
BIOGRAFIA DI VENANZIO FORTUNATO.
Venanzio Fortunato nacque intorno al 530 a.C., presso Treviso. Fu sacerdote e vescovo di Poitiers. Scrisse molte opere poetiche e letterarie. Questo inno fu composto in occasione di una reliquia della croce, inviata dall’imperatore Giustino II a santa Radegonda, regina dei Franchi. Morì intorno al 604 d.C..
Testo dell’inno sacro.
Per la croce del signore.
(Vexilla regis prodeunt)
Avanzano le insegne del re:
mistero rifulge la croce,
a cui fu sospeso l’autore
della carme, nel suo corpo.
Costui trafitto da chiodi,
stese le mani ed i piedi
per la nostra redenzione,
egli fu immolato a vittima.
Ferito da lancia spietata,
ne uscirono acqua e sangue:
che detergono le macchie
di ogni nostro peccato.
Si è compiuto ciò che cantò
Davide alle genti, carme
degno di fede: “Da un legno
provenne il regno di Dio”.
Albero magnifico splendido,
ornato di regale porpora,
prescelto fra tronchi degni
del contatto di sacre membra.
Pianta beata, alle tue braccia
appeso, il riscatto del mondo
fece bilancia con il suo corpo:
all’inferno rapì la sua preda.
Aroma emana la tua corteccia,
per sapore vinci il nettare;
lieta del tuo frutto fecondo
plaudi al suo nobile trionfo.
A voi salve, altare e vittima,
gloriosi per la sua passione:
la vita essa trasse a morte,
ma la morte convertì a vita.
Ave, o croce, unica speranza:
in questo tempo di passione
accresci ai devoti la grazia,
mina ai malvagi la loro opera!
FINALE.
Io, Biagio Carrubba, ho voluto finire, con questo inno sacro, il mio viaggio personale nella letteratura latina. Questo inno, che ancora oggi, si recita nella città di Troina, per Pasqua, chiude in effetti la lunga e bellissima produzione poetica, letteraria e filosofica di tutta la cultura latina. Dopo il VI secolo d.C., in effetti, non vi sarà più altra produzione poetica latina; dopo questo secolo,inizia il medio-evo vero e proprio che durerà fino al XIV secolo d.C.. Reputo che questo viaggio nella letteratura latina mi è stato veramente utile, concreto e di grande valore letterario e poetico. Ho avvertito una grande estasi nella lettura del serio e severo Horatio. Ho sentito una grande delizia nei versi del grande poeta Virgilio. Ho percepito un grande divertimento nel leggere le elegie del creativo e trasgressivo, ma sfortunato poeta di Sulmona. Ho avuto un gran diletto nel leggere gli epigrammi del geniale Marziale. Insomma ho provato un grande diletto intellettuale e una grande emozione estetica in questi due anni di intense letture e di studio vero e proprio. Ma ne è valsa la pena perché adesso mi sento più ricco spiritualmente e più completo culturalmente. Ho tanto amato Orazio, Virgilio e Ovidio e tanti altri poeti che hanno reso illustre, bella e incantevole tutta la cultura latina e romana che resterà alta e immortale ancora per molti secoli. Ho avuto il valido sostegno e aiuto del professore Orazio Cerruto che mi ha coadiuvato nella scrittura delle poesie e nella correzione dei testi nell’ultimo anno di lavoro. Consiglio a tutti di leggere e studiare la letteratura latina perché, non è solo un divertimento e un piacere dell’anima, ma è anche soprattutto un piacere estetico e costituisce una valida esperienza per ampliare la propria cultura personale.
Modica 27/ 08/ 2016 Prof. Biagio Carrubba
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