Dall’opera “L’ars Amatoria” di Publio Ovidio Nasone
(43 a.C. / 17 d.C.).
Brani scelti sull’Arte di sedurre e di far all’amore.
Introduzione
L’Arte di amare è un poemetto didattico, composto di tre libri e scritto in distici elegiaci, che ha come tema dominante l’arte della seduzione e delle concquiste amorose. L’arte di amare si differenzia molto dall’opera precedente di Ovidio, Amores. Infatti, Ovidio, mentre egli Amores, era al pari dei poeti elegiaci, un poeta innamorato; ora, invece, nell’Arte di amare è un maestro d’amore (praeceptor Amoris), che impartisce i suoi precetti d’amore sia ai giovani, sia alle fanciulle romane. Ovidio, in qualità di maestro d’amore e come esperto nell’arte della seduzione, si mostra imparziale ed equo sia nei confronti dei giovani e sia nei confronti delle giovani romane. L’unico fine di Ovidio è quello di insegnare loro, con i suoi precetti, come divertirsi, come amare e sedurre i loro rispettivi partners.
Il primo libro si rivolge ai giovani a cui il poeta consiglia la conquista e la seduzione delle giovani donne libere o liberte o cortigiane, che fossero. Il secondo libro si rivolge sempre ai giovani, ma questa volta Ovidio, come maestro d’amore, spiega ad essi come trattenere l’amore femminile conquistato. Ovidio, nel terzo libro, si rivolge, questa volta, alle giovani donne romane e spiega loro come conquistare i giovani uomini con l’arte della seduzione e come godersi la vita, sfruttando al massimo la gioventù e i giochi erotici. L’Arte di amare è, dunque, un poemetto didascalico-erotico perché Ovidio, in qualità di maestro d’amore, insegna ai giovani e alle fanciulle come usare l’amore e il sesso a loro vantaggio. L’amore diventa un gioco raffinato di seduzioni reciproche tra i due sessi.
Io, Biagio Carrubba, guidico L’Arte di amare l’opera poetica più riuscita e più bella di Ovidio per i seguenti motivi:
- perché, mi pare, che Ovidio vuol essere un precettore d’amore molto democratico in quanto tratta le donne al pari degli uomini. Ovidio dice ciò espressamente nell’incipit del terzo libro, nei versi 1 – 6. Ovidio, inoltre, si dimostra equo e imparziale anche nella descrizione dell’amplesso dove invita gli uomini ad avere un orgasmo congiunto e contemporaneo con le donne, così come lo descrive nei versi 717 – 732 del secondo libro. Ovidio si dimostra, anche, imparziale con i due sessi nel giustificare i tradimenti alla pari e gli adulterii sia dei maschi che delle donne, così come spiega nei versi 749 – 754 del primo libro.
- perché Ovidio esalta l’età augustea senza farsi soggiogare dalla restaurazione etica e morale di Cesare Augusto Ottaviano. Ovidio leva la sua voce contro la regressione e la repressione della ideologia augustea. Infatti Ovidio lancia il suo messaggio sull’amore che deve essere adeguato e all’altezza dei suoi tempi.
- perché Ovidio illustra e descrive, con incisività e con chiarezza, il più bel carpe diem di tutta la letteratura latina nei versi 59-98 del terzo libro;
- perché Ovidio esprime, con chiarezza e con fermezza, anche il suo elogio alla bellezza e alla opulenza dei suoi tempi: l’età dell’oro di Augusto. (Eulogia: nei versi 113 – 134 del terzo libro).
- Mi piace molto, anche, l’elogio che Ovidio fa del poeti nei versi 403 – 414 e nei versi 536 – 550 del terzo libro;
- mi piace molto, anche, il senso critico e realistico che Ovidio mostra verso gli amori adulterini e ingannevoli delle coppie romane. Ovidio, infatti, lancia il suo severo ammonimento sia ai giovani e sia alle donne romane scrivendo il famoso monito: Fallite fallentes (Ingannate chi vi inganna).
- Mi piace molto, anche, la sicurezza e la spregiudicatezza di Ovidio nel lanciare il suo messaggio di amore che poi consiste nell’incoraggiare gli amori furtivi e adulterini.
- Credo, inoltre, che tutta il diletto dell’opera consista nella perfetta coscienza che Ovidio aveva della società romana del suo tempo e nella perfetta conoscenza che Ovidio aveva dell’ambiente galante e lascivo della Roma bene e del mondo demi – monde dei suoi tempi.
- Credo, anche, che la bellezza e il fascino dell’Ars amatoria sia dovuta essenzialmente al fatto che essa esprime, con sincerità e con raffinatezza, un inno alla vita, all’amore e alla gioventù, come afferma nei versi 59 – 68 del terzo libro.
- Credo, infine, che l’Ars amatoria susciti e crei, nel lettorte, come me, un bel e vivo sentimento estetico e genera, soprattutto, ancora oggi, una grande cognizione estatica e una vivace curiosità culturale.
Libro primo (versi 1-40)
Se c’è qualcuno tra i tanti lettori che non conosce
l’arte di amare mi legga, poi potrà amare con stile.
Per arte le navi veloci corrono a vela e coi remi,
per arte i cocchi leggeri, per arte va amministrato
l’Amore. Automedonte eccelleva sui carri
e con le briglie, Tifi era un maestro al timone,
Venere ha scelto me per allevare un amore
nuovo, sarò detto un Tifi, un Automedonte di Amore.
Questo Amore è selvaggio, spesso mi si ribella,
ma è fanciullo ancor tenero, facile da guidarsi.
Il figlio di Filira educò Achille piccolo
con la cetra, addolcì il suo carattere atroce
con quest’arte pacifica. Chi spaventò tante volte
i compagni e i nemici si dice avesse timore
di quel vecchio; a suo ordine stendeva alle percorse
le mani di cui Ettore avrebbe sentito il peso.
Chirone fu precettore di Achille ed io di Amore,
due fanciulli terribili, entrambi figli di dea.
Tuttavia le cervice di un bue si piega all’aratro,
i freni sono logorati dal dente di un cavallo
generoso; così mi cederà Amore seppure
mi trafigga con l’arco, mi ustioni con le sue fiaccole.
E se mi trafisse e mi arse con la maggiore violenza
tanto meglio vorrò vendicare la ferita.
Apollo, non mentirò dicendo che queste arti d’amore
me le hai regalate tu, che il canto d’un uccello
in volo mi ha ispirato, che mentre custodivo
greggi nelle tue valli, Ascra mi sono apparse
Clio con le sue sorelle. L’esperienza mi guida,
date ascolto a un poeta competente, dirò
la verità. E tu madre di Amore favorisci
l’impresa che incomincia! Via da qui bende fini
simbolo del pudore e tu gonna che copri
sino a metà del piede: noi dobbiamo cantare
degli amori sicuri, dei piaceri furtivi
leciti, in versi del tutto remoti da ogni critica.
Preoccupati, in primo luogo, di trovare chi amare
tu che sei una recluta in questa nuova battaglia;
la seconda fatica è convincere quella
che ti piace; la terza far sì che l’amore duri.
Questo il nostro argomento, lo spazio che sarà segnato
dal nostro carro, la meta da sfiorar con le ruote. (verso 40)
MODICA, 07/11/2024
PROF. BIAGIO CARRUBBA
Commenti recenti