
PARAGRAFO N. 5
Io e Dante, prima di scendere nella scarpata, ampia e alta,
guardammo davanti e vedemmo Minosse, che se ne stava
sdraiato all’ingresso della scarpata, e che ci osservava e ci
aspettava. Vedemmo che Minosse sorvegliava, controlla-
va e giudicava le anime, perse e dannate, che entravano
dalla porta centrale dell’Inferno, riconoscibile dalle famo-
se terzine scritte sopra la porta. Minosse ringhiava, orribil-
mente, e avvinghiava la sua coda, aspettando le anime, per-
se e dannate, per giudicarle e condannarle assegnando loro
la pena stabilita in base alle loro colpe commesse in vita.
Dante spiegò a Minosse che noi avevamo l’autorizzazione
Speciale, che ci era stata concessa da Satana in persona,
per scendere giù nel chiaroscuro, freddo e profondo Inferno.
Minosse ascoltò le parole di Dante, ci guardò perplesso e
poiché era stato già avvertito del nostro passaggio, da Satana
in persona, infastidito e irritato, ci lasciò passare senza far
motto. Io e Dante vedemmo che Minosse giudicava le anime
che entravano dalla porta centrale. Subito dopo, io e Dante,
guardando con attenzione Minosse e i diavoli cornuti che
erano a sua disposizione, capimmo, anche, come funzionava
il sistema di comunicazione tra Minosse i diavoli cornuti e
Satana. Infatti Minosse chiamava un diavolo cornuto, della
prima staffetta, dalla livrea nera – verde (livrea n. 3), a cui
comunicava, anche, qual era il cumulo dei dannati a cui
l’anima, persa e dannata, era destinata per la sua colpa
e gli indicava, anche, la baracca dove l’anima, persa e
dannata, avrebbe dovuto scontare la sua eterna pena.
Il primo diavolo della staffetta comunicava con il diavolo,
cornuto, della seconda staffetta, dalla livrea nera – viola
(livrea n. 4). Il primo diavolo, cornuto, dalla livrea nera –
verde (livrea n. 3), gli comunicava, come prima informa-
zione, qual era il tipo di peccato commesso dall’anima,
persa e dannata. Inoltre gli diceva la quantità di pena
che Minosse le aveva assegnato. Poi il primo diavolo gli
comunicava, anche, il luogo, il cumulo e la baracca dove
l’anima, persa e dannata, doveva essere disposta e
riposta. Il diavolo cornuto della seconda staffetta, dalla
livrea nera – viola, (livrea n. 4) con il suo arpione unci-
nato, accompagnava l’anima, persa e dannata, dall’inizio
del secondo tratto della gola, dove iniziava la pavimenta-
zione lastricata di basoli, fino all’inizio del terzo tratto
della calle stretta e umida. Allora, il secondo diavolo
della staffetta, dalla livrea nera – viola (livrea n. 4),
comunicava la destinazione al terzo diavolo cornuto
della terza staffetta, dalla livrea nera – bianca, (livrea
n. 5) che prendeva in consegna l’anima del dannato e
la conduceva per il sentiero, liscio e ripido, fino all’im-
bocco della distesa del lago ghiacciato di Cocito. Infine
il terzo diavolo cornuto della terza staffetta, la conse-
gnava al diavolo, cornuto e custode dell’inferriata dalla
livrea con strisce oblique gialle – azzurre (livrea n. 6).
Ecco come Dante Alighieri descrive il lavoro e la funzione di Minos:
“Stavvi Minos orribilmente, e ringhia:
essamina le colpe ne l’intrata;
giudica e manda secondo ch’avvinghia.
Dico che quando l’anima mal nata
li vien dinanzi, tutta si confessa;
e quel conoscitor de le peccata
vede qual loco d’inferno è da essa;
cignesi con la coda tante volte
quantunque gradi vuol che giù sia messa.
Sempre dinanzi a lui ne stanno molte:
vanno a vicenda ciascuna al giudizio,
dicono e odono e poi son giù volte.”
(Inferno. Canto V. versi 4 – 15).

MODICA 19 MARZO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
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