LE PIU’ BELLE POESIE D’AMORE DELLA POETESSA MARIANGELA GUALTIERI (1951) CESENATE.

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I
Introduzione.

L’ultimo libro della poetessa Mariangela Gualtieri “Le giovani parole” (2015) contiene due belle poesie d’amore: “Euridice” e “Bello mondo”.
Gli altri libri della poetessa, che contengono altre belle poesie d’amore, sono:
Bestia di gioia (2010): Alcesti. Sii dolce, con me. Se questo è amore, mi dico. C’è nella tristezza un contagio.
Fuoco centrale (2003): Volevo tutte le sbandate. Se la parola amore è.
Ogni libro contiene, dunque, qualche poesia d’amore che ricerca l’essenza stessa dell’Amore e spazia nel mistico e nell’ineffabile, suscitando un senso di ebrezza estetica e procurando un grande fascino poetico a tutta la produzione poetica della poetessa.

Bello mondo.
Da “LE GIOVANI PAROLE” (2015) Einaudi editore. Pagg. 115 – 117.

Introduzione.
“Bello mondo” è una poesia d’amore che esprime tutta l’anima e i desideri della poetessa Mariangela Gualtieri. E’ un lungo componimento poetico, anzi lunghissimo, che rischia di diventare quasi una filastrocca. Infatti è composto da 94 versi liberi. La poesia esprime tutto il ringraziamento per ciò che la poetessa sente di ricevere dalla vita e per tutto ciò che c’è di bello e di buono nella vita. Il tono e l’aura della poesia si rifanno, sicuramente, al “Cantico di frate Sole” di San Francesco che è citato nella poesia. Questa poesia insieme ad Euridice completano l’iter poetico della poetessa sul tema dell’amore che era iniziato già con il libro “Fuoco centrale”. Addirittura il finale di Bello mondo riprende e riscrive alcuni versi che aveva scritto 20 prima, nella poesia: “Se la parola amore è”. Questa coincidenza di versi esprime, ovviamente, tutta la coesione e la coerenza che la poetessa mostra verso l’amore. Molti libri della poetessa, oltre alle poesie d’amore, mostrano, però, anche un profluvio di parole che molte volte stancano il lettore. Anch’io ho provato, a volte, un senso di fastidio e di noia nel leggere molte poesie che non sono quelle d’amore. Le poesie della poetessa, molte volte, mostrano un effluvio di versi stucchevoli e noiosi che ridonda e fa traboccare le poesie in componimenti poetici fluidi, ma prolissi. Comunque sia, questi limiti non condizionano e non influiscono sul giudizio positivo dell’attività poetica della poetessa. Infatti reputo che le poesie d’amore di Mariangela Gualtieri, insieme alle poesie d’amore di Donatella Bisutti, siano le più belle poesie d’amore che sono state scritte negli ultimi 30 anni in Italia; dunque sono degne di essere prese in considerazione, studiate e analizzate. L’ultimo bel libro di poesie d’amore che avevo letto, molti anni fa, era stato il bellissimo libro di Salvatore Toma che ha per titolo Canzoniere della morte, scritto negli anni ottanta ma pubblicato, postumo, nel 1999. Comunico, infine, che la poetessa nelle “note” ci informa che “Bello mondo” è stato composto per il XLI Festival di Sant’Arcangelo e recitato ogni sera dalla torre in cima al paese. Questo episodio mi fa ricordare la torre de “Le ricordanze”  di Recanati.

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Bello mondo
Testo della poesia

In quest’ora della sera
da questo punto del mondo

Ringraziare desidero il divino
labirinto delle cause e degli effetti
per la diversità delle creature
che compongono questo universo singolare
ringraziare desidero
per l’amore, che ti fa vedere gli altri
come li vede la divinità
per il pane e il sale
per il mistero della rosa
che prodiga colore e non lo vede
per l’arte dell’amicizia
per l’ultima giornata di Socrate
per il linguaggio, che può simulare la sapienza
io ringraziare desidero
per il coraggio e la felicità degli altri
per la patria sentita nei gelsomini

e per lo splendore del fuoco
che nessun umano può guardare
senza uno stupore antico

e per il mare
che è il più vicino e il più dolce
fra tutti gli Dèi
ringraziare desidero
perché sono tornate le lucciole
e per noi
per quando siamo ardenti e leggeri
per quando siamo allegri e grati
per la bellezza delle parole
natura astratta di Dio
per la scrittura e la lettura
che ci fanno esplorare noi stessi e il mondo

per la quiete della casa
per i bambini che sono
nostre divinità domestiche
per l’anima, perché se scende dal suo gradino
la terra muore
per il fatto di avere una sorella
ringraziare desidero per tutti quelli
che sono piccoli, limpidi e liberi
per l’antica arte del teatro, quando
ancora raduna i vivi e li nutre

per l’intelligenza d’amore
per il vino e il suo colore
per l’ozio con la sua attesa di niente
per la bellezza tanto antica e tanto nuova

io ringraziare desidero per le facce del mondo
che sono varie e molte sono adorabili
per quando la notte
si dorme abbracciati
per quando siamo attenti e innamorati
per l’attenzione
che è la preghiera spontanea dell’anima
per tutte le biblioteche del mondo
per quello stare bene fra gli altri che leggono
per i nostri maestri immensi
per chi nei secoli ha ragionato in noi

per il bene dell’amicizia
quando si dicono cose stupide e care
per tutti i baci d’amore
per l’amore che rende impavidi
per la contentezza, l’entusiasmo, l’ebbrezza
per i morti nostri
che fanno della morte un luogo abitato.

Ringraziare desidero
perché su questa terra esiste la musica
per la mano destra e la mano sinistra
e il loro intimo accordo
per chi è indifferente alla notorietà
per i cani, per i gatti
esseri fraterni carichi di mistero
per i fiori
e la segreta vittoria che celebrano
per il silenzio e i suoi molti doni
per il silenzio che forse è la lezione più grande
per il sole, nostro antenato.

Io ringraziare desidero
per Borges
per Whitman e Francesco d’Assisi
per Hopkins, per Herbert
perché scrissero già questa poesia,
per il fatto che questa poesia è inesauribile
e non arriverà mai all’ultimo verso
e cambia secondo gli uomini.
Ringraziare desidero
per i minuti che precedono il sonno,
per gli intimi doni che non enumero
per il sonno e la morte
quei due tesori occulti.

E infine ringraziare desidero
per la gran potenza d’antico amor
per l’amor che se move il sole e l’altre stelle.
E muove tutto in noi.

Mio commento personale.

C’è in questa poesia d’amore un piacere estatico che non si può negare. Peccato, però, che la poetessa dimentica di scrivere e poetare anche le cose brutte e obbrobriose che, ogni giorno, accadono sulla terra.

Euridice
Da “LE GIOVANI PAROLE” (2015) Einaudi editore, pag. 92.

Introduzione:
“Euridice” è una poesia d’amore che esprime uno stato d’animo di malinconia e di tristezza. La poesia si rifà al mito di Orfeo e Euridice, che morta per il morso di un serpente, se ne va sola nell’Ade. In questa poesia, invece, Euridice vaga da sola in cerca di Orfeo. Euridice si rende conto che il suo girovagare solitario è triste e così Euridice rimpiange la vita. Alla fine della poesia, Euridice consiglia al suo Orfeo di non girarsi per non perderla, come, invece, fece l’Orfeo mitico che, voltandosi, la perse definitivamente. La poesia finisce con un verso contraddittorio: “Lasciami sola. Non farmi di sale”. Il verso è contraddittorio perché se Euridice, da un lato, esprime il desiderio di essere lasciata a vivere da sola; dall’altro lato, non vuole farsi trasformare in sale, cioè vuole ritornare alla sua vita normale. Per me, però, è necessario sottintendere l’avverbio “non” davanti al verbo lasciare, per cui il verso diventa più logico e comprensibile: “(Tu, Orfeo,). Non lasciarmi sola. Non farmi (diventare) di sale”.

Euridice
Testo della poesia

Tu senti che vado lontano
in zone pericolose.
Potrei non fare ritorno –
restare sbalzata su quel fuoco
con veste incendiata rovinare
o perdermi nei deserti del cielo
sbandare sui ghiacci stesi
spericolarmi nei boschi e nelle radure
minacciose. Si è molto soli là
tra le alture e le fosse, nelle fermentazioni
nel pullulare appena di voci.
Slacciata da ciò che mi è noto
un po’ squilibrata nel vuoto.
Ci debbo ogni tanto tornare –
che qui c’è la parte migliore.
Di quella mi vesto ogni tanto
di rado. Ma tu non girarti a guardare.
Lasciami sola. Non farmi di sale.
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II

Alcesti
Da “BESTIA DI GIOIA” (2010) Einaudi editore. Pagg. 119 – 121

Introduzione.
Alcesti è la prima poesia d’amore del libro Bestia di gioia nella sezione “Mio vero”. E’ una bella poesia d’amore e di passione della poetessa per il suo compagno. In questa poesia la poetessa cerca una definizione dell’amore, con la A maiuscola, e la trova nell’essenza dell’unità di due persone che si incontrano e non si separano più, per diventare un unico essere. La poesia, dunque, elenca una serie di manifestazioni in cui lei si sente unita al suo amore. Le immagini astratte e ricercate sono: Tu sei del mondo la più cara/forma, figura …; il mio fuoco/brucia da sempre col tuo; nessuna parte di corpo muove il tuo cuore al mio, il mio al tuo. La poesia termina con il concetto che l’insegnamento supremo dell’amore si trova nell’unità. La poesia si conclude con questi versi: “Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste/l’uno solamente, senza il due”. Il linguaggio della poesia è quello unico e personale della poetessa Mariangela Gualtieri e cioè versi rigogliosi ed esuberanti, che creano tante nuove immagini astratte e bizzarre, dando alla poesia un fascino poetico tutto particolare e caratterizzata da un grande stile personale.

Alcesti
Testo della poesia

Ma solo pensare a te.
Non è una figura che viene
una nitida traccia.
È come cadere in posto
con un po’ di dolore.
Tu sei il mio tu più esteso
deposto sul fondo mio. Tu. Non c’è
un’altra forma del mondo
che si appoggi al mio cuore
con quel tocco, quell’orma.
Tu. Tu sei del mondo la più cara
forma, figura, tu sei il mio essere a casa
sei casa, letto dove
questo mio corpo inquieto riposa.
E senza di te io sono lontana
non so dire da cosa ma
lontana, scomoda un poco
perduta, come malata,
un po’ sporco il mondo lontano da te,
più nemico, che punge,che
graffia, sta fuori misura.

Mio vero tu, mio altro corpo
mio corpo fra tutti mio
più vicino corpo, mio corpo destino
ch’eri fatto
per l’incastro con questo mio
essere qui in forma di femmina
umana. Mio tu. Antico suono
riverberante, antico
sentirti destino intrecciato
sentire che sei sempre stato
promesso da ere lontane
da distanze così spaventose
così avventurose distanze da
lontananze sacre.

Tu sei sacro al mio cuore.
Il mio fuoco
brucia da sempre col tuo
il mio fiato.

Io parlo delle forze –
di correnti sul fondo del mio lago
sul fondo del tuo, oscure e potenti,
più del tempo dure più dello
spazio larghe, ma sottili
al nostro sentire,
afferrate appena
e poi perdute, nel loro gioco.

Che cosa siamo io e te? Che cosa eravamo
prima di questo nome? E ancora
saremo qualcosa, lo sappiamo e non
lo sappiamo, con un sentire
che non è intelligente lavorio cerebrale.

Nessuna parte di corpo che muore
nessun pezzo umano, nessun arto,
nessun flusso di sangue, nessun
cuore, nessuno, niente che sia
stretto nel giro del sole, niente
che sia solo terrestre umano muove
il tuo cuore al mio, il mio al tuo,
come fossero due parti di un uno.

Allora tu sei la mia lezione più grande
l’insegnamento supremo.
Esiste solo l’uno, solo l’uno esiste
l’uno solamente, senza il due.

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Sii dolce con me.
Da “BESTIA DI GIOIA” (2010) Einaudi editore. Pagg. 124, 125.

Introduzione.
“Sii dolce con me” è davvero una gran bella poesia d’amore. La poetessa si rivolge subito alla Vita, personificata. Viene voglia subito di capire con chi la poetessa vuole identificare la vita. Io, Biagio Carrubba, penso che si potrebbe identificare o con Afrodite, dea dell’amore e della bellezza della mitologia greca; o con Giunone della mitologia romana o con Venere del libro De rerum natura di Lucrezio; oppure potrebbe essere la Madonna, madre di Dio, della religione cattolica cristiana; o con la Natura della filosofia rinascimentale; o con la Ragione degli illuministi oppure potrebbe essere l’Idea di Hegel cioè con l’autocoscienza che si trasforma dapprima in coscienza e termina con la filosofia; oppure si potrebbe identificare con la scienza dell’astronomia che ha scoperto e svelato l’ultima teoria sulla origine della vita sulla terra. Certo è una bella scelta da fare, ma la poesia non dà nessun elemento di certezza, su chi sia questa Vita personificata. L’invocazione iniziale mi fa ricordare l’epitaffio latino “Sit tibi terra levis” (Che la terra ti sia leggera). Anche l’invito alla Vita mi ha fatto ricordare alcuni versi di una poesia di Vincenzo Cardarelli “ALLA MORTE”: “Morte, non mi ghermire/ ma da lontano annunciati/e da amica mi prendi/come l’estrema delle mie abitudini”. Ma l’invocazione più vicina e simile è quella alla poesia di Giorgio Caproni “Preghiera” che termina con questi versi: “Anima mia, sii brava/ e va’ in cerca di lei” Credo, invece, che la poetessa voglia, semplicemente, riferirsi alla Vita come a una Madre – Natura amorosa e soccorrevole.

Sii dolce con me.
Testo della poesia

Sii dolce con me. Sii gentile.
È breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’intimità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere

Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il tuo mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.

Mio commento personale.

Questa poesia è un vero e magnifico capolavoro poetico. Riesce a sintetizzare e ad armonizzare la forma postmoderna, piena di aperture alla originalità e alla creatività, con il tema classico dell’inno alla vita e all’amore che si uniscono insieme in una nuova composizione poetica personale. E’ una poesia seria e meditata che comunica il monito di amare tutte le cose.

Se questo è amore, mi dico.
Da “BESTIA DI GIOIA” (2010) Einaudi editore. Pagina 126.

Introduzione.
Questa poesia forma un coppia con l’altra poesia che segue, che la espande, la completa e chiarisce anche il senso compiuto e integro delle due poesie. In questa prima parte, la poetessa si chiede se il suo amore sia un vero amore. La risposta è “Ma si,/ questo è l’amore”. L’incipit della poesia richiama la famosa poesia “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Ma questo amore, ci dice la poetessa, è un amore “appiccicato, legato” nel quale si ripete la solfa/del tu e dell’io. La poetessa si rammarica che non riesce a formare insieme al suo compagno un movimento di acqua e moto,/sale e onda cosa che sarebbe del tutto spettacolare.

Se questo è amore, mi dico.
Testo della poesia

Se questo è amore, mi dico. Ma sì,
questo è l’amore che conosciamo. Ora.
Amore appiccicato, che incolla
quel poco di ala modesta sulla schiena.
Amore legato. In cui si ripete la solfa
del tu e dell’io. Non siamo capaci
di essere insieme acqua e moto,
sale e onda, unica impresa spettacolare.
Come il mare laggiù, lo vedi?

C’è nella tristezza un contagio
Da “BESTIA DI GIOIA” (2010) Einaudi editore. Pagina 127.

Introduzione.
In questa seconda parte, la poetessa guarda più attentamente in sé stessa e analizza il suo amore e scopre che nella sua tristezza c’è un contagio che la lega al suo amore e che insieme formano un comune cuore. La poesia, allora, esprime tutta la volontà della poetessa di rinvigorire e di rinnovare il suo amore, mettendoci tutto il suo ardore che ha e tutta la gioia che possiede. La poesia termina affermando che: “La gioia ce la metto io”.

C’è nella tristezza un contagio
Testo della poesia

C’è nella tristezza un contagio
amore mio, e da questo si vede
che abbiamo fatto comune cuore
e siamo uno che appare due.
Allora io
insemino la gioia
in questa cosa che non consiste
però esiste e tiene entrambi appesi.
La gioia ce la metto io.

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Volevo tutte le sbandate.
Da “FUOCO CENTRALE” (2003)Einaudi editore. Pagina 95.

Introduzione.
Questa breve, ma intensa poesia, esprime bene tutto l’ardore e la vivacità della poetessa nell’affrontare la vita in nome dell’amore. La poesia è una dichiarazione di intenti, forte e suggestiva, che si dispiega nella enumerazione delle imprese che la poetessa si propone di realizzare nella vita: “Per amore – per amore – tutto per amore”.

Volevo tutte le sbandate.
Testo della poesia

Volevo tutte le sbandate
essere viva fino allo scortico
essere tavolo pietra bestiale essere
bucare la vita coi morsi
infilare le mani in suo pulsare
di vita scavare la vita scrostarla
sfondarla spericolarla battermi con lei fino
ai suoi sigilli.
Per amore – per amore – tutto per amore.

Se la parola amore è.
Da “FUOCO CENTRALE” (2003) Einaudi Editore. Pagg. 96-97.

Introduzione.
Questa poesia, lunga e appassionata, della poetessa è stata, certamente, scritta con una sintassi complessa perché dopo moltissime subordinate condizionali, alla fine spuntano alcune principali che spiegano e chiariscono la variopinta galleria delle subordinate. Il messaggio della poesia è abbastanza chiaro: l’amore riesce a rigenerare ogni cosa e a far splendere tutti gli uomini, così come afferma la conclusione della poesia: “l’Amore benedico/che d’ognuno di noi alla catena/fa carne che risplende”. Trovo questa conclusione molto bella e convincente perché vedo che milioni di persone che vivono come carne da macello grazie all’amore si riscattano e si trasformano in “carne che risplende”. Mi piace molto anche il finale: “Amore che sei il mio destino/insegnami che tutto fallirà/se non mi inchino alla tua benedizione”.

Se la parola amore è.
Testo della poesia

Se la parola amore è
uno straccio lurido,
se non ho altra lingua per dire cosa
amo, se l’anima adesso è un ingombro
e il cielo un posto come un altro
se dormiamo e dormiamo

se il mio canto è schiacciato nel cantone
se il mio canto o il tuo, se il mio canto

se tutte le parole dei savi sono troppo
lente per questa corsa sui cocci, se anche
le bestie in quel loro morire bastonate
neppure si rivelano

se c’è una tosse se c’è una
tosse che incrosta il cielo
e poi lo sputa

se abbiamo nemici dentro le teste
e macchinette rotte

se la mano è scontrosa alla mano
scontrosa rompe l’onda e il ramo
rompe l’ala e il becco

se abbiamo salmi stonati
se le macerie sulle facce stanche
fanno il peso di tutta la storia

se poi nessuno viene
nessuno s’alza dal fradicio delle tombe
a consegnarci un grappolo, una tazza
un giuramento alla luce
se se se

se c’è una sete che ci ammala
se c’è un sorso per chi ha sete
se davvero davvero muove il sole
se muove il sole e l’altre stelle
se la sua gran potenza, sua gran
potenza d’antico Amore,
se il nostro cuore è immenso
se il nostro cuore
talvolta è immenso, se le
stelle nascono, se è vero che nascono
anche adesso, se siamo polverine allo
sbaraglio, catenelle smagliate,

benedico ogni centimetro d’Amore ogni
minima scheggia d’Amore
ogni venatura o mulinello d’Amore
ogni tavolo e letto d’Amore

l’Amore benedico
che d’ognuno di noi alla catena
fa carne che risplende

Amore che sei il mio destino
insegnami che tutto fallirà
se non mi inchino alla tua benedizione.
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Commento analitico.

I contenuti delle poesie della poetessa Mariangela Gualtieri sono tanti e variegati, rappresentano un grande repertorio di temi e di argomenti molto lontani e distanti fra di loro. Per me, le poesie più belle sono quelle d’amore, che spiccano su tutte le altre poesie. I temi preferiti dalla poetessa sono particolari e personali come quelli trattati nell’ultimo libro pubblicato. Le sue poesie toccano molti temi sfuggenti così come lo è la nostra società post-moderna, frammentata, veloce e precaria, la nostra zeitgeist. Il postmoderno è la definizione che designa la cultura e la società della nostra epoca: informatizzata, globalizzata con internet, supertecnologica e supertecnocratica, cibernetica e protorobotica. Reputo che la diversità dei temi e delle situazioni rende la poesia della Gualtieri una poesia nuova ed originale, di genere postmoderno. I temi delle poesie sono sviluppati in vari modi dalla poetessa, ma sempre in modo originale e personale. Fra tutti i temi spiccano, per riuscita e per bellezza, le poesie d’amore. Il messaggio delle poesie riguarda soprattutto le sensazioni e le emozioni personali della poetessa che si muove e spazia tra il suo ambiente familiare e il suo ambiente naturale.

2

Il genere delle poesie è di genere postmoderno. I versi sono versi liberi: irregolari e asimmetrici, ma sempre creativi. La lexis delle poesie è imprevedibile, piena, ampia e prolissa. I versi sono esuberanti e rigogliosi pieni di figure retoriche come: la sinchisi, gli iperbati, gli zeugmi, le ellissi e le iperboli e predominano anche e soprattutto gli enjambement che rendono le frasi spezzate e gonfie, ma creative e gioiose. La caratteristica principale della lexis della poetessa è sicuramente questa: l’uso continuo degli enjambement che traboccano nel verso successivo; oppure la poetessa compone la frase intera con un solo nome o con un solo verbo. La punteggiatura è quasi regolare; segue e insegue i versi delle strofe, che si inseguono, imprevedibilmente, l’una all’altra. Inoltre io, Biagio Carrubba, penso che lo stile della poesia, aperto ed enfatico, esprima tutta la estrosa e multiforme personalità della poetessa. Per tutti questi motivi credo che la poesia di Mariangela Gualtieri si possa definire di genere postmoderno nel senso che è una poesia aperta, frastagliata, creativa, ma i temi poetati rimangono, ancora, temi classici e moderni: come la vita, la morte, la natura, i sentimenti e l’Amore. Questa dualità mi ha provocato, in prima lettura, un senso di straniamento e di disorientamento, ma poi, in seconda lettura, ho cercato di ricomporre la frattura tra la forma postmoderna e i contenuti moderni perché volevo accordare le due parti in una sintesi unitaria e armonica; ma non ci sono riuscito, perché le due parti rimanevano aperte e stridenti. Allora ho capito che la bellezza delle poesie d’amore di Mariangela Gualtieri deriva da questo dissidio tra la forma postmoderna e i contenuti classici. Mentre la poesia di D. Bisutti è pressoché uniforme e monotona dato che la forma moderna corrisponde ai temi personali delle sue poesie; le poesie di M.Gualtieri risultano gaie e vivaci, asimmetriche e irregolari dato che la forma postmoderna non corrisponde ai temi moderni e personali dei suoi componimenti poetici. Penso, anche, che la poesia della Gualtieri esprima tutto il suo mondo interiore  e il suo grandioso amore per la vita estrinsecata con il suo stile personale. Infine, reputo che le sue poesie più belle rimangano le poesie d’amore per il semplice motivo che esse mi hanno procurato un grande diletto estetico ed estatico.

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Modica 10/ 12/ 2016                                                                        Prof. Biagio Carrubba

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