La vita corre verso la morte
del viver ch’è un correre a la morte.
Dante Alighieri. Divina Commedia.
Purgatorio canto XXXIII. Verso 54
I
Nessuno di noi conosce la propria sorte,
nessuno sa ciò che gli succederà domani,
nessuno sa cosa gli capiterà tra qualche ora.
Nessuno può delineare il corso della sua vita,
nessuno può designare il futuro come vorrebbe,
nessuno può intendere il proprio avvenire,
nessuno può predire il proprio presente,
nessuno può presumere il proprio fato.
Chiunque potrà incorrere in una grave malattia,
chiunque potrà inciampare in un brutto guaio,
chiunque potrà essere contagiato dal Covid-19,
chiunque potrà restare disoccupato per l’intera vita,
chiunque potrà morire all’improvviso per un malore,
chiunque potrà morire per un improvviso incidente
automobilistico, ferroviario, aereo e funiviario, come
è successo domenica 30 maggio 2021 nella funivia
Stresa-Mottarone dove sono morte 14 persone innocenti.
Insomma l’unica previsione che si può
intuire, concepire o immaginare è quella
di prefigurare un avvenire confuso, vago e indefinito
che annebbia il presente, l’oggi e il domani.
L’unica cosa certa della vita è la morte,
come dice un detto popolare siciliano:
“sicuru comu a morti”, per cui
ha ragione, secondo me, sant’Agostino
quando nella sua opera filosofica
scrive: “il tempo di questa vita non è
che un correre verso la morte.”
(De Civitate Dei, XIII, 10).
II
Però, in pro del mondo che mal vive.
Dante Alighieri. Divina Commedia
Purgatorio canto XXXII. Verso 103
Nemmeno Gesù Cristo, Dio stesso in tre persone,
è riuscito a vincere la terribile e tetra morte,
Lui stesso, che si proclamava figlio di Dio,
che ha fatto rinascere Lazzaro dalla tomba,
è morto, malinconicamente, come tutti gli
altri mortali.
Anche Lazzaro e gli altri resuscitati da Gesù
sono morti dopo di Lui, la cui Resurrezione
è tutta da provare, dimostrare e accettare.
Io, B. Carrubba, reputo e suppongo che
la Resurrezione di Gesù Cristo sia stata una
invenzione, una creazione e una congettura
di un gruppo di disoccupati ebrei, di cui
uno (san Paolo) inventò, concepì ed elaborò
la favola della Resurrezione di Gesù e
proclamò e scrisse che tutti gli altri cristiani
avrebbero ripreso il loro corpo integro e
sano nel giorno del Giudizio Universale.
Ma i greci, a queste parole di san Paolo, gli risero
in faccia, si alzarono e lo abbandonarono.
Dunque, nonostante la ricerca scientifica di oggi,
che fa passi da gigante e scoperte eccezionali,
in ogni campo di studio delle scienze, e
nonostante, l’arte, la tecnologia, l’amore,
e tutto ciò che dà benessere al corpo e
allo spirito, la maggioranza dell’umanità
vive male e soffre ogni minuto, sia
nel corpo sia nell’anima, com’è successo
già da un anno, e come sta avvenendo a tutta
l’umanità, in queste ore, in questi giorni e
in questi mesi, su tutto il pianeta Terra a causa
dell’ampia diffusione della pandemia del covid-19.
Nonostante le religioni e le teologie,
che sopravvivono in tutto il mondo,
l’umanità mal vive, come afferma Dante.
Anche io, B. C., reputo e giudico che
l’esistenza stessa sia piena di dolori e
di malattie gravi tanto che nessuna arte e
nessuna scienza potrà mai debellare, annullare
e lenire il dolore universale che sovrasta
e regna, incontrastato, su tutto il pianeta intero
e incombe su tutta l’umanità piena di ansie.
Quindi, secondo me, è certo che la maggioranza
dell’umanità mal vive per le precarie, varie
ed instabili condizioni di lavoro e di salute
e solo una piccola minoranza dell’umanità
vive una vita agiata, sicura, serena e salubre.
III
Democrito, che il mondo a caso pone.
Dante Alighieri. Divina Commedia.
Inferno canto IV. Verso 136.
Neppure si può supporre che i viventi di oggi
siano soltanto dei corpi che espiano sulla Terra
le pene di anime eterne che giacciono nel mondo
delle idee, come sostenne e scrisse Platone, perché
in questo caso si ricadrebbe in un platonismo,
ormai fuori tempo, fuori luogo ed anacronistico, e
neppure si può supporre che i viventi di oggi
siano delle anime eteree che riprenderanno
i loro corpi solo dopo la loro morte,
nel giorno del giudizio universale,
perché, secondo me, questa illusione, questa diceria e
questa millanteria è stata solo una invenzione
elaborata da un gruppo di ebrei, analfabeti,
sfaccendati e incolti che hanno elaborato,
una congettura e una concezione e una dottrina
religiosa: metafisica, astrusa ed astratta,
inverosimile, insondabile e inverificabile.
Per tutte queste considerazioni personali,
io, B. C., suppongo, reputo e affermo che
la vita dell’umanità sul pianeta Terra non è
il frutto di un disegno o progetto divino,
ma è soltanto l’esito di un progressivo e cieco
evoluzionismo fortuito, casuale, accidentale
e imprevedibile che si originò per caso
e per circostanze uniche e favorevoli,
che si sono create sul nostro pianeta,
molti milioni di anni fa. Tra i primi
filosofi greci, Democrito ipotizzò e intuì
l’opinione “che il mondo a caso pone”.
Inoltre io, B.C., ritengo che l’unica soluzione
che spieghi l’origine della esistenza
dell’umanità sul pianeta Terra, insieme
agli animali e alle piante, resti quella
del materialismo evoluzionistico e laico.
Infine, io B. C., medito che la risoluzione
più valida e probabile sia la proiezione
filosofica e scientifica dell’agnosticismo e,
ancor meglio, la prospettiva del problematicismo
che rifiuta ogni tipo di sapere metafisico
e respinge ogni pretesa dogmatica
di attingere a verità assolute.
IV
Finale.
Vassene il tempo e l’uom non se n’avvede.
Dante Alighieri. Divina Commedia.
Purgatorio canto IV. Verso 9
Dunque a proposito di scienza e di filosofia,
se c’è una ipotesi e una supposizione scientifica,
che possa rendere erronea e sbagliata
la mia proiezione e il mio intendimento
è quella di immaginare, in un giorno
non lontano da ora, che la ricerca
scientifica e tecnologica prossima
ventura, possa riuscire a vincere la morte
in modo sistematico e duraturo, ricorrendo
magari a delle piccole pillole miracolose,
capaci di sconfiggere definitivamente
la morte. Solo in questo caso l’umanità
potrebbe vivere una vita lunga, deliziosa e
desiderabile. Tutto questo è possibile???
Boh!!! Chissà??? Io, B. Carrubba, ora non
credo che la scienza possa sconfiggere e
debellare la morte, in un tempo abbastanza
vicino, ma può anche essere che ciò si avveri,
e si verifichi per la gioia e la felicità dell’umanità.
Ma fino a quel momento la condizione umana
è e resterà malata, precaria, cruenta, affannosa,
instabile, incerta, litigiosa, vulnerabile e mortale.
Modica, 06 giugno 2021 Prof. Biagio Carrubba
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