LA POESIA POSTCONTEMPORANEA (2018) N. 6 LA TRILOGIA. TITOLO L’AMORE E LA POLITICA.

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LA POESIA POSTCONTEMPORANEA (2018) N. 6
LA TRILOGIA.
TITOLO
L’AMORE E LA POLITICA.

Ahi Berlusca, vituperio de le genti
del bel paese là dove il si suona.
Testo della poesia.

I

                             1
L’esempio più fulgido e immortale
dell’Amore intrecciato con il potere politico
è, sicuramente, quello costituito
dall’Amore di Antonio e Cleopatra.
I due, amanti prima, sposi poi,
vissero un decennio turbolento, ma felice
tra amori e splendori, tra sesso e figli.
Poi, alla fine, l’uno si suicidò
sconfitto in mare da Ottaviano;
l’altra si suicidò, da regina,
avvelenata da un serpentello egiziano.

                            2

Un altro esempio chiaro e limpido
d’Amore intrecciato al potere politico
è, senz’altro, quello di Anita Ribeiro da Silva,
e il giovane Giuseppe Garibaldi.
I due giovani, belli e intraprendenti,
vissero una bella storia d’amore.
Poi lei morì tra le paludi di Comacchio
assistita dal giovane patriota, che la
abbandonò in un povero casolare
per sfuggire agli assedianti austriaci.

                           3

Un altro esempio, brillante e sereno,
vissuto, goduto e intrecciato con il potere politico,
è stato, sicuramente, quello tra
Jacqueline Lee Bouvier con
John Fitzgerald Kennedy ,
che si sono amati per più di un decennio,
vivendo tra onori, raffinatezze e figli.
Alla fine lei lo ha abbracciato
e lo ha visto morire
davanti ai sui occhi,
dentro una macchina
e tra una folla in tripudio,
ucciso da un colpo di fucile,
venuto da lontano e
da uno sconosciuto.
Finì così una bella storia d’amore,
intrecciata con il potere politico.
Poi lei concluse la sua vita, triste e
umiliata, tra le grinfie dell’armatore
greco Aristotele Onassis.

                         4

L’unica storia d’Amore, degna di nota,
bella e straordinaria, vissuta, in Italia,
negli anni ’50 – ’60, e intrecciata al potere politico
è stata, sicuramente, secondo me, quella, onorata
e conclusa tra P. Togliatti e N. Jotti.
È stata una storia d’Amore clandestina,
ma tutti lo sapevano che c’era una tresca amorosa
tra il segretario del PCI e la compagna N. Jotti.
Lei se lo vide cadere ai suoi piedi,
lo ha sorretto e ha chiamato aiuto
salvandolo da morte certa, quando lui
fu colpito da un colpo di pistola,
sparato a tradimento e da pochi passi
di distanza. Poi lui si riprese e
finì i suoi giorni lontano in Crimea.
I suoi funerali
furono spettacolari e grandiosi e
i partecipanti alzarono il pugno chiuso
verso l’alto, verso il cielo, verso la libertà.
Lei, invece, visse ancora a lungo, ben protetta
da tutto il partito ed esercitò la carica politica
più prestigiosa del Parlamento italiano.
Terminò la sua vita sempre fedele al partito e
al suo uomo politico amato, onorato e stimato,
dando esempio di alta dignità e di alta fedeltà
a tutta la nazione italiana.

 

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II

Io, Biagio Carrubba, non conosco molte altre storie d’amore importanti, contemporanee e postcontemporanee, intrecciate con la politica. Potrei aggiungere a quelle, già descritte e raccontate, il bel rapporto, sereno e ottimo, della storia d’Amore tra Michelle e Barack Obama. In Italia, poi, secondo me, non c’è stata mai più una grande e vera storia d’Amore tra un politico e una donna famosa e appassionata. Un Amore modesto, ma fedele, è stato, ed è, sicuramente, quello tra il saggio Romano Prodi e la moglie, Flavia Franzoni. Invece un esempio, notevole e negativo, è stato, certamente, quello di Silvio Berlusconi, un politico che ha usato il suo potere economico e politico ai suoi fini personali, attirando e portandosi, nel suo palazzo di Arcore, escort e alcune ragazze definite “olgettine”. Le invitava e le guardava facendole travestire da varie uniformi: infermiera, poliziotta ed altre divise. Il processo per questo comportamento immorale è ancora in corso e finirà sicuramente in prescrizione come tutti gli altri processi a lui imputati. Quindi non mi pare esagerato definire questo ex primo Ministro di molti governi, come un politico immorale e famigerato che ha portato fango, immoralità e ridicolo a tutti gli italiani, per cui reputo che basta modificare il nome proprio di Pisa in Berlusca che la terzina di Dante si addice propriamente e perfettamente a questo politico e politicante. Ma nonostante l’inquietante persistenza di questo politico politicante, che ancora perdura nell’attuale politica italiana con le sue nevrotiche performance nell’ultima campagna elettorale, l’Italia si è ripresa con i governi del centro sinistra dal 2013 al 2018, con i governi, proficui e costruttivi, di Letta, di Renzi e di Gentiloni. E allora, io, Biagio Carrubba, concludo affermando che è bello e nobile vivere una bella storia d’amore, di fare l’amore e di combattere insieme al potere politico per ottenere l’Amore, appassionato e immortale, per conseguire e rafforzare una maggiore democrazia e una maggiore sicurezza delle istituzioni e per garantite una maggiore libertà e una maggiore giustizia da parte dello Stato italiano a tutti i cittadini italiani.
Ora sono arrivato, quindi, ai nostri giorni dell’aprile 2018. Attualmente non c’è nessuna grande storia d’amore intrecciata con il potere politico. I politici italiani di oggi vivono storie d’amore ordinarie, e non straordinarie; infatti le donne dei politici nostrani sono anonime a tutto il paese, per cui concludo affermando che gli amori dei politici italiani di oggi e della nostra società italiana postcontemporanea non hanno niente di speciale e quindi non meritano di essere trasposti in poesia.

Cosa è la bellezza poetica.

III

La poesia, o un’intera opera poetica, che contiene la bellezza poetica, è quella poesia, o un’intera opera poetica, che ha dentro sé stessa, quel quid, cioè quel qualcosa di indeterminato e di indefinibile, che fa risultare ed esaltare la poesia, o l’intera opera poetica, come una creazione artistica e poetica, la quale contiene, al suo interno, una condizione o una caratteristica peculiare, personale ed originale, che, a sua volta, la distingue da tutte le altre poesie e da tutte le altre opere poetiche. Dunque la bellezza poetica è la qualità, cioè la caratteristica o la proprietà positiva, pregevole e di buon livello, che conferisce a tutta la poesia, o all’intera opera poetica, quella bellezza poetica, la quale, a sua volta, trasforma e tramuta, il quid indeterminato e indefinibile, in qualcosa di tangibile e concreto che suscita, sicuramente, una grande soddisfazione e una notevole gratificazione, nei lettori. Se il lettore non percepisce la sua gratificazione, allora quella poesia, o l’intera opera poetica, non contiene la bellezza poetica, tanto agognata e desiderata dai poeti. La bellezza della poesia, secondo me, potrebbe, dunque, consistere e coincidere con ciò che la filosofia medievale chiamava quiddità, cioè l’essenza, la forma di una cosa e il prodotto dell’astrazione operata dall’intelletto sulla realtà sensibile. La quiddità, allora, non è altro che la forma, gli standard e le varietà che vivono e sono anche i simboli, gli emblemi e il fascino delle attuali società postcontemporanee. Quindi la bella poesia è la poesia che, partendo dalla realtà, viene trasformata dall’intelletto del poeta che, a sua volta, opera sulla realtà delle cose, sulla realtà sensibile, ma anche sulla realtà sociale, politica e culturale in cui il poeta stesso vive e ne respira l’aria e conosce, anche, lo zeitgeist del suo tempo e del suo luogo, e trasforma così la realtà del suo luogo e del suo tempo in poesia o in una creazione artistica e poetica. Allora il poeta trae dalla società in cui vive i temi e gli argomenti su cui operare e su cui esercitare la sua sintesi poetica, per darne una rappresentazione, vera e reale, e per dare la sua interpretazione, personale e soggettiva, e così lanciare il suo messaggio poetico, nuovo e rivelativo, a tutti i lettori che vivono, contemporaneamente, con lui. E siccome, oggi, viviamo in società postcontemporanee i poeti di oggi devono essere poeti postcontemporanei che si rivolgono ai lettori postcontemporanei ed entrambi, poeti e lettori, devono rispettare il patto poetico che si stabilisce al momento dell’acquisto del libro e all’inizio della sua lettura da parte del lettore. Il patto poetico consiste, in primis: da parte del poeta nel rivelare una informazione della società postcontemporanea in cui vive e da parte del lettore di soddisfare il suo senso estetico e colmare la sua gratificazione, cioè provare una soddisfazione morale e un intimo compiacimento sensibile, culturale ed estetico. Detto tutto questo, come premessa teorica, io, Biagio Carrubba, penso che la prima caratteristica di una bella e buona poesia deve essere quella di usare un linguaggio molto alto e poetico, adoperando parole che suscitino stupore e destino ammirazione, scalpore e curiosità nei lettori. Se tutto questo è vero e giusto, io, Biagio Carrubba, affermo che l’anima bella della poesia e la bellezza della poesia consistono nel fatto che la poesia ha, per primo compito, quello di riscaldare i cuori dei lettori, quello di rinfrancare i loro animi, quello di ricreare il loro spirito e quello di rinvigorire la loro volontà e quello di rallegrare e confortare i loro momenti più tristi e bui e trasformarli in momenti di forza, di lietezza e di speranza e superare con la poesia, il momento negativo e depressivo e ritrovare la forza e il vigore per credere in un mondo migliore.

IV

Ma io, Biagio Carrubba, affermo e reputo che la poesia postcontemporanea debba superare, oltrepassare e trascendere la poesia classica postmoderna descritta precedentemente per diventare poesia Hot, cioè una poesia erotica, piccante, audace che desta partecipazione e interesse, che riscalda gli animi e infine credo che la poesia postcontemporanea debba essere anche critica, riflessiva, rivoluzionaria, sconvolgente e lucida per i lettori che amano leggere la poesia postcontemporanea. Quindi la poesia postcontemporanea, deve finire di essere una poesia seria, noiosa, seriosa e personalistica come lo è stata la poesia classica – romantica e moderna, ma deve essere e diventare una poesia eclettica, libera, divertente, creativa, brillante, di movimento e aperta al mondo che sappia suscitare grandi speranze e destare grande vigore in tutti i giovani che amano leggere la poesia postcontemporanea. Inoltre spero che la poesia postcontemporanea debba suscitare nuovi sentimenti e nuove riflessioni adeguati alle attuali esigenze e problemi delle società postcontemporanee, perché altrimenti la poesia postcontemporanea scade in una poesia anacronistica, se non c’è corrispondenza fra i problemi e le esigenze delle società attuali postcontemporanee e le riflessioni e i sentimenti del poeta corrispondenti ai sentimenti e alle conoscenze dei lettori. Infine reputo che la poesia postcontemporanea debba suscitare, far nascere, risorgere, con le belle parole della poesia, un nuovo vigore e nuova forza nei lettori, senza tralasciare niente di tutto ciò che succede nell’attuale società postcontemporanea. In parole povere e semplici la bellezza della poesia postcontemporanea deve suscitare, sconvolgere e scuotere le coscienze dei lettori, portarli, trascinarli e fascinarli verso un avvenire luminoso e splendente, e avere fede nel proprio domani e nel proprio futuro.

V

Un’altra caratteristica, nuova e positiva, della poesia postcontemporanea. Infine mi chiedo: la poesia postcontemporanea è, o deve essere, una poesia solo conformista o, solo, anticonformista o, anche, una poesia critica e generatrice di nuove riflessioni e di nuove conoscenze sia per il lettore che per il poeta? Io, Biagio Carrubba, penso che la risposta giusta a questo dubbio sia questa: il poeta non può essere sempre e, soltanto, un poeta conformista così come non può essere sempre e, soltanto, un poeta anticonformista. Infatti penso che il poeta non può essere sempre conformista su tutti i problemi che nascono ogni giorno nelle attuali società postcontemporanee, né può essere sempre un poeta anticonformista e vivere sempre sul piede di guerra contro tutto e contro tutti. Allora non gli resta che la terza soluzione che è quella di essere un poeta critico e lucido su tutti i vari problemi che nascono nelle società postcontemporanee e, di volta in volta, esprimere il suo giudizio e la sua valutazione nel miglior modo possibile e con la sua migliore intelligenza, lanciando il suo messaggio poetico e politico per favorire, quanto più è possibile, una maggiore democrazia e una maggiore libertà per tutti i soggetti in azione. Io definisco questa posizione del poeta postcontemporaneo come una poesia di posizione e di valutazione con la quale il poeta illustra la sua posizione e la sua motivazione di fronte a tutti i problemi sociali, culturali e politici o di altri temi che lui, il poeta, vuole trattare e sviluppare e risolvere nella sua poesia o nella sua intera opera poetica. Dall’altra parte, anche, il lettore postcontemporaneo deve soddisfare, con la poesia, il proprio bisogno estetico e provare una maggiore gratificazione sul presente e sentire una grande soddisfazione morale e percepire un grande e intimo compiacimento estetico, culturale ed esistenziale. Entrambi, il poeta e il lettore, hanno in comune la ricerca della felicità e la realizzazione dei grandi valori etici, come il valore della pace, della democrazia, della libertà e la speranza di realizzare un grande amore in tutte le sue forme, naturali e umane. Tutto ciò costituisce il terreno comune e di intesa tra il poeta e il lettore di poesie.

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Modica 14/ 04/ 2018                                                                             Prof. Biagio Carrubba

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