L’inverno isolano

Il Prof. Biagio Carrubba
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Passa la notte, e noi si rinasce giorno dopo giorno,

della vita trascorsa nulla rimane…

Pallada  A.P., Liber X, 79.

Arriva all’improvviso l’inverno, ma, da noi, è una burla!
Ormai questa stagione non c’è più nella nostra isola.
E’ scomparsa. Al suo posto è subentrata la Primavera,
tiepida e lunga, che va direttamente fino all’estate.

L’inverno trascorre subito in un battibaleno!
Vola e s’invola. Le giornate sono sempre più,
corte e buie, e diventano più fredde e ventose,
e portano con sé i frutti, dolci e caldi, della stagione:
le melegrane, le noci, le castagne, i marroni,
i cachi, i melicachi, le arance, le pere e i lupini.

L’inverno è bello perché porta tante feste e l’anno nuovo:
la Commemorazione dei Defunti, l’Immacolata Concezione,
la Natività di Gesù Cristo, la Befana, che ogni festa
si porta via, san Valentino e il giocoso e scherzoso Carnevale!

Ma d’inverno fioriscono anche molti fiori coltivati:
i glicini, i garofani, i gelsomini, i crisantemi,
l’ibiscus, i gerani e le viole del pensiero
che rendono la Sicilia un giardino fiorito e profumato.

Lubriche diventano le strade d’inverno e i sentieri
si riempiono di pozzanghere; nelle campagne i prati
si ravvivano di brina, di gelo e di caligine.
E intanto la gente, anonima e frettolosa, sfoggia
un abbigliamento grigio e chiuso e ostenta
una sorniona indifferenza e una noia verso tutti.

L'etna innevata

L’etna innevata

II

L’inverno è ricco di dolci e pietanze isolane:
la cobaita, il torrone, il panettone, il pandoro ed il croccante.
In inverno la natura si risveglia presto e ricresce con nuovi fiori
e rinasce tempestivamente con i germogli del mandorlo in fiore.

Ma l’inverno, più che mai, è la stagione della famiglia,
che è la sede dell’amore, degli affetti e delle carezze
dove ogni membro di essa vive la propria libertà,
la propria sicurezza, la propria felicità e l’intimità.

Ma la Sicilia di oggi è anche l’erede e la prosecutrice
dei grandi poeti, scienziati e letterati:
da L. Pirandello ad E. Vittorini,da L. Sciascia a S. Quasimodo,
da G. Tomasi di Lampedusa a G.Bufalino ed A. Camilleri.

Purtroppo il paesaggio ambientale siciliano
sta divenendo sempre più arido e desolato.
Oggi non piove quasi più. I terreni stanno
desertificandosi e il mare che circonda la Trinacria
è sempre più inquinato, schiumoso e non più balneabile.

Spero tanto che l’intelligenza, la tecnica e la scienza
di questa scabra isola crescano ancora ed in fretta,
perché prolungare la vita significa gioire e amare e
perché conoscere e scoprire nuove teorie vuol dire
vivere e rivivere una seconda e gioiosa giovinezza.

Giugno 2015 082

Modica, 29 giugno 2015

Biagio Carrubba

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