Liberi pensieri e tristi riflessioni sul caso di Stefano Cucchi

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L’età di Stefano Cucchi aveva diritto alla vita
Biagio Carrubba

Tua vita dignior aetas (La tua età ha diritto alla vita).
Eneide – Libro IX – 212. Virgilio

A Luglio c’è stata l’assoluzione assurda ed incoerente

per il signor pluripregiudicato Silvio Berlusconi per il caso Ruby;

ed io, Biagio Carrubba, penso che non si doveva assolvere

un personaggio numero uno, per corruzione morale e politica,

ipocrita e versipelle della destracrazia italiana.

A Settembre c’è stata l’uccisione immotivata e perniciosa

del giovane innocente napoletano Davide Bifolco

da parte di un carabiniere inesperto e frettoloso;

ed io, Biagio Carrubba, penso che l’arma dovrebbe

proteggere e difendere i giovani e non ucciderli.

Ad Ottobre  c’è stata l’assoluzione imprevedibile e sconcertante

di tutti i colpevoli del giovane sfortunato Stefano Cucchi;

io, Biagio Carrubba, ammiro la costanza, la continuità e

la caparbietà dei suoi genitori ed

apprezzo moltissimo la vigorìa della sorella Ilaria

che da cinque anni mantiene viva l’attenzione ed

il ricordo affettuoso del fratello

e che cerca con determinazione e con solerzia

la verità sulla morte ingiusta ed indecente di Stefano.

Ilaria Cucchi in difesa del Fratello Stefano

Ilaria Cucchi in difesa del Fratello Stefano

I

Infatti le terribili gigantografie fotografiche del fratello

mostrano ferite e solchi incredibili sulle spalle e

due occhi tumefatti che suscitano orrore e ribrezzo

in tutti gli onesti cittadini che li guardano.

Anche Stefano Cucchi avrebbe dovuto essere

curato, accudito e guarito dalla Giustizia Italiana,

invece è stato picchiato e massacrato a morte.

A Novembre ci sono state le manganellate della Polizia a Roma

sulle teste e sulle spalle dei poveri lavoratori di Terni

che manifestavano per la difesa del proprio posto di lavoro.

I manganelli li usavano e ne abusavano

anche le squadracce fasciste al tempo di Mussolini.

Anche questo episodio brutto e sconcertante disegna e

segna l’atroce Stato sociale in cui versa l’Italia disgraziata.

La mia pruderie mi fa, quindi, concludere che tutti questi episodi

sopra elencati rivendicano e gridano Giustizia e Verità.

Per cui posso affermare che in Italia

la legge non è uguale per tutti.

Da questo momento non ho più fiducia

nella Giustizia Italiana.

Polizia a Roma

Polizia a Roma

II

Auspico che la Giustizia Italiana stessa sia pronta e lesta

ad indagare su questi fatti e misfatti sociali.

Infine io, Biagio Carrubba, credo che nella vita quotidiana

ognuno di noi debba affrontare, difendere e conquistarsi

la propria autonomia, la propria libertà e la propria felicità,

ed invece questi signori senza pietà, impregiudicati e spregiudicati

uccidono e massacrano la vita e la libertà degli altri.

Biagio carrubba

Modica, 8 Novembre 2014

Biagio Carrubba

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