fallaci nati ed elaborati dalla mente fuorviante e alienante di san Paolo. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le Lettere di san Paolo siano piene e ricolme di ragionamenti fallaci e di idee piene di illazioni, come il concetto di Predestinazione, illustrato e spiegato da san Paolo come il fondamento della dottrina cattolica cristiana. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutti i ragionamenti, le illazioni e i sofismi di san Paolo sono soltanto delle balle, delle fandonie e delle menzogne che, purtroppo, hanno fatto presa e sono alla base di tanti altri testi filosofici e teologici, come i testi filosofici di sant’Agostino e i testi teologici di san Tommaso. Per questi motivi, io, B. C., ho definito e considero san Paolo un cattivo maestro di pensiero, un mauvais maitre de la penseè cioè il primo pensatore cristiano falso e bugiardo.
Modica, 26/12/2023
Prof. Biagio Carrubba
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