IO E DANTE ENTRIAMO DENTRO LA DISTESA DEL LAGO GHIACCIATO DI COCITO.

Share Button

PARAGRAFO N. 11

Finalmente, superata la soglia della grande cancellata, io e Dante, vedemmo tutti i diavoli cornuti custodi dell’androne, dalla livrea rossa – nera (livrea n. 7), dentro la cancellata che ricevevano gli ordini e le informazioni dai diavoli cornuti della terza staffetta. Poi questi diavoli comunicavano gli ordini ai diavoli cornuti custodi della cancellata dalla livrea a strisce verticali rosse – blu (livrea n. 8), che sostavano fuori dalla cancellata. Questi diavoli cornuti e custodi, a loro volta, avevano il compito di consegnare l’anima, persa e dannata, al diavolo cornuto custode del cancello, dalla livrea con strisce orizzontali verdi – blu (livrea n. 9). Subito dopo, io e Dante, entrammo sulla distesa del grande lago ghiacciato di Cocito e vedemmo la larga e piana strada, di colore grigio chiaro, che conduceva in fondo al lago ghiacciato, illuminata dai diavoli, dalla livrea a scacchiera (livrea n. 15), che con i loro lampioni e lampade illuminavano tutto il percorso che partiva dalla cancellata e arrivava fino di fronte alla faccia di Satana che riusciva, così, a vedere e a controllare ciò che succedeva e ciò che si muoveva su tutta la distesa del lago ghiacciato di Cocito. Infine, io e Dante, vedemmo, anche, i diavoli cornuti dalla livrea con una P stampata davanti e dietro sulla livrea (livrea n. 17), che portavano informazioni e ordini alle baracche che erano lontane e abbandonate a sé stesse lungo i confini del lago ghiacciato di Cocito. Sui bordi della strada infernale, a destra e a sinistra, erano collocate e posizionate le grandi baracche delle anime, perse e dannate. Noi, io e Dante, proseguimmo veloci e spediti, spinti dalla curiosità di vedere, conoscere e visitare le nuove anime, perse e dannate, che erano arrivate ed entrate nei cumuli e nelle baracche. Quando io e Dante ci inoltrammo sopra la grande distesa del lago ghiacciato di Cocito, ci accorgemmo che non c’erano più i demoni che c’erano al tempo di Dante incontrate da lui, nel suo precedente viaggio all’Inferno con Virgilio. Quindi non c’erano più, nemmeno, le anime, perse e dannate, del lago ghiacciato di Cocito che, con i loro gridi e con i loro lamenti, avevano creato trambusto, agitazione e confusione e avevano dato lustro, animosità e vivacità all’Inferno di Dante. Invece incontrammo altri diavoli cornuti nuovi, custodi della cancellata dallalivrea a strisce rosse – blu, che sorvegliavano e controllavano tutte le anime nuove, perse e dannate, arrivate negli ultimi secoli nelle baracche del lago ghiacciato di Cocito.  Ascoltammo, anche, attentamente, il brusio, il mormorio che provenivano dai grandi cumuli e dalle baracche dei dannati. Dominava, soprattutto, un gran lamento, confuso e indistinto, che si espandeva fino in fondo al lago ghiacciato di Cocito. Prima di arrivare alla prima baracca, io e Dante, ci accorgemmo che la strada curvava a destra, poi proseguiva verso sinistra con un percorso lineare e, noi, dopo aver percorso 100 metri, incontrammo la prima baracca a sinistra. Io, B. C. supposi che queste curve della strada avevano lo scopo di evitare i dossi ghiacciati oppure avevano lo scopo di scansare le cunette acquitrinose che si formavano con gli smottamenti dell’acqua sotterranea del lago ghiacciato, provocando, per l’appunto, queste cunette o dossi che emergevano in superficie. Sia le cunette che i dossi non si vedevano a vista d’occhio, perché sul lago scendeva una luce chiara, ma fioca e debole. Allora io supposi che la strada principale serpeggiava per evitare che tutti diavoli cornuti dalle diverse livree potessero inciampare e cadere sopra i dossi o cadere dentro le cunette acquitrinose. Quando qualche diavolo cornuto cadeva dentro l’acqua acquitrinosa o inciampava sopra un dosso ghiacciato, allora, fra gli altri diavoli, che si trovavano lì a guardare, si scatenava una grande e fragorosa risata e un divertimento insolito, vedendo cadere e stramazzare a terra i loro colleghi diavoli cornuti, rimasti storditi nei dossi o inzuppati dell’acqua sporca delle cunette acquitrinose. Dunque, mentre, io e Dante, proseguimmo sulla strada, ampia e grigia, per raggiungere la prima baracca, che si trovava a sinistra della strada, svoltammo a destra, seguendo, così, la prima curva a destra della strada, Dante mi spiegò, che c’era anche un’altra novità, rispetto al suo primo viaggio, con Virgilio, nell’Inferno. Questa novità consisteva nel fatto che Satana poteva subire un’altra pena, in caso di un suo secondo atto di superbia e di ribellione a Dio. Nel caso di una recidiva di Satana era già previsto che, Dio stesso, in persona, lo avrebbe deposto da capo dell’Inferno e lo avrebbe mandato in un pianeta, sperduto e lontano dalla Terra, e lo avrebbe fatto morire, in solitudine, per l’eternità. Questa novità mi sconvolse molto cosicché io, B. C., domandai a Dante: <<E se fosse Dio a sbagliare? Se Dio uccidesse il suo unico figlio, commettendo così un figliocidio?  In questo caso chi punirebbe Dio? E chi lo potrebbe ammazzare? Beh, io, B.C., pensai che, in questo caso, io stesso sarei stato costretto a diventare un deicida. Cosa che farò più avanti nel paragrafo n. 37 di questa fantasmagorica e caleidoscopica opera poetica, eretica, blasfema, surreale.

MODICA 22 MARZO 2022

PROF. BIAGIO CARRUBBA

Share Button

Replica

Puoi usare questi tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>