PARAGRAFO N. 12
Alle porte di Madrid
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Subito dopo la raffigurazione e la prefigurazione della mia previsione della terza guerra mondiale nucleare, descritta nel paragrafo precedente, io e Dante continuammo a camminare, speditamente, sulla strada, ampia e grigia, che ci conduceva alla prima baracca infernale. Mentre camminavamo, sopraggiunti alla prima baracca, io, B. C., ebbi un’altra prefigurazione, incredibile e inverosimile, immaginaria ma reale e concreta, e cioè l’incontro, sulla Terra, tra l’anima, perfida e violenta, di V. Putin e l’anima, buona e benevola, del poeta turco-russo Nazim Hikmet. Io, B. C., avvisai subito il sommo poeta Dante Alighieri, il quale, preso dalla curiosità di vedere e assistere all’incontro tra l’anima, perfida e dannata, di Putin e l’anima, buona e benevola, del poeta N. Hikmet, volle subito entrare nella prefigurazione e nella raffigurazione per assistere all’incontro, suggestivo e incantevole, tra l’anima, perfida e dannata, del politico V. Putin e l’anima, buona e benevola, del poeta turco-russo Nazim Hikmet. Così, io e Dante, vedemmo, insieme, come andò l’incontro, stimolante e commovente, sulla Terra, tra l’anima, persa e dannata, del politico Putin e l’anima, buona e benevola, del poeta turco-russo N. Hikmet. Io e Dante, guardando attentamente la prefigurazione dell’incontro tra l’anima, buona e benevola, del poeta N. Hikmet e l’anima, persa e dannata, di V. Putin, ci accorgemmo che l’incontro tra le due anime, sulla Terra, avveniva nel momento in cui un diavolo cornuto prendeva in consegna, nella Russia, l’anima, persa e dannata, dell’avido Putin. Io, B. C., sapevo che una legge e una prassi dell’Inferno permetteva a Lucifero di afferrare e di ghermire l’anima di qualsiasi dannato prima che il suo corpo sia morto, quando l’anima di questo dannato si è resa terribilmente e completamente responsabile di atroci delitti o di tradimenti plateali. Quindi, benché Putin, il più grande e schifoso dittatore dei nostri tempi postcontemporanei, macellaio e carnefice di bambini e di gente inerme e indifesa, viva ancora sulla Terra, è prerogativa di Lucifero di condannare all’Inferno l’anima, persa e dannata, di Putin, anche se il suo corpo vive ancora sulla Terra. Quindi, Lucifero in persona, vedendo l’invasione dell’Ucraina, il cui popolo è succube della maggiore forza militare e della volontà perfida e disumana di Putin, ordinò, subito, ad un suo diavolo cornuto di andare a prendere l’anima, persa e dannata, di Putin e di portarla direttamente all’Inferno. Io e Dante, guardando la raffigurazione, vedemmo che l’anima, buona e benevola, del poeta N. Hikmet afferrò, al volo, l’anima, persa e dannata, di V. Putin per manifestargli tutto il suo disappunto e il suo dolore nel vedere la partenza dell’anima, persa e dannata, di Putin che se ne andava all’Inferno accompagnata e guidata dal diavolo cornuto. Io, B. C., e Dante vedemmo, chiaramente e distintamente, che questa volta non ci fu nessuna lotta e nessuna disputa tra l’angelo di Dio e il demonio di Satana per accaparrarsi l’anima persa e dannata dell’avido Putin. Infatti, io e Dante, vedemmo che i due messaggeri, il messo di Dio e il messo di Satana, in questo caso erano perfettamente d’accordo e concordi nel mandare, direttamente, l’anima, persa e dannata, dell’avido Putin nel luogo più basso e più doloroso dell’Inferno. Inoltre, io e Dante, vedemmo e capimmo che i due messi, l’uno celestiale e l’altro infernale, avevano lo stesso giudizio e la stessa opinione nello spedire l’anima, persa e dannata, di Putin nella bocca centrale di Satana, il quale cominciò a scorticarlo e a mangiarlo subito. Io, B. C., avendo letto le poesie del poeta turco-russo N. Hikmet conoscevo tutto l’amore e l’ammirazione del poeta verso il comunismo della Russia, alla quale egli aveva dedicato tutta la sua poesia, la sua arte, tutto il suo amore e tutta la sua vita, combattendo e difendendo la Russia comunista da tutti gli attacchi che provenivano da tutti i nemici dell’U.R.S.S. Io, B. C., rivolgendomi al sommo poeta Dante gli dissi che io, Biagio Carrubba, avevo l’immenso piacere di riproporgli la bellissima poesia di Nazim Hikmet che il poeta turco, nazionalizzato russo, aveva scritto nel 1937 in occasione della guerra civile spagnola, quando l’esercito falangista di Francisco Franco invase la Spagna per abolire la legittima Repubblica spagnola ed istaurare così uno stato fascista sotto il dominio e la dittatura del generale Francisco Franco, il quale era sostenuto sia dal fascista Benito Mussolini e sia dal nazista Adolf Hitler. Il poeta Nazim Hikmet, allora, con questa poesia, si rivolgeva ai giovani e ai soldati spagnoli che difendevano la legittima Repubblica spagnola, difesa dalle truppe internazionali europee composte da tanti soldati provenienti da tutte le nazioni europee, compresa l’Italia. Il poeta Nazim Hikmet, con questa poesia, esprimeva tutto il suo rammarico di non poter partecipare direttamente alla resistenza spagnola contro l’invasione illegittima del generale Francisco Franco che nel corso di tre anni, 1936 – 1939, fece uccidere, dalle sue truppe fasciste e naziste, centinaia di bambini e migliaia di giovani che difendevano lo Stato repubblicano spagnolo. L’esercito spagnolo, composto da tanti giovani volontari provenienti da tutta l’Europa, sacrificarono la propria vita per evitare la vittoria dei franchisti. Purtroppo la loro resistenza fu vana e inutile perché l’esercito franchista, aiutato dall’aviazione tedesca, riuscì a sconfiggere la resistenza spagnola. Con questa vittoria il generale Francisco Franco riuscì ad istaurare il suo odioso stato fascista, dopo quello che Benito Mussolini aveva istaurato in Italia nell’ottobre del 1922. Il poeta Nazim Hikmet scrisse questa poesia nel pieno della guerra civile spagnola per risollevare il morale dei soldati combattenti contro le truppe fasciste che ebbero la vittoria sulla resistenza spagnola. Il poeta N. Hikmet, in questa poesia, esprime tutto il suo dolore per il sacrificio dei giovani combattenti che si trovavano davanti alle porte di Madrid per difendere la capitale spagnola. I giovani spagnoli difendevano anche, i valori della libertà e della democrazia politica ed istituzionale del legittimo Stato democratico spagnolo. Io, B. C., reputo che la poesia di Nazim Hikmet mostri, ancora oggi, tutta la sua attualità e la sua bellezza; infatti basta cambiare il nome della città nel titolo della poesia, sostituendo la città di Madrid con la città di Kiev, capitale dell’Ucraina. Il nuovo titolo della poesia potrebbe essere: Alle porte di Kiev. Io, B. C., infatti, ritengo, penso e suppongo che se Nazim Hikmet vivesse oggi e vedesse quello che sta succedendo in Ucraina, come durante la guerra civile spagnola del 1937, anche oggi, si vergognerebbe e si stupirebbe per tutti i disastri, i massacri e le distruzioni che il pazzo Vladimir Putin sta scatenando e portando, in questi ultimi mesi (febbraio – luglio 2022), nella tranquilla e pacifica Ucraina. Io, B. C., vidi che il sommo poeta Dante Alighieri era soddisfatto e compiaciuto per la bella idea di conoscere la stupenda poesia di N. Hikmet. Inoltre, io, B. C., mi resi conto che il sommo poeta era dispiaciuto e addolorato per il tremendo, ingiustificabile e letale comportamento ostinato di V. Putin, che senza nessun diritto, aveva invaso e distrutto buona parte dell’Ucraina, uccidendo e massacrando intere popolazioni di bambini, di vecchi e di cittadini indifesi e inermi di fronte ai micidiali e tremendi missili e razzi, lanciati dall’esercito russo per ordine del pazzo e zarista V. Putin.
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Io, B. C., infatti, penso e giudico che Nazim Hikmet, oggi, considererebbe Vladimir Putin un criminale di guerra e un macellaio, come è stato definito, a ben vedere, dal presidente americano Joe Biden. V. Putin ha già fatto morire centinaia di bambini innocenti e migliaia di giovani civili ucraini che stanno combattendo eroicamente per difendere la loro Patria. Questi giovani ucraini, addestrati in pochi giorni alle nuove armi, stanno dimostrando tutto il loro attaccamento alla Patria e stanno sacrificando la loro vita per difendere tutti i valori della Democrazia, non solo dell’Ucraina, ma stanno difendendo, anche, tutti i valori della Democrazia dell’intera Europa. Questi giovani combattenti ucraini stanno affrontando le armate russe che sono cento volte superiori degli armamenti dei giovani soldati ucraini, che stanno combattendo con armi di base insufficienti a fermare il poderoso attacco russo. L’esercito russo bombarda l’Ucraina con missili e razzi provenienti sia dal mare e sia dalle terre ucraine già invase da numerosi carri armati russi provenienti sia dalla Russia e sia dalla Bielorussia, su ordine perentorio e immodificabile del tiranno Vladimir Putin, deciso a conquistare la giovane nazione dell’Ucraina. Io, B. C., penso che il poeta Nazim Hikmet non approverebbe un genere di guerra e di combattimenti così crudeli, voluti e preparati dal dittatore Vladimir Putin, che, per la sua megalomania politica, vuole imitare il grande dittatore tedesco Hitler che già, nel secolo scorso, portò una grande disumanità e una grande distruzione in tutta l’Europa. Ora, secondo me, B. C., anche Vladimir Putin vuole fare altrettanto portando distruzione e disumanità in tutta l’Europa, con il rischio di scatenare una terribile e definitiva terza guerra mondiale. Secondo me B. C., Vladimir Putin sta replicando e attuando gli stessi errori e gli stessi obiettivi che il dittatore Hitler voleva attuare con la seconda guerra mondiale. Per questa identità di obiettivi tra Putin e Hitler, io, B. C., reputo e giudico la pazzia di V. Putin uguale alla pazzia di A. Hitler. Anzi, io, B. C. affermo che la pazzia di Putin è più grave e più letale di quella di Hitler, perché Putin possiede le armi atomiche che, una volta usate, scatenerebbero sicuramente la terza guerra mondiale, con la conseguente distruzione finale dell’intera umanità. Ovviamente, io, B. C., tengo conto dei diversi periodi storici tra Hitler (1939 – 1945) e Putin (2009 – 2022) e quindi, mutatis mutandis, distinguo la pazzia razziale di Hitler dalla pazzia proterva di Putin. Ma, io, B. C., considero, anche, che ambedue i tiranni hanno messo in pratica la stessa finalità: Hitler voleva sterminare il popolo ebreo e poi conquistare tutto il mondo; ora, invece, Putin vuole sterminare il popolo ucraino e ripristinare l’impero zarista. Considerando gli obiettivi di Putin, io, B. C., definisco il governo autoritario di Putin come regime zarista – nazista – comunista. Detto tutto questo, sull’attuale guerra di Putin contro il pacifico e sovrano governo ucraino, io, B. C., penso e ritengo che la poesia “Alle porte di Kiev” di Nazim Hikmet sia ancora attuale perché ha saputo cogliere allora e sa esprimere, ancora oggi, tutta la sofferenza del popolo ucraino e, in particolare, l’eroismo e il sacrificio dei giovani ucraini e di tutti i soldati esperti militari che stanno difendendo, non solo la loro Patria, ma anche i valori della civiltà democratica europea.
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Quindi, io, B. C., penso e ritengo che il poeta Nazim Hikmet, se dovesse riscrivere un altro poemetto dedicato agli eroi ucraini, lo comporrebbe quasi uguale a quello scritto per gli eroi e per i partigiani spagnoli, che difesero, purtroppo, vanamente il legittimo governo spagnolo. Invece, a quanto pare, la resistenza e l’eroismo dei giovani ucraini potrebbe portare ad una potenziale vittoria sull’esercito invasore russo, il quale dovrebbe rientrare in patria sconfitto e dolorante. Io, B. C., ritengo giusto e opportuno che la civiltà europea democratica ha il dovere di aiutare e di sostenere sia il popolo ucraino e sia l’esercito ucraino con l’invio di nuove armi adeguate alla difesa militare di Kiev e di tutte le città ucraine. In caso di vittoria dell’esercito ucraino, Putin dovrebbe, prima di tutto, pagare tutti i danni provocati e recati all’ambiente paesaggistico e alle infrastrutture che già ha distrutto e che distruggerà nei prossimi mesi. Poi, inoltre, Putin deve risarcire, anche, tutti i danni prodotti all’ambiente naturale e di conseguenza al clima del territorio ucraino. E, infine, Putin deve essere processato e condannato da un tribunale internazionale e pagare, così, la sua protervia politica e la sua disumanità nei confronti delle vittime del popolo ucraino. Putin dovrebbe essere, anche, condannato ai lavori forzati per risarcire economicamente tutti i danni prodotti nelle città e nelle campagne dell’Ucraina e per tutte le morti, le sofferenze e i dolori che sta causando e provocando, non solo all’esercito ucraino, ma in tutto il popolo ucraino e allo sconvolgimento dell’asseto democratico e liberale europeo.
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Ecco il testo originale e completo della poesia di Nazim Hikmet dedicata ai giovani soldati spagnoli che sacrificarono la loro vita per difendere la Spagna e la civiltà democratica spagnola, ma la poesia è ancora viva e attuale anche per i giovani soldati ucraini che stanno difendendo l’Ucraina.
Alle porte di Madrid
di Nazim Hikmet
Non ascoltare le voci delle sfere dell’aldilà,
né intrecciare nella trama delle righe
<<poesie ermetiche>>
né cercare
con pazienza di orafo
rime graziose
e fini espressioni,
stasera, grazie al cielo, io sto più su
di tutto ciò.
Stasera io
sono un cantastorie di strada.
La mia voce è semplice, senza artifici,
e tu
non puoi udire la mia canzone …
È notte
Nevica.
Tu sei alle porte di Madrid.
Davanti a te hai l’armata dei nemici,
che è venuta per uccidere
tutto ciò che c’è di più bello:
la libertà,
il sogno,
la speranza
e i ragazzi.
E nevica.
E forse,
i tuoi piedi nudi gelano.
Nevica …
Ed ecco,
in quest’istante
che io penso a te con tutto il mio cuore,
forse
una pallottola spezzerà la tua vita
e per te non ci sarà più
neve
né vento
né notte
né giorno …
E nevica.
So
che anche prima di gridare
<<No pasaran>>
e di montare la guardia
alle porte di Madrid,
tu esistevi!
Chi eri,
di dove sei venuto?
Forse
dalle miniere delle Asturie?
Forse
una benda insanguinata sulla tua fronte
ha coperto
una ferita che ti sei presa al Nord?
Forse
sei tu quello che per ultimo
sparò nella notte che gli junker
bombardavano Bilbao?
O servivi come bracciante
nelle tenute di un qualche
conte Fernando Valesquero di Cortolon?
O avevi una botteguccia
alla Porta del Sole
e vendevi le frutta dai colori spagnoli?
Forse, non avevi alcun talento,
o forse avevi una bella voce?
O eri uno studente,
un futuro giurista,
e i tuoi libri
sotto i cingoli d’un carro armato italiano
son rimasti
nella città universitaria?
Forse non credevi in Dio,
e forse invece portavi una piccola croce di rame
a un cordino di seta?
Chi sei,
come ti chiami,
quanti anni hai?
Non ho visto la tua faccia,
e non la vedrò.
Forse
essa ricorda le facce di quelli
che batterono le bande di Kolciak in Siberia?
O, in qualche tratto,
tu ricordi coloro
che sono caduti
a Domlupinar?
O somigli a Robespierre?
Non hai udito il mio nome,
e non l’udrai.
Tra noi due, fratello,
ci sono i mari e i monti,
e le mie maledette catene,
e le prescrizioni
del comitato di non intervento…
Non posso venire da te,
non posso mandarti di qui
né una cassa di cartucce
né uova
né un paio di calze di lana…
So
che in questo gelo
i tuoi piedi nudi,
là, alle porte di Madrid,
come due bimbi
gelano al vento …
E so
che tutto ciò che in questo mondo
c’è di grande
e di bello,
tutto ciò che sarà fatto dagli uomini, –
tutta la Verità futura
e la Grandezza,
che io aspetto con tanta ansia nel cuore, –
tutto questo riluce nei tuoi occhi,
sentinella mia,
stanotte
alle porte di Madrid …
E so
che oggi non posso,
come non potei ieri
e non potrò domani,
fare nient’altro
che pensare a te
e amarti!
1937
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Commento mio personale sull’attuale conflitto tra
Russia e Ucraina e sulla poesia di Nazim Hikmet.
Io, Biagio Carrubba, in primis, condivido pienamente il giudizio politico del Presidente americano Joe Biden su V. Putin. Anzi, io, B. C., aggiungo altri aggettivi ancora più reali e più veri, su Putin, come uomo sconsiderato, disonesto, crudele, feroce e disumano, perché penso che lo statista russo V. Putin non possa fare uccidere tanti giovani e massacrare tanti bambini soltanto per conquistare un piccolo territorio come il Donbass, che appartiene all’Ucraina. Io, B. C., in secundis, penso che l’intento vero di Putin sia principalmente quello di scatenare la terza guerra mondiale, combattendo contro il suo rivale storico, gli USA, prendendo come pretesto l’invio di nuove armi americane all’esercito Ucraino. In terzis, io, B. C., reputo che V. Putin andrà a finire nel primo girone del settimo cerchio dell’Inferno di Dante Alighieri, dove sono conficcati tutti i tiranni che stanno dentro il fiume Flegetonte, fiume di sangue bollente, sorvegliati dai centauri. Inoltre, io, B. C., reputo che il poeta Nazim Hikmet, se fosse ancora vivo, odierebbe la Russia di Putin perché non è più la Russia comunista di Lenin che voleva portare solidarietà e uguaglianza tra i contadini poveri e i proletari indigenti dell’Impero zarista. Poi, io, B. C., reputo ancora viva e attuale la bellezza di questa poesia perché l’amore e la solidarietà verso i soldati e i giovani ucraini sono uguali ai sentimenti che il poeta Nazim Hikmet espresse per i giovani e per i soldati spagnoli che morirono per difendere la legittima Repubblica spagnola. Infine, io, B. C., mentre in passato avevo amato e avevo apprezzato, per alcuni decenni, la Russia sovietica, ora, però, mi rendo conto che l’amore e la simpatia che avevo per la Russia comunista si sono trasformate in ostilità e in odio verso il governo totalitario e tirannico di Putin.
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La guerra tra Ucraina e Russia ormai si protrae per ben sei mesi e non si intravvede la sua fine. L’avido, crudele, furioso, spietato, sanguinario e despota V. Putin, ogni giorno, lancia il suo ricatto, morale e militare, all’Unione Europea e alla NATO, dicendo che lui è pronto ad iniziare la terza guerra mondiale nucleare. In questo modo il dittatore Putin blocca, così, di fatto, ogni possibile risposta militare della NATO e dell’Europa, mentre lui continua a bombardare, uccidere e massacrare centinaia di uomini, donne e bambini inermi e indifesi, sul territorio ucraino. In questo modo e con questo ricatto il despota e sanguinario Putin infierisce, ogni giorno, sulla popolazione ucraina, uccidendo e massacrando civili e bambini innocenti. Lo scopo del sanguinario e despota Putin è, ormai, chiaro a tutti: egli vuole conquistare, umiliare, russificare l’intero popolo ucraino, e non solo il Donbass. Infatti il dittatore Putin vuole soggiogare e assoggettare l’intero popolo ucraino per farne un paese vassallo e dipendente da Mosca. Allora, io, B. C., mi chiedo quanto potrà durare questo massacro, continuo e doloroso, del sanguinario Putin contro il popolo democratico ucraino? Io, B. C., spero che la guerra tra Ucraina e Russia finisca molto presto con la vittoria definitiva, brillante e schiacciante dell’esercito ucraino sull’esercito russo. Ma, io, B. C., giudico questa prospettiva dell’Ucraina solo un sogno e una utopia, perché in questo momento l’esercito russo avanza sul territorio del Donbass e l’esercito ucraino resiste a fatica a bloccare l’avanzata russa. Io, B. C., spero che la vittoria dell’Occidente e dell’Ucraina sul sanguinario e crudele Putin riporterà un equilibrio di pace, stabile e duraturo, dell’Occidente contro l’Oriente. Io, B. C., inoltre, spero che il velenoso e sanguinario Putin possa pagare, risarcire e spiare tutte le atrocità e la sua pervicacia che sta commettendo e consumando ai danni del popolo ucraino, davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e davanti al tribunale internazionale dell’ONU per tutti i crimini e gli atti terroristici che il despota, sanguinario e dittatore V. Putin sta commettendo in Ucraina e che commetterà da qui fino alla fine della guerra contro l’umanità.
MODICA, 23 LUGLIO 2022
PROF. BIAGIO CARRUBBA
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