MATTEO RENZI, IL PRIMO TRADITORE POLITICO ITALIANO DEL PD, DEL CENTRO SINISTRA E DELL’ITALIA.

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PARAGRAFO N. 49

Il diavolo, cornuto e custode della porta laterale interna,

dalla livrea a strisce orizzontali verdi – arancioni (livrea

n. 9), con il suo forcone sollevò l’anima, persa e dannata,

di Matteo Renzi e la consegnò al diavolo del cancello della

baracca n 9, dalla livrea con strisce orizzontali verdi – blu

(livrea n. 10), della baracca dei politici italiani di centro

sinistra della prima metà del XXI secolo. Io, B. C., giudico

Matteo Renzi, il primo fra tutti i traditori politici italiani

del PD, del centro sinistra e dell’Italia.

Io B. C., vidi che il diavolo, cornuto custode del can-

cello, lavorava, con solerzia e dinamismo per Satana.

Io e Dante ci precipitammo davanti al cancello dove

leggemmo il cartello, che indicava i peccatori, scritto,

come al solito, con caratteri neri e a stampatello:

TRADITORI POLITICI ITALIANI DEL XXI SECOLO.

PRIMO FRA TUTTI MATTEO RENZI. BARACCA N. 9.

Io e Dante vedemmo che il diavolo cornuto del cancello

trascinò, con i suoi roncigli e tridenti, l’anima, persa e

dannata, di Matteo Renzi, dentro la baracca per acce-

lerare e anticipare il suo patimento e la sua sofferenza,

voluti, stabiliti e preparati, da Satana apposta per lui.

Io B.C., vedendo questo spettacolo, curioso e inedito,

del diavolo del cancello che non si fermò davanti al

cumulo, ma entrò direttamente nella baracca, pensai

e immaginai che questa trasgressione alla prassi della

consegna, era dovuta, forse, al fatto che il diavolo del

cancello desiderava e voleva che Matteo Renzi, per i

suoi tradimenti politici, iniziasse anzitempo il suo pati-

mento e la sua sofferenza dentro la baracca. Allora, io,

B. C., pensai che questo diavolo cornuto, custode del

cancello, dalla livrea con strisce orizzontali verdi – blu

(livrea n. 10), doveva essere un simpatizzante del PD e

odiava il traditore e voltagabbana Matteo Renzi.

Poi dissi a Dante: <<Questa è la prima anima politica

del centro sinistra che incigna la nuova baracca adibita

ai politici del XXI secolo, traditori del PD e dell’Italia>>.

Dante mi rispose dicendomi: <<Che vuoi farci! Tutti gli

uomini, prima o poi, tradiscono per i propri interessi,

come ha già fatto il Papa Bonifacio VIII>>. E Dante,

per confermare questo modo di agire degli uomini,

mi citò una sua terzina, nella quale spiegava e illu-

strava come la cupidigia fosse il vizio fondamentale

che agisce sugli uomini per traviarli dalla verace via

e dal un retto e leale comportamento.

Ecco la terzina che Dante mi citò in proposito:

<<Oh cupidigia, che i mortali affonde

sì sotto te, che nessuno ha podere

di trarre li occhi fuor de le tue onde!>>

(Paradiso. Canto XXVII. Versi 121 – 123).

A queste parole io, B. C., guardai Dante con occhi bassi e senza parole, come per volere intendere: <<Così è!>>. Poi io e Dante ci allontanammo dall’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi, ormai in preda alla sua triste condizione di dannato nelle mani e nei forconi dei diavoli cornuti della baracca, dalla livrea con strisce verticali rosse – azzurre (livrea n. 12). Io e Dante vedemmo che l’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi era costretta a correre, per la legge del contrappasso, avanti e indietro, per tutta la baracca, mentre inseguiva, insieme con gli altri traditori del PCI e del PD, sempre la stessa bandiera rossa con lo stemma della falce e martello del vecchio PCI che veniva sbandierata e trasportata da un’altra anima, persa e dannata, di un vecchio militante del PCI. Quest’anima, che portava e sosteneva in alto la bandiera rossa del PCI stava davanti a tutto il corteo e guidava la marcia e la manifestazione delle altre anime traditrici, perse e dannate, che erano costrette a seguirlo. Nessuna delle anime traditrici, perse e dannate, poteva fermarsi per riposarsi, ma dovevano sempre seguire e correre nel corteo a passo di corsa e di marcia, a suon di musica. Infatti, il corteo dei traditori politici italiani della sinistra italiana della prima metà del XXI secolo, dovevano correre, marciare, a passi di danza, e muoversi seguendo il ritmo musicale e ascoltando le parole della famosa canzone: Bella ciao. O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao. Una mattina mi sono alzato e ho trovato l’invasor. O partigiano portami via. O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao. O partigiano portami via che mi sento di morir, ir, ir-. Le anime, perse e dannate, dei traditori politici italiani, dovevano, anche, cantare questa canzone mentre correvano e seguivano il corteo politico. Questa canzone veniva trasmessa, continuamente, dall’alto della baracca attraverso altoparlanti che diffondevano la canzone in tutta la baracca che era molto ampia, sia in lunghezza e sia in larghezza, cosicché la marcia dei traditori politici era molto lunga e molto estenuante per tutti i partecipanti. Noi, io e Dante, osservammo, in particolare, il comportamento e l’atteggiamento dell’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi, il quale, all’inizio della sua corsa, si dimostrò restio ad adeguarsi alla marcia e a cantare la canzone diffusa dall’alto della baracca. Ad un certo momento, io e Dante, ci accorgemmo che un diavolo cornuto, custode della baracca, si accorse che l’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi non eseguiva perfettamente la pena a cui era sottoposto. Allora il diavolo cornuto si avvicinò all’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi e cominciò a infilzarla e a tormentarla con il suo arpione. Il compito di sorveglianza dei diavoli cornuti, custodi delle baracche, sulle anime, perse e dannate, dei traditori politici era uguale a quello che, nella Divina Commedia, Dante aveva assegnato ai centauri nel XII canto dell’Inferno. Infatti, i centauri avevano il compito di controllare le anime, perse e dannate, che volessero uscire dal fiume di sangue bollente del fiume Flegetonte. Ecco la terzina che descrive i centauri che trafiggono le anime dannate immerse nel fiume di sangue bollente:

<<Dintorno al fosso vanno a mille a mille,

saettando qual anima si svelle

del sangue più che sua colpa sortille>>

(Inferno. Canto XII. Versi 73 – 75).

Dentro la fabbrica n. 9, i diavoli, cornuti e custodi, osservatori e controllori, dalla livrea a macchie rosse – verdi (livrea n. 18), della baracca, invece, avevano il compito di mettere a posto tutte le anime, perse e dannate, traditrici dei politici italiani e di infilzarle, pungolarle e pungerle, ogni volta che le anime si distraevano o si riposavano dalla corsa e dalla marcia a suon di musica a cui erano sottoposte. Questi diavoli, cornuti e custodi, osservatori, controllori e punitori, dalla livrea a macchie rosse – verdi (livrea n. 18), erano molto attenti e scrupolosi nell’adempiere al loro lavoro a loro dovere di sorveglianti, controllori e punitori. L’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi capì, allora, che era meglio per lui, adeguarsi alle altre anime traditrici che marciavano e correvano, mentre seguivano il ritmo musicale e cantavano le parole della famosa canzone: Bella ciao. Io e Dante, allora, vedemmo che l’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi si adeguò, ab torto collo, a seguire la marcia, a correre seguendo il ritmo della musica e a cantare la canzone Bella ciao, che i partigiani italiani avevano cantato, quando combatterono contro i nazifascisti, durante la resistenza italiana al fascismo e al nazismo. A questo punto il diavolo cornuto si allontanò dall’anima, persa e dannata, di Matteo Renzi, ma continuò a sorvegliarlo dal suo posto di guardia. Nel vedere questa scenetta, un po’ comica e un po’ patetica, io B. C., pensai e mi venne in mente la corsa e la marcia dei soldati del corpo bersaglieri italiani quando corrono e marciano agli ordini del proprio comandante, che sta in testa al gruppo dei bersaglieri e dirige la banda musicale dei bersaglieri che eseguono l’inno dei bersaglieri a cui tutti si adeguano, marciando e correndo a suon di musica. Poi, io e Dante, uscimmo dalla baracca, sconsolati e tristi nel vedere e nel constatare, ancora una volta, l’atroce disumanità che ancora esisteva e persisteva nell’Inferno. Poi io, B. C., diedi, anche, un’occhiata al buio profondo della distesa ghiacciata del lago Cocito che si estendeva dietro la baracca e vidi che c’erano tante altre baracche abbandonate e in disuso. Io, B. C., intuii che davanti a queste antiche baracche c’erano, ormai, dei vecchi diavoli cornuti stanchi e abbandonati a sé stessi e pensai che queste antiche baracche dovevano contenere le vecchie anime, perse e dannate, che Dante Alighieri, accompagnato dal poeta latino Virgilio, nel suo primo viaggio all’Inferno, aveva visto e visitato. Io, B. C., pensai che queste anime antiche, perse e dannate, continuavano, ancora, a patire e a soffrire le pene dell’Inferno, senza fine. Poi, io e Dante, uscimmo dalla baracca, attraversammo il cancello e demmo un cenno di saluto al diavolo custode del cancello il quale ci rispose alzando la mano in segno di saluto. Poi entrammo sulla strada principale e ricominciammo a camminare silenziosamente. Noi seguivamo il percorso che ci conduceva direttamente di fronte a Satana, in fondo al lago ghiacciato di Cocito. Mentre camminavamo io mi chiesi: <<Chi sarà la prossima anima, persa e dannata, di destra della prima metà del XXI secolo, che incignerà la nuova baracca destinata ai politici traditori e maledetti di destra?>>. Io, B. C., troverò e scoprirò la risposta a tale quesito nel paragrafo n. 51 a pagina 120.Inoltre, io, B. C., cominciai a pensare quali erano stati tutti i tradimenti che il voltagabbana Matteo Renzi aveva compiuto e perpetrato nei confronti del PD. Mentre camminavamo e percorrevamo la strada principale, io B. C., ebbi una folgorazione mentale che, all’impronta, mi permise di vedere, di prevedere e di anticipare il futuro. Mi resi subito conto che questa illuminazione mentale era uguale alla facoltà di prevedere il futuro che le anime dannati avevano nell’Inferno di Dante. Infatti Dante nel X canto dell’Inferno scopre che i dannati hanno la facoltà di conoscere anzitempo il futuro, ma di non conoscere il presente. Ecco le terzine nelle quali Farinata degli Uberti spiega a Dante in che cosa consisteva la loro facoltà di previsione del futuro:

Dante:           

<<El par che voi veggiate, se ben odo,

dinanzi quel che ‘l tempo adduce,

e nel presente tenete altro modo>>.

Farinata: 

<<Noi veggiam, come quei c’ha mala luce,

le cose>>, disse, <<che ne son lontano;

cotanto ancor ne splende il sommo duce.

Quando s’appressano o son, tutto è vano

nostro intelletto; e s’altri non ci apporta,

nulla sapem di vostro stato umano>>.

(Inferno. Canto X. Versi 97 – 105).

Quindi, io B. C., mi trovai, improvvisamente e inaspettatamente, ad avere la stessa facoltà di prevedere il futuro, così come era consentito alle anime, perse e dannate, dell’Inferno. Infatti alcune di loro prevedevano e annunciavano a Dante come sarebbe stata la sua vita, in esilio, così come fece già lo stesso Farinata nei versi seguenti: <<Ma non cinquanta volte fia raccesa /la faccia della donna che qui regge, /che tu saprai quanto quell’arte pesa>>. (Inferno. Canto X. Versi 79 – 81).

MODICA 28 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

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