IO, B. C., DESIDERO L’ATEISMO.
Primo paragrafo sulla Divina Commedia.
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Dante Alighieri, nei canti 19, 20 e 26 del Paradiso, sviluppa alcuni altri ragionamenti, teologici e filosofici, per provare e comprovare l’esistenza di Dio. Inoltre, nei canti 19, 20 e 26, Dante Alighieri esprime e mette in versi la sua profonda convinzione teologica e la sua devozione religiosa, sia nei riguardi della Chiesa Cattolica di Roma e sia nei confronti della dottrina cristiana originaria. Infatti, questi 3 canti, come tutti gli altri, si basano profondamente sulle idee e sui ragionamenti dei libri della Bibbia, i quali, secondo Dante, sono ispirati e dettati da Dio in persona, il quale parla e dialoga, come se fosse una persona normale, con singoli capi ebrei, come Mosè e Noè, ai quali impartisce ordini e raccomandazioni come se Dio fosse stato un capo politico o un capo spirituale. Dunque, Dante Alighieri, più volte, in diversi canti, sostiene e afferma che i libri della Bibbia sono stati ispirati da Dio. Infatti, Dante Alighieri si rifà a brani della Bibbia, dove, per l’appunto, viene detto che Dio ispirò alcuni libri della Bibbia. Dante Alighieri aveva, certamente, in mente un brano di san Pietro, il quale, per l’appunto, affermava che la Bibbia era stata dettata da Dio in persona. In questo lacerto della sua lettera san Pietro afferma: “Sappiate anzitutto questo: a nessuna profezia della Scrittura compete una interpretazione soggettiva. La profezia, infatti, non ci fu portata per iniziativa umana, ma degli uomini parlavano in nome di Dio, sospinti dallo Spirito Santo”. (Dalla seconda lettera di Pietro. Dal libro La Bibbia. Edizione san Paolo. A cura di Antonio Girlanda. Pagina 1192). Inoltre, Dante Alighieri si riferisce ad un altro brano scritto da san Paolo, il quale, nella seconda Lettera inviata a Timoteo, afferma che: “Ogni scrittura, infatti, è ispirata da Dio ed è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia ben formato, perfettamente attrezzato per ogni opera buona”. (Dalla seconda Lettera di san Paolo a Timoteo. Capitolo 3. Versetti 16 -17. Dal libro la Bibbia. Edizione san Paolo, a cura di Antonio Girlanda. Pagina 1263). Io, B. C., penso, reputo e suppongo, però, che le argomentazioni e le supposizioni di san Pietro e di san Paolo non sono altro che bufale, altre menzogne e altri sofismi, cioè ragionamenti apparentemente logici, ma sono ragionamenti falsi e sbagliati perché, sia san Paolo e sia san Pietro, non hanno mai dimostrato l’esistenza di Dio. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che san Paolo abbia scritto un’altra menzogna e un altro sofisma perché affermare che Dio è l’ispiratore della Bibbia è una grande balla, una grande menzogna e un grande sofisma, dal momento che nessun Dio, poiché non esiste, non ha mai parlato con nessun profeta ebreo a cui avrebbe confidato le sue idee e la sua promessa di salvare gli ebrei. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico, invece, che la convinzione e la persuasione di Dante Alighieri, che Dio abbia ispirato i profeti del Vecchio Testamento, sia la prima e originaria grande balla di Dante Alighieri, il quale credeva, per davvero, che la Bibbia fosse stata ispirata da Dio. Invece e infine, io, B. C., penso, reputo e suppongo che i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento non siano stati affatto ispirati da Dio in persona, ma sono stati scritti, inventati ed elaborati da uomini ebrei, colti e istruiti, che, vivendo in mezzo al popolo ebreo, si sentivano in dovere di raccontare e scrivere la storia del popolo ebreo. Ma io, B. C., penso, reputo e chiedo agli uomini postcontemporanei di oggi: come si può credere, ancora oggi, che Dio in persona abbia ispirato il contenuto e i fatti della Bibbia e abbia parlato con molti capi ebrei, come Mosè o Noè. Io, B. C., penso, giudico e reputo che oggi nessun uomo e nessuna donna, che abbia un minimo di intelligenza, possa credere a tutte le balle, le menzogne, i sofismi e le fregnacce contenute nella Bibbia, sia nel Vecchio e sia nel Nuovo Testamento, e nei libri ritenuti sacri e fondamentali dalla Chiesa Cristiana e Cattolica di Roma. Inoltre, io, B. C., penso, giudico e reputo che anche tutte le lettere di san Paolo sono delle lettere, false e bugiarde, perché fondate sulle menzogne e sulle fake news che san Paolo pensava, elaborava, scriveva e presentava, come vere e giuste, ai neo cristiani. Invece, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le Lettere di san Paolo non sono altro che ragionamenti sofistici e falsi, e pieni di ragionamenti sofisticati e inventati, di sana pianta, e pieni di supposizioni teologiche e mistiche supposte come vere da san Paolo. Io, B. C., penso, reputo e giudico, però, che tutte le supposizioni metafisiche e teologiche di san Paolo non sono altro che dei ragionamenti sofistici e delle sofisticazioni astruse e arzigogolate dalla sua mente, priva di ogni riferimento concreto e realistico. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che anche tutti i 4 Vangeli dei 4 evangelisti, sono, anch’essi, pieni di menzogne e di fatti inventati di sana pianta dai 4 evangelisti, come i miracoli di Gesù Cristo o la sua trasfigurazione. Ora, io, B. C., prendo, riporto e trascrivo 3 brani delle lettere di san Paolo dove sono evidenti le sue fregnacce, le sue bugie, i suoi ragionamenti sofistici e le sue fake news.
Ecco la prima fregnaccia scritta da san Paolo nella Lettera ai Romani: “E fate questo, rendendovi conto del tempo nel quale viviamo: è tempo ormai per voi di svegliarvi dal sonno; adesso infatti la vostra salvezza è più vicina che non quando non demmo l’assenso della fede”. (Dalla Lettera ai Romani. Capitolo 13. Versetto 11). Io, B. C., penso, reputo e discerno che in questo ragionamento sofistico è evidente la bugia e la previsione sbagliata di san Paolo: infatti sono più di 2000 anni che aspettiamo la parusia di Gesù Cristo e la salvezza dell’umanità.
Ecco la seconda fregnaccia scritta da san Paolo nella Lettera ai Corinzi: “E Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello spirito! Perciò, ripieni sempre di coraggio, e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo esuli dal signore, poiché camminiamo nella fede e non ancora nella visione, pieni di fiducia preferiamo esulare dal corpo e abitare presso il Signore”. (Dalla seconda Lettera ai Corinzi. Capitolo V. versetti 5-8). Io, B. C., penso, reputo e discerno che in questo ragionamento sofistico di san Paolo è evidente la bugia e la menzogna di san Paolo. Infatti, Dio non ci ha dato nessuna caparra dello spirito che ci possa permettere di uscire dal corpo e di abitare presso il Signore.
Ecco la terza fregnaccia scritta da san Paolo nella Lettera a Tito: “In attesa della beata speranza e della manifestazione del grande Dio e salvatore nostro Gesù Cristo, il quale ha dato sé stesso per noi allo scopo di riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo che vi appartenga, zelante nel compiere opere buone”. (Dalla Lettera a Tito. Capitolo 2. Versetti 13-14). Io, B. C., penso, reputo, e discerno che in questo ragionamento sofistico di san Paolo è evidente la bugia e la fregnaccia che san Paolo ripete sulla morte e resurrezione di Gesù Cristo, il quale si è immolato per salvare l’umanità. Ancora oggi, infatti, l’umanità aspetta di essere salvata da Gesù Cristo. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che, come queste fregnacce che io ho messo in primo piano, se ne possono trarre fuori tante altre fino a considerare tutte le Lettere di san Paolo un vero testamento di fake news ricolmo di bugie e di ragionamenti sofistici. Io, B. C., penso, reputo e giudico, inoltre, che, oggi, nessun uomo e nessuna donna, che hanno un minimo di intelligenza, potrebbero seguirlo, credergli e dargli retta perché le sue sofisticazioni teologiche sono talmente assurde e inverosimili alle quali nessuno può dare un minimo di fiducia, di credenza e di verità. Infine, io, B. C., penso, reputo e giudico che tutte le Lettere di san Paolo divennero il testo base, pseudo sacro, per tutti i filosofi neocristiani, come sant’Agostino, e per i padri della chiesa. Questi filosofi e intellettuali neocristiani, come Lattanzio, san Girolamo e altri, presero le fake news, i ragionamenti sofistici e le sofisticazioni teologiche, contenute nelle Lettere di san Paolo, come vere e giuste e sulle fake news di san Paolo costruirono ed edificarono, a poco a poco, l’ideologia religiosa, la teologia cattolica e la dottrina della cultura della Chiesa Cristiana e Cattolica di Roma, valide da allora in poi, fino ad oggi.
Modica, 26/12/2023
Prof. Biagio Carrubba
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