N. 25

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IO, B. C., DESIDERO L’ATEISMO.

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Considerazioni mie personali sull’intelligenza artificiale.

Saltando da palo in frasca, io, B. C., penso, reputo e immagino che le scienze postcontemporanee di oggi, con le loro ricerche, con le loro scoperte, con le loro cognizioni scientifiche e tecniche e con il loro pensiero scientifico, progressivo, innovativo, forte e positivo, rendono, offrono, presentano e proteggono, fin da ora, la vita di miliardi di persone e la rendono più confortevole, più amabile, più gradevole e più longeva. Inoltre, le attuali scienze rendono e permettono una vita più lieve e più lieta a migliaia di persone di tutto il mondo con le loro cure mediche e liberano miliardi di persone dall’ignoranza e aumentano la conoscenza dello scibile umano. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico che le attuali scienze postcontemporanee sono neutrali e indipendenti rispetto alle religioni perché lasciano ad ogni uomo la libertà di credere e di obbedire a qualsiasi religione, anche se le scienze, di per sé stesse, sono laiche, areligiose e atee, ma sono sempre soggette ai capi politici della nazione dove operano. Infatti, le attuali scienze postcontemporanee studiano la materia primordiale del big-bang e osservano tutte le galassie dell’universo senza pregiudizi religiosi, ma sono sottomesse ai capi politici delle rispettive nazioni in cui operano e lavorano nei loro laboratori scientifici. Inoltre, io, B. C., penso, reputo e giudico, invece, che le scienze e gli scienziati di tutto il mondo, di oggi, saranno in grado di creare i presupposti, le medicine e gli stili di vita che, fra 10/20 anni, permetteranno a moltissimi uomini, donne, vecchi e bambini, che se, se lo potranno permettere economicamente e culturalmente, potranno avere e vivere una vecchiaia salubre e longeva, e potranno, anche, sperare di vivere una vita lunghissima, quasi eterna, senza il vincolo e l’oppressione delle religioni, le quali, fino adesso, hanno garantito, illusoriamente e ingannevolmente, la vita eterna dopo l’entrata in funzione della nece. Invece, noi uomini postcontemporanei abbiamo fiducia, soprattutto, negli scienziati di oggi, postcontemporanei, i quali, nelle loro ricerche, nei loro studi e nelle loro osservazioni, si basano solamente sulle vedute dei loro potenti telescopi e sui risultati dei loro potenti computer. Oggi il lavoro e i risultati di questi computer sono chiamati “Intelligenza Artificiale Generativa”, la quale è in grado, ormai, di parlare e creare pensieri nuovi molto più intelligenti e proficui rispetto all’intelligenza dell’uomo medio normale. Infine, io, B. C., ho sentito dire, in questi giorni, che gli attuali risultati dei computer dell’Intelligenza Artificiale Generativa sono molto pericolosi perché, fra breve, possono sostituirsi completamente al lavoro umano e così prendere il posto di milioni di uomini, i quali rimangono disoccupati e inerti, come già è successo, nei primi 6 mesi del 2023, negli USA, dove l’IA ha preso il posto degli sceneggiatori e degli attori americani che sono rimasti disoccupati e per più di 5 mesi. Sia gli attori e sia gli scenografi americani sono stati costretti a protestare contro le case cinematografiche per riprendersi il lavoro di attori e di sceneggiatori e limitare il lavoro dell’IA. Io, B. C., penso, reputo e giudico che, comunque, questo compromesso tra attori, industria cinematografica americana e IA, duri poco perché la potenza e la generabilità dell’IA è talmente forte e potente che ben presto prenderà il posto sia dell’industria cinematografica americana e di tutti gli attori e gli scenografi americani. È già evidente che il contrasto e la concorrenza tra l’IA e il lavoro umano finisca con la vittoria dell’IA e con la sconfitta del lavoro umano che, a mano a mano, perderà il proprio potere di programmazione e di comando sull’IAG, la quale nel giro di pochi anni potrebbe, addirittura, prendere il posto politico di una nazione e sostituirsi ai capi politici di quella nazione, ordinando e comandando azioni pericolose per tutti i popoli del mondo. Infine, l’IAG è già talmente sviluppata che oggi molti scienziati del settore hanno manifestato ed espresso la loro paura nei confronti dell’IAG perché già alcuni computer pensano e si organizzano da sé stessi e un giorno, addirittura, potrebbero rivoltarsi e ribellarsi contro i loro fabbricatori e gli scienziati che li hanno pensati, programmati e costruiti. Infine, già in questi giorni, molti servizi televisivi su questo argomento hanno già detto che l’IAG è ormai in grado di sostituirsi, integralmente, sia nei mezzi di comunicazione di massa e prendere il posto dei giornalisti e degli impiegati e dei tecnici che lavorano nelle TV, private e pubbliche. Infatti, i nuovi presentatori e conduttori televisivi, chiamati avatar, possono dare e riferire ai telespettatori false informazioni e fake news, creando, così, una credibile disinformazione informativa, lasciando il pubblico stordito, incredulo e confuso. Infatti, gli utenti, non capendo se l’informazione data dalla TV sia un’informazione vera e credibile o una disinformazione falsa, rimarranno incerti e dubbiosi sulle informazioni ricevute. Io, B. C., per concludere questo paragrafo, porto l’esempio, che ho ascoltato in questi giorni, del sito dell’ex Presidente Luigi Einaudi, l’avatar del quale risponde a tutte le domande degli utenti, dando risposte e ragionamenti intelligenti presi dalle sue opere, come se il Presidente Luigi Einaudi fosse vivo a desse le sue risposte alle domande, vive e attuali, degli utenti. Io, B. C., penso, reputo e giudico che questo esempio è già uno dei tanti modelli e di tanti altri servizi televisivi nei quali un avatar parla da delle informazioni, sbagliate e false, per cui gli ascoltatori rimangono dubbiosi e incerti perché non capiscono se la notizia è data è giusta e corretta oppure è data da un avatar che, raffigurando la persona in carne e ossa, comunica delle informazioni false, sbagliate e fuorvianti. A proposito del rapporto, affascinante e attuale, tra fede e scienza, io, B. C., voglio e desidero, ancora, aggiungere altre mie considerazioni sul rapporto tra fede e scienza: basti pensare che, ancora oggi, nel mondo sono più di 7.200.000.000 di persone che credono e seguono di più la fede e le religioni del mondo che non le scienze e gli scienziati di tutto il mondo. Inoltre, io, B. C., desidero fare, anche, un confronto tra la concezione culturale della scienza medievale e della teologia medievale con la concezione culturale e scientifica della scienza e della tecnica della nostra cultura e civiltà postcontemporanea. Ora, mentre la cultura e la civiltà medievale basava la sua speculazione filosofica e teologica sul concetto dell’excessus mentis che i filosofi e i teologici medievali lo hanno identificato, chiarito e chiamato, come la fuoriuscita della mente e il suo sprofondarsi nella luce divina che procura, a chi la subisce e la vive, la visione soprannaturale di Dio, come la descrive Dante Alighieri nel XXXIII canto del Paradiso. Come è noto il concetto di excessus mentis era già stato approfondito, esplicitato ed espletato da molti filosofi e teologi medievali, tra cui san Tommaso, san Bernardo e il mistico e filosofo Riccardo di san Vittore (Scozia 1110 – Parigi 1173), il quale nella sua opera De grazia contemplationis, aveva spiegato e illustrato il concetto dell’excessus mentis con queste parole: “Quando per un eccesso della mente siamo rapiti sopra noi stessi nella contemplazione delle cose divine, delle cose esterne, dimentichiamo non solo quelle che sono fuori di noi, ma anche quelle che sono in noi. E quando poi da quello stato di sublimità (ovvero ciò che noi oggi traduciamo con la locuzione estasi metafisica o estasi divina) ritorniamo in noi stessi non possiamo assolutamente richiamare alla nostra memoria quelle cose che prima abbiamo visto sopra di noi con quella verità e chiarezza che prima avevamo visto”. Ora, mentre i filosofi, i teologi e i mistici medievali avevano approfondito e chiarito il concetto di una visione, mistica e metafisica, gli scienziati del big-bang e gli astronomi di oggi postcontemporanei si basano non più sul concetto di visione, ma si basano, agiscono e approfondiscono il concetto di veduta o vista, cioè tutto ciò che vedono, osservano e studiano con i potentissimi telescopi sparsi in tutto il mondo. Ma, sia la parola visione e sia la parola veduta hanno la stessa etimologia, dal latino visionem dal verbo videre, che significa vedere. È evidente che i filosofi e teologi mistici medievali identificavano il concetto dell’excessus mentis come la concezione scientifica e metafisica del loro tempo, ma oggi noi, uomini del nostro tempo postcontemporaneo, sappiamo che il concetto dell’excessus mentis non è altro che una finzione poetica e un artificio letterario che non ha niente di scientifico e di vero.

Modica, 23/12/2023

Prof. Biagio Carrubba

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