N. 33

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IO, B. C., DESIDERO L’ATEISMO.

1

Il mio giudizio sul processo di san Francesco d’Assisi.

Saltando da palo in frasca, io, B. C., penso, reputo e giudico che san Francesco abbia sbagliato a non seguire i consigli e gli ordini di suo padre Pietro Bernardone, il quale fu costretto a denunciare il figlio perché aveva svenduto (o regalato) le sue stoffe non ricavandone niente. Durante il processo, intentato dal padre, il giovane Francesco rinunciò completamente alla vita di commerciante, mentre il padre gli offriva una vita di lavoro, attiva e agiata. Invece, Francesco, poiché voleva imitare e emulare la povertà di Gesù Cristo, così come è descritta nei Vangeli e poiché era preso ed oppresso dalle lusinghe della povertà e dai suoi sogni di povero seguace di Cristo, si spogliò dei suoi abiti e nudo abbandonò il processo che si stava svolgendo nel tribunale di Assisi, tanto che il giudice del processo dovette procurare, urgentemente, un saio per ricoprire Francesco, che per amore della povertà e per l’amore di imitare la vita e la povertà di Gesù, era diventato, secondo me B. C., nel breve volgere di anni, un giovane neo cristiano convertito, illuso e idealista perché credeva che imitando la povertà di Gesù Cristo avrebbe imitato, anche lui, la vita di Gesù Cristo. Invece, io, B. C., penso, reputo e giudico che, durante il processo, il padre avesse ragione e così io, B. C., se fossi stato presente al processo, avrei parteggiato e avrei sostenuto la posizione del padre, il quale cercava di recuperare il figlio e inserirlo in una vita lavorativa, attiva e agiata, nel commercio. Il padre Bernardone, infatti, auspicava e sperava che il giovane Francesco non si lasciasse vincere dall’utopismo e dal pauperismo. Invece Francesco scelse la vita del pauperismo e ciò lo portò a praticare una vita, povera e misera, senza beneficiare degli agi e delle comodità che gli offriva il padre.  Poi, però, con gli occhi del senno del poi, Francesco fu considerato un santo, ma ciò non cambia la sua posizione di idealista e di utopista, infruttuosa, inetta e inopportuna. Infatti, io, B. C., penso, reputo e giudico che, ancora oggi, nessuno uomo che abbia un minimo di cervello o di dignità possa abbracciare e sposare la povertà come una sposa ricca e ferace, così come Dante Alighieri definisce la povertà. “Oh ignota ricchezza! Oh ben ferace!” (Paradiso. Canto XI. Verso 82). Subito dopo, Dante Alighieri presenta il matrimonio e lo sposalizio fra san Francesco e la povertà. Ecco le terzine con le quali Dante Alighieri descrive il matrimonio fra san Francesco e la povertà.

Ma perch’io non proceda troppo chiuso,

Francesco e Povertà per questi amanti

prendi oramai il parlare diffuso.

La lor concordia e i lor lieti sembianti,

amore e maraviglia e dolce sguardo

facieno esser cagion di pensier santi.

(Paradiso, canto XI. Versi 73 – 78). Date queste premesse, è ovvio che io, B. C., non sono dello stesso parere di Dante Alighieri che approvò il matrimonio fra san Francesco e la povertà perché, io, B. C., odio la povertà e non concepisco che ci possa essere qualcun altro uomo o donna su questa Terra che possa accettare e sposare la povertà e conviverci per tutta la vita, così come fece sia san Francesco e sia la sua emula santa Chiara che, a sua volta, si rinchiuse in un monastero, inutilmente e per spirito di emulazione di san Francesco, fondando così, anche lei, il nuovo ordine delle Clarisse. Io, B. C., consiglio, suggerisco e sprono i monaci, le suore, i preti e tutti i religiosi di tutto il mondo ad abbandonare i loro monasteri, i loro conventi e le loro chiese e andare a lavorare, a vivere e a gioire nella nostra società postcontemporanea. Inoltre, io, B. C., auspico e desidero che monaci, le suore e i preti che abbandonano e lasciano il proprio monastero, il proprio convento e la propria chiesa, diventino i nuovi laici del nostro tempo e desidero e auspico che diventino e siano di nuovo uomini liberi e laici; inoltre, io, B. C., auspico e desidero che questi nuovi laici e uomini liberi possano amarsi liberamente e unirsi laicamente. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che sia inutile che Papa Francesco, ogni domenica e in altre occasioni, proclami e inviti a pregare per la pace del mondo o per Dio, perché non c’è nessun Dio che ascolta le preghiere dei monaci, delle suore e dei preti. Io, B. C., penso, reputo e giudico che la povertà e la miseria si possano abbattere e sconfiggere con buoni, efficaci e mirati interventi economici da parte dello Stato che hanno lo scopo di alleviare la condizione di povertà e di miseria. Io, B. C., penso e reputo che un buon intervento economico da parte dello Stato italiano sia stato il così detto reddito di cittadinanza, il quale è stato una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, elargito dal Governo Conte 1. Io, B. C., penso, reputo e giudico che l’assegno del reddito di cittadinanza, benché fosse una cifra modesta, in qualche modo riusciva ad alleviare e a sopportare la povertà. Infatti, molti giovani e molte famiglie, in questi anni che hanno percepito il reddito di cittadinanza, sono riusciti a sopravvivere, e forse a vivere decentemente, soffrendo e sopportando, umilmente e umiliante, la povertà e la disoccupazione che erano costretti a vivere e a sopportare quotidianamente. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il reddito di cittadinanza, che ha iniziato ad essere percepito dal 6 marzo del 2019, purtroppo è stato abolito dall’attuale Governo di Giorgia Meloni, perciò ha finito di essere percepito dai percettori del reddito, nel mese di luglio 2023. Io, B. C., trovo assurdo e paradossale che la Premier Meloni, la quale, con questo provvedimento, dell’abolizione del reddito di cittadinanza, aveva vinto le elezioni del 25 settembre 2022, grazie ai voti di molti giovani disoccupati e di molte famiglie favorevoli all’abolizione del reddito di cittadinanza che, nel settembre 2022, avevano votato la Meloni, abbia abolito il reddito di cittadinanza, cosicché tutti i percettori del reddito ora si trovano un’altra volta disoccupati, immessi nella miseria più nera e nella povertà più estenuante. Dunque, perciò, queste famiglie, precarie e prive del reddito di cittadinanza, ora si trovano a vivere, di nuovo, senza il reddito di cittadinanza, il quale sussidio, in qualche modo, li aiutava a vincere la povertà e la disoccupazione. Io, B. C., penso, reputo e giudico che il ricadere nella povertà e nella miseria sia colpa, anche, dei giovani disoccupati e delle famiglie precarie, che nel settembre del 2022, avevano votato, in massa, sia i partiti di destra e sia il partito di Fratelli d’Italia della Meloni, la quale ha abolito il reddito di cittadinanza, così come aveva promesso durante la campagna elettorale dell’estate 2022. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che la Meloni, con il suo Governo, abbia messo in pratica e in atto la tradizionale politica di destra, che ha due aspetti complementari che si completano a vicenda. (1) Il primo aspetto è stato quello, da parte della destra e della Meloni in particolare, di promettere mari e monti, legalità e ordine a tutti i cittadini italiani, i quali insoddisfatti e nauseati dei Governi di centro sinistra che avevano governato bene nel decennio 2011 – 2021, hanno votato, settembre 2022, quasi tutti, i partiti della destra e il partito degli handicappati d’Italia della Meloni. Infatti, il partito di destra degli handicappati d’Italia di destra ha convinto, illuso, allettato e ha raggirato molti milioni di italiani che hanno votato per il partito di Fratelli d’Italia. (2) Il secondo aspetto è stato ed è quello di mettere in pratica e in atto la fermezza, l’autoritarismo, l’autorità e la forza di un Governo di estrema destra che vuole tenere sotto scacco e vuole opprimere il popolino con politiche di forza e di totalitarismo, tipico della politica dittatoriale di estrema destra. Infatti, il Governo della Meloni, in questi 12 mesi di governo, non ha fatto altro che rafforzare l’autoritarismo e la polizia di Stato e ha fatto aumentare, anche, la precarietà dei giovani e fatto crescere, anche, la povertà di altre famiglie italiane.

Modica, 23/12/2023

Prof. Biagio Carrubba

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