
PARAGRAFO N. 28
Com’è ben noto a tutti, Berlusconi ha rovinato e corrotto
la politica italiana con il suo procedere disonesto e
inquietante, imponendo il suo avvezzo metodo personale.
Nei suoi primi anni di politica, Berlusconi si alleò con il so-
cialista Bettino Craxi. I due stipularono un patto di alleanza,
colludendo entrambi per perseguire e attuare i propri
interessi e scopi personali e politici. In una occasione,
Craxi autorizzò, con una legge, a Berlusconi di continuare
la visione in chiaro delle sue TV private. Con questo metodo,
ben collaudato, Berlusconi è riuscito a tenere la carica di
capo del Governo per ben 10 anni, dal 2001 al 2011.
Questa durata di Governi costituisce, ancora oggi, il
record, per lui, di longevità come primo Ministro. In
questo decennio, solo un altro uomo politico, è riuscito
a non avere paura, soggezione e a tener testa a Berlusconi;
anzi lo stesso Berlusconi, davanti a questo, fiero e ferreo
antagonista, chinava la testa, lo odiava e brontolava contro
di lui. Questo, orgoglioso e puntiglioso, antagonista politico
è stato, secondo me, ovviamente, Antonio Di Pietro, il super
Magistrato che aveva svelato e sgominato la corruzione del
sistema politico italiano degli anni ’90. Tra il 2008 e il 2011,
Antonio Di Pietro, capo del partito Italia Dei Valori (IDV),
attaccava e criticava Berlusconi in ogni suo intervento
parlamentare, con fiera acrimonia, tanto che Di Pietro
divenne il nemico numero uno di Berlusconi. Costui odiava
a morte Di Pietro e ogni volta che doveva vedere Di Pietro,
in Parlamento, si assentava dal dibattito parlamentare.
Un giorno, in pieno Parlamento, Berlusconi fu costretto a
scappare fuori dall’aula di Montecitorio perché non riusciva
a parlare di fronte a Di Pietro. Io, B. C., stavo dalla parte di
Di Pietro e quella volta ho gioito tanto, quando vidi uscire e
scappare Berlusconi, con la coda fra gambe, dalla camera
dei deputati di Montecitorio. Poi è finita come è finita
e cioè con l’estromissione di Berlusconi dal suo ultimo governo.
Quella sera, a Roma, Berlusconi, riluttante e astioso, diede
le sue dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica
G. Napolitano, e scappò dal Quirinale, in fretta e furia, come
Nerone che era fuggito da Roma, inseguito dal popolo romano
che lo voleva linciare, sul posto, ma preferì farsi uccidere da
un suo fedele soldato che lo accompagnava durante la fuga.
Fra il 2008 e il 2011 S. Berlusconi governava, dominava e signoreggiava il Governo italiano e su tutto il popolo italiano, perché aveva il favore della maggioranza degli elettori italiani e perché aveva l’appoggio della pubblica opinione degli italiani, che lo sosteneva e simpatizzava con la destra berlusconiana e bossiana. L’opposizione parlamentare era, invece, debole e divisa fra i vari partiti, PD, IDV e di altri piccoli partiti. Il partito più vivo e più vivace che sapeva giudicare e rintuzzare le politiche, fiscali ed economiche, di Berlusconi era, soprattutto, il partito di Antonio Di Pietro, presidente dell’IDV. Di Pietro, ogni volta che poteva, apostrofava e aggrediva, in pieno Parlamento, Berlusconi, il quale per non ascoltare le apostrofi e i rimproveri di Di Pietro, il più delle volte non si presentava in Parlamento e lasciava ai suoi fedelissimi le discussioni parlamentari. Io, B. C., ovviamente, tifavo per Di Pietro e gioivo ogni volta che lo sentivo aggredire, apostrofare e rintuzzare Berlusconi che si ammutoliva di fronte agli interventi aggressivi e minacciosi e di fronte alla veemenza del modo di gesticolare e di parlare di Di Pietro. Ecco cosa scrivevo, io, B. C., quando, allora, vedevo, in TV, gli scontri e le tensioni fra Di Pietro e Berlusconi il quale, quelle poche volte che venne in Parlamento, se ne stava seduto, turbato e ammutolito, al centro dei banchi del Governo.
Primo brano
“Un’altra cosa che apprezzo e approvo di Di Pietro è il fatto che quando parla in Parlamento esordisce con la formula: <<Signor Presidente del Consiglio, che non c’è …>>. Io, B. C., reputo giusto questo modo di apostrofare il Presidente del Consiglio perché credo che Berlusconi, in prima persona, in qualità di capo del Governo, debba rispettare, per primo, il posto che occupa e dimostrare a tutti i parlamentari e che il suo compito è quello di ascoltare tutti i rappresentanti dell’opposizione e di rispettare il Parlamento”.
Modica 26 luglio 2008.
Secondo brano
“Di Pietro si è battuto come un leone nella giungla, con tutte le sue forze e ha ottenuto di non farsi sottomettere dall’azione subdola del PDL, contrattaccando, con linguaggio chiaro ed aggressivo e denunciando, appunto, l’azione invadente liberticida del PDL, che ha represso la libertà dell’opposizione a cui toccava scegliere il proprio candidato per la presidenza della RAI”. Modica 26 novembre 2008
Terzo brano
“Non c’è dubbio che io, B. C., apprezzo l’irruenza, il coraggio e l’indipendenza di pensiero di Di Pietro che, senza peli sulla lingua, fa accostamenti storici ben appropriati, per mettere in guardia gli italiani sulle tendenze autoritarie di Berlusconi”. Modica 13 marzo 2009
Quarto brano
Ma mi ha fatto piacere che, Di Pietro, che in questi giorni ha avuto diversi dialoghi accesi, cruenti e quasi insultanti con Berlusconi, al punto da definirlo <<neo dittatore di strapazzo>> sia stato il leader dell’opposizione più coraggioso ed esplicito a paventare, in caso di vittoria di Berlusconi, alle prossime elezioni europee, la perdita della democrazia in Italia”. Modica 23 maggio 2009
Quinto brano
“La controprova della chiarezza e del coraggio di Di Pietro si è vista ultimamente quando il leader dell’IDV ha accusato Berlusconi di avere partecipato ad una cena con alcuni giudici della Corte Costituzionale, creando così un conflitto di interessi fra potere esecutivo e potere giudiziario e creando così confusione, perplessità ed imbarazzo anche al Presidente della Repubblica. Ho apprezzato molto l’accusa rivolta dall’ex magistrato a Berlusconi, perché Di Pietro, ogni volta che parla denuncia e fa conoscere a tutti gli italiani, ignari di questi episodi spiacevoli, il menefreghismo e l’indifferenza di Berlusconi verso le regole istituzionali e verso la Costituzione”.
Modica 09 luglio 2009
Io B. C., calcolai che, dal momento nel quale vedemmo e visitammo le baracche n. 1, 2, 3 4 e 5, erano passate 10 ore piene. Alla fine di queste visite e di questo percorso, io B. C., mi sentivo stanco e affaticato, per cui sentivo il bisogno di riposarmi e di dormire un po’. Lo dissi a Dante, il quale accettò di fermarsi con me. Allora, io B. C., mi distesi su un bordo della strada ghiacciata del lago di Cocito. Dormii per 6 ore. Al risveglio mi sentivo pronto e forte per ricominciare il viaggio, e così fu. Infatti, io e Dante, riprendemmo il cammino, con più energia e con più fiducia nel portare a termine la nostra attraversata fino in fondo al lago ghiacciato di Cocito e di fronte a Satana. Dopo aver lasciato il cumulo di alcuni fra i peggiori politici italiani, io e Dante uscimmo sulla distesa ghiacciata del Cocito e ci incamminiamo verso il fondo ghiacciato del lago Cocito.

MODICA 26 MARZO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
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